Di chi è la sovranità monetaria ?

 

  By: hobi on Lunedì 26 Dicembre 2011 15:54

. Hobi

 

  By: hobi on Lunedì 26 Dicembre 2011 15:54

. Hobi

 

  By: hobi on Lunedì 26 Dicembre 2011 15:52

Anti,la devo correggere . ...i soldi li hanno .... No. ....i soldi LI AVEVANO. Questa non è una crisi di liquidità ( come la stanno trattando le banche Centrali) ,ma una crisi di solvibilità. I soldi li avevano perchè li hanno persi prestando MALE. Chi invoca QE "tout court "è un po somaro perchè ,se non è accompagnato da un hair cut dei debitori,si effettua un nemmeno tanto nascosto bail out del grande capitale. Hobi

 

  By: DRAGUTIN on Lunedì 26 Dicembre 2011 15:09

http://youtu.be/W6sMzQuup4Y

 

  By: Gano* on Lunedì 26 Dicembre 2011 14:57

No Anti. In realtà non li hanno. I soldi prestati sono infatti in quantità molto maggiore dei soldi reali. Lo ha anche scritto molto bene qui sotto Capitone.

 

  By: antitrader on Lunedì 26 Dicembre 2011 14:48

Este, vedi che anche tu ti metti a fare il bizantino? (a Roma si dice "buttiamola in caciara"). La questione e' ben precisa: E' VERO CHE LE BANCHE QUANDO TI PRESTANO SOLDI CREANO (DAL NULLA) IL DENARO CHE TI PRESTANO? La mia risposta e' NO! (i soldi che ti prestano LI HANNO!)

 

  By: Esteban. on Lunedì 26 Dicembre 2011 14:33

ANTI, STRONZATE ... Quì hai le banche che in modo generalizzato si trovano con il cappio al collo e le banche centrali che vengono in soccorso ... Quì hai proprio le banchette tipo unicredit intesa e tutta la schiera di banchette internazionali che si sono esposte in tempo di vacche grasse e quando poi è ritornata la crisi si sono trovate in DEFAULT !!! Son proprio le banchette che prestando a cani e porci o investendo in strumenti finanziari non opportuni sono con l'acqua alla gola ...non possono più rimborsare i creditori perchè si SONO SMENATE i loro soldi !!! Pure le FED ha dovuto "incorparsi" il tossico delle banchette !!! e prestare soldi per continuare a SPERARE di uscirne ... Dire, come fai, che le banche non creano nulla è una BALLA ... che a chi di "bancaria provenienza", fa comodo ripetere ... FORTI del fatto che sapevano che venivano salvate hanno fatto per anni PORCATE colossali, ed ora si invetano strumenti e nomi fra i più incomprensibili , invece di chiamare con il vero nome (che farebbe incazzare tutti) SVALUTAZIONE/STAMPA/perditaq di potere d'acquisto ... ANTI , sei un Diplomatico BANCHIERE infiltrato !!! altro che Comunista ! Seconto la logica che usi , allora anche Berlusconi ha rubato ai ricchi per dare ai poveri !!!(sè stesso)

 

