FED, BCE e Banche Centrali

 

  By: defilstrok on Sabato 24 Maggio 2014 10:35

Caro Shabib. Insieme a Claudio Borghi, con cui ho lavorato per sei anni, ancora nel 1992 eravamo fortemente euro-scettici. Ci sono molte ragioni; ma la principale è quella di non credere che, con un colpo di spugna si possano annientare identità culturali consolidate in millenni per la semplice ragione che c'è una comunanza geografica. "Cultura" non vuol dire solo storia e lingua differenti. Si pensi, semplicemente, al solo aspetto religioso che inevitabilmente contraddistingue le culture protestanti e calviniste del nord ottimamente rappresentato nel famoso film "Il pranzo di Babette", ma anche etimologicamente ravvisabile nella lingua tedesca laddove la parola "schuld" significa allo stesso tempo debito ma anche colpa. Ero a Parigi un paio di settimane fa e, casualmente, mi sono imbattuto nel comizio della Le Pen davanti all'Opéra. A parte la forza del manifesto dietro al palco ("Non à Bruxelles, Ouì à la France" con Giovanna d'Arco che soffia via le stelle dalla bandiera, quel che ci ha colpito è quanto accaduto a metà comizio. Pioveva a dirotto e, ad un certo punto, megaschermi e impianto d'amplificazione sono andati in black-out. Ebbene, se fosse accaduto a piazza San Giovanni o in Piazza Duomo sarebbero partiti fischi e starnazzi. Invece lì, in Place de l'Opéra, la moltitudine di presenti, composti, tutt'altro che esaltati, facinorosi o "fascisti", sotto un diluvio torrenziale ha reagito intonando la Marsigliese. Mio figlio, che è ancora diciassettenne (e si rammarica di non poter andare a votare) è rimasto molto colpito dalla pronta reazione dei partecipanti e ieri, ricordando quell'episodio, mi ha detto: "sai qual'è la differenza fondamentale tra quando sento parlare la Le Pen o Farage? Che, a differenza della maggioranza degli altri politici, io li sento parlare della loro patria e del loro popolo". L'osservazione, per quanto semplice e ovviamente poco articolata, centrava il bersaglio (ci sono politici che puntano al bene dei loro connazionali ed altri che lo sacrificano per un bene astratto che si dice europeo) e contemporaneamente mette in luce quanto, persino chi è nato e cresciuto con l'euro, senta flebilmente l'europeismo e senta assai più le prospettive di incertezza e mancanza di lavoro che si prospettano nel suo futuro, così come la mancanza di tutela del'identità nazionale. ---------------------------------------- Per un terribile rovescio del destino la politica della sinistra europea è sostiene la politica economica più reazionaria. I grandi partiti socialisti europei del dopoguerra sono rimasti intrappolati nella dinamica corrosiva dell'unione monetaria, apologeti della disoccupazione di massa e di un regime deflazionistico stile anni 30 che, sottilmente, favorisce gli interessi delle elite. Il PASOK si è meritato il suo annientamento. Ha cospirato nel colpo di stato fatto nel retrobottega a novembre 2011, ancora una volta accettando le richieste dell'UE per rovesciare il proprio primo ministro e per annullare il referendum della Grecia sul bail-out. Rinunciò, allora, ad una prova di forza catartica e necessaria con Bruxelles, per la troppa paura di rischiare l'espulsione dall'euro. Questo referendum si farà adesso, Tsipras ha trasformato le elezioni europee di questa settimana in un verdetto sulla servitù del debito. Si può capire perché la sinistra nei paesi più piccoli si possa sentire troppo debole per resistere al sistema dell’Unione Monetaria. Il mistero è il motivo per cui un presidente socialista francese, con una maggioranza parlamentare, debba subire passivamente le politiche che stanno fiaccando la linfa vitale dell'economia francese e che stanno distruggendo la sua presidenza --------------------------------------- Le sinistre europee hanno fatto di peggio. Orfane del "muro" e vittime di un'autentica circonvenzione da parte della cultura egemonica USA di questi 25 anni, si sono svendute alle banche e all'ideologia della globalizzazione, e si sono fatte comprare infilandosi sotto il cappello del "più Europa". Ma lo sanno di aver sbagliato, lo sanno che è un pasticcio irrisolvibile ed estremamente danno; ma non hanno le palle -proprio loro che si riempiono in continuazione la bocca della parola "responsabilità". Oppongono tra l'altro, come tutti i puristi del "più Europa" l'esistenza e conseguentement il rispetto dei trattati. A parte quanto scritto fin qua, a costoro vorrei ricordare due cose: la prima è che i Trattati si risolvono! sono sempre stati risolti o violati! Se così non fosse, sulle carte d'identità europee oggi sarebbe impresso SPQR e saremmo alleati dei Galli e dei Bretoni; nel 1815 Prussia, Russia ed Austria firmarono addirittura una Santa Alleanza, un patto sacro che univa sotto lo stesso capello cattolici, luterani ed ortodossi, il Sultano turco ed il principe-reggente della Gran Bretagna. E' stato stracciato o no? Sentiamo forse la mancanza o il danno di quella violazione? la seconda cosa è che i trattati UE non sono mai stati votati e spesso addirittura sono stati approvati andando contro la volontà popolare laddove ha potuto esprimersi tramite una consultazione. P.S.: il mio voto andrà al M5S (pur tra qualche "se" e qualche "ma")

 

  By: shabib on Venerdì 23 Maggio 2014 10:56

ALBERTA caro/e , su vostra sollecitazione ......... I SOCIALISTI EUROPEI SI IMMOLANO SULL'ALTARE DELL'EURO Postato il Venerdì, 23 maggio @ 13:40:00 BST di ernesto DI AMBROSE EVANS-PRITCHARD telegraph.co.uk Francois Hollande dovrebbe essere disposto a rovesciare il progetto europeo dalle sue fondamenta , e persino a rischiare una rottura sull'euro. Ma questo, lui, non se la sente di farlo. Per un terribile rovescio del destino la politica della sinistra europea è sostiene la politica economica più reazionaria. I grandi partiti socialisti europei del dopoguerra sono rimasti intrappolati nella dinamica corrosiva dell'unione monetaria, apologeti della disoccupazione di massa e di un regime deflazionistico stile anni 30 che, sottilmente, favorisce gli interessi delle elite. La BCE è ancora una volta si gira i pollici, impotente contro la deflazione. Uno dopo l'altro, la stanno pagando tutti. Il partito laburista olandese che diede vita al "Polder Model" e amministrò l’Olanda per mezzo secolo ha perso i suoi bastioni a Amsterdam, Rotterdam e Utrecht, i suoi sostenitori sono scesi al 10% per aver timidamente approvato le politiche di austerità che hanno portato alla deflazione e ad un abbattimento del valore immobiliare tanto da arrivare a ipoteche sul 25% di patrimoni netti negativi. Le politiche recessive sono velenose per i paesi che già hanno problemi. L’indebitamento delle famiglie olandesi è passato dal 230% al 250% del reddito disponibile dal 2008 ad oggi, mentre il debito dei britannici è sceso da 151% al 133% nello stesso periodo. Questa crescita disastrosa in Olanda è quasi interamente il risultato della struttura politica dell'UEM, ma il partito laburista olandese non può fare nessuna critica coerente, perché il suo orientamento pro-UE lo costringe quasi al silenzio. I vecchi marxisti ora ritargati Partito Socialista li hanno logorati ai fianchi, portandoli al 20% con le loro bordate quotidiane contro la miopia delle tante norme volute dall' Unione Monetaria Europea in un momento in cui, più della metà delle monete del blocco è in depressione, anche se scandito da brevi episodi di un recupero apparente. I Paesi Bassi hanno avuto una ricaduta nel primo trimestre. "Il Partito Socialista non ha mai creduto nell'euro e non ci crediamo nemmeno adesso. Dobbiamo quindi smettere di chiedere sempre più sacrifici per mantenerlo ", ha detto Dennis de Jong, il leader del partito a Strasburgo che si appella ad un "Piano B " per smantellare l'Unione Monetaria in modo ordinato, con controlli sui capitali in caso di necessità. Ogni paese è sui generis. Il Movimento socialista panellenico ( PASOK ), che ha guidato la Grecia alla democrazia dopo la caduta dei colonnelli è sceso del 5,5%, un guscio svuotato dal partito Syriza di quella testa calda di Alexis Tsipras, che ora con il 25% di voti conta di strappare la Grecia dalle grinfie della troika dell’ Ue e del Fmi. Il PASOK si è meritato il suo annientamento. Ha cospirato nel colpo di stato fatto nel retrobottega a novembre 2011, ancora una volta accettando le richieste dell'UE per rovesciare il proprio primo ministro e per annullare il referendum della Grecia sul bail-out. Rinunciò, allora, ad una prova di forza catartica e necessaria con Bruxelles, per la troppa paura di rischiare l'espulsione dall'euro. Questo referendum si farà adesso, Tsipras ha trasformato le elezioni europee di questa settimana in un verdetto sulla servitù del debito. Si può capire perché la sinistra nei paesi più piccoli si possa sentire troppo debole per resistere al sistema dell’Unione Monetaria. Il mistero è il motivo per cui un presidente socialista francese, con una maggioranza parlamentare, debba subire passivamente le politiche che stanno fiaccando la linfa vitale dell'economia francese e che stanno distruggendo la sua presidenza. Francois