Sudamerica

 

  By: diliberto on Sabato 27 Gennaio 2007 20:55

Molto convincente l'idea del mattone in Brasile (ricordo con piacere che lei dott. Zibordi, 2 anni fa proponeva l'investimento in Argentina con APSA, idea che ho seguito con mucho gusto fino ai 9$....e ora la vedo su a 13$ ma credo che mi ci rinfilerò); ed a questo proposito ho letto un articolo l'altro ieri su F6M che parlava di un italiano G.Messana che ha fondato una società Gm Venture con con il socio fondatore e presidente in capo a M.Resca. La società opera prevalentemente nel settore immobiliare e sembra che alcune banche italiane si siano lascate convincere ad investire, dopo la fuga dal sud America per l'orrenda vicenda ARGENTINA allorchè anche il Brasile stava prendendo la stessa piega. Ma il business primario sembra essere proprio nell'immobiliare real estate ed ancora nel M&A assistendo aziende e partener finanziari che intendono investire in Brasile. Bene ho visto i siti di GAFISA e Brascan che hanno entrambe proprietà residenziali ma pochi uffici e negozi sono entrambe quotate sul PINK come OTC poco liquide quindi ma questo per un lancio di lungo periodo non dovrebbe costituire un problema. Allego dei grafici di titoli correlati al settore immobiliare sempre brasiliani dell'acqua e del settore elettrico. Buon fine settimana a tutti.

 

  By: GZ on Sabato 27 Gennaio 2007 02:05

Ci si chiede come mai con il petrolio e tante materie prime raddoppiate non si veda inflazione Beh.. dipende, in Messico ora c'è la "Crisi della Tortilla" Per ridurre la dipendenza dal petrolio e per ridurre l'effetto serra i governi stanno sovvenziando l'uso di etanolo per produrre la benzina, specie in Brasile e USA ma per l'etanolo si usa il mais che è quindi salito ai massimi degli ultimi 15 anni, da 2.3 a 3.45$ In Messico c'è ora una ^rivolta perchè il prezzo delle tortillas è salito da 55 a 90 centesimi #http://www.google.it/search?sourceid=navclient&ie=UTF-8&rls=GGLJ,GGLJ:2006-51,GGLJ:en&q=mexico+tortilla+crisis^ al chilo (anche se in teoria il Messico avrebbe inflazione a meno del 5%) e lo devono importare per evitare violenze

 

  By: gianlini on Lunedì 22 Gennaio 2007 15:16

Per esempio in peru i mutui immobiliari sono piuttosto difficili da contrarre ed i tassi (in dollari) sono del 40-45 %

Immobili in Brasile o in Ukraina ? - gz  

  By: GZ on Lunedì 22 Gennaio 2007 14:25

Il Brasile è un paese con una borsa da 400 o 500 miliardi di capitalizzazione moderna e regolata in cui puoi comprare titoli tranquillamente quasi come in Italia, l'Ukraina e la Georgia forse la borsa devono ancora inventare e se ci metti dei soldi te li possono rubare Ad esempio lei sa se esiste la proprietà privata in Ukraina ? mi risulta che il terreno è ancora di proprietà dello stato. In tutti i paesi dell'ex URSS non esiste un catasto dei terreni e delle proprietà immobiliare per cui CHIUNQUE PUO' ESSERNE PROPRIETARIO: tu magari compri un palazzo da chi lo ha costruito, ma il terreno di chi è ? non sai se chi te lo vende è il proprietario vero oppure arriva qualcun altro l'anno dopo che dice che il terreno è in realtà suo perchè il catasto non ce l'hanno e se protesti ti minacciano magari La cosa interessante del terzo mondo e dei paesi ex-socialisti è che non si sa chi sia il proprietario della terra, nessuno ancora per motivi vari nei secoli passati ha sistemato dei catasti come abbiamo noi, ad esempio in Cina è capitato che qualche occidentale comprasse la fabbrica e poi scoprisse che possedeva solo il capannone, ma non il terreno dopodichè lo ricattavano. Negli ultimi due anni c'è questa febbre di investire in paesi del genere da parte di investitori anche professionali che in vita loro hanno fatto acquisti solo nei mega centri commerciali americani ed europei e al massimo sono andati in villaggio vacanze in thailandia. IL risultato è che la differenza tra il debito dei paesi emergenti e quello dei paesi industriali la settimana scorsa ha toccato il minimo assoluto, cioè mai da quando esistono i bonds la differenza è stata così piccola (1.60% ora). Ma nella realtà la differenza è ancora piuttosto rilevante, solo che fino a quando il flusso di denaro occidentale continua non ci se ne accorge Comunque, il punto è che il 90% del boom immobiliare in Italia, come in America o Spagna o Australia o Hong Kong è dovuto all'invenzione del Mutuo Immobiliare, quella cosa per cui la banca ti anticipa l'80% o 90% o anche 100% del prezzo e tu paghi gli interessi e rimborsi il capitale per 30 anni Il primo paese a inventare questa cosa è stata la Danimarca intorno al 1880 o 1890 dopo il grande rogo in cui bruciò Copenaghen perchè era l'unico modo per ricostruirla, ma nel resto del mondo fino agli anni '80 era molto limitato, in Italia la possibilità di comprare casa senza avere i soldi per la maggioranza è arrivata di recente. Il Brasile è un paese di 190 milioni di abitanti in cui almeno 30 o 40 milioni qualche soldo ce l'hanno, ma finora la casa hanno dovuto pagarla senza fare il mutuo, di qui l'idea