  By: Capitone on Lunedì 26 Dicembre 2011 14:30

In “Segreti di denaro, interesse e inflazione” [1] avevo svelato molti segreti delle banche, ma ancora oggi numerosi lettori mi chiedono spiegazioni sul modo in cui queste istituzioni creano denaro. La cosa non deve meravigliare: si tratta di una procedura veramente sorprendente, e molti non riescono a crederci. Non può essere vera, oppure si? In quest'articolo ne parleremo in dettaglio. Per evitare malintesi: le banche creano denaro, non banconote, che solo la banca centrale è autorizzata a stampare. Le banche commerciali usano un sistema più semplice: creano denaro scrivendo numeri nei loro bilanci e poi lo prestano. E quando lo prestano raccolgono interessi. Ecco come diventano ricche. Dunque, l'attività bancaria è un simpatico gioco. Ma come tutti i giochi ha le sue regole, imposte dalla banca centrale. Questo non vuol dire che poi tutto fili liscio; la situazione può diventare critica, come c'insegna l'attuale crisi creditizia. Torneremo più tardi su questo punto. Guardiamo un poco come funziona il meccanismo. L'attività bancaria è soprattutto un problema di contabilità, che trovo insopportabilmente noiosa: vi spiegherò quindi solo i passi che c'interessano. Qui a lato potete dare uno sguardo alla contabilità di una banca, o, per essere più precisi, al suo bilancio. Per semplificare, non ho riportato tutte le voci. Nella colonna di sinistra, credito o risorse o anche Attivo, è indicato quello che la banca possiede. Nella colonna di destra, debito o passività o anche Passivo, è invece indicato quello (ad esempio conti correnti e transazioni) che la banca deve a terzi, compreso ai suoi proprietari (cioè il capitale, che si ottiene semplicemente sottraendo il passivo dall'attivo). (I numeri bancari sono così alti che nei bilanci le ultime tre cifre vengono di solito tralasciate. Le cifre devono quindi essere moltiplicate per mille). E adesso osserviamo come lavora e come agisce la banca. Non è necessario analizzare continuamente l'intera situazione contabile. In ogni fase ci limiteremo a studiare la parte che cambia. Per non rendere le cose difficili, useremo piccole cifre, ma nella realtà le somme in gioco sono molto più elevate. Spiegheremo anche le regole principali. Cominciamo con un esempio molto semplice. La banca incassa banconote John possiede 1.000 euro in banconote e le consegna alla sua banca, che ringrazia e registra la somma nel suo bilancio come Attivo: "Somma in contante +1.000 euro". Ma siccome un giorno o l'altro dovrà pur restituire i soldi a John, verso il quale ha dunque un debito, registra la somma anche come Passivo: "conto corrente di John + 1.000 euro". È in questo modo che molti depositano il loro denaro in banca, e per esperienza i banchieri sanno che la maggior parte dei clienti lo lascerà in gran parte giacente per lunghi periodi; ogni giorno escono soldi ma altri ne entrano. Le banche hanno quindi più liquidità di quanto sia necessario per le attività quotidiane. A questo punto la banca investe le liquidità di cui non ha bisogno per le attività correnti, ed è proprio su questo denaro che raccoglie interessi: quanto più denaro presta tanti più interessi raccoglie. Ma deve fare attenzione a conservare in cassa abbastanza da poter rimborsare John, nel caso questi venisse a recuperare i suoi soldi. E se non sarà John, saranno sicuramente altri clienti a farlo. Quanto deve avere sempre a disposizione la banca? Nella maggior parte dei paesi le regole sono state fissate dalla Banca centrale. Prendiamo il caso degli USA [2]: “La banca deve avere una riserva di cassa pari almeno al 10% del totale dei conti correnti.” Cosicché, la banca del nostro esempio può prestare 900 dei 1.000 euro di John (In Europa la riserva di cassa varia, a seconda dei paesi, dal 2 al 25%). [3] La banca presta denaro Peter vuole comprare un laptop e chiede un prestito di 850 euro, che la banca gli concede in contanti. Il cliente che deve soldi alla banca è registrato come Debitore (deve denaro alla banca = la banca vanta un credito nei suoi confronti). Un momento, com'è possibile? All'inizio c'erano solo 1.000 euro, mentre adesso John ha 1.000 euro e Peter ne ha 850! Ebbene si, siamo stati raggirati. Il banchiere ha tirato fuori dal cappello 850 euro: John ha ancora 1.000 euro sul suo conto e Peter ne ha 850, sui quali paga un interesse. Debito, credito, banco! Ecco quindi il segreto dei banchieri: prestano i vostri soldi e pretendono che ancora li avete! Non pigliatevela però con le banche. Questa maniera di fare si è sviluppata negli anni, e risale ai tempi degli orefici. All'epoca non esisteva la cartamoneta, ma solo ricevute per i pezzi d'oro che costoro conservavano nei propri scrigni. E l'orefice prestava denaro sotto forma di ricevute; il segreto consisteva nell'emettere ricevute per un valore superiore all'oro in suo possesso. Gli orefici Nei giorni in cui la gente ancora usava pezzi d'oro, molti li depositavano, dietro pagamento di un compenso, presso gli orefici, i soli a disporre di casseforti sicure. I clienti ottenevano in cambio una ricevuta, che permetteva loro di recuperare a tempo voluto i propri averi. I clienti cominciarono tuttavia a usare per i propri acquisti direttamente le ricevute, in modo da non dovere andarsene in giro trasportando il metallo prezioso. Chi entrava in possesso del documento poteva poi, se lo desiderava, recarsi dall'orefice per farsi consegnare il controvalore in oro. Conservando le ricchezze degli altri, gli orefici diventarono a loro volta ricch senza nessuna fatica. Sempre più spesso la gente cominciò a sollecitare prestiti, preferendo però a loro volta farsi consegnare una ricevuta. Sulle somme concesse veniva applicato un interesse. In un primo tempo gli orefici si limitarono a prestare l'oro di cui erano proprietari (in altri termini, emettevano ricevute usando le loro ricchezze come garanzia), ma quando le richieste aumentarono cominciarono a imbrogliare e a emettere ricevute garantite da quello dei depositanti, che avevano già ottenuto un titolo per lo stesso metallo prezioso! In questo modo gli orefici emettevano sempre più ricevute e raccoglievano sempre più interessi; ma fino a quando non c'era troppa gente a chiedere contemporaneamente di scambiare le ricevute con l'oro nessuno se ne rendeva conto. La cassaforte è vuota E ancora oggi le cose funzionano in questo modo. Ognuno ha una certa somma sul proprio conto corrente, e finquando non c'è troppa gente a volere contemporaneamente indietro i soldi nessuno si rende conto che la cassaforte è quasi vuota: praticamente tutto il denaro è stato prestato. Molti continuano a pensare che le banche siano ricche e prestino fondi propri. Errore. Le banche non hanno soldi, si limitano a prestare quello degli altri. E siccome la cassaforte è quasi vuota, c'è sempre il rischio che la banca non disponga di fondi sufficienti per far fronte ai pagamenti necessari. Come si usa dire nei momenti, come l'attuale, di crisi creditizia, l'istituto ha un problema di liquidità. Ne riparleremo più tardi. Dal cappello vengono fuori sempre più soldi Grazie al deposito di 1.000 euro di John, la nostra banca Esempio ha potuto creare altri 850 euro, prestati a Peter. E adesso vediamo cosa succede. Peter compra un laptop e il venditore deposita il ricavato nella sua banca, la banca B,  che ringrazia e registra la somma nel suo bilancio, come Attivo: "Somma in contante +850 euro". Ma siccome un giorno o l'altro dovrà pur restituire i soldi al negozio, verso il quale ha dunque un debito, registra la somma anche come Passivo: "conto corrente ComputerStore + 850 euro". La banca B deve conservare una riserva di cassa pari almeno a 85 euro (il 10% degli 850 euro versati sul conto corrente), e può quindi prestare i restanti 765 euro, che in effetti concede a William per consentirgli di comprare una bicicletta. Il venditore deposita la somma nella sua banca, la banca C.  