mentre guardavo il "crollo verticale" delle cripto verso lo zero, mi è venuta voglia di scrivere qualcosa di serio.
Questi due articoli:
The EU is making poor countries poorer
e
Tajani, piano Marshall per Africa
potrebbero e dovrebbero essere presi come esempi chiarissimi per capire l'essenza del funzionamento dello stato, non solo quello italiota, ma proprio tutti gli stati.
Nel primo si prende in considerazione il modo in cui l'eu impedisce che la produzione agricola africana di caffè e cacao venga lavorata nei paesi di origine:
il regime di tariffe che mantiene prevede tariffe crescenti a seconda del grado di lavorazione dei prodotti. I chicchi di caffè grezzi, ad esempio, possono essere esportati verso l’Europa senza alcuna tariffa, il caffè tostato è invece soggetto a una tariffa del 7,5%. Se il caffè è anche decaffeinato, la tariffa sale al 9%. Lo stesso accade con il cioccolato, i chicchi di cacao non sono soggetti a tariffe, ma le tavolette di cioccolato sono soggette a una tariffa del 30%.
È un sistema progettato per impedire a paesi come l’Etiopia e il Ghana di lavorare i propri prodotti e poi esportarli, cosa che i leader europei temono danneggerebbe la redditizia industria alimentare europea.
I produttori sono invece incoraggiati ad esportare i prodotti grezzi e la “generosa” Unione Europea si assicura che i paesi in via di sviluppo ottengano solo una frazione del profitto che potrebbero ricavare dai loro prodotti, tenendo i guadagni per sé. Infatti, nel 2014, la Germania ha guadagnato di più con l'esportazione di caffè dell'intero continente africano insieme.
Esteso a vari tipi di prodotti agricoli, questo sistema ha l'effetto di soffocare l'industrializzazione dei paesi in via di sviluppo. Il sistema delle tariffe li spinge a restare delle economie agrarie, piuttosto che a sfruttare a pieno le loro considerevoli risorse naturali. Abbandonare queste tariffe sarebbe un sistema semplice per aiutare le economie in via di sviluppo, ma l’Unione Europe rifiuta di farlo, preferendo nascondersi dietro la foglia di fico degli aiuti.
Spero che sia superfluo affermare l'ovvio: l'industria alimentare in europa diventa dipendente dal favore della politica e non è difficile immaginare in quali capaci tasche finisca il compenso per questo "favore". L'altra conseguenza è (spero) altrettanto ovvia: i cittadini europei pagano di tasca propria, dovendo acquistare i prodotti finiti da un'industria protetta.
A questo punto arriva la seconda inc..ata: il "piano Marshall" per lo sviluppo dell'Africa.
indovinate con che quattrini verrà finanziato: i nostri.
indovinate da chi saranno gestiti i 40 miliardi di euro.
indovinate in quali tasche si fermeranno, di qua e di là del mediterraneo.
ora, io capisco la miseria intellettuale e morale di un politico (che gode della dabbenaggine di un popolo di pecore da tosare finchè produce lana), quello che non capisco proprio è come si possa legittimare l'esistenza di un simile mostro.
Quando andrete a votare (e quindi legittimerete) uno qualsiasi dei politicanti (la democrazia rappresentativa è quel sistema in cui ogni 5 anni al popolo è concesso di decidere chi sarà il suo padrone), sappiate che nessuno di quelli (5 stelle compresi) si sognerà mai di uscire da questa logica.