Alla fine sta accadendo quello che era la principale preoccupazione nell'outlook globale.
Ci sono tanti debiti nel mondo resi innocui dai tassi bassi ed ,appena si sono alzati negli Usa ,sono andati in crisi quei paesi che avevano debiti in $.
Sui tassi il mercato è diventato molto sensibile.
Quando le autorità monetarie si oppongo al rialzo ,il mercato vende la valuta.
Esempio eclatante il rublo che ha dei fondamentali ( da questo punto di vista ) molto buoni ma il possibile scontro tra la BC che non li vuole alzare ed il potere politico che li vuole abbassare, fa vendere la valuta.
Il mercato sta dicendo in realtà che la cuccagna è finita e l'inflazione ( incredibili dictu !) è dietro l'angolo.
Il ciclo del credito sta cambiando e quando cambia le borse scendono.
In più ci sono tensioni politiche.
Europa con populismi e nazionalismi crescenti .
Usa e Cina che ,anche sulla base della nuova posizione di Trump ,sono sul punto di prendersi a testate.
Non è più solo una questione di sbilanci delle rispettive bilance dei pagamenti ,che è più sano ridurre, ma una questione di supply chain.
Trump vorrebbe riportare negli Usa parte della produzione ma questo farebbe inevitabilmente alzare l'inflazione.
Ed inflazione significa tassi più alti che ,come appena visto,sono la minaccia più grande all'attuale precario equilibrio .
A parte che questo tentativo del trumpanaro potrebbe portare ad una guerra commerciale con comportamenti (soprattutto cinesi ) non molto ortodossi.
A questo riguardo riporto uno starlcio dal FT.
"China’s retaliatory tariffs will not be enough to match the US like-for-like because China imports much less from the US than it exports.China is very likely to impose qualitative retaliation (behind the border obstacles than make it more difficult for US companies to compete in Chinese markets) when the US imposes the next tariffs in order to fully match. Qualitative retaliation is open-ended in nature, and could create much more uncertainty in the market than simple tariffs."
Hobi