tanto per misurare la (siderale) distanza tra uno sciocco (indovinate chi è) e uno che pensa:
Debito e sistemi di controllo e influenzamento del voto attraverso i big data sono due temi che non sono poi così distanti come potrebbe sembrare.
MAURO BOTTARELLI
Che spettacolo patetico! Ma davvero pensavate che Facebook fosse soltanto un innocuo social network dove postare le foto del delizioso piatto di pesce che state gustando in riva al mare o immortalare i primi passi di vostra figlia sulla battigia? Davvero siete così ingenui? A vostro avviso, se non fosse stato un pericoloso collettore di dati sensibili per marketing miliardario delle corporations e ben più pericolose operazioni di controllo sociale delle agenzie di intelligence, sarebbe diventato il colosso che è e con la capitalizzazione di Borsa che ha?
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caso Cambridge Analytica, sapete infatti quale piega mediatica ha immediatamente preso il caso? Dietro quell'agenzia di Pr c'era Steve Bannon, l'ex consigliere politico di Donald Trump. Quindi, preso atto che il Russiagate e il lavoro della Commissione guidata da Robert Mueller è credibile quanto una trasmissione scientifica sui vaccini presentata da un esponente dell'M5S, ecco che salta fuori la pista destabilizzante alternativa, quella interna e social: se il tycoon è arrivato a Pennsylvania Avenue è tutta colpa di Facebook
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A parlare così, rivendicando il fatto che Facebook fosse dalla loro parte e che il comitato democratico gestisse milioni di dati di privati cittadini, senza che il buon Zuckerberg (uno che ti sospende per 30 giorni se usi il termine "negri", anche se parli di Toni e si tratta di un cognome) avesse nulla da ridire, è Carol Davidsen, capo del cosiddetto "targeting team" di Barack Obama! Ma guarda un po' il nostro premio Nobel, utilizzava dati sensibili fraudolenti come un Donald Trump o un hacker russo qualsiasi! E vuoi dire che quel database, in mano ai democratici per stessa ammissione di una loro dirigente elettorale, non sia stato usato nel 2016 dal team di Hillary Clinton per qualche campagna mirata o addirittura per una a strascico e di massa, magari sul finire della corsa presidenziale, quando qualche sondaggio avanzava il rischio di un Trump più che competitivo in molti Stati?
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Ma attenzione, perché se il Grande Fratello pare in arrivo sul binario della presunta democrazia americana, altrove ha già assunto i gradi di capostazione: in Cina, per l'esattezza.
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Vi rendete conto a cosa siamo arrivati? E dove andremo a finire, di questo passo? Poi parlano di fake news e notizie bufala, qui siamo al controllo sociale assoluto: pensate che la Cina, visto il suo profilo ontologicamente autoritario dal punto di vista politico, resterà un unicum in tal senso? Scusate, ma quanto successo in America e in Gran Bretagna con Facebook cosa sarebbe se non il prodromo a bassa intensità della deriva da "Grande fratello" del Dragone? Davvero pensate che il problema sia il mero uso elettorale di quei dati e non il fatto che, un domani ormai prossimo, quelle informazioni più o meno inconsapevolmente fornite a entità terze di cui non si conoscono reali statuti e finalità potranno potenzialmente spalancarci le porte della clausura sociale, della quarantena umana e, magari, anche della galera, nei casi più estremi?
E attenzione, perché una forza politica che dietro di sé ha una società (privata) che si occupa esattamente di queste cose, noi siamo in procinto di mandarla al governo di questo Paese. E perché serve tutto questo? Per mero controllo sociale? Può essere, ma quest'ultimo se rende necessario quando c'è il fondato timore che i cittadini possano rivoltarsi contro lo status quo, quindi andare oltre il mero esercizio elettorale di voto cosiddetto "populista" e travalicare verso la disobbedienza civile più o meno pacifica.
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