 

  By: Gano* on Lunedì 22 Gennaio 2007 10:25

Non lo so... Io non credo che investirei molto volentieri in immobili in Brasile. La popolazione non sembra oramai crescere piu' a ritmi molto alti ne' vi e' una redistribuzione delle ricchezze tale da far pensare che chi vive nelle favelas si comprera' presto la casa. Anzi, semmai viene da pensare il contrario... Oltretutto non vi sono oramai piu' significanti fenomeni migratori verso il Brasile. Volendo speculare sull' immobiliare emergente, potrebbero invece essere interessanti paesi come l' Ukraina e la Georgia che per ragioni economiche e strategiche stanno venendo pompati di dollari e di euro. Inoltre, specialmente l' Ukraina se vogliono davvero un suo ingresso nella UE potrebbe vedere gli immobili a Kiev costare presto come quelli a Milano. Anche per i Paesi Baltici vale un discorso simile. L' Estonia che per es. ha un PIL pro capite di 5,000 $ non credo tardera' ancora molto per avvicinarsi a quello dei loro cugini finlandesi di 29.000 $, e sicuramente fino ad allora il prezzo delle case continuera' a riallinearsi. E ad aver fegato si potrebbe pensare anche all' Azerbaijian, che col petrolio che si ritrova nel sottosuolo non verra' certo lasciato indietro... Ma prima di comprare a San Paolo, forse comprerei a Bombay o ad Hanoi (ma come fare?). E nonostante tutto, con i fenomeni migratori in corso anche l' Europa Occidentale potrebbe continuare a rimanere un discreto mercato (*). Nell' America Latina l' unico paese che mi sembra veramente interessante e' Cuba, se come appare ci sara' presto un cambiamento. (*) Se e' vero che negli anni '70 gli ispanici negli USA erano due milioni e ora sono 40, raggiungendo quindi un sesto della popolazione totale, e' molto probabile che in Europa succeda la stessa cosa (ma in scala maggiore) con milioni e milioni di persone che migrano dall' Europa dell' Est, dai Paesi Arabi, dalla Turchia e dall' Asia Centrale e Meridionale e che vengono a stabilirsi nel continente. Avessi ora la disponibilita', non credo che -oltre alla comodita' di investire sotto casa- farei un cattivo affare a comprare nel centro di Roma, Bologna o Milano, sulle Colline di Franciacorta, ai Laghi o nel Chianti, cioe' in quelle zone dove la popolazione autoctona piu' affluente potrebbe voler rilocarsi.

 

  By: Gano* on Lunedì 22 Gennaio 2007 10:22

...

case in Brasile - gz  

  By: GZ on Lunedì 22 Gennaio 2007 02:40

Rovesciando l'implicazione negativa dei discorsi fatti sulla bolla immobiliare in Spagna, Inghilterra e America ci sono invece dei paesi dove ai mutui immobiliari ci stanno arrivando solo ora e dove quindi se non ci sono crac grossi nei mercati globali puoi fare dei soldi puntando a qualcosa di simile di quello che è avvenuto nel resto del mondo occidentale L'India o l'Europa dell'est ? No, quelle sono già sfruttattissime, a Bombay i prezzi sono su dell'800% nelle zone residenziali, ma ci sono due ottimi titoli in Brasile invece, un paese dove il concetto del mutuo immobiliare è praticamente sconosciuto e quindi il boom immobiliare comincia ora anche perchè i tassi di interesse locali sono stati sopra il 20% dal 2000 in poi e sono cominciati a scendere di colpo solo da questa estate Gafisa e Brascan Residential Properties sono due società che costruiscono case in Brasile -------------------- ...Brazilian home builders that went public last year: Gafisa and Brascan Residential Properties. The high-end housing market is just developing because Brazil never had mortgages before. All of 36,000 mortgages were offered in 2003. Last year, there were 100,000, and that is going to rise by 50% a year for the next two years. The Selic rate, or the Brazilian mortgage rate, was 23% in '03. Last year it was 15% and it looks like it's coming down because interest rates in Brazil are coming down. There is also a shortage of housing units in Brazil...

