Di chi è la sovranità monetaria ?

 

  By: difra007 on Venerdì 28 Marzo 2014 11:15

Questo De Simone era ubriaco quando scriveva queste cose oppure ...completamente cretino. Hobi --------------------------------------------------------------------------------------- Prima di dare le patenti di cretino è meglio provare a connettere il cervello ... Restituire il debito bancario è un assurdo fisico; se ti presto 10 banconote e dovrai restituirmene 11, la banconota mancante dove la prendi se la facoltà di crearla la hanno solo le banche? Se questo sistema lo si applica a tutto il denaro in circolazione, è evidente che il debito NON potrà mai essere ripagato e che dunque la comunità (Stato e privati) sarà insolvente. Alle banche non interessa venire ripagate in moneta,nel senso che non ne hanno bisogno potendone creare al bisogno a costo zero, senza controllo , mentre ciò che il sistema bancario non può creare è la ricchezza. Quella la creano lo Stato, le imprese e le famiglie attraverso il lavoro. Le banche prestano carta e poi, al tempo della "raccolta"(che per noi equivale ad una crisi finanziaria)ottengono beni e servizi reali, aziende ed imprese. Non mi pare un concetto complicato...

 

  By: hobi50 on Venerdì 28 Marzo 2014 01:33

Quello che interessa alle banche non è che il debito sia restituito, poiché esse sanno benissimo che in molti non potranno farlo, ma che si viva nella logica del profitto e della riproduzione del capitale." Questo De Simone era ubriaco quando scriveva queste cose oppure ...completamente cretino. Hobi

 

  By: robom1 on Venerdì 28 Marzo 2014 00:03

Un'ipotesi potrebbe essere quella di fare risorgere gli istituti di diritto pubblico ma a livello regionale (anche attraverso la trasformazione di banche già esistenti) attraverso i quali la banca d'italia interviene senza raggiungere la maggioranza del capitale (sotto il 50%) oppure sopra il 50% ma il cui intervento è soprattutto effettuato a imprese private (in maniera tale non vengano consolidate nel debito pubblico dello stato). La banca d'italia con 5 miliardi (messo nel capitale delle costituende di cui sopra) avrebbe una capacità di fuoco formidabile senza peraltro incrementare di un euro il debito dello stato. Attualmente le riserve della banca d'italia a febbraio 2014 sono di 112 miliardi (ma con un valore dell'oro basso). Se diventa 107 non penso cambi qualcosa.

 