Hollande ha vinto la corsa alle presidenziali due anni fa puntando sulla crescita, promettendo di dare un impulso per la ripresa a livello di Unione Monetaria per portare l'Europa ad uscire dalla crisi. Ha promesso di mettere il veto al Fiscal Compact della UE. Ha chiesto di essere giudicato per la sua capacità di "piegare la curva della disoccupazione " e, con il suo disappunto, la gente lo ha preso in parola. Il tasso di disoccupazione è salito dal 10,1% al 10,4% (Eurostat) da quando ha assunto l'incarico. L'economia ha perso altri 23.600 posti di lavoro nel primo trimestre e la crescita del PIL è scesa di nuovo a zero. Nel corso dell'anno passato sono stati persi 57.000 posti di lavoro. L’indice di gradimento di Hollande ha, a sua volta, macinato anche il 18% secondo un ultimo sondaggio Ifop - il peggiore da sempre per un leader francese . La sua retorica del New Deal non ha portato a niente. E’ capitolato sul Fiscal Compact, accettando una camicia di forza che obbliga la Francia a tagliare il debito pubblico ogni anno per un importo fisso per due decenni, fino a quando non sarà scesi al 60% del PIL, a prescindere dalla demografia o dal gap che esista nel settore privato o dalle esigenze di investimento dell'economia in un dato momento. E' uno dei cardini scritti nel diritto dell'UE. La sua presidenza è stata tutto uno spettacolo dell'orrore di pacchetti di austerità, uno dopo l'altro, un circolo vizioso di maggiori imposte che fanno abortire qualsiasi recupero e lo debilitano con un effetto moltiplicatore che peggiora la situazione. C'è stato un inasprimento fiscale reale del 3,5% del PIL negli ultimi due anni che combinato con il disavanzo non è servito a niente, come avevano pre-avvertito i critici, sen non accompagnato da uno stimolo monetario dalla Banca Centrale Europea, capace di compensare la stretta. La risposta di Hollande è stata un raddoppio del rigore per infiocchettare il pacchetto. Ha ceduto alle richieste di Bruxelles per altri 50 miliardi di Euro di austerità nei prossimi tre anni. Questa volta la scure cadrà sulla spesa pubblica, arrivata al 57% del PIL. Ci saranno radicali riforme del lavoro, una variante della terapia-shock Hartz IV che servì per fottere i salari tedeschi dieci anni fa. Ha fatto pace con le imprese, ma sarà l'austerità ad farlo a fette, e non importa in che modo. Hollande si prodigò per una alleanza latina per contrastare i deflattori quando presero il potere e per costringere la Germania a mettere il veto sulle azioni della BCE. Questa momentanea dimostrazione di grinta spinse Draghi ad un piano di retromarcia sul debito italiano e spagnolo nel mese di agosto 2012, aiutato molto da Washington, ma poi non è andato avanti e la Spagna ha continuato per la sua strada, come se fosse una Prussia del Sud o una nuova Tigre latina. La BCE ancora una volta ha continuato a rigirarsi i pollici, incurante della deflazione. Si sta lasciando i contratti di credito a un tasso del 2,4%, nascondendosi dietro il nuovo mantra del "creditless recoveries – rimborsi senza fare altro debito " , e ha lasciato che l’ M3 – l’aggregato monetario – restasse in stallo nell’ultimo semestre. Ha lasciato che i vincoli negativi bloccassero il bilancio francese facendolo ridurre di € 800 miliardi, mentre l’euro si è rivalutato dell’ 8% contro lo yuan e del 15% contro lo yen, in un anno. Gran parte del mondo sta cercando di tenere basso il cambio delle valute e la deflazione delle esportazioni. L'Europa è rimasta l’unica e tenersi tutto il pacco sulle spalle. La nazione francese non deve accettare una asfissia economica. La Francia è il cuore pulsante dell'Europa, l'unico paese con una statura di civiltà capace di condurre una rivolta e di prendersi carico della macchina politica dell'Unione Monetaria. Ma per scoprire il bluff della Germania, con una minima credibilità, Hollande dovrebbe