Quest'ultima può prestare a sua volta 675 euro. E la storia continua; ad ogni giro la somma che può essere reinvestita si riduce leggermente. Le banconote di John passano dunque successivamente alla banca Esempio, al negozio d'informatica, alla banca B, al venditore di biciclette, alla banca C, e così via. E ogni volta che un banchiere mette le mani sulle banconote può usarle per generare nuovi prestiti . Alla fine i 1.000 euro di John possono aver permesso molti prestiti ed essere passati per molte banche, ognuna delle quali le usate per raccogliere un sacco d'interessi. L'insieme delle banche Se tutte le banche prestassero il massimo consentito, allora la banca Esempio avrebbe erogato 900 euro, la successiva 810 euro (il 90% di 900), la successiva 729 euro (il 90% di 810), e via di questo passo: a partire dai 1.000 euro di John, le banche nel loro assieme avrebbero allora erogato 9.000 euro. Per fortuna, sino ad oggi le cose non sono andate proprio così: l'operazione completa richiederebbe molto tempo, e i prestiti hanno una durata media più breve. Quando viene rimborsato, un prestito sparisce dal bilancio. Anche se ci si limita ai primi due o tre passaggi, è possibile comunque raccogliere tre o quattro volte gl'interessi. John, dal suo canto, ha un conto corrente e non ci guadagna nulla. Anzi, deve anche pagare le spese di gestione e per le carte bancarie. Giochi di prestigio con i pagamenti Ma se le banche non lasciano i soldi sui conti correnti non possono usarli per pagare, giusto? Allora non è vero denaro, giusto? Giusto. La nostra banca Esempio ha in realtà solo 150 dei 1.000 euro di John, e la banca B solo 100. Se i correntisti chiedessero di trasferire altrove le somme depositate, o se chiedessero di prelevarle in contanti, le banche non sarebbero in grado di rimborsare in un sol colpo il totale richiesto. Potrebbero ovviamente farlo se il denaro esistesse realmente. Ma le banche dispongono solo di un minimo del totale versato sull'insieme dei conti correnti, col quale fanno fronte agli ordini dei pagamenti dei propri clienti: si tratta della somma minima che non sono autorizzate a prestare, la riserva di cassa. E cosa succede quando la banca Esempio ha utilizzato la piccola riserva di moneta reale per eseguire i pagamenti dei correntisti a favore di altre banche? Nel frattempo saranno stati accreditati i pagamenti effettuati dai correntisti di altre banche a favore dei correntisti della banca Esempio, che potrà utilizzarli per dar seguito agli ordini di pagamento successivi. In sintesi, quando John vuole versare 30 euro a favore di qualcuno in un'altra banca, la banca Esempio trasferisce 30 euro prelevati dalla riserva di cassa, che però aumenterà di nuovo grazie ai versamenti effettuati nel frattempo da altre banche. In tal modo le banche possono  continuamente trasferire tra di loro somme relativamente piccole e, se la procedura è sufficientemente rapida, eseguire un gran numero di transazioni . In effetti si ha l'impressione che le banche dispongano di una gran massa di denaro, ma in realtà si tratta della limitata riserva di cassa che va avanti e indietro tra di loro e che serve per effettuare i pagamenti. Nelle vere banche con migliaia di correntisti anche questa limitata riserva di cassa rappresenta però un ammontare considerevole, e permette in genere di effettuare senza problemi trasferimenti interbancari di grosse somme. La compensazione monetaria Fino a questo momento tutti i pagamenti sono stati effettuati con banconote. Ma se c'è uno scambio interbancario costante, il loro uso non è pratico: bisognerebbe passare il tempo a trasportarle da una banca a l'altro con i furgoni blindati. Oggi le cose funzionano in modo più semplice. Le banche possono sostituire la cartamoneta con un sistema di compensazione presso la banca centrale, dove esiste un conto corrente e un bilancio per ogni istituto bancario.  Quando una banca vuole effettuare un pagamento a favore di un'altra banca, la banca centrale trasferisce la somma dal bilancio della prima in quello della seconda. Oggigiorno la maggior parte dei pagamenti è fatta con questo sistema di compensazione; le banche dispongono di poche denaro liquido e la loro riserva di cassa consiste in massima parte in una linea di bilancio presso la banca centrale. Nel caso della banca Esempio, se la banca ottiene 50 euro da un'altra banca, la somma viene aggiunta alla riserva di cassa (120 + 50 = 170 euro). E quando chiedete un prestito bancario, in effetti non ricevete banconote da portare a casa; l'ammontare ottenuto viene aggiunto al totale del vostro corrente. Fino a quando non lo sfruttate, la riserva di cassa della banca non diminuisce (ciò avviene solo al momento in cui trasferite il denaro sul conto di un'altra banca, o se ritirate denaro in contanti). Prestiti Quando prestano soldi, le banche devono accettare il rischio che non venga (interamente) rimborsato, ed è per questo che di solito chiedono una garanzia. Se ottenete un finanziamento per acquistare un'automobile e non pagate le rate la banca confisca il veicolo, lo vende e col ricavato copre il debito. E se non basta restate in debito verso la banca. Ma se non siete in condizioni di rimborsare il dovuto la banca deve iscrivere la somma residuale tra le perdite. Se la cosa si ripete troppo spesso, non solo la banca ma anche i correntisti che vi avevano depositato i propri averi sono nei guai.  E adesso possiamo enunciare la seconda importante regola: Le banche devono avere un capitale pari almeno all'8% dei prestiti in essere [4]. Per dirla differentemente: per ogni 8 euro di capitale la banca può prestare 100 euro. Ma in alcuni casi, ad esempio i prestiti ipotecari, lo stesso capitale le permette di prestare anche il doppio (e quindi di raccogliere il doppio degl'interessi). Non c'è da stupirsi, quindi, che le banche amino proporre finanziamenti di questo tipo (anche se nel momento in cui scrivo, fine 2008, la cosa è un poco più problematica). La regola dell'8% non si applica nel caso di prestiti allo Stato, che può sempre aumentare le tasse per rimborsare le banche. Tornando al finanziamento concesso a Peter, la banca Esempio deve dunque soddisfare la regola della solvibilità: se vuole prestargli 850 euro deve avere un capitale pari almeno a 68 euro (l'8% di 850). Nel nostro caso il capitale ammonta a 110 euro ed è quindi sufficiente. Quando Peter rimborsa la rata mensile di 100 euro, la liquidità di cassa aumenta della stessa somma e il totale del debito si riduce dello stesso importo. Ma se Peter non rimborsa gli ultimi 50 euro, la banca deve iscrivere questo importo tra le passività: la riserva di cassa non varia ma il totale della colonna Passivo si riduce comunque dello stesso importo: il totale (in questo caso 1.1.30 euro) diminuisce di 50 euro, e quindi nell'altra colonna anche il capitale si riduce della stessa somma. Se ha parecchi crediti in sofferenza, la banca diventa insolvente. Debito, credito, crisi È proprio quello che è successo negli USA, quando la parte più povera della popolazione ha ricevuto finanziamenti ipotecari a interessi estremamente bassi, ma non è più stata in grado di rimborsarli quando i tassi sono saliti. Molti banchieri avevano previsto il problema e si erano assicurati contro il rischio di non pagamento. Ma quello che non avevano invece previsto era che ci sarebbero stati tanti impalati da far fallire gli assicuratori, incapaci di onorare una massa enorme di polizze. Le banche hanno quindi dovuto iscrivere i prestiti tra le passività, riducendo così il totale del capitale: la loro solvibilità è diventata problematica. Alcune banche avevano venduto ad altre banche, statunitensi o meno, pacchetti che contenevano anche le ipoteche a rischio. I compratori erano stati ingannati e adesso erano pieni di pacchetti ipotecari contaminati che nessuno avrebbe voluto più comprare. In tal modo molti istituti in tutto il mondo sono finite in acque agitate, e alcuni sono falliti. E poiché nessuna banca sapeva a chi erano stati venduti i pacchetti, e quali quindi avrebbero potuto dichiarare a breve fallimento, si sono fermati anche i prestiti interbancari, un tipo di operazione che di solito si effettua quotidianamente, quando a fine giornata una banca ha liquidità in eccesso e un'altra è leggermente esposta. E se tra le banche viene meno la reciproca fiducia, ognuna deve arrangiarsi da sola, deve, cioè, dotarsi di una riserva di cassa sufficiente e prestare il minimo possibile. E siccome in buona parte dipendono dai prestiti, anche le aziende finiscono in crisi, prima sporadicamente poi in massa. Crisi.   [1] Segreti di denaro, interesse e inflazione: http://www.courtfool.info/it_Segreti_di_denaro_interesse_e_inflazione.htm [2] Esigenze di liquidità della FED: (dal 1992) http://www.federalreserve.gov/monetarypolicy/0693lead.pdf [3] Liquidità in Europa http://www.bportugal.pt/euro/emudocs/bce/eubankingsectorstability2005en.pdf , tabella 16 [4] Il requisito di solvibilità dell' 8% era stato deciso dalle grandi banche internazionali negli accordi Basilea I (1988) ed è stato poi affinato. Dal 2006 sono in vigore gli accordi Basilea II, con ulteriori requisiti per la composizione del capitale, ma anche con più possibilità di scelta da parte dei banchieri nel definire i metodi di calcolo dei rischi. Accordi di Basilea sul capitale: http://www.parl.gc.ca/information/library/PRBpubs/prb0596-e.htm Esempio di calcolo della percentuale di solvibilità:  http://www.rbnz.govt.nz/finstab/banking/regulation/0091769.html#navstart Proposta europea del 2004 per ridurre la solvibilità: http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=MEMO/04/178&format=HTML&aged=1&language=EN&guiLanguage=en Ulteriore documentazione: Bilancio bancario: http://www.amosweb.com/cgi-bin/awb_nav.pl?s=wpd&c=dsp&k=bank balance sheet Geld, Financiële Markten & Financiële Instellingen, C. van Ewijk & L.J.R. Scholtens (Wolters Noordhoff) (in olandese.)