  By: robom1 on Giovedì 27 Marzo 2014 23:52

Bisognerebbe capire come si collocano all'interno del debito dello stato (germania) .."1) Gli istituti bancari soggetti al diritto pubblico – Sparkassen e Landesbanken Le Sparkassen, ovvero le casse rurali e di risparmio, hanno una fondamentale tradizione nella storia della gestione del credito in Germania. Proprio in questo paese nacque la prima importante cassa di risparmio rurale: la Cassa Raffeisen. Questa venne sviluppata per iniziativa del banchiere e filantropo Friedrich Wilhelm Raiffeisen. Queste casse Raffeisen erano piccole banche o casse rurali per braccianti e piccoli commercianti rurali cui concedevano credito a convenienti tassi d’interesse, e ne raccoglievano il risparmio. Esse si diffusero rapidamente in Germania ed Austria, infatti oggi l’austriaca Raiffeisen Zentralbank Österreich AG è uno dei principali gruppi europei nel settore del credito cooperativo, soprattutto nell’Europa centrale, nell’area danubiana e balcanica. Le casse di risparmio sono principalmente istituti bancari di diritto pubblico. In generale i comuni sono responsabili per le Sparkassen, ma esistono anche casse di risparmio di diritto privato. Le casse di risparmio originalmente furono istituite proprio dai comuni ai fini di promuovere l’economia regionale e locale. Nel tempo si sono sviluppate come banche universali, pur mantenendo la propria attività principale nella raccolta del risparmio e nel credito; finanziando investimenti in attività locali, come la piccola imprenditoria e l’edilizia domestica. Inoltre l’attività delle casse di risparmio è limitata alla regione nella quale hanno sede; questo in quanto sono comunque istituti a carattere essenzialmente locale e sono sottoposte alla legislazione dei singoli Länder federali. Le Landesbanken, ovvero le banche dei Länder, sono istituti bancari di diritto pubblico appartenenti a gli stati federali tedeschi (Länder, appunto). Sono una tipologia distintiva del panorama bancario tedesco e del tutto unica al mondo. Esse non sono paragonabili a banche centrali (solo la Bundesbank ha il monopolio d’emettere moneta); sono piuttosto banche a carattere regionale con finalità di sviluppo del credito regionale e di promozione dell’economia locale; la quota maggioritaria di queste banche appartiene ai governi dei Länder di riferimento. Inoltre fungono da headquarters delle casse di risparmio regionali, svolgendo, ad esempio, il ruolo di centrali di smistamento per i pagamenti senza contanti tra le casse rurali di risparmio; si occupano della gestione delle riserve di liquidità e del finanziamento degli istituti di credito cooperativi e delle casse di risparmio interne ai singoli Länder; infine esse emettono obbligazioni garantite e le c.d. “obbligazioni comunali”, le Kommunalobligationen, allo scopo di finanziare i singoli progetti pubblici dei comuni o dei governi dei Länder. Al momento le Landesbanken attive sul territorio tedescosono 10: nel tempo molte sono state le fusioni ed acquisizioni tra precedenti Landesbanken. Queste peculiari banche nacquero nell’allora Germania Ovest per iniziativa dei singoli stati federali che unificarono gli istituti di credito pubblico ed i maggiori istituti cooperativi locali in Landesbanken. Ogni Land occidentale inizialmente aveva una propria banca di riferimento; in seguito all’unificazione tedesca, alcuni dei nuovi Länder hanno creato proprie Landesbanken, con capitali concessi dello Stato centrale e da altre Landesbanken. Nel corso degli anni duemila molte di queste banche si sono fuse o sono state scalate da altre, particolarmente attiva è la Landesbank Baden-Württemberg (LBBW), la banca statale del Land federale del Baden-Württemberg, la quale ha acquisito la Landesbank del Land Renania-Palatinato e quella della Sassonia. Nel nord della Germania si è creata una grande Landesbank, la Norddeutsche Landesbank-Girozentrale (Nord/LB), una banca che unisce Länder dell’ovest e dell’est e detiene il 92,5% della Landesbank di Brema. Si distinse dagli altri l’episodio riguardante la Landesbank di Berlino (LBB), l’unica ad essere finita sull’orlo del fallimento nel 2006 e ad essere stata in seguito rilevata nel 2007 con una quota del 75% dalla Netbank, una banca privata online. Solo le tre banche statali del nord sono private in quanto società di capitali: la Nord/LB, la berlinese LBB e la Landesbank HSH di Amburgo e del Land Schleswig-Hollstein. Le restanti sono enti di diritto pubblico, anche se la bavarese BayernLB sarà privatizzata entro il 2015 e probabilmente anche la LBBW . Figura 3: le aree di competenza delle Landesbanken tra i vari Stati federali http://economistiinvisibili.investireoggi.it/il-sistema-bancario-tedesco-24601366.html

