Liquidità delle Banche ed ELA

 

  By: hobi on Mercoledì 07 Marzo 2007 15:19

Non è la la prima volta che si leggono scenari catastrofisti sui derivati. Ed ogni volta mi domando cosa hanno capito costoro di questo mondo. Nel 99% dei casi i derivati non creano ne ditruggono ricchezza : la fanno passare da una tasca all'altra. Qualsiasi swap è una scommessa : invece che scommettere chi vince il prossimo derby a Milano , si scommette sui tassi, sulle valute o su quelle che volete voi. E normalmente visto che i player sono hedge ,private equity e le solite 9 grandi banche questi soldi passano dalla tasca di un "ricco" a quella di un altro "ricco". Non c'è nemmeno il "wealth effect" che le salite od i crolli della borsa causano . Il peggio che ci si puo attendere non sono crisi sistemiche ma grandissime turbolenze sul mercato . Se Goldman Sachs salta state pur sicuri che Morgan Stanley ( o qualcun altro) ingrasserà. La distruzione di ricchezza si ha quando si costruisce una casa che nessuno abita. Quando si fa una fabbrica che non riesce a produrre. Non quando Warren Buffet perde un miliardo di dollari in una speculazione al ribasso sul dollaro che sono andati nelle tasche dei venditori della copertura. Hobi

 

  By: corcas on Mercoledì 07 Marzo 2007 14:44

Intanto, oggi.... Usa: le richieste dei mutui-casa +7,3% In ultima settimana, i rifinanziamenti +15% -------------------------------------------------------------------------------- 7 Marzo 2007 13:31 ROMA (ANSA) (ANSA) - ROMA, 7 MAR - Andamento positivo nell'ultima settimana per le richieste di finanziamento ipotecario negli Usa. L'indice generale e' salito del 7,3%.In particolare i rifinanziamenti sono aumentati del 15%, ai massimi dal dicembre scorso. Le domande di mutuo finalizzate all' effettivo acquisto di una casa hanno segnato un +1,0%. Ad alimentare la dinamica in crescita delle richieste e' stato il calo dei tassi di mercato, scesi al 6,04% per un mutuo trentennale, ai minimi dall'8 dicembre 2006.

 

  By: giveme5 on Mercoledì 07 Marzo 2007 13:22

Aggiungo anche questo; fonte di entrambi www.movisol.org/index.htm Nuovi shock per il sistema finanziario 5 marzo 2007 – Una tempesta in grande stile si è abbattutta il 27 febbraio sul principale centro della speculazione internazionale, le Isole Cayman. Negli ultimi trent'anni questa succursale di fatto della City di Londra è stata l'incubatrice da cui sono proliferati gli hedge funds e tutte le operazioni di derivati, yen carry trade e altre diavolerie finanziarie. Con i primi rialzi dei tassi d'interesse in Giappone, negli Stati Uniti il mercato dei mutui subprime (quelli ai clienti meno affidabili) ha cominciato a scricchiolare paurosamente provocando scossoni in tutto il castello di carte, tanto che in un sol giorno sono andati in fumo almeno mille miliardi di dollari. Lyndon LaRouche ha commentato che non si tratta della “fase finale” del tracollo, ma piuttosto di un punto di rