By: Moderator on Domenica 03 Ottobre 2004 17:22
FONTI VARIE : conclusioni? varie.Però non sottovaluterei il problema
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"la percentuale di CO2 nell'atmosfera è cresciuta dalle 316 parti per milione dal 1959 alle 373 attuali. Attenti però! La percentuale di CO2 nell'atmosfera ha subìto variazioni notevoli nel corso delle ere passate.Emissioni di CO2 ad opera dei combustibili fossili
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"Dagli inizi del diciannovesimo secolo ad oggi, la percentuale di CO2 presente nell'atmosfera è salita dallo 0,028 allo 0,035 %."
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"lo scioglimento dei ghiacci dell'Antartide è cominciato (indipendentemente dall'aumento della CO2 dovuta alle attività umane) già circa 20.000 anni fa, provocando lo scioglimento di due terzi della massa originaria di ghiaccio ed al sollevamento del livello medio marino di circa 10 metri."
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L'installazione scientifica russa di Vostok (che si trova in Antartide sopra uno strato di ghaccio spesso 3500 metri, accumulatosi nel corso delle ere geologiche) ha analizzato la concentrazone di gas serra in atmosfera e la tempreratura degli ultimi 420 mila anni (attraverso le bollicine d'aria imprigionate nel ghiaccio e dati paleoclimatici). Prima di tutto c'e' una STRETTA correlazione tra oscillazioni del gas serra e temperatura. Poi ci sono state delle oscillazioni naturali di gas serra (e corrispondenti di temperatura) lunghe alcune centinaia di migliaia di anni, con concentrazioni minime di CO2 in atmosfera di 180 ppvm (parti per milione in volume) e massime di 300 ppvm. Per l'esattezza i cicli sono stati 4, tra un minimo ed il massimo successivo intercorrono un 100-150 mila anni. Le differenze di temperatura tra i minimi e i massimi dei cicli sono nell'ordine dei 6-8 gradi centigradi. La concentrazione naturale di gas serra prima del 1850 e' stimata in circa 280 ppvm - stabile da alcune migliaia di anni. La misura attuale e' di 364 ppvm (1998), pari ad un aumento del 30% circa. L'attivita' antropica ha ora portato quindi a SUPERARE il valore massimo mai raggiunto negli ultimi 420.000 anni, e non nell'arco di centinaia di migliaia di anni, ma in SOLI 150 ANNI."
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"tra l'emissione in atmosfera di gas serra e il manifestarsi dell'aumento di temperatura intercorrono 50-80 anni, il che vuol dire che il surriscaldamento attuale e' dovuto al CO2 del 1950 (in cui la concentrazione era di circa 315 ppvm). Per le emissioni attuali ci vediamo nel 2050..."
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"Tra questi gas-serra, il più dannoso è il biossido di carbonio (CO2), altrimenti detto anidride carbonica; seguono a ruota il metano (agricoltura e allevamenti), il protossido di azoto (fertilizzanti), i clorofluoro carburi (i Cfc, fuorilegge nei Paesi industrializzati, perché colpevoli anche del buco nell'ozono), gli idrofluorocarburi, i perfluorocarburi e l'esafluoruro di zolfo"
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"La Terra ha già sperimentato una variazione di 80 ppm di biossido di carbonio dall'ultima glaciazione all'attuale era post-glaciale, ma questo è avvenuto gradatamente, nell'arco di alcune migliaia di anni."
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"solo il 15% dell'effetto serra dipende dal CO2 (predomina nettamente l'effetto del vapore acqueo). Inoltre il carbonio presente nell'atmosfera come CO2 pesa 700 miliardi di tonnellate. Nella biosfera (alberi e piante) ce ne sono 2.000 miliardi di tonnellate e nei mari 37.000. E' ovvio che comandano i mari in base a meccanismi ancora non compresi
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"L’astrofisico israeliano, il prof. Nir Shaviv dell’Università di Gerusalemme, e il professore di geologia dell’Università di Bochum, Jan Veizer, sono riusciti a stanare un nuovo responsabile delle oscillazioni che si riscontrano nelle temperature terrestri: la radiazione cosmica proveniente dall’universo!Nell’ultima edizione della rivista specializzata “GSA Today”, pubblicata dalla Società americana per la Geologia, i due ricercatori ritengono che i due terzi dei cambiamenti climatici possono trovare una spiegazione nelle radiazioni di particelle.
.Ulteriori dati di misurazioni riguardanti gli ultimi 20 anni mostrano, inoltre, in maniera sbalorditiva il parallelo esistente fra l’intensità delle radiazioni cosmiche e la copertura complessiva della sfera terrestre derivante dai diversi strati di nubi.
In questo modo il ciclo dell’acqua sulla terra gioca probabilmente un ruolo ancora più grande come fattore climatico, di quanto non si pensasse fino ad ora. Nei periodi caratterizzati da minore radiazione cosmica si formano meno nubi, e la terra può così essere riscaldata in maniera maggiore dal sole.