Siamo sempre di piu! - Moderatore  

  By: Moderatore on Giovedì 27 Marzo 2014 21:48

^Domenico DeSimone#http://domenicods.wordpress.com/^ è un avvocato che ha scritto anche lui diversi libri negli ultimi quindici anni, finora rimasti nell'oscurità, sul tema che però ora piano piano forse comincia a venire alla luce. DeSimone si aggiunge alla lista, ^Marco della Luna#http://www.macrolibrarsi.it/autori/_marco_della_luna.php^ che ha scritto anche lui diversi libri, il prof di fisica ^Cesare Padovani...#http://www.youtube.com/watch?v=ofrSAW6Rw6U^, l'ing. ^Alberto Medici con la Monia Benini#http://www.youtube.com/watch?v=P-04xlQTKcA^, questo pubblico ministero, ^Gennaro Varone#http://cobraf.com/forum/coolpost.php?topicGroupID=1&topic_id=3291&reply_id=123548755^ di Pescara... Ovviamente tutti quelli della MMT Italia... Siamo sempre di piu! Bisogna solo che ci conosciamo meglio.. ---- Domenico de Simone il 22 marzo 2014 ^"Toh, questa poi! La Banca d’Inghilterra si accorge che il denaro è creato dalle Banche con il debito…"#http://domenicods.wordpress.com/2014/03/22/toh-questa-poi-la-banca-dinghilterra-si-accorge-che-il-denaro-e-creato-dalle-banche-con-il-debito/#more-1529^ Come dire, meglio tardi che mai! Dopo aver negato l’evidenza per anni, dando dell’imbecille, dell’incompetente, dell’incapace, dell’ignorante eccetera eccetera, a quei (pochi) pazzi che come me raccontavano una storia diversa sulla creazione del denaro, con l’ultimo Bollettino trimestrale emanato pochi giorni fa e riferito al primo quarto del 2014, la Banca d’Inghilterra confessa candidamente che in effetti i prestiti bancari creano denaro concedendo i prestiti alle persone ed agli enti, pubblici o privati, che glieli chiedono. Questa stupefacente (per loro) novità, non si ferma qui. Il report scritto dalla Direzione di Analisi Monetaria della Banca, aggiunge ovviamente che le banconote non rappresentano affatto beni reali (ma va?), ma sono come delle “cambiali accettate” universalmente riconosciute e che vengono create per lo più dalle Banche mediante la concessione dei prestiti. Inoltre, quando il debitore ripaga il prestito alla Banca, la moneta creata al moneto del prestito viene “distrutta” ma non gli interessi che restano nel sistema. Infine, le Banche Centrali sono “creatori di ultima istanza di denaro”, ma soprattutto regolano la quantità di moneta agendo sul tasso di interesse così che i soggetti economici aumentino il loro debito, aumentando così la massa monetaria, o lo riducano, riducendo al contempo la massa monetaria. La storiella che veniva raccontata finora dalle banche a proposito della creazione di moneta, era che questa rappresentava ricchezza reale prodotta e depositata presso le banche in varia forma (oro, argento e mirra, per esempio). All’improvviso, la Banca d’Inghilterra vuota il sacco e confessa quello che tutti coloro che hanno affrontato con onestà intellettuale questa materia sanno benissimo, così come lo conoscono perfettamente anche quella maggioranza di economisti e di operatori della finanza che ha studiato il problema, e però lo negano sia in pubblico che in privato (non si sa mai che qualcuno possa registrare la conversazione), accusando di ignoranza, di incompetenza e chi più ne ha più ne metta chiunque osasse sostenere la verità. Riporto un brano dal mio libro Un’Altra Moneta la cui prima edizione per i tipi della Malatempora risale al 2003 (pagina 11, il grassetto e il corsivo sono originali): “I soldi li fanno le banche che te li danno solo se ti indebiti, e se ti indebiti caschi necessariamente nella logica del profitto, altrimenti non potrai mai restituire il tuo debito. In realtà non ci riesci lo stesso, ma se paghi gli interessi e cresci con il fatturato, le banche ti creano altro denaro indebitandoti ulteriormente così che il loro profitto possa crescere (non dobbiamo dimenticare che le banche hanno bisogno per fare soldi di qualcuno che si assuma il debito). Le conseguenze sono quelle che vediamo oggi: tutte le aziende sono oberate di debiti e ogni tanto qualcuna che non ce la fa a ripagare il suo debito viene eliminata. Al suo posto sono pronti in mille ad assumersi quei debiti e tentare l’avventura. L’economia cresce solo con il debito, che è poi il modo del potere finanziario di creare il denaro. Quello che interessa alle banche non è che il debito sia restituito, poiché esse sanno benissimo che in molti non potranno farlo, ma che si viva nella logica del profitto e della riproduzione del capitale. Alle banche interessa l’anima degli uomini, esse vogliono indurre comportamenti che presuppongano la logica del profitto. Solo così possono perpetuare il loro potere.” L’”oggi” cui