 

  By: antitrader on Lunedì 26 Dicembre 2011 14:07

Este, chi ha una formazione di tipo scientifico ragiona in termini di "vero/falso" e quindi risulta difficile raccontargli balle in liberta'. Lasciando stare le divagazioni a mo' di sofisti e bizaniini la questione e': E' VERO CHE LE BANCHE QUANDO TI PRESTANO SOLDI CREANO IL DENARO CHE TI PRESTANO? La risposta inconfutabile e' NO! La banca quei soldi che ti presta LI HA in parte come capitale proprio, in gran parte come raccolta e in parte come obbligazioni vendute (piu' altre spezzature di poco conto). La "moltiplicazione" che fa la banca e' rispetto ai SUOI soldi, in pratica usando soldi di terzi (che poi sono "suoi" nel momento in cui li versi sul tuo CC) riesce a prestare un multiplo dei SUOI soldi. La riserva frazionaria (e altri parametri piu' moderni) riguarda solo la vigilanza. In pratica il controllore dice alla banca che non puo' raccogliere (e impiegare) mille miliardi se di SUO ne ha solo uno! Perche' allora un elevato volume di prestiti incide in modo positivo sull'attivita' economica? Per un motivo molto semplice: quando la banca presta soldi li preleva da chi non sa che cazzzz farsene (giacenza CC) e li presta a chi sicuramente li spende (altrimenti non sarebbe cosi' fesso da farsi prestare soldi) tuttavia non crea un fico secco. Come detto in passato da Hobi, gli unici soggetti che possno fare i "soldi cliccaroli" son solo le banche centrali e solo in determinate circostanze.

 

  By: Esteban. on Lunedì 26 Dicembre 2011 13:43

ANTI, Il fatto che la contabilità , i depositi e quindi la moneta circolante alla fine devono quadrare è certo ... Quì non si discute che a livello contabile non ci sia quadratura ...e che quindi ad ogni prestito debba corrispondere un debitore ... Ma il punto è se l'economia viene influenzata dal fenomeno di "stampaggio" ? o messa in a riskio a causa delle crisi ... perchè se c'è una certezza è che dal 71 la moneta di ogni paese si è svalutata e il potere d'acquisto è crollato drasticamente a causa sell'aumento della massa monetaria circolante lo stampaggio. il problema non esisterebbe se, quando c'è una crisi, chi deve fallire fallisce ed il resto sopravvive, invece, attraverso sistemi sempre più malsani, vuoi per far sviluppare una nazione e non vuoi che le crisi ne danneggi la crescita ... Tutti devono salvarsi in particolare le banche ... E siccome le banche hanno INVESTITO in ciofeke e non solo prestato , hanno causato dei grandi buchi a bilancio , buchi per i quali, non esiste copertura ... quindi,hai che le banche hanno contratto buchi a bilancio SOPRA la NORMA, perchè se ne sono fregate di controllare la solvibilità dei propri debitori ... Inoltre hanno speculato in strumenti finanziari perdendo soldi (non importa la causa li hanno persi)... Allora Vedi come, stabilito che per effetto di una crisi, la contabilità NON POSSA QUADRARE ...di fatto è la stessa banca che CAUSA il DISASTRO(via politica e lobbies). La principale responsabile è proprio la banca(vedi BUSH tassi all'1% per spingere la bolla degli immobili 2001). Essendo quindi il sistema INSOLVIBILE ... e siccome la contabilità DEVE QUADRARE e le banche se falliscono trascinano negli inferi TUTTO il SISTEMA , si è ORA costretti a salvarle NONOSTANTE la colpa sia di banche /politica /lobbies. Quindi il principio secondo il quale il mercato deve regolarsi e chi deve fallire deve fallire, anche se sono banche VA a FARSI BENEDIRE ... quando una banca centrale via politica interviene nel meccanismo introducendo nella CONTABILITA' ,che dovrebbe quadrare ma CHE NON QUADRA più ,per le cazzate che hanno fatto(a meno di voler contabilizzare i default di banche e/o stati e rubare i soldi ai depositanti quelli che sudano i denari e si fidano delle banche) e le banche si inventano obbligazioni da prestare alla banca centrale in cambio di denari cliccaroli che li aiutino a far ripartire l'economia MENTRE invece già SAPPIAMO che useranno per comprare debito a rendimenti superiori visto che pagano appena l'1% in 3 anni , hai che le banche vengono aiutate di fatto !!! come hanno fatto quelle americane con i famosi 750 miliardi della FED ... E non possiamo dire che se a livello contabile poi tutto torna, l'economia in realtà non ne venga influenzata .. dato che è EVIDENTE che per l'avidità di banche e finanza tutto sta andando in malora ... ed in particolare nella contabilità delle banche(che continuano a fare i TRADER) compaiono conti che nulla hanno a che fare con il prestare mutui o prestiti alle società(per spingere l'economia) ... non solo ci sono società create appositamente per contenere gli assett tossici nella speranza che vangano estinti ... Ed intanto ... la vera CONTROPARTITA alle perdite causate dal sistema finanziario la vedi nei TAGLI fatti alle persone e nell'aumento delle TASSE !!! tè capì ? Quindi, sì, i conti delle banche alla fine TORNANO(o le fanno fallire ), ma non è vero che non creano MONETA o DENARO CIRCOLANTE ... Dato che la massa monetaria varia e la liquidità immessa pure ... ANTI, non prendiamoci per il CUL .... P.S. Mangia poca nduja che poi ti vengono le emorroidi !!! Auguri LOL

 

  By: antitrader on Domenica 25 Dicembre 2011 21:33

Credo che quello sia stato il processo piu' bizzarro di tutti i tempi. Evidentemente Morgan (il banchiere) credeva di poter spiegare agli astanti somari (giudice compreso) quale fosse il meccanismo con cui la banca erogava i mutui. Naturalmente quelli (gli astanti) capirono fischi per fiaschi e cosi' la banca del Morgan si ritrovo' condannata (cosa sempre molto probabile se in tribunale non prendi le misure ai tuoi interlocutori). Ad ogni modo questa storia mi ha proprio stufato, Ho postato i numeri che non possono essere soggetti a interpretazioni. Chi si vuol convincere che l banca non crea una beata mazza ma si limita a prestare i soldi che ESISTONO ha tutti gli elementi nei post precedenti. Chi non si vuole convincere preferisco lasciarlo somaro.