In questo modo viene anche messo in discussione l’opinione largamente diffusa in base alla quale il CO2 sia la causa del riscaldamento del globo terrestre, afferma Veizer.
Il diossido di carbonio si muove, per così dire, a cavalcioni del ciclo dell’acqua, poiché durante la fotosintesi le piante sono costrette a rilasciare 1000 molecole per poterne assorbire una sola di CO2.
Quando fa più caldo, sulla terra il ciclo dell’acqua risulta maggiormente accelerato, la bioproduttività aumenta e gli organismi terrestri espellono più diossido di carbonio."
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^Percentuali...#http://www.mclink.it/com/econet/databank/rel91/cap1/rel11.htm^
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"La temperatura media ha subito notevoli variazioni durante la vita del pianeta: anche in tempi relativamente recenti. La storia ricorda almeno tre «piccole età glaciali» (520-350 a.C., 500-750 d.C., 1500-1850) e due periodi caldi (200-400 d.C. e 1000-1300) (5) negli ultimi 2500 anni.
Pressoché tutto il riscaldamento verificatosi nel Ventesimo secolo (pari a circa 0,6°C) si concentra in due lassi di tempo ben precisi: dal 1910 al 1945 e poi dal 1975 a oggi. Questo parrebbe incoerente con la spiegazione «ufficiale», in quanto le emissioni di anidride carbonica da parte dell’uomo sono andate sempre crescendo "
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"in generale i modelli predicono che un aumento del 50% dei gas serra dovrebbe provocare un riscaldamento di 2°C. Ma la reale risposta a tale raddoppiamento nel corso dell’ultimo secolo è stata di solo 0,5°C"
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"Gli scienziati non giungono alla conclusione che il diossido di carbonio funga da amplificatore del riscaldamento climatico, tuttavia, richiamando l’attenzione su fori da trivellazione fatti nel ghiaccio, hanno fatto notare come essi mostrino che nelle fasi di riscaldamento della terra, il valore di CO2 nell’atmosfera è aumentato per la prima volta circa 800 anni dopo l’innalzamento delle temperature"
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" Un’attenta analisi dei dati contenuti in oltre 240 studi sulle condizioni climatiche del pianeta terra negli ultimi mille anni rivela che il XX secolo non era il più caldo e che il clima terrestre è sottoposto a cambi naturali. Il nuovo studio, condotto da vari scienziati in collaborazione del Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics e sponsorizzato fra l’altro dalla NASA, offre forti indicazioni per l’esistenza di un Periodo Caldo Medioevale e di una Piccola Era Glaciale, che si sono verificati rispettivamente dal 900 al 1300 circa e dal 1300 al 1900 circa7 . Una delle maggiori difficoltà nello studio dell’evoluzione climatica terrestre è comprendere e definire la variabilità naturale; individuare cioè gli svariati fattori naturali che regolano il clima (quali attività solare, moti orbitali, correnti atmosferiche e oceaniche) e determinare il ruolo giocato da ognuno di essi sul complesso equilibrio globale."
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"nell’analisi della composizione di carote di ghiaccio, fondali marini, ghiacciai, formazioni geologiche, anelli di accrescimento arborei, sedimenti di pollini e altre fonti indirette) relativi a svariate regioni del mondo8 .
Lo studio ha fornito prove evidenti dell’esistenza di un Periodo Caldo Medievale (dal 1000 e al 1300 circa) e di una Piccola Età Glaciale (tra 1300 e 1900 circa), fenomeni ritenuti entrambi di portata globale. Gli autori hanno inoltre sottolineato che durante queste ere si sono sempre registrate delle “anomalie”, cioè periodi caratterizzati da consistenti inversioni di tendenza nel trend climatico in atto.
Per quanto riguarda il ventesimo secolo, gli svariati registri geologici e biologici analizzati hanno evidenziato un aumento delle temperature, ma gli scienziati hanno sottolineato che il riscaldamento non è paragonabile a quello più consistente accaduto nel Medioevo.
l’Ipcc, invece ,affidandosi prevalentemente a proiezioni e modelli matematici, ha concluso che il repentino riscaldamento globale del ventesimo secolo si distingue rispetto al restante millennio, ritenuto invece sostanzialmente stabile, e ha sottolineato che vi sono forti evidenze che il cambiamento sia dovuto alle attività antropiche.
Per gli scienziati dell’Harvard-Smithsonian Center, la loro discordanza con le conclusioni dell’Ipcc nascerebbe dal fatto che i programmi di simulazione, per quanto raffinati, spesso non riescono a descrivere bene la realtà. Si fa notare, ad esempio, che quando ci si avvale di un modello matematico per analizzare gli anelli arborei, non si riesce a individuare né il periodo caldo medievale né la successiva era fredda, cosa invece possibile se si “leggono” direttamente i dati reali. "
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