si riferisce il testo è la fine del 2002, quando ho iniziato a scrivere il libro, e quello riportato è un brano da una delle prime pagine. Ancora prima, nell’ormai lontano 1999, a pagina 22 del mio libro “Un Milione al Mese a tutti: Subito!” edito dalla Malatempora, scrivevo testualmente così: “Ci si accorse che la banca, per questa via, creava denaro! Emettendo certificati su certificati, ovvero note di credito su note di credito. Il termine banconota nasce così, ad indicare appunto, una nota di credito emessa da una banca per l’importo espresso sulla facciata della nota stessa, mentre il retro (come oggi per le cambiali e gli assegni) era riservato alle girate dei possessori.” Appunto esattamente quello che oggi, a distanza di quindici anni, sostiene la Direzione di Analisi Monetaria della Banca d’Inghilterra. Si fossero letti il mio libro, si sarebbero risparmiati la fatica, ma tant’è anche l’America, oltre all’acqua calda, sono state scoperte tante volte. E qualche riga dopo aggiungevo: “Infatti, se ancora credete che la base della moneta cartacea sia l’oro, toglietevi questa idea dalla testa. Non c’è più alcuna corrispondenza tra la moneta in circolazione e l’oro e gli altri preziosi depositati presso le casse dello Stato.” Anche questo concetto è stato pedissequamente ribadito dalla BoE nel suo report. Ovviamente, queste sono solo alcune righe, poiché entrambi i libri, così come quelli che li hanno seguiti, sono centrati sul problema della creazione del denaro da parte delle banche e la conseguente creazione di debito per gli interessi. Ed i meccanismi sono spiegati nei dettagli con molta chiarezza. Basta andare a leggere (ogni tanto fa bene, nonostante la grande maggioranza degli italiani, oltre il 95% per cento, pensa che leggere un libro faccia male alla salute e non legge assolutamente nulla…) Per quale ragione la Bank of England ha deciso di raccontare questa storia? Bella domanda! Forse perché la verità stava venendo fuori, visto che se quindici anni fa queste erano considerate eresie di qualche folle, da qualche tempo, ne parlano in molti e le domande diventano sempre più pressanti. Ma non credo che basti questa spiegazione, diciamo così, euristica. Il problema è che il sistema bancario non ce la fa più a sostenere il debito e le sue logiche perverse e quindi anche al suo interno si sta cercando, e aggiungo disperatamente, una soluzione. E se finora chi osava mettere in discussione le fondamenta stesse del sistema era additato al pubblico ludibrio, adesso la soluzione deve essere trovata e al più presto, prima che il sistema imploda. Forse siamo davvero vicini alla crisi finale del sistema finanziario globale, e non certo per i venti di guerra che cominciano a soffiare forte anche in Europa. Quelli, semmai, sono una conseguenza della crisi finanziaria globale. Il sistema di creazione di moneta sul debito genera interessi in misura esponenziale. La proporzione è quella del “Debito della Madonna”, se qualcuno ricorda quella divertente storiella raccontata dalla compianta Margrit Kennedy a Roma durante il convegno sulle monete locali nel 2006. In quel caso, il pannolino comprato per coprire Gesù Bambino era stato pagato con un debito di un centesimo di euro, che in duemila anni aveva generato un debito talmente grande, che per pagarlo, il Signore dei Cieli avrebbe dovuto creare qualche migliaio di galassie per recuperare tutto l’oro in esse contenuto e ripagare il debito! Questo è il link a quell’articolo. Insomma, una pura follia che si moltiplica in misura esponenziale ogni istante che passa. Forse siamo vicini al collasso e nelle Banche qualcuno si è accorto che non esiste una soluzione. Almeno, che non esiste una soluzione all’interno del sistema e che occorre inventare qualcosa di nuovo per sdebitarsi. Oppure sarà una guerra devastante a sdebitarci, una guerra atomica che elimini buona parte della popolazione della terra e con essa buona parte delle ricchezze e del debito che ne consegue. Qualcuno deve essersi accorto che questa è una follia ancora più grande del debito per il pannolino di Gesù. Una follia che porta all’estinzione dell’umanità o giù di lì. Ed ha lanciato l’allarme dicendo la verità che tutti facevano finta di non conoscere. Adesso non si può più nascondere, il Re è nudo. E l’unica soluzione possibile, come ripeto da tempo, è il tasso negativo. Non solo per uscire dall’economia del debito e stare tutti molto meglio da subito, ma per evitare che l’umanità si estingua per la follia di qualche potente, tanto avido quanto stupido. Dobbiamo subito cominciare a fare le Faz, l’unico modo concreto per uscire da questa follia. Ora, non domani. Sarebbe troppo tardi.