 

  By: Capitone on Domenica 25 Dicembre 2011 12:40

Un aiutino per Anti e Muschio, scusate il copiaincolla ma non riuscivo a fare di meglio: L'INGANNO DEL DOLLARO: COME LE BANCHE CREANO SEGRETAMENTE IL DENARO di Ellen Brown, 3 luglio 2007 http://www.webofdebt.com/articles/dollar-deception.php E' stato definito "il gioco di prestigio più strabiliante che sia mai stato inventato". La creazione del denaro è stata privatizzata e usurpata al Congresso da un cartello bancario privato. La maggior parte delle persone pensa che il denaro sia emesso per decreto dal governo, ma le cose non stanno proprio così. Ad eccezione delle monete metalliche, che costituiscono all'incirca solo l'uno per mille dell'offerta monetaria complessiva degli Stati Uniti, tutto il nostro denaro viene ora creato dalle banche. Le banconote con la dicitura Federal Reserve (banconote di dollari) sono emesse dalla Federal Reserve, una società per azioni privata, e prestati al governo1. Inoltre, le banconote con la dicitura della Federal Reserve e le monete metalliche costituiscono, assieme, meno del 3 per cento dell'offerta monetaria. L'altro 97 per cento è creato, sotto forma di prestiti, dalle banche commerciali2. Non credete al fatto che le banche creano il denaro che prestano? Non lo credeva nemmeno la giuria nel corso di una causa in Minnesota che ha lasciato un segno nella storia, finché non ne hanno avuto le prove. Nel 1969, First National Bank of Montgomery contro Daly fu un evento giudiziario degno della sceneggiatura di un film3. L'imputato, Jerome Daly, si opponeva al pignoramento della banca in merito all'ipoteca di 14.000 dollari gravanti sulla sua abitazione sulla base del fatto che non vi era alcun corrispettivo per il prestito. Il "corrispettivo" ("la cosa scambiata") è un elemento essenziale di un contratto. Daly, un avvocato che si auto-rappresentava, sosteneva che la banca non aveva messo da parte del vero denaro per il suo prestito. Gli atti processuali furono verbalizzati dal giudice ausiliario Bill Drexler, il cui compito principale, egli disse, fu quello di mantenere l'ordine in un'aula carica di tensione nella quale gli avvocati minacciavano di prendersi a pugni. Drexler non aveva dato molto credito alla teoria della difesa, finché il signor Morgan, il presidente della banca, non fu chiamato a testimoniare. Con la sorpresa di tutti, Morgan ammise che la banca creava abitualmente "dal nulla" il denaro per i propri prestiti e che si trattava di una procedura bancaria standard. "A me sembra un imbroglio", intonò il giudice Martin Mahoney tra i cenni d'assenso dei giurati. Nel suo memorandum, il giudice Mahoney affermava: "Il querelante ha ammesso che, in collaborazione con la Federal Reserve Bank di Minneapolis, ... l'intera somma di 14.000 dollari in denaro e credito fu creata nei propri registri con annotazioni contabili. Che questa era il corrispettivo utilizzato per avvalorare la Distinta datata 8 maggio 1964 e l'Ipoteca emessa nella stessa data. Il denaro e il credito hanno avuto origine quando sono stati creati. Il signor Morgan ha ammesso che non esisteva alcuna legge o statuto degli Stati Uniti che gli avesse concesso il diritto di farlo. Un corrispettivo legittimo deve esistere e deve essere portato a sostegno della Distinta". La corte respinse la richiesta di pignoramento da parte della banca e l'imputato conservò la propria abitazione. Per Daly, le implicazioni furono enormi. Se i banchieri stessero veramente estendendo il credito senza corrispettivo - senza supportare i propri prestiti con il denaro che avevano realmente nei propri forzieri e che avevano il diritto di prestare - una decisione che dichiarasse che i loro prestiti erano nulli poteva far crollare la base del potere del mondo. Daly scrisse in un articolo su un quotidiano locale: "Questa sentenza, che è legalmente corretta, ha l'effetto di dichiarare che tutte le ipoteche private sulle proprietà personali e immobiliari, tutte le obbligazioni statali e nazionali gestite dalla Federal Reserve, dalle banche statali e dalle banche nazionali sono nulle. Questo equivale all'emancipazione di questa Nazione dal debito personale, nazionale e statale dovuto, a quanto si dice, a questo sistema bancario. Ogni americano è debitore di sé stesso ... per studiare questa sentenza molto attentamente ... perché su questa poggia la questione della libertà o della schiavitù". Inutile dire, comunque, che la sentenza non riuscì a cambiare l'andazzo generale, sebbene non fu mai rovesciata. Questo era quello che si udì in un ufficio del giudice di pace, un sistema di tribunali autonomi che risalivano ai giorni della conquista dell'Ovest quando gli imputati avevano delle difficoltà a raggiungere le città più grandi per comparire in giudizio. In quel sistema, ora scomparso, i giudici e i tribunali erano sostanzialmente separati. Il giudice Mahoney, che non era dipendente dai finanziamenti per la campagna elettorale né ostacolato da precedenti giudiziari, si spinse così lontano fino a minacciare di far causa alla banca e di smascherarla. Morì sei mesi dopo il processo, in un misterioso incidente che sembrò avvelenamento4. Da allora, parecchi imputati hanno tentato di evitare le inadempienze sul prestito utilizzando il modello di difesa di Daly, ma con scarsi risultati. Ecco quello che un giudice ha detto in via non ufficiale: "Se vi lascio fare questo - a voi e chiunque altro - farebbe crollare l'intero sistema ... non posso permettervi di andare a curiosare dietro il bancone ... non andremo dietro al sipario!"5 Di tanto in tanto, comunque, questo sipario è rimasto sollevato abbastanza a lungo per permetterci di vedere dietro le quinte. Un certo numero di autorità rispettabili hanno testimoniato quanto accadeva, tra cui Sir Josiah Stamp, presidente della Banca d'Inghilterra e il secondo uomo più ricco del Regno Unito negli anni '20 del secolo scorso. Egli dichiarò in un discorso ufficiale alla University of Texas nel 1927: "Il sistema bancario moderno fabbrica denaro dal nulla. Il procedimento è forse il gioco di prestigio più strabiliante che sia mai stato inventato. Le attività bancarie sono state concepite nell'ingiustizia e nate nel peccato ... i banchieri possiedono la terra. Toglietegliela da sotto i piedi ma lasciate loro il potere di creare denaro e con un guizzo di inchiostro creeranno abbastanza denaro per ricomprarsela ... togliete loro questo grande potere e tutte le enormi fortune come la mia svaniranno, e allora questo sarà un mondo migliore e più felice in cui vivere ... ma se volete rimanere schiavi dei banchieri e pagare il costo della vostra schiavitù, continuate a permettere loro di creare denaro e di controllare il credito. Robert H. Hemphill, responsabile del Credito presso la Federal Reserve Bank di Atlanta al tempo della Grande Depressione, ha scritto nel 1934: "Noi siamo completamente dipendenti dalle Banche commerciali. Qualcuno deve prendere a prestito ogni dollaro che abbiamo in circolazione, in contanti o a credito. Se le Banche