 

  By: beppe on Domenica 14 Gennaio 2007 01:44

Lo short su cop non andave chiuso...azzz!!!! guardate qui: http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2007/01_Gennaio/13/chavez.shtml ^cliccaqui...#www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2007/01_Gennaio/13/chavez.shtml^

Bond Brasiliani: + 70% quest'anno e non è finita - gz  

  By: GZ on Mercoledì 23 Novembre 2005 15:58

Un pensiero che mi ha colpito rileggendo ora i numeri. Il Brasile paga il 19% sui suoi BOT, titoli di stato a 3 mesi o un anno. E il Real è la valuta migliore dell'anno, +30% verso quasi tutte le altre. Think about it. Sul dollaro il Real brasiliano ha guadagnato un +30% e sull'euro più del 40% negli ultimi dieci mesi e sta salendo da tre anni (vedi sotto) Quindi comprando titoli di stato brasiliani "C Bond" ad esempio guadagnavi un 60% o 70% quest'anno. Ma non è che la valuta brasiliana si sta deprezzando per cui pagano tanto per quello (l'inflazione è alta in Brasile ovviamente, ma il boom economico produce un surplus commerciale e arrivano investimenti dall'estero per cui la valuta sale lo stesso). Il bello è che se la FED ora smette di alzare i tassi questa operazione può funzionare ancora per altri sei mesi

