le obiezioni dei professori (.. bisogna creare moneta con un "escamotage"...yes) - GZ
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By: GZ on Martedì 21 Ottobre 2014 03:53
^Il prof. Claudio Gnesutta#http://www.sbilanciamoci.info/Chi-scrive/Claudio-Gnesutta-1795^ dell'università di Roma sulla nostra proposta di ridurre le tasse creando moneta, rispondendo a Grazzini (30 anni fa insegnava a me a Modena, non ricordo più bene ora cosa. Provo ora correggere qualcosa anche io al mio ex-prof...in blu)
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Caro Enrico, non ho letto il libro di Cattaneo-Zibordi e quindi mi scuso se interpreto male il loro pensiero (di cui comunque ho qualche notizia nel tempo). Mi permetto di far loro alcune osservazioni attraverso il testo che mi hai sottoposto perché ritengo che possa chiarire la mia personale freddezza alla loro proposta. Con queste osservazioni non voglio coinvolgere l’intera redazione. Innanzitutto, le motivazioni della proposta mi trovano più che pienamente d’accordo: qualsiasi intervento che riesca veramente ad allentare il vincolo fiscale è una essenziale e urgente. Nessun dubbio su questo, come del resto sostengo e sosteniamo costantemente. Due sono però le considerazione critiche che il tuo testo solleva.
(1) La prima formale, ovvero la validità dell’affermazione “La soluzione dei CCF sarebbe giuridicamente ineccepibile”. Mi sembra che così si trascuri che l’emissione di carta moneta sia monopolio della banca centrale (europea) e che le esperienze di moneta complementare sono “tollerate” in quanto realtà (molto) locali; non credo che lo sarebbero se fossero generalizzate a un’intera nazione. Non devi trascurare che, per la nostra politica economica europea, il controllo della moneta è altrettanto stringente quanto il controllo fiscale (e non facciamoci abbagliare da Draghi).
#F_START# size=3 color=blue #F_MID# E' difficile dire se emettere crediti fiscali, differiti nel tempo per il loro incasso, non possa essere impugnato in qualche sede legale a livello europeo. Il motivo però per cui sono stati pensati come crediti "differiti" (che incassi solo due anni dopo) è per evitare, per i primi due anni, che risultino in un deficit. Fino a quando non sono incassati esistono solo come certificato in tasca a qualcuno. Lo stato deve lo stesso però segnarli nel suo bilancio fin da ora in qualche modo ? Non è facile stabilirlo, quello che è certo è che non creano esborsi di cassa per due anni.
Dopo due anni l'enorme stimolo che darà all'economia ridurre le tasse del 30% a chi lavora farà aumentare, probabilmente, il PIL molto più della riduzione di tasse iniziale. Non è certo, è probabile. In termini del vincolo del 3% di deficit dopo due anni può essere che il deficit aumenti in % del PIL (perchè parte del denaro non viene speso o investito, ma usato per ripagare debiti..). E in quel caso il governo italiano dirà alla UE: "..ci spiace, la previsione non era del tutto esatta, il deficit alla fine è salito oltre il 3%, sapete com'è però, le previsioni non sono mai una cosa certa.... Intanto l'economia italiana si è ripresa alla grande...Quindi non stiamo a recriminare, quello che è stato è stato...". In altre parole, devi giocare a poker con questa gente e bluffare un poco...ma per vincere devi anche avere delle carte in mano e noi cerchiamo di spiegare quali sono le carte che l'Italia può giocare #F_END#
(2) Dal punto di vista sostanziale, sono d’accordo che lo stato italiano (e altri stati in difficoltà) possano emettere un “titolo” variamente definito (tasso nullo, rimborso delle imposte, ecc.) come quello previsto dai nostri due autori; ma questo non significa che sia comunque un titolo di debito e vada ad aggiungersi al debito pubblico – alla stessa stregua dei “BTP dovrebbero essere accettati dallo stato al loro valore nominale per pagare le tasse” – e quindi ricadere sotto la mannaia del fiscal compact. Per questo non comprendo le ragioni dell’affermazione che l’emissione di 200 miliardi di CCF implichi che il “rapporto deficit pubblico/PIL sarebbe positivo” In sostanza, sostenere una tale proposta può avere effetti distorsivi nel conflitto di politica economica in atto poiché fa ritenere che con qualche artificio formale sia possibile trovare una rapida soluzione alla questione sostanziale (il mix consapevolmente recessivo della politica economica europea), ma questo è un mio giudizio..