creano abbondante denaro sintetico, noi siamo ricchi; altrimenti, facciamo la fame. Non abbiamo assolutamente un sistema monetario durevole. Avendo una visione globale della cosa, la tragica assurdità della nostra posizione senza speranza è quasi incredibile, ma è così. Si tratta del tema più importante sul quale le persone intelligenti possano indagare e rifletterci sopra6". Graham Towers, governatore della banca centrale canadese dal 1935 al 1955, ha ammesso: "Le banche creano denaro. Servono a questo ... il processo produttivo per creare denaro consiste nell'inserire una voce in un registro. Tutto qui ... ogni volta che una Banca concede un prestito ... viene creato nuovo credito bancario, denaro nuovo di zecca7". Questo è quanto ha dichiarato Robert B. Anderson, Segretario del Tesoro sotto la presidenza Eisenhower, in un'intervista pubblicata sull'edizione del 31 agosto 1959 di U.S. News and World Report: "Quando una banca concede un prestito, essa aggiunge semplicemente al conto di deposito del mutuatario presso la banca l'ammontare del prestito. Il denaro non è preso dal deposito di nessun altro, non è stato versato in precedenza alla banca da nessuno. Si tratta di nuovo denaro, creato dalla banca per essere utilizzato dal mutuatario". Come è nato questo schema e in che modo è stato nascosto per così tanto tempo? Per rispondere a queste domande, dobbiamo fare un salto indietro nel diciassettesimo secolo. Gli orafi e il gioco delle tre carte. In Europa, nel diciassettesimo secolo, il commercio era condotto prevalentemente con monete d'oro e d'argento. Le monete erano durevoli e avevano un valore intrinseco ma era difficile trasportarle in grosse quantità e potevano essere rubate se non venivano messe sotto chiave. Dunque, molte persone depositavano le proprie monete presso gli orafi, che disponevano delle casseforti più sicure in città. Gli orafi, a loro volta, emettevano delle comode ricevute cartacee che potevano essere negoziate al posto delle ingombranti monete che rappresentavano. Queste ricevute erano utilizzate anche quando la gente che aveva bisogno di monete si recava dall'orafo a richiedere un prestito. I guai iniziarono quando gli orafi si accorsero che, in un qualunque momento, solo dal 10 al 20 per cento delle proprie ricevute ritornava per essere riscattato in oro. Essi potevano "prestare" in tutta sicurezza l'oro contenuto nelle proprie casseforti ad interessi parecchie volte superiori, finché potevano mantenere dal 10 al 20 per cento del valore dei loro notevoli prestiti in oro per far fronte alla domanda. Gli orafi, perciò, crearono il "denaro di carta" (ricevute per prestiti di oro) del valore di parecchie volte superiore al metallo prezioso che in realtà detenevano. Venivano tipicamente emesse banconote e concessi prestiti in quantità che erano da quattro a cinque volte la loro reale disponibilità in oro. Ad un tasso di interesse del 20 per cento, lo stesso oro prestato cinque volte produceva un rendimento del 100 per cento ogni anno, su oro che gli orafi in realtà non possedevano e che, legalmente, non potevano affatto prestare. Se fossero stati attenti a non sovraesporre questo "credito", gli orafi potevano dunque divenire sufficientemente benestanti senza produrre alcunché di valore. Poiché solo il capitale era dato a prestito nell'offerta monetaria, alla fine si doveva restituire una somma, in capitale e interesse, maggiore di quella che l'intera cittadinanza possedeva. I cittadini dovevano continuamente ricorrere a prestiti di nuova carta moneta per coprire il deficit, provocando il dirottamento della ricchezze della città e, alla fine, dell'intero paese all'interno dei forzieri degli orafi ora trasformatisi in banchieri, mentre la gente si copriva gradualmente di debiti8. Seguendo questo modello, nel diciannovesimo secolo in America le banche private emisero banconote proprie in quantità fino a dieci volte superiori alle riserve reali in oro. Questa fu chiamata attività bancaria "di riserva frazionaria", intendendo che solo una frazione, una parte dei depositi complessivi gestiti dalla banca erano mantenuti come "riserva" per far fronte alla domanda dei depositanti. Ispezioni periodiche effettuate alle banche quando i clienti divennero tutti sospettosi e pretesero nello stesso momento il proprio oro, le mandarono in rovina e resero il sistema instabile. Nel 1913, il sistema delle banconote private fu quindi consolidato in un sistema di banconote nazionali sotto la Federal Reserve (o "Fed"), una società per azioni privata a cui fu concesso il diritto di emettere banconote con la dicitura Federal Reserve e prestarle al governo degli Stati Uniti. Queste banconote, emesse dalla Fed al semplice costo di stampa, divennero la base dell'offerta monetaria nazionale. Vent'anni dopo, il paese stava affrontando una gravissima depressione. L'offerta di denaro si contrasse, mentre le banche chiudevano i battenti e l'oro fuggiva in Europa. I dollari, all'epoca, dovevano essere sostenuti per il 40 per cento da oro, dunque per il valore in oro di ogni dollaro che lasciava il paese, 2,5 dollari in moneta di credito svanivano. Per impedire che questa allarmante spirale deflazionaria facesse crollare del tutto l'offerta di moneta, nel 1933 il Presidente Franklin Roosevelt sganciò l'oro dal gold standard. Oggi la Federal Reserve opera ancora nel sistema di "riserva frazionaria", ma le proprie "riserve" non consistono in nulla se non obbligazioni governative (pagherò o debiti). Il governo emette obbligazioni, la Federal Reserve emette banconote con la dicitura Federal Reserve, ci si scambiano alla fine enormi somme di denaro lasciando il governo in debito verso una società per azioni privata, denaro che il governo avrebbe potuto emettere da solo, esente da interesse. Rubare con l'inflazione. M3, l'indicatore più ampio dell'offerta monetaria degli Stati Uniti, è schizzato dai 3.700 miliardi di dollari del febbraio 1988 ai 10.300 miliardi 14 anni più tardi, quando la Fed smise di riportarlo. Il perché la Fed abbia cessato di comunicarlo è suggerito da John Williams in un sito web chiamato "Shadow Government Statistics" [le statistiche ombra del governo, http://www.shadowstats.com]www.shadowstats.com, NdT] nel quale viene mostrato che, nella primavera del 2007, M3 stava crescendo al ritmo impressionante dell'11,8 per cento annuo. Meglio non pubblicizzare troppo quelle cifre! La domanda che viene posta qui, comunque, è la seguente: da dove proveniva tutta questa nuova moneta? Il governo non ha aumentato la propria emissione di monete metalliche e non è stato aggiunto oro all'offerta monetaria nazionale, perché il governo ha abbandonato il gold standard nel 1933. Questo nuovo denaro poteva essere solo stato creato privatamente mentre il "credito bancario" avanzava sotto forma di prestiti. Il problema è che inflazionando in questo modo l'offerta di moneta, anche i prezzi, naturalmente, ne risultano inflazionati. Una maggior quantità di denaro che compete per gli stessi beni fa aumentare