By: specoletta on Lunedì 08 Luglio 2013 13:56
Sempre per via di cazzari, magari più evoluti :))
Perché il minimo del 24 giugno era destinato a tenere
Il minimo di due settimane fa prometteva di rimanere tale per svariate ragioni. In Italia, era stato preceduto da una formale capitolazione, del tipo prima di allora sperimentato il 26 febbraio scorso, e il 16 novembre e il 23-24 luglio 2012: in coincidenza con i minimi di mercato. La probabilità che il ribasso fosse terminato era confermato ancora una volta da un tempestivo Landry TRIN Reversal, che ha inaugurato una sofferta reazione che giovedì ha beneficiato della conferma del primo segnale di inversione di tendenza: soltanto di breve periodo, per adesso.
Il 24 giugno prometteva di essere il minimo a Wall Street per altrettante ragioni. Anzitutto, lo S&P raggiungeva il supporto a 1560 punti, target ideale ben noto alla vigilia. E lo faceva in una condizione tecnica inconsueta: sui minimi degli ultimi 40 giorni, mentre i rendimenti del T-Note salivano ai livelli più elevati degli ultimi 40 giorni. Tale setup negli ultimi 20 anni è stato registrato soltanto altre 7 volte, e a distanza di un mese in media lo S&P è salito del 4.3%: obiettivo in corso di raggiungimento. Nel rapporto di oggi abbiamo esaminato in dettaglio la risposta del mercato a distanza di 2, 3, 4, 5 e 6 mesi: i risultati sono decisamente interessanti in chiave strategica.
Venerdì sera Wall Street si è riportata al di sopra della chiusura del 31 maggio: altro obiettivo significativo, poiché neutralizza la negatività che un minaccioso (ma teoricamente discutibile; e qui discusso) Hindenburg Omen ha prodotto. E sì che di segnali nel complesso ne abbiamo ottenuti ben 7. Fa piacere rilevare l’indulgenza che il pubblico manifesta tuttora nei confronti dei ribassisti, malgrado gli insuccessi palesati in tutti questi anni: vuol dire che il muro di paura da arrampicare è ancora ben ripido. Meglio così.
Chi sarà?