#F_START# size=3 color=blue #F_MID# non so neanche io qui cosa intendesse Grazzini o Cattaneo parlando del deficit, ma la questione è quella descritta al punto precedente: si cerca di rispettare formalmente per due anni il vincolo del 3% con un escamotage. Perchè vergognarsene o averne paura ? La UE e la BCE sono sei anni che mettono in piedi "fondi salva-stati" e "programmi di liquidità" che sono degli escamotage. E non funzionano perchè si risolvono nel dare soldi alle banche o al mercato finanziario. Il nostro funzionerà perchè, spiace per il populismo qui, darà soldi alla gente direttamente. Sembra di fare ingegneria finanziaria, trucchi contabili, escamotage di bilancio ? E in che cosa consiste tutto il gioco delle Banche Centrali che ora governa il mondo... Bisogna solo giocare al gioco per vincerlo #F_END#
Alcune questioni al margine. Devo ammettere che, se potesse funzionare, sarei del tutto favorevole alla proposta (personalmente ritengo che qualcosa di simile dovrebbe essere adottato nel caso dovessimo uscire dall’euro, ma questo è un altro discorso). Tuttavia due considerazioni che mi lasciano perplesso. Hanno pensato Cattaneo e Zibordi che se i BTP fossero accettati (al valore nominale!) per pagare le tasse occorrerebbe emettere altri titoli (al valore di mercato!) per coprire il deficit pubblico?
#F_START# size=3 color=blue #F_MID# Una volta che lo stato decreti che i BTP (o come regola permanente o come clausola da invocare in caso di bisogno) sono accettati per pagare le tasse e sempre al loro valore iniziale NON TE NE IMPORTA PIU' UN FICO SECCO DI QUANTI BTP DEVI VENDERE. Perchè il loro valore si inchioda intorno alla parità, cioè un BTP emesso a 100 quoterà anche sul mercato intorno a 100 se la gente sa che può consegnarlo sempre a 100 all'Agenzia delle Entrate. Tutti i BTP quoteranno anche a Londra o Francoforte solo con un piccolo sconto rispetto al prezzo che lo stato italiano paga, cioè 100 (quello di emissione)
#F_END#
Inoltre, quale significato sostanziale di politica economica assume la proposta di “assegnare gratuitamente … ai lavoratori dipendenti e autonomi … e ai datori di lavoro del settore privato” parte sostanziosa di quei 200 miliardi. Una sorta di Renzi-beneficienza al quadrato, quando il problema è l’occupazione che il settore privato non riesce a garantire; non comprendono forse che al fondo della politica economica europea è la convinzione che il settore privato (e solo lui) sia il motore della crescita e che al fondo della politica di Renzi è la sicurezza (di fatto, non a parole che quelle ne dice tante) che lo Stato nulla può fare per l’occupazione. Ma anche questo è un altro discorso.
#F_START# size=3 color=blue #F_MID# In Italia le imprese e gli autonomi pagano dal 60 al 70% di tasse (se le computi tutte) e i lavoratori ricevono meno del 50% dello stipendio che paga l'azienda. In Asia e presso le multinazionali le tasse sono sul 20%-25% per le imprese e fuori dall'europa le tasse sul lavoro sono circa la metà che in Italia. I costi di fare qualunque cosa in Italia sono elevati soprattutto perchè ci sono tasse ovunque specie sull'energia. Perchè non tagliarle dai 750 miliardi attuali a 600 miliardi, una volta che ci si liberi dal tabù della moneta, cioè si ridia allo stato il potere di crearne (e non solo alle banche come adesso) ?
Lo stato deve però avere un ruolo maggiore nell'economia, assolutamente. Deve nazionalizzare le banche invece di "salvarle", deve tornare a dividerle in tante banche locali con l'antitrust, deve imporre che le banche abbiano non il 5% di capitale come adesso (e 95% di debito), ma almeno 30% e meglio ancora 50% di capitale in modo che non ricattino più tutti con le loro crisi dovute solo all'eccesso di leva finanziaria. Deve controllare la Banca Centrale (quando sarà possibile nell'euro e altrimenti quando si possa tornare alla nostra valuta) e imporre che questa imponga i "plafond" di credito alle banche, dirigendo il credito verso i settori produttivi e non come adesso per il 75% agli immobili, al credito consumo e ai derivati. Lo stato deve imporre far pagare tasse alle multinazionali come google, apple, yahoo, amazon che non pagano niente...Deve mettere restrizioni al commercio con la Cina. Deve fermare l'immigrazione di massa che riduce il potere contrattuale dei lavoratori... Deve anche tassare la terra e la ricchezza finanziaria cumulata e non il reddito prodotto...Lo Stato deve fare molto più e deve essere molto più forte. L'unica dannata cosa deve fare di meno è prelevare come adesso due terzi del reddito delle imprese e più di metà di quello dei lavoratori!
#F_END#
Per quanto mi riguarda, non ho preclusioni contro alcun strumento che possa essere utilizzato per realizzare l’obiettivo di una occupazione più ampia e più stabile, ma credo che lo si debba sempre valutare con il riferimento al contesto in cui si opera e alla sua specifica efficacia (rispetto all’obiettivo). A mio avviso – ma in queste cose gli errori sono sempre possibili – la proposta non mi sembra tenga conto né del contesto politico e istituzionale in cui si inserisce, né, laddove dovesse (con molta improbabilità) trovare applicazione, in grado di raggiungere gli obiettivi (che io ritengo rilevanti).
Mi scuso per la lunghezza del mio commento e, sempre con stima per il tuo impegno, ti saluto con molta cordialità.
Claudio