i prezzi. Il dollaro ha un potere di acquisto inferiore, sottraendo alla gente il valore del proprio denaro. Di quest'inflazione sfrenata viene di solito data la colpa al governo, accusato di gestire le tipografie che stampano valuta con lo scopo di spendere e spandere senza ricorrere all'espediente così impopolare di alzare le tasse. Ma come fatto notare in precedenza, l'unica forma di denaro che il governo americano emette sono le monete metalliche. Nei paesi in cui la banca centrale è stata nazionalizzata, il denaro cartaceo potrebbe essere emesso dal governo insieme al denaro metallico, ma le banconote rappresentano solo una piccolissima percentuale dell'offerta monetaria. In Inghilterra, paese nel quale la Banca centrale fu nazionalizzata dopo la seconda guerra mondiale, le banche private continuano a creare il 97 per cento dell'offerta monetaria sotto forma di prestiti9. L'inflazione sui prezzi è solo uno dei problemi di questo sistema di creazione privata del denaro. Un altro problema è che le banche creano solo il capitale ma non l'interesse necessario per restituire il prestito. Poiché virtualmente l'intera offerta monetaria è creata dalle banche stesse, nuovo denaro deve essere continuamente immesso sul mercato per pagare l'interesse dovuto ai banchieri. Un dollaro prestato al tasso d'interesse del 5 per cento diventa 2 dollari tra 14 anni. Questo vuol dire che l'offerta di moneta deve raddoppiare ogni 14 anni solamente per coprire l'interesse dovuto sul denaro esistente all'inizio di questo ciclo di 14 anni. Le cifre della Federal Reserve confermano che dal 1959, anno in cui la Fed ha iniziato a fornire i dati10, l'M3 è raddoppiato, e anche più, ogni 14 anni. Ciò significa che, ogni 14 anni, le banche convogliano in interessi tanto denaro quanto ne era presente nell'intera economia 14 anni prima. Questo tributo viene pagato per dare a prestito qualcosa che le banche in realtà non dovevano prestare, creando forse il più grosso imbroglio mai perpetrato poiché ora colpisce l'intera economia globale. La privatizzazione del denaro è la causa fondamentale della povertà, della schiavitù economica, dei governi senza fondi e di una classe dominante oligarchica che si oppone ad ogni tentativo di farle allentare la stretta sulle redini del potere. Il problema può essere risolto solamente invertendo il processo che lo ha creato. Il Congresso deve riprendersi il potere Costituzionale di emettere il denaro della nazione. L'attività bancaria della "riserva frazionaria" deve essere eliminata, limitando le banche a prestare solo fondi pre-esistenti. Se il potere di creare denaro ritornasse al governo, il debito federale potrebbe essere estinto, le tasse potrebbero essere ridotte drasticamente e potrebbero essere estesi i programmi necessari per il governo. Contrariamente a quanto comunemente si è portati a pensare, l'estinzione del debito federale con nuove banconote emesse dal governo degli Stati Uniti non sarebbe un pericolo per l'inflazione perché i titoli del governo sono già compresi nell'indicatore più ampio dell'offerta monetaria. I dollari sostituirebbero semplicemente le obbligazioni, lasciandone il totale invariato. Se il debito federale degli Stati Uniti fosse stato estinto nell'anno fiscale 2006, i risparmi governativi per non dover più pagare interessi sarebbero stati di 406 miliardi di dollari, sufficienti per cancellare il deficit di bilancio di 390 miliardi di dollari di quell'anno e con ulteriore denaro da tenere da parte. Il budget potrebbe essere raggiunto con le tasse, senza creare denaro dal nulla come può accadere con le tipografie nazionali o con le registrazioni contabili dei prestiti effettuati dalle banche. Tuttavia, parte del denaro creato dalle tipografie potrebbe essere davvero un toccasana per l'economia. Sarebbe grandioso se questo fosse utilizzato per scopi produttivi come la creazione di nuovi beni e servizi, piuttosto che per scopi non produttivi come il pagamento dell'interesse sui prestiti. Quando l'offerta (beni e servizi) cresce insieme alla domanda (moneta), tutto rimane in equilibrio e i prezzi rimangono stabili. Potrebbe essere aggiunto nuovo denaro senza creare inflazione sui prezzi fino a raggiungere la piena occupazione. In questo modo il Congresso potrebbe finanziare quei programmi di cui si sente una forte necessità, come lo sviluppo di fonti di energia alternative e l'estensione della copertura sanitaria e, nel contempo, ridurre le tasse. ___________________ 1 Wright Patman, A Primer on Money (Government Printing Office, preparato per il sottocomitato per la Finanza Interna, Camera dei Rappresentanti, Comitato banche e valute, 88° Congresso, seconda sessione, 1964). 2 vedi Federal Reserve Statistical Release H6, "Money Stock Measures," http://www.federalreserve.gov/releases/H6/20060223 (23 febbraio 2006); "United States Mint 2004 Annual Report," http://www.usmint.gov; Ellen Brown, Web of Debt, http://www.webofdebt.com (2007), capitolo 2. 3 "A Landmark Decision," The Daily Eagle (Montgomery, Minnesota: 7 febbraio 1969), ristampato in parte in P. Cook, "What Banks Don't Want You to Know," www9.pair.com/xpoez/money/cook (3 giugno 1993). 4 vedi Bill Drexler, "The Mahoney Credit River Decision," http://www.worldnewsstand.net/money/mahoney-introduction.html. 5 G. Edward Griffin, "Debt-cancellation Programs," http://www.freedomforceinternational.org (18 dicembre 2003). 6 nella prefazione del libro di Irving Fisher, 100% Money (1935), ristampato da Pickering and Chatto Ltd. (1996). 7 citato in "Someone Has to Print the Nation's Money . . . So Why Not Our Government?", Monetary Reform Online, ristampato da Victoria Times Colonist (16 ottobre 1996). 8 Chicago Federal Reserve, "Modern Money Mechanics" (1963), in origine scritto e distributo gratuitamente dal Public Information Center of the Federal Reserve Bank of Chicago, Chicago, Illinois, ora disponibile su Internet all'indirizzo http://landru.i-link-2.net/monques/mmm2.html Patrick Carmack, Bill Still, The Money Masters: How International Bankers Gained Control of America (video, 1998), testo su http://users.cyberone.com.au/myers/money-masters.html. 9 James Robertson, John Bunzl, Monetary Reform: Making It Happen (2003), http://www.jamesrobertson.com, pagina 26. 10 Consiglio di amministrazione della Federal Reserve, "M3 Money Stock (serie sospesa)," http://research.stlouisfed.org/fred2/data/M3SL.txt. ___________________ Ellen Brown, dottore in giurisprudenza, ha sviluppato le proprie abilità di ricerca come avvocato seguendo cause legali a Los Angeles. In "Web of Debt", il suo ultimo libro, traduce queste abilità in un'analisi sulla Federal Reserve e sulla "fiducia monetaria", mostrando come questo cartello privato abbia usurpato il potere di creare moneta, e spiegando come il popolo se lo possa riprendere. Tra gli undici libri della Brown possiamo annoverare il bestseller "Nature's Pharmacy", scritto in collaborazione con la dottoressa Lynne Walker, che ha venduto 285.000 copie. traduzione di JJules