essere pronto a rovesciare tutto il Progetto dalle sue fondamenta e persino a rischiare una rottura sull'euro. Ma questo lui non se la sente di farlo. Tutta la sua vita politica da Mitterrand a Maastricht è stata intessuta negli affari europei. Lui è prigioniero dell'ideologia di questo progetto, convinto come è che un condominio franco-tedesco rimanga la leva del potere francese e che sia l'euro a tenere legati i due paesi. Lo statista francese Jean-Pierre Chevenement confronta l'acquiescenza di Hollande con il corso rovinoso dei decreti deflazionistici di Pierre Laval nel 1935 durate il Gold Standard, l'ultima volta che un leader francese pensò di dover tirare sangue dal suo paese per difendere il vezzo di un cambio-fisso. E' la verità brutale. I socialisti francesi pensavano di non avere nulla da temere dall'ascesa del Fronte Nazionale, un partito che si prepara a sfruttare la furia prorompente dalla France Profonde , con l’impegno di ripristinare il controllo sovrano francese su tutto ciò che conta nella nazione, e che ha messo l'euro al primo posto tra i suoi compiti. I socialisti pensavano che il Fronte avrebbe tolto voti ai Gaullistes e che avrebbe diviso la destra. Invece sta dilaniando, con lo stesso vigore, anche le loro proprie roccaforti della classe operaia. Hanno sottovalutato Marine Le Pen, che ora i sondaggi danno alle europeee al 24%. I socialisti sono scivolati al terzo posto. Lei li ha raggirati con il suo slogan "Le Penisme di sinistra " – o, come mi disse una volta il suo vecchio - la sinistra di Charles de Gaulle - un dente e un artiglio a difesa dello stato sociale e del sacro Modèle Français. Non hanno nessuna risposta da opporre ai suoi attacchi contro una " l'austerità insensata" e contro le " politiche monetarie folli della BCE " che continuano a intaccare il nucleo industriale della Francia, o contro la sua provocazione che il progetto della Unione Monetaria Europea coincida con una disoccupazione di massa, perché è tutto vero. E ' difficile capire quanto l’ascesa di Le Pen abbia a che fare con l'immigrazione, o il Kulturkampf con l'Islam, ma lei non avrebbe mai ottenuto un simile consenso - e né lo avrebbe ottenuto lo UKIP in Gran Bretagna - se sei anni di perdite di posti di lavoro non avessero completamente distrutto la forza e l’autorità morale dei sostenitorie dell’UNIONE Monetaria Europea. «Tutto è cominciato con la crisi dell'euro» ha detto Herman Van Rompuy, il presidente dell'Unione europea. Per qualcuno cominciò prima, con il " Referendum rubato", la fatidica decisione di approvare il trattato di Lisbona senza farlo votare, dopo che il popolo francese aveva già respinto un testo quasi identico chiamato “Costituzione europea". Nella scelta di ignorare la scelta del popolo del maggio 2005, i leader francesi hanno anticipato tutto quello che stiamo vedendo ora in Europa. Quello che stiamo vedendo oggi sono le scosse di assestamento di quel terremoto anti-democratico in Europa "- ha detto l'autore francese Coralie Delaume- Gli Stati Disuniti d’Europa” . I socialisti dicono che è un oltraggio rifiutare un referendum su Lisbona, ma quando venne il momento di votarlo in parlamento, 142 deputati e senatori si astennero, e 30 votarono a favore del Trattato. Diedero al presidente Nicolas Sarkozy la maggioranza dei tre quinti. La stessa storia squallida del Tweede Kamer olandese. Le élite pensavano di essersela cavata con le loro prestidigitazioni su Lisbona. Non se l’erano cavata affatto. Ambrose Evans-Pritchard Fonte : http://www.telegraph.co.uk Link :http://www.telegraph.co.uk/finance/comment/ambroseevans_pritchard/10847034/Europes-centre-crumbles-as-Socialists-immolate-themselves-on-altar-of-EMU.html 20.05.2014 Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l'autore della traduzione Bosque Primario. http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=13407

