E' diverso. Non ti ho risposto prima perché dalle tue risposte mi ero accorto che tanto non avevi capito una mazza di quello di cui si parlava.
Il problema non è "chi sia razzista", se i bianchi o i neri. Il problema è pensare che i problemi italiani, europei o americani, dal razzismo alla disoccupazione, siano problemi di informazione, errori di comunicazione, e non problemi reali e molto più complessi. Come se il razzismo fosse nato "a forza di ascoltare qualcuno come Shera...." (lo hai scritto tu) oppure La Stampa che cela il fatto che fossero nere, come se fosse il sapere che erano nere a creare il razzismo o il disagio migratorio, e non scellerate politiche migratorie.
Il Brexit, Trump, l'avanzata delle destre in Europa sono la risposta naturale a questa situazione avere una classe politica completamente scollegata dalla realtà, che non vuole vedere la natura del problema, ma vuole relegarlo a mero problema di propaganda. Non è fatto scientemente. Come Calenda o come la Clinton, le sinistre europee s'illudono realmente di essere state il miglior sistema possibile. Di aver fatto il meglio, e non si capacitano del loro fallimento. Sono ideologicamente convinti. Così non sono capaci di attribuirsi la colpa e quindi non sono capaci di cambiare. Per loro il problema sarà sempre di come sono state presentate (male) le cose, e, se prevale la paranoia o il rettilianesimo, della "propaganda" (ora russa, magari domani cinese). Vivono nel mondo della (loro) fantasia. Se credono di risolvere tutto coi Minculpop stanno prendendo un grosso abbaglio e avrnno un brutto risveglio.
Intanto, in questo modo, il PD si è buscato un bel 18% e la Bonino di +Europa è rimasta fuori dal Parlamento.