 

  By: shabib on Giovedì 27 Marzo 2014 11:32

del resto la controprova di quanto asserito giustamente ce l'abbiamo riscontrando il fatto che ogni giorno si muovono sui mercati trilioni di $ ed euro , ma le riserve delle BC non sono a quei livelli e non potrebbero permettersi di guidare e stare al passo di questi movimenti con le loro misere (!!!) riserve e lo riscontri ancora nelle lotte delle BC nel passato e nel presente come Bank of England e in passato Bankitalia piuttosto che la BC tedesca o francese , le quali nei momenti di crisi non possono resistere alle spinte del mercato e sono costrette a guidare il piu' possibile rivalutazioni o svalutazioni , ma non a tenere un tasso fisso contro il trend del market

Il Fatto si è accorto del clamoroso documento della Banca di Inghilterra - GZ  

  By: GZ on Mercoledì 26 Marzo 2014 19:01

Di tutti i giornali, settimanali, siti internet e blog economico finanziari italiani, dal Sole24ore a wallstreetitalia, dai blog anti-euro a MilanoFinanza, dal Corriere a Rischiocalcolato ai tanti siti indipendenti ecc... ^solo il Fatto Quotidiano si è accorto del clamoroso documento#http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/26/banca-centrale-inglese-contro-i-colleghi-americani-il-denaro-non-dipende-da-noi/925615/^ che la Banca di Inghilterra ha messo fuori questo mese sulla teoria della moneta (il Fatto, 26/3/2014, ^"..la Bank of England :“Il denaro non dipende da noi...”La teoria alla base è sballata".."#http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/26/banca-centrale-inglese-contro-i-colleghi-americani-il-denaro-non-dipende-da-noi/925615/^ ...che in pratica dice #i# “Tutto quello che avete imparato sulla moneta dai libri di testo di economia è sbagliato”#/i#). A ulteriore e definitiva conferma del provincialismo italiano Questo documento conferma al 100% invece le cose che scrivo io qui sopra sulla moneta e comunque nella blogosfera e anche nei media di lingua inglese ha avuto un eco notevole, vedi l'antropologo autore della fondamentale storia del Debito, ^David Graeber, sul Guardian#http://www.theguardian.com/commentisfree/2014/mar/18/truth-money-iou-bank-of-england-austerity^. #i#("The truth is out: money is just an IOU, and the banks are rolling in it. The Bank of England's dose of honesty throws the theoretical basis for austerity out the window")#/i#. Sul Guardian quindi Graeber spiegava che la Banca di Inghilterra ha ammesso che il denaro lo creano dal niente le banche e che ha in questo modo distrutto la base logica dell'austerità. Anche se il Fatto ha il merito di essersene finalmente accorto, la versione che ne da è un poco confusa. Il Fatto, da buon giornale eurista e conformista di sinistra, chissà come la gira come se la notizia clamoros fosse che è stato smentito il monetarismo (!) (il monetarismo è considerato "di destra", ecco perchè vi riporto la notizia!...). E dimentica di menzionare che ovviamente, una volta capito chi crea la moneta, tutta la base logica per l'austerità e il sistema della BCE dell'euro si sgretola. Nell'insieme comunque coglie l'articolo del "Fatto" coglie che questo documento della Banca di Inghilterra è clamoroso e finalmente descrive in modo semplice e chiaro come viene creata la moneta (#i# dalle banche, non dallo stato#/i# ) --- dal Fatto, 26 marzo: ^"..la Bank of England :“Il denaro non dipende da noi....La teoria alla base è sballata".."#http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/26/banca-centrale-inglese-contro-i-colleghi-americani-il-denaro-non-dipende-da-noi/925615/^ Alt fermi tutti. La Banca Centrale Inglese pubblica un documento nel quale di fatto si dissocia dalla teoria quantitativa della moneta. Un documento che a partire dal sottotitolo farà discutere. Il messaggio è chiaro e semplice: “Tutto quello che avete imparato sulla moneta dai libri di testo di economia è sbagliato”. In sostanza, in un solo paper la Bank of England smonta il concetto fondamentale della teoria classica della moneta. A differenza della spiegazione abituale, secondo la BoE, le banche centrali non hanno un controllo diretto tanto meno un’azione diretta sulla