 

  By: pana on Venerdì 16 Maggio 2014 04:45

l esperto mondiale di oro Jim Rickards ha scritto un libero "la moorte del denaro" dice che il sistema monetario internazionale ogni 30,40 anni e' collassato 1914,1939,1971 e ora appunto saremmo sul punto di un altro crollo http://www.internationalman.com/articles/the-collapse-of-the-international-monetary-system-and-petrodollar-part-1 The first reason is that the international monetary system has collapsed three times in the past 100 years, in 1914, 1939, and 1971. It’s been over 40 years since the last collapse. These things do seem to happen every 30 or 40 years. That’s just based on experience. That seems to be the useful life of the international monetary system.

The Taliban Patrols Kabul in Roller Blades... This is Real - YouTube

 

  By: Tuco on Sabato 12 Aprile 2014 15:40

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SLAVA UKRAINII !

 

  By: GZ on Lunedì 07 Aprile 2014 15:39

il rialzo basato sull'idea che arriva il QE versione Draghi è destinato a fallire perchè non ci sono i numeri #i# ...secondo un'analisi di Goldman Sachs: fornire alle banche le risorse per raccogliere fondi direttamente dagli investitori; liberare capitale delle banche per maggiori impieghi; offrire agli investitori un'esposizione diversificata al credito e sviluppare un sistema maggiormente basato sui mercati dei capitali, una differenza rispetto agli Stati Uniti sottolineata anche da Draghi. Resta il problema degli importi, assolutamente inadeguati ad avere un impatto significativo. Le emissioni di Abs legati ai prestiti alle Pmi sono state di 19 miliardi di euro nel 2013 e anche al picco del 2011 arrivavano appena a 60 miliardi. Gli Abs complessivamente in circolazione sono 716 miliardi di euro, di cui 300 già dati in garanzia alla Bce. Fare il Qe escludendo gli acquisti di debito pubblico appare un'impresa ardua....#/i#

 

  By: GZ on Lunedì 07 Aprile 2014 15:38

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  By: alberta on Mercoledì 02 Aprile 2014 19:11

Chiaro che domani, sempre in chiave di trading intraday, si creerà prima una aspettativa di interventi della BCE.... e l' antipasto si vede oggi .... ..... poi se si avverano le previsioni di GZ, l' occasione di shortare potrebbe essere ghiotta e profittevole, proprio per le alte aspettative che andrebbero deluse..... ma domani è un altro giorno.......

 

  By: alberta on Mercoledì 02 Aprile 2014 19:05

Quindi più i mercati salgono più il credito diretto alle imprese e alle famiglie (che non sia cartolarizzabile) si contrae e più si contrae più l'economia frena ... e la domanda si raffredda e l'inflazione va a zero. Draghi, Padoan & C però si basano (e lo dichiarano) invece largamente sull'andamento dei mercati per giudicare la situazione...per cui per loro è OK e non vogliono fare niente di diverso... ___________________________________ Direi che nell' ottimo intervento di GZ, riguardo alle consideerzioni sui fondamentali, come solito, ci sia poco da eccepire. Mi meraviglio che GZ lo stia scoprendo adesso... ai fini del trading, chi è sul mercato dei derivati azionario bond...... dovrebbe averlo capito almeno da due /tre anni..... visto che , in caso contrario è difficile che sia riuscito a sopravvivere.... Come al solito, a fini operativi di trading di breve, l' articolo di GZ ha creato la solita occasione per entrare oggi sulle debolezze degli indici e fare un pò di tradate al rialzo..... in attesa del BIG ONE.... .... che speriamo arrivi prima che si sia tutti morti....

 

  By: cavaliere on Martedì 01 Aprile 2014 23:09

 

  By: cavaliere on Martedì 01 Aprile 2014 23:09

http://www.zerohedge.com/news/2014-04-01/sp-hits-new-all-time-high-ism-miss-employment-index-dropping-9-month-lows