 

  By: Esteban. on Domenica 25 Dicembre 2011 11:52

Buon Natale !!! Ripeto, ha ragione Zibordi, LE banche creano moneta per impoverirVi ... Questo è un regalo per schiarirVi le idee ... Fatene un quadretto ... da passare ai figli nipoti etc... (occhio che i ricoveri per intossicazione alimentare e abbuffamento raggiungono il 40% da oggi alla befana). ------------- ^Le banche e il denaro Sono davvero ciò che muove l’economia..?#http://camiborsa.investireoggi.it/le-banche-e-il-denaro.html^ Gestione del debito e del credito fanno delle banche il più forte organo di controllo del potere e della politica dei vari governi. Quando esse prestano soldi (credito) si crea l’espansione economica, quando li pretendono in restituzione (debito) si ha la recessione. Per impedire la recessione i governi stimolano le banche a non interrompere il flusso di denaro alle imprese, accordando loro favori e appannaggi, e questo lo abbiamo visto di recente: le banche ricevono nuovi soldi dallo stato e l’economia riparte. Ma qual’e’ il vero guadagno delle banche, e da dove deriva? Semplice, dal prestare soldi. Quando andate in banca a chiedere un prestito, la banca non stampa neanche una banconota nuova ne’ monete di alcun genere. Si limita a “scrivere” la somma richiesta sul vostro conto corrente e il gioco e’ fatto. In cambio di questo, vi applica un interesse e da quel momento voi pagate un interesse sulla cifra scritta sul vostro conto. Perché dico questo? Perché le banche prestano soldi che in realtà non possiedono. Se voi avete un milione di euro potete prestare fino ad un milione di euro; la banca invece può prestare denaro anche dieci vote superiore a quanto detenuto nelle proprie casse. Quindi, gli interessi che percepisce sono calcolati su somme di denaro in realtà inesistenti. Di conseguenza, i profitti incassati sono il risultato di operazioni “virtuali.” La banca vi dà soldi che non esistono, ma se voi non rimborsate il denaro “che non esiste,” la banca in tutta legalità può espropriarvi beni che invece esistono. Poiché con queste manovre esse influenzano l’andamento dell’economie dei paesi, esse dettano le loro leggi e di fatto controllano tutto e tutti. La stessa cosa avviene nelle borse, i cui agenti spostano miliardi di euro al giorno nell’ambito dei mercati finanziari, determinandone l’ascesa o la discesa. I crolli in borsa non accadono per caso: essi sono manovrati scientificamente. La maggior parte del denaro circolante non e’ materiale: esso si sposta attraverso computers, bonifici, ecc. che si risolvono a semplici digitazioni da un conto corrente all’altro. Ovviamente anche le banche partecipano al grande gioco della borsa, con la differenza che loro sanno quando sarà il momento di staccare la spina, e allora il castello di sabbia crollerà su se stesso. Economisti premi Nobel e giornalisti economici strapagati – che non hanno la minima idea di quello che sta per accadere – vi diranno che il boom economico e le crisi rientrano nei “cicli economici.” Ma gli organizzatori del “gioco” creano le bolle per attirare il maggior numero possibile di risparmiatori, per poi far crollare tutta l’impalcatura. Pensateci bene, la nostra società occidentale pare sostanzialmente contraddistinta dal benessere, ma perché? Cosa abbiamo noi più dei nostri antenati, che oltretutto lavoravano molto più tempo di noi? Abbiamo in più il denaro virtuale costruito ad arte. Finché questo e’ in circolo tutto va bene. Quando questo rientra nelle banche le imprese chiudono, si perde il lavoro, e tutto pare tornare come prima (depressione), o quasi. Pensate al pensionato che ha investito la sua liquidazione in fondi o in azioni: gli viene “spazzolato” finanche il 90% del suo capitale e allora o si riprende quello che resta, o lo lascia lì in attesa di un illusorio recupero. In pratica, il “sistema” si riprende indietro quanto ha elargito (aumenti di stipendi e salari, liquidazioni, ecc.). Tutto questo e’ orchestrato scientificamente, ecco perché i cicli economici non hanno la stessa durata dei cicli stagionali, o della luna, o dei fiumi, o delle maree: i grandi “manipolatori” attendono che il parco buoi abbia raggiunto il numero sperato (lo si capisce dall’interruzione di nuova liquidità nei fondi comuni di investimento e dai volumi degli scambi azionari); da quel momento i manovratori passeranno all’incasso del loro “investimento virtuale” trasformandolo in “reale,” mentre i poveri malcapitati vedranno il loro “capitale reale” ridursi in polvere, illudendosi che un giorno possano “virtualmente” recuperarlo. P.S. Scambiare il vostro denaro(REALE-SUDATO) con un indice,opzione, fondo che sia ... è decidere che sia giunto il momento più conveniente per scambiare il Vostro denaro REALE con del denaro Virtuale ( le righette che acquistate), solo quando le rivendete (le righette) , ritrasformando il denaro Virtuale a denaro REALE saprete se avete approfittato positivamente di questa OPPORTUNITA' ... Va da se che se una banca, non sa fare il proprio lavoro(vivere sulle spalle degli altri), si ritrova ad aver prestato a persone che non davano garanzie (subprime), allora è difficile che riesca a recuperare i soldi virtuali che ha prestato ... E se non ha liquidità deve reperirla in altro modo ... magari creadno obbligazioni dal nulla al 6% e dandole alla BCE in garanzia in cambio di 12 miliardi a 3 anni su cui paga solo l'1% ma può avere liquidità per continuare ...

 

  By: antitrader on Domenica 25 Dicembre 2011 02:16

E tu come fai a non vedere i "debiti verso banche"? E le attivita'/passivita' finanziarie di negozione? Io non credo affatto che tu non sappia leggere (me lo dice la panza) pero' per il prox Natale ti regalo occhiali nuovi ad alta tecnologia.

 

  By: GZ on Domenica 25 Dicembre 2011 02:03

Non sai leggere, ma solo scrivere ? Come hai fatto a imparare a scrivere senza aver prima imparato a leggere ? Non vedi che depositi più capitale sono un 200 miliardi di meno degli impieghi ? Mercoledì le banche italiane hanno appena preso a prestito 120 miliardi di euro dalla BCE per rifinanziarsi la parte di bilancio non coperta dai depositi C'è ^Fabio Bolognini però che spiega i bilanci delle banche#http://www.linkerblog.biz/2011/12/21/giochi-di-prestigio-in-banca/^