Sudamerica l'area migliore - Moderatore  

  By: Moderatore on Venerdì 28 Marzo 2003 22:02

J Latin American Markets See Light As Investors Crowd Back By Mike Esterl DOW JONES NEWSWIRES NEW YORK (Dow Jones)--The sky is no longer falling on Latin America. Investors fled the famously volatile region last year, spooked by recession and solvency concerns after Argentina's spectacular blow-up in late 2001. But bond prices have been rallying for several months now as the worst fears subside and market participants go bottom-fishing in a low-yield global environment. And the rally has broadened in recent weeks, with equity and currency players stampeding back into Latin America after sticking to the sidelines in January and February. Latin American stocks have surged 5.4% so far this month in dollar terms - the top-performing region in the world and about three times the advance posted in Morgan Stanley's MSCI World Index. Investors in Latin American bonds have chalked up another 2.8% in returns in March, lifting year-to-date returns to 8.3%, according to J.P. Morgan's Emerging Markets Bond Index-Plus. Investors appear to be placing bets that Latin America, if not immune to fallout from the U.S. invasion of Iraq, might provide a bit more shelter than some of its global peers more entangled in the action. Turkey, which straddles Iraq, has watched its equities plunge 24% in dollar terms and its bonds plummet 15% since the end of February as the bombs drop over Baghdad. Emerging market stocks and bonds overall are down 1.4% and 1.7%, respectively, so far this month. "I think to a significant degree in Latin America there are domestic stories unfolding in the wake of international turmoil," said Lawrence Goodman, a managing director at GlobalEqon, an international economic consultancy. Much of the Latin American run-up can be attributed to Brazil, which cast a huge shadow over the region last year when its currency cratered 35% against the dollar as Luiz Inacio Lula da Silva, a longtime leftist firebrand, appeared headed to victory in presidential elections. The falling currency sent debt-servicing costs through the roof, fanning fears that Brazil could quickly follow Argentina down the path of default. Lula got elected, but the default talk has receded thanks to a series of aggressive policy moves from the new president, who has quickly hiked the primary budget surplus target, tightened monetary policy and floated market-friendly plans to overhaul the tax and social security system. He's also pushing for greater central bank independence after naming Henrique Meirelles, a former head of global operations at FleetBoston with resonance on Wall Street, to run it. The moves were enough to turn Christopher Smart, an emerging market equity fund manager at Boston-based Pioneer Investment Management, into a buyer. "It got to a point where we just thought the valuations were very attractive, the worst had been discounted into the prices, and if the new Lula administration did things only slightly better than people were expecting, then the market could have a really good run," said Smart, who helps manage around $1.5 billion in investments. Brazilian equities have jumped 11% in dollar terms in March, according to the MSCI, helped by a 5.4% recovery in the real ($1=BRL3.387). The country's debt has booked another 4.8% advance this month, increasing the year-to-date returns on the EMBI+ to 19%. But some of Brazil's smaller neighbors are also suddenly swimming in the money. Ecuador, widely viewed as a prime default candidate a few months ago, has suddenly become a popular destination after its newly elected president, Lucio Gutierrez, departed from his socialist roots by introducing a stiff austerity plan during his first week in office. That helped secure a new standby loan from the International Monetary Fund, and Ecuadorean bonds have returned 7.6% in March and 29% so far this year - tops in the EMBI+'s 19-country universe. Argentina's economy contracted 11% last year after the government stopped payments on some $100 billion in foreign bonds, but there are clear signs that the country is finding its footing again after four years of wrenching recession. Earlier this week the local currency rallied to ARS2.85 against the dollar - its strongest level in 11 months. Argentine stocks have risen 5.2% in local currency terms and 23% in dollar terms so far this year on the MSCI. "Argentina hit rock bottom and there's really only one direction to go," said GlobalEqon's Goodman. After contracting 0.5% last year, the region's economy is poised to register 1.5% to 2% growth in 2003 and expand 4% in 2004 if international conflicts don't worsen, Enrique Iglesias, the president of the Inter-American Development Bank, said this week. That doesn't mean there aren't local storm clouds. Venezuelan President Hugo Chavez, whose rule has bitterly divided his country, caused waves on Wednesday by calling for a sovereign debt restructuring. The country is mired in a stiff recession and still has no functioning foreign exchange market after the government shut it down in January during a two-month nationwide strike. Remarkably, though, Venezuelan bond spreads had actually narrowed to 1387 basis points over U.S. Treasurys on Friday from 1406 at the end of February. Part of the reason is that Venezuelan output of oil, a pricey commodity because of Middle East turmoil, has returned to near its pre-strike levels of 3 million barrels a day. In a clear sign of how much sentiment has shifted toward the region, the two countries that investors felt most comfortable with in 2002 are having a tough time attracting buyers. Equities from Mexico and Chile, the region's only investment-grade credits, have both managed to eke out only 2.0% gains in dollar terms so far this month on the MSCI. Their bond spreads, which were already tight entering the year, also have hit a bit of a wall, with Mexican debt returning a relatively pedestrian 3.0% so far this year. Some investors are beginning to question how much more money can be squeezed out of either credit, especially as they begin to ponder the possibility of the U.S. at some point moving back into a rate-hiking cycle after several years of monetary easing. "A lot of people who are dedicated emerging market investors are much more afraid of the duration risk than credit risk," said Robert Kowit, who helps oversee $1.9 billion in international fixed-income funds at Federated Investors. Chile, which imports more than 80% of its oil needs, is also susceptible to high crude prices. Mexico's fortunes, meanwhile, are closely tied to the U.S. economy, which continues to stand on shaky ground after a decade of robust growth. But if market participants don't see a lot of upside for either country, they're also not sounding any alarm bells. Investors have been cheered by signs that domestic demand is bouncing back in Chile, which is expected to post at least 3% economic growth this year. And Mexico's peso ($1=MXN10.73) has rallied sharply after sinking to a record low of MXN11.22 in early March, boosted by a central bank plan to sell windfall oil revenue on the open market. Mexican oil exports averaged 1.9 million b/d in February, when sky-high oil prices pushed the country's monthly trade balance into the black for the first time in nearly six years. "It is an important strength Mexico has and it's being played out in the global environment," said Roger Scher, head of the Latin American sovereign credit group at Fitch Ratings. Oil prices could come back to bite Brazil, which imports about 20% of its oil needs. One of the factors fueling the country's rally has been oil prices, which, while still high, dropped back below $30/barrel earlier this month. "If things really deteriorate globally, Brazil can't run away from that," said Robert Berges, chief Latin America equity strategist at Merrill Lynch, which has a marketweight recommendation on Brazilian stocks. But others think Brazil is well positioned to weather another potential spike in oil prices and global risk aversion if the Lula government moves ahead with structural economic reforms at home. "I think Brazil has the potential to be a story sort of like Russia or South Africa," said Federated's Kowit. Russian bonds were far and away the best performer in the EMBI+ last year, racking up a 36% return for investors. South African bonds registered a 23% return. But both those credits appear to be coming back down to earth as bond spreads get pricey. Russian bonds have only returned 0.4% so far this month, while South African debt has surrendered 0.6%. -By Mike Esterl Edited by - moderatore on 3/28/2003 21:4:29