A proposito di quegli idioti dei "libertari":
Anche tu, Ted? Perché la deregolamentazione è fallita,
di Paul Krugman
Nessuno è mai del tutto preparato ad un disastro naturale. Quando colpiscono gli uragani, le bufere di neve o gli tsunami, rivelano sempre debolezze – insufficienze di progettazione, insufficienze nell’investire nelle precauzioni.
Il disastro del Texas, tuttavia, è stato un’altra cosa. Il collasso della rete elettrica del Texas non ha solo messo in evidenza alcune deficienze. Ha dimostrato che l’intera filosofia che sta dietro la politica energetica di quello Stato è sbagliata. Ed ha anche dimostrato che lo Stato è governato da persone che faranno ricorso a spudorate bugie piuttosto che ammettere i loro errori.
Il Texas non è l’unico Stato con un mercato dell’elettricità largamente deregolamentato. Tuttavia, esso ha spinto la deregolamentazione più oltre di tutti gli altri. C’è un limite superiore ai prezzi all’ingrosso dell’elettricità, ma è stratosfericamente alto. E fondamentalmente non c’è alcuna regolamentazione prudenziale – nessun requisito perché i servizi mantengano una potenzialità di riserva o investano in cose come la coibentazione per limitare gli effetti del clima estremo.
La teoria era che nessuna regolamentazione del genere era necessaria, perché la magia del mercato si sarebbe presa cura di ogni cosa. Dopo tutto, un picco nella domanda o una interruzione dell’offerta – entrambi le quali accadono con le grandi gelate – avrebbero portato ad alti prezzi, e di conseguenza a grandi profitti per i fornitori di energia che cercano di mantenersi operativi. Dunque ci sarebbero stati gli incentivi per investire in sistemi solidi, esattamente per avvantaggiarsi da eventi come quelli che il Texas ha appena conosciuto.
La politica energetica del Texas era basata sull’idea che si può trattare l’elettricità come gli avocado. C’è gente che provoca picchi nei prezzi; ma nessuno chiede indagini particolari o nuove regole sui produttori di avocado.
Infatti, alcuni non vedono niente di sbagliato in quello che è successo in Texas la scorsa settimana. William Hogan, il professore di Harvard generalmente considerato l’architetto del sistema texano, ha dichiarato ch lo spettacolare aumento dei prezzi, sebbene “inopportuno”, era esattamente il modo in cui si supponeva che il sistema funzionasse.
Ma i chilowattora non sono avocado, e ci sono almeno tre grandi ragioni per immaginare che abbiano tutti gli ingredienti per un disastro.
Il primo, l’elettricità è fondamentale per la vita moderna in un modo che pochi altri prodotti possono eguagliare. Dover procedere senza panini all’avocado non vi ammazza; dovendo farlo senza elettricità, specialmente quando la vostra abitazione si basa su di essa per il riscaldamento, può ammazzarvi.
Ed è estremamente dubbio che persino la prospettiva di profitti stellari durante una fase di penuria offra ai fornitori un incentivo sufficiente a mettere in conto i grandi costi umani ed economici di una prolungata interruzione dell’energia.
Il secondo, l’elettricità è offerta da un sistema – e gli investimenti cautelari da parte di un attore nel sistema non recano alcun vantaggio se gli altri attori non fanno lo stesso. Persino se i proprietari di una centrale elettrica alimentata a gas coibentassero e preparassero per l’inverno le loro turbine, tutto ciò potrebbe non servire se le tubazioni del gas che forniscono il combustibile, o le fonti che forniscono il gas, si congelano.
È dunque il libero mercato che assicura che il sistema funzioni sotto stress? Tutt’altro che probabile.
Da ultimo ma non per ultimo, un sistema che dipende dagli incentivi offerti da prezzi estremamente elevati in tempi di crisi, praticamente o politicamente, non è fattibile.
Agli inizi, quei texani che non avevano perso l’elettricità nel grande gelo si erano considerati fortunati. Ma poi sono arrivate le bollette – e alcune famiglie si sono ritrovate caricate per migliaia di dollari per pochi giorni di elettricità.
Probabilmente molte famiglie non potevano permettersi di pagare quei conti, cosicché stiamo potenzialmente assistendo ad un’ondata di fallimenti personali. E persino quelli che non sono alle prese con una rovina, prevedibilmente sono scandalizzati.
Probabilmente, l’osservazione più rivelatrice della crisi del Texas sino a questo punto è stato un tweet, niente di meno, del Senatore Ted Cruz (Senatore repubblicano, di Cancùn), che si è infuriato perché “nessuna società elettrica dovrebbe ricevere una manna a causa di un disastro naturale” ed ha chiesto “ai regolatori statali e locali” di “impedire questa ingiustizia”.
Il Senatore, che non si distingue per auto consapevolezza, può non capire cosa ha fatto in quel caso. Ma se persino Ted Cruz – Ted Cruz! – crede che i regolatori dovrebbero impedire che le società elettriche rapinino in un disastro profitti inattesi, ciò esclude che qualsiasi incentivo finanziario al settore privato prepari ad un disastro del genere. E ciò, a sua volta, distrugge l’intero presupposto che sta dietro la deregolamentazione radicale.
Dunque, i repubblicani che hanno in mano tutti gli uffici statali del Texas trarranno insegnamento da questo disastro e ripenseranno il loro intero approccio alla politica energetica? Niente affatto. La loro immediata reazione è stata di incolpare falsamente per la crisi l’energia eolica, e di attaccare i sostenitori del New Deal Verde – anche se qualcosa come un New Deal Verde, ovvero un investimento pubblico nelle infrastrutture energetiche, è esattamente quello di cui il Texas ha bisogno.
E una cosa che abbiamo definitivamente appreso nei mesi passati è che una volta che i politici si impegnano in una Grande Bugia, che si tratti di epidemiologia, di economia o di risultati elettorali, non tornano mai indietro.
Ma mentre il complesso politico-mediatico della destra non può imparare niente dalla debacle energetica del Texas, né lo farà, noi possiamo farlo. Ci è stata appena offerta una chiara visione del lato buio (e freddo) del fondamentalismo del libero mercato. Ed è una lezione che non dovremmo dimenticare.