la BCE non farà niente perchè Draghi e Padoan seguono i grafici - GZ  

  By: GZ on Martedì 01 Aprile 2014 19:54

l'articolo di Evans Pritchard qui sotto che è stato ripreso da molti non è però nel giusto, #b# la BCE non farà niente giovedì#/b#. La farsa dei mercati che salgono e dell'economia che sprofonda deve finire, mancano solo i top di S&P, Eurostoxx e Mibtel e Bombay perchè tutti gli altri indici di borsa al mondo il topo lo hanno hanno già fatto negli ultimi sei mesi, dal DAX al CAC al Nikkei, all'IBEX al Bovespa, a Singapore a Hong Kong... persino il Nasdaq. La farsa è oggi concentrata sulle banche europee e in particolare italiane e sul future dell'S&P e Eurostoxx. La BCE sta assistendo all'inflazione che va a zero, che significa che non c'è domanda, che non si spende, ma come dice oggi Padoan per loro è OK #i# ATENE (Reuters) - L'inflazione è particolarmente bassa nella zona euro ma ^non ci sono rischi evidenti di deflazione. Lo ha detto il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan#http://borsaitaliana.it.reuters.com/article/businessNews/idITMIEA3001O20140401^ dopo che ieri l'indice dei prezzi al consumo dell'area ha segnato #F_START# size=3 color=red #F_MID#un +0,5% su anno, minimo dal novembre del 2009#F_END#. "Malgrado questa situazione sia osservata in modo particolarmente attento non ci sono rischi evidenti di deflazione", ha detto Padoan nella conferenza stampa in corso ad Atene a margine dei lavori dell'eurogruppo. "Questa affermazione #F_START# size=3 color=red #F_MID#si basa sul fatto che le aspettative di inflazione rimangono ancorate su livelli normali nel medio termine, si avvicinano al 2%#F_END#". Del tema si occuperà a breve la Banca centrale europea, ha aggiunto Padoan ricordando che una inflazione bassa rallenta il processo di aggiustamento del debito. "Le autorità di politica economica osservano con attenzione l'evolversi della situazione. Ci sarà una riunione del board della Banca centrale giovedì in cui situazione sarà ulteriormente esaminata". I ministri delle Finanze della zona euro hanno anche preso atto che nella zona euro finalmente c'è una ripresa economica che "comprende quasi tutti i Paesi". "La ripresa, prima trainata dalle esportazioni ora viene trainata anche dalla crescita della domanda interna, consumni e auspicabilmente investimenti che negli ultimi anni sono calati un po' dappertutto", ha detto ancora Padoan.#/i# ---- Padooan dice oggi qui che #i#non importa l'inflazione reale che sta andando a zero, è calata dal 2,5% allo 0,5% in due anni, perchè l'inflazione attesa resta al 2%#/i# . Ma che 'azzo è 'sta "inflazione attesa" che è a posto e non scende con l'inflazione reale ? La calcolano in due o tre modi diversi, con sondaggi di "operatori"£ o guardando ai prezzi dei futures dei tassi, cioè in pratica chiedono agli operatori di mercato ! I quali trader e gestori.. seguono il trend dei grafici... per cui Draghi, Padoan &C seguono anche loro il trend dei grafici nel decidere della vita e della morte dei 20 milioni di europei disoccuoati e di altre decine di milioni in difficoltà Bisogna rendersi conto che questi figlii di troika al top delle istituzioni finanziarie e dei governi si basano sui grafici, su come vanno i BTP, i bonds corporate, i junk bonds e le borse: se vanno bene allora pensano di stare facendo la cosa giusta e non cambiano politica. La cosa paradossale e ridicola (anche tragica per una fetta della popolazione) è però che sono le loro stesse politiche che manipolano i mercati finanziari e i rendimenti finanziari, per cui prima manipolano i mercati poi quando questi reagiscono e salgono dicono: " bene... le aspettativce di inflazione sono stabili... la situazione di liquidità e delle banche è migliorata... stiamo progredendo ....la nostra politica sta funzionando". Ma c'è un altra cosa più fondamentale. Al punto in cui siamo ora il denaro o va nella speculazione finanziaria o va alle imprese, è un aut aut, uno esclude l'altro. Perchè ? Se guardi i dati il boom delle emissioni di ogni genere di debito corrisponde ad una contrazione dei prestiti diretti alle imprese medio-piccole e alle famiglie (di quelli che non si cartolarizzano e trasformano in bonds). Nei bilanci dei grandi fondi e grandi banche non c'è spazio pra per entrambi! (perchè i mercati sono così "gonfi" che richiedono tutte le munizioni che hanno per tenerli su) Se si tratta di bonds e bonds cartolarizzati che trattano sul mercato allora il QE e le politiche delle Banca Centrali li fanno salire di valore e li comprano. Se si tratta di credito diretto, che non passa per i mercati, dato che riflette l'economia reale e non è gonfiato dalla speculazione, non hanno interesse. Perchè un prestito dalla Banca delle Marche ad un impresa marchigiana non risente del boom dei mercati... non ci puoi speculare sopra... Quindi #F_START# size=3 color=red #F_MID#più i mercati salgono più il credito diretto alle imprese e alle famiglie (che non sia cartolarizzabile) si contrae#F_END# e più si contrae più l'economia frena ... e la domanda si raffredda e l'inflazione va a zero. Draghi, Padoan & C però si basano (e lo dichiarano) invece largamente sull'andamento dei mercati per giudicare la situazione...per cui per loro è OK e non vogliono fare niente di diverso...

La Bundesbank sta cedendo e va verso il Quantitative Easing. - Moderatore  

  By: Moderatore on Giovedì 27 Marzo 2014 21:19

La Bundesbank sta cedendo e va verso il Quantitative Easing. DI AMBROSE EVANS-PRITCHARD Telegraph L'ultimo baluardo sta cadendo. Anche la venerabile Bundesbank sta arretrando come i gamberi verso un quantitative easing. Sembra che l’inflazione in calo in Germania abbia finalmente tolto dalle sue certezze ideologiche il sacerdozio monetario. Oppure, per dirla in altro modo, il Pfennig si è accorto che l’Eurolandia è a un passo dalla trappola deflazionistica, un risultato che potrebbe determinare il caos a causa delle dinamiche debitorie dell'Europa meridionale, rendendo impraticabile l'euro e, in ultima analisi, infliggere danni enormi alla Germania. Il capo della Bundesbank, Jens Weidmann, non era proprio giulivo per il QE nel commento rilasciato a Market News questa mattina, questo va detto, ma il fatto segna un netto cambiamento politico. "Le misure non convenzionali prese in considerazione sono un territorio in gran parte inesplorato. Ciò significa che dobbiamo discutere sulla loro efficacia, e anche sui costi e gli effetti collaterali”, ha detto: "Questo non significa che un programma di QE sia da escludere assolutamente. Ma dobbiamo fare in modo che il divieto di monetizzazione sia rispettato." Almeno possiamo mettere in soffitta l'argomento fasullo secondo cui il Trattato dell’UE (Articolo 123) vieta i QE da parte della Banca Centrale Europea. Questa tesi è stata sempre una cortina di fumo. Gli acquisti di obbligazioni sono di solito definiti operazioni di mercato aperto, uno strumento delle banche centrali che risale ai primordi della storia monetaria. L'acquisto di titoli a tappeto (non solo quelli degli stati insolventi) è uno strumento standard di gestione. Il signor Weidmann ha detto che preferisce i tassi di interesse negativi come prima opzione. Si tratta dell’ammissione da parte della BCE di quanto sia allarmata dalla forza dell'euro, che si sta avvicinando alla soglia del dolore di 1,40 dollari, dal momento che i tassi negativi sono un modo ultrasicuro per far abbassare il prezzo della valuta. "Se si voleva contrastare le conseguenze di un forte apprezzamento dell'euro per le prospettive inflazionistiche, i tassi negativi sembrano comunque essere una misura più appropriata di altre", ha detto. Proprio così. Christine Lagarde del FMI ha riferito che il rischio deflazione in Europa può essere dato al 20 per cento, parecchio, visto i danni che potrebbe fare. Infatti, come spiegato da un articolo del FMI, il problema è già enorme anche a livelli bassissimi di inflazione. Sappiamo tutti cosa potrebbe spingere l'Europa oltre l’ostacolo. La Cina ha investito lo scorso anno 5 trilioni di dollari in capitale fisso, tanto quanto Stati Uniti e Europa insieme, creando un ulteriore eccesso nell'economia mondiale. Ciò sta inviando un impulso deflazionistico in Europa, ancor di più se si pensa che la Cina ha svalutato lo yuan del 2% quest'anno. Come si può vedere dal grafico qui sotto, questa mattina dalla Spagna abbiamo avuto un fresco allarme deflazionistico. L’inflazione alla produzione è al -2,9%. ambro2 L’indice HICP di Eurostat sull'inflazione "a tassi costanti" - al netto dell’austerità - dimostra che 23 dei 28 paesi dell'Unione Europea hanno visto un calo dei prezzi negli ultimi sette mesi. In parole povere, l'inflazione da giugno sta correndo a un tasso inferiore all’1% in Francia, al 2% in Olanda, Belgio e Slovenia, meno del 4% in Italia, Spagna e Portogallo, meno del 6% in Grecia, e meno del 10% a Cipro. Svezia e Svizzera sono già in deflazione. Sono tutti a sperare in un QE, come alcuni in Germania riconoscono. Il direttore di DIW, Marcel Fratzscher, ha detto il mese scorso che la BCE dovrebbe effettuare acquisti mensili di obbligazioni per 60 miliardi di €. “Per la BCE è giunto il momento di agire. Altrimenti l'Europa rischia di cadere in una pericolosa spirale verso il basso", ha detto. "La BCE deve contrastare la minaccia di deflazione con rapidità e decisione, e lanciare un programma di larga scala per l’acquisto di obbligazioni sul modello della Federal Reserve", ha detto. La quantità mensile dovrebbe essere pari allo 0,7 per cento del debito pubblico dell’eurozona, quindi paragonabile al "QE3" degli Stati Uniti. Gli storici osservano questo episodio e si chiedono come la BCE possa giustificare di aver permesso un'inflazione che si è ripiegata allo 0,7%, di aver lasciato che l’aggregato M3 si sia atrofizzato sullo zero per nove mesi, e di aver lasciato contrarre il credito in tutta l’UEM per mesi e mesi a un ritmo accelerato. Mario Draghi della BCE ha molte qualità, ma le sue reiterate affermazioni di un‘assenza di rischio deflazionistico in Europa – e che la situazione è simile a quella del Giappone alla fine degli anni ’90 - non sono molto edificanti. Ieri a colazione ho parlato col professore di Tokyo Motoshige di questo parallelo col Giappone. (È membro del Consiglio sulle Politiche Economiche e Fiscali del Giappone ed è un architetto chiave dell’Abenomics) . "L'Europa è in una posizione molto simile a quella del Giappone negli anni ’90”, ha detto, annuendo vigorosamente sul fatto che la BCE sia compiacente con sé stessa. Per alcuni aspetti la zona euro è in una forma peggiore, perché manca di un sistema bancario e fiscale unificato, o di un governo coerente che sia in grado di prendere decisioni rapide in caso di crisi, ha detto. È una questione interessante sapere se la Bundesbank possa facilmente appoggiare un QE dopo che la Corte costituzionale tedesca ha stabilito il mese scorso in tono imperioso che il piano di salvataggio della BCE per le obbligazioni di Italia e Spagna (OMT) è probabilmente "arbitrario". Ha affermato che l’OMT "eccede il mandato di politica monetaria della BCE, viola le competenze degli Stati membri, e trasgredisce il divieto di finanziamento monetario del bilancio". La sentenza non vieta gli acquisti di obbligazioni da parte della BCE in quanto tali, ma alza l’asticella politica per il quantitative easing a un livello quasi irraggiungibile. L'ironia è che Weidmann di Bundesbank è lui stesso responsabile per la ferocia della sentenza della Corte. È stato lui che alle udienze ha testimoniato in modo tranciante - anche se educato, come sempre - contro le politiche della BCE. Riuscirà ora a liberarsi dalla sua stessa trappola? ******************************** AMBROSE EVANS-PRITCHARD Telegraph Link: Monks recant: Bundesbank opens the door to QE blitz 25.03.2014

 

  By: cavaliere on Sabato 08 Marzo 2014 09:30

salve http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2014/3/8/SPY-FINANZA-Cina-Usa-e-Grecia-i-focolai-di-una-nuova-recessione/3/477226/

 

  By: Aleff on Venerdì 07 Marzo 2014 13:17

pecunia non olet ! e, sopratutto, non ha faccia, nè razza, nè etnia, nè religione Gianlini ha puntualizzato una cosa giusta

 

  By: gianlini on Venerdì 07 Marzo 2014 10:51

Vede che allora i discorsi sulle contrapposizione etniche sono solo abili manipolazioni sulle menti dei deboli e poveracci perchè si accapiglino fra di loro (dimenticando la reale natura della loro sventura) in piazza Tahir, a Gaza piuttosto che in Piazza Maidan, mentre le elites continuano indisturbate? degli arabi pagano 250 mila USD per sentire un ebreo; ma non si odiano? e i musulmani non dovrebbero non praticare l'usura? e quindi che ci azzecca il discorso di un banchiere centrale ebreo in un paese arabo e musulmano? è esattamente come quando il pluridivorziato Berlusconi va a fare il Family Day.....tutto fumo negli occhi dei poveretti che ci cascano