quantità di moneta. Ma possono solo fare leva ritoccando il prezzo del denaro, ovvero il tasso d’interesse. Pubblicando il suo solito bollettino, la #F_START# size=3 color=red #F_MID#banca centrale inglese stavolta ha cercato di rispondere a una di quelle domande tipiche dei bambini: da dove viene il denaro che spendiamo #F_END#. E di fatto ha innescato un processo che potrebbe minare gran parte delle teorie economiche su cui si basa l’Occidente. Ai tempi del Golden standard tutto era più semplice. I soldi venivano dall’oro. O meglio, tanto denaro quanto oro stava nei caveau. Adesso in periodo di trasferimento elettronico la risposta è diversa: il denaro viene dalle banche commerciali e dai prestiti. Semplice. Ma in questo modo, la BoE ha ammesso che gli enti centrali di fatto non possono creare il denaro e quindi tutta l’attività di sostegno all’economia promossa in primis dalla Federal Reserve si basa su una teoria sballata. “La politica monetaria agisce solo come ultimo limite sulla creazione di denaro”, si legge nel paper a firma di Michael McLeay, Amar Radia and Ryland Thomas, “la Banca d’Inghilterra ha lo scopo di assicurarsi che la quantità di moneta in circolazione nell’economia sia coerente con una inflazione bassa e stabile. In tempi normali, la Banca d’Inghilterra attua la politica monetaria impostando il tasso d’interesse sulle riserve. A sua volta questo influenza i tassi di interesse per l’economia reale, compresi quelli sui prestiti bancari”. In circostanze eccezionali, invece, quando i tassi di interesse sono al loro limite inferiore (…) una possibile risposta sta nell’avviare una serie di acquisti di asset; ciò che comunemente si chiama Quantitative Easing o QE . “Il QE – prosegue la BoE – è destinato a migliorare la quantità di denaro circolante nell’economia direttamente con l’acquisto di asset principalmente da società finanziarie non bancarie”. L’operazione inizialmente aumenta la quantità di depositi bancari in luogo delle attività vendute. Successivamente scatta la necessità di riequilibrio dei portafogli con l’acquisto di asset ad alto rendimento. La sequenza di tali compravendite stimola la spesa. Le riserve delle banche centrali correlate agli stimoli economici sono il sottoprodotto del QE, ma non sono la parte fondamentale del gioco come erroneamente – sostengono gli analisti della BoE – viene raccontato da molti analisti e commentatori. “Questo articolo spiega come, proprio come in tempi di normalità, queste riserve non si moltiplicano se non in parallelo ai depositi che le rappresentano”. Insomma, non è denaro gratis per le banche. In quanto tale prima o poi andrà ripagato. E qualcuno dovrà farlo. Ecco in sostanza la famosa bolla. In molti diranno che è la scoperta dell’acqua calda. Che da anni i dimostranti di Occupy Wall Street sostengono la stessa cosa, oltre ad altre numerose teorie. A differenza di Occupy – ovviamente – dopo aver smontato la teoria del QE la BoE si ferma. Non abbraccia altre filosofie, tanto meno spiega cosa succederà in futuro, quando a un certo punto scoppierà la bolla creata per sostenere artificialmente la ripresa economica. Già ma il fatto che a mettere nero su bianco tutto ciò sia una banca centrale rende la questione molto illuminante. “Abbiamo discusso di come il denaro viene creato nella moderna economia”, concludono i tre analisti. #F_START# size=3 color=red #F_MID#“La maggior parte del denaro in circolazione è creato, non per le macchine da stampa della Banca d’Inghilterra, ma dalle banche commerciali stesse: le banche creano denaro ogni volta prestano a qualcuno#F_END# o acquistano un bene. E in contrasto con descrizioni presenti in alcuni libri di testo, la Banca d’Inghilterra non controlla direttamente la quantità di base né quella aggregata”. Eppure da anni gran parte dei media spiega che sono proprio le banche centrali ad avere il timone della nostra economia. Andiamo bene. ---- Morale. Dopo circa un mese, finalmente una pubblicazione italiana se ne è accorta e in modo non troppo esatto. A ulteriore e definitiva conferma del provincialismo del giornalismo finanziario e dell'università italiana

 

  By: GZ on Sabato 22 Marzo 2014 23:44

tra l'altro onde evitare eventuali equivoci gli ho specificato che ho fatto tutti gli esami del dottorato, ma NON la tesi finale per cui di scrivere "tre anni di dottorato" ma non "dottorato" (l'MBA sì)... però devono semplificare... (comunque è il meno, sarà perchè scritto in modo compresso al massimo per stare dentro i limiti di pagine, ma hanno riscritto letteralmente quasi ogni frase e così gliela rimandi indietro...e ad un certo punto rinunci a rimpallare il testo ri-riveduto e ri-corretto per mesi e dici va beh...stampiano quello che è venuto....chiaro che se sei Tremonti sarà diverso e ti stampano anche le virgole)

 

  By: Trucco on Sabato 22 Marzo 2014 21:56

Giovanni però l'editore ti presenta in maniera maccheronica: "dottorato in economia all’università di Roma e all’MBA a UCLA" ----

 

  By: lmwillys on Giovedì 20 Marzo 2014 18:00

per contattare renzi vari modi possibili (in alto a destra nella pagina) http://www.matteorenzi.it/ non assicuro però che comprenda ...

ora che è spiegato in questo libro non ci sono più scuse se non si risolve la crisi - GZ  

  By: GZ on Giovedì 20 Marzo 2014 17:29

Il testo di economia certamente più importante del decennio #F_START# size=3 color=red #F_MID#è online!#F_END# ora che è spiegato in questo libro non ci sono più scuse se non si risolve la crisi ^"La soluzione per l'Euro"#http://www.hoepli.it/libro/una-soluzione-per-leuro/9788820359164.html^ #i# 200 miliardi per rimettere in moto l'economia italiana#/i# prefazione di Warre Mosler e Biagio Bossone Marco Cattaneo Giovanni Zibordi (qualcuno ha l'email di renzi che glielo mando ?...)

Krugman parla di Mosler... - Moderatore  

  By: Moderatore on Lunedì 17 Marzo 2014 20:52

Paul Krugman oggi scrive il suo pezzo sul New York Times su Warren Mosler ^"...Why haven’t the kind of people who listened to Peter Hyperinflation-by-2010 Schiff switched to, say, Warren Mosler?....#http://krugman.blogs.nytimes.com/2014/03/16/charge-of-the-right-brigade/?_php=true&_type=blogs&_r=0^ Krugman riassume l'argomentazione sui deficit e la creazione di base monetaria tramite l'Alleggerimento Quantitativo e poi conclude: come mai tanta gente ancora crede che a creare moneta si abbia iperinflazione e non a Warren Mosler ? (l'Italia ne è piena di gente che crede che aumentare la moneta non si può perchè automaticamente crea inflazione...). Per Krugman, che a torto o ragione è l'economista più noto al mondo oggi, Mosler è il campione diciamo della tesi che si può aumentare il deficit e la moneta creata dallo stato e l'economia ne beneficia. Negli ultimi due anni Krugman e soci hanno sposato in modo crescente la MMT... Domani c'è ^Claudio Borghi che dibatte con Mosler a Bergamo#http://www.retemmt.it/attivita-ed-eventi/eventi/24-euro-il-futuro-alla-luce-della-crisi-due-soluzioni-alternative-per-l-uscita-dalla-crisi/event_details^ e qui purtroppo Birghi ora lo senti dire che aumentare i deficit pubblici e far girare più moneta, aumentare la domanda in Italia, non serve se non esci dall'euro e ritorni alla lira, ad una moneta svalutata rispetto al marco. Questo non è corretto e se qualcuno va a Bergamo domani potrebbe farlo notare a Borghi. Se esci dall'euro e svaluti del 40% rispetto al marco e del 20% rispetto al dollaro l'export italianoc che è di 450 miliardi, di cui metà circa in Eurooa può salire e anche di 50-60 miliardi. Ma l'import che è di 450 mld circa anche lui costa immediatamente di più e senza fare ora complicati ragionamernti diciamo che può cancellare nel primo anno l'effetto positivo dell'export, vedi il Giappone che ha svalutato del 30% contro dollaro un anno fa e ha peggiorato il saldo commerciale finora ^"What if Japan’s Export Boom Never Shows Up?"#http://blogs.wsj.com/economics/2014/03/11/what-if-japans-export-boom-never-shows-up/^ Mar 11, 2014. Successivamente l'effetto dell'esport diventa prevalente, ma comunque ci sono importazioni come l'elettronica, le auto e le materie prime dove l'effetto di prezzo non fa sostituire quasi prodotti italiani con prodotti esteri, per cui hai un effetto negativo sulla spesa italiana. Quantificando il tutto, è difficile pensare che dopo ad esempio due anni, l'effetto del cambio produca più di 50milardi di domanda addizionale. L'Italia non ha così bisogno di maggiore competitività, ha bisogno disperato di circa 200 miliardi in più di moneta, sia come spesa in più, sia come riduzione di tasse, che come maggiore credito alle imprese. Battere i tedeschi nei settori in cui siamo in concorrenza ed esportare di più con una moneta che valga meno è importante, ma in realtà il problema della COMPETTIIVITA' è così drammatico oggi dentro l'euro perchè per impedire un deficit estero la Troika costringe a strangolare l'economia di tasse e i governi italiani piegano la testa Se l'Italia semplicemente aumentasse il suo deficit (la Spagna per chi non lo sapesse fa deficit del 6,5% anche quest'anno e a lei li lasciano fare e a noi no) e prendesse il controllo delle banche con mezzi diretti e indiretti per farle prestare all'interno dell'euro sarebbe più facile perchè non dovrebbe preoccuparsi del cambio e dei tassi di interesse come se fosse tornata alla lira...

 

  By: KL76 on Lunedì 24 Febbraio 2014 04:56

In questo articolo del 2010 si parlava di diminuzione delle vendite per colpa del tasso di cambio al massimo storico tra yen e USD ^For every yen that the Japanese currency gains in value against its assumed dollar rate of ¥90, Toyota says, it loses ¥30 billion, or $357 million, in operating profit. If the exchange rate stays at the current ¥84 to a dollar, Toyota’s operating profit for its financial year ending next March, which the company forecasts will reach ¥330 billion, could fall by half #http://www.nytimes.com/2010/09/03/business/global/03toyota.html?pagewanted=all^

 

  By: KL76 on Lunedì 24 Febbraio 2014 04:55

Vincenzo, non e' chiaro niente. Sulle importazioni di materie prime: ti rendi conto che rispetto al PIL, 150 miliardi non osno niente? Tralasciamo le teorie economiche del pass through della svalutazione e l'impatto sull'inflazione, che evidentemente tu non conosci, a seguito di una svalutazione del 30% se tutta la svalutazione si ribaltasse sul costo delle importazioni avresti poco piu' di un 2.5% di inflazione: di che cavolo di aumento spropositato parli? I numeri sono quelli. Per rimanere terra terra, se prendi l'esempio della svalutazione della lira nel 1992, e l'impatto che ha avuto sulla benzina, vedrai che l'aumento del prezzo finale era di molto inferiore a quello della svalutazione ,circa il 5%. Forse tu vai al mercato o al distributore e compri bauxite o petrolio direttamente? Sulle ore lavorate, che diamine centrano le ore lavorate: se tu lavori come un mulo e quello che produci ha un costo che e' fuori mercato, non te lo compra nessuno: non mi sembra un concetto difficile da capire. Il controllo qualita' e' sicuramente un aspetto importante che viene studiato come modello di organizzazione azeindale, ma non ne ho mai sentito parlare in ambito macroeconomico o di politica monetaria. Sempre per rimanere terra terra, la toyota ha richiamato oltre 6 milioni di auto, uno dei piu' grandi della storia: si era inceppato il loro controllo di qualita? se le auto giapponesi costassero un 30% in piu' secondo te continuerebbero a venderle solo grazie ai controlli qualita'? Non vedi invece che la BOJ come molte altre in asia interviene sul tasso di cambio? La riduzione dei salari la stai vedendo in spagna, grecia e tutte quelle nazioni dove la domanda interna e' ammazzata dall'austerita e le esportazioni ferme per colpa di una moneta sopravvalutata. Comunque ti scordi che ci sono molte altre nazioni che hanno svalutato, che non mi sembra se la passino cosi' male, che hanno visto le loro retribuzion iaumentare insieme alla diminuzione della disoccupazione, in contesti di bassa inflazione, come in Uk. Anche in Uk hanno controll odi qualita'? Comunque sono d'accordo su un punto su kenya ed uganda, che condivido: di svalutazione non si muore, di guerre tribali si e di austerita' pure.

 

  By: Bullfin on Domenica 23 Febbraio 2014 16:28

VOrrei fare notare il numero di ore lavorate da chi ci fa la paternale...i tedeschi li sopporto sempre meno.....

FULTRA 10 MARZO 2020: Qui sotto la fotocopia dal vero "cialtrone medio italico" : Antitrader. Fatene una copia del pensiero per i posteri e quando tra 50 anni vorranno capire perchè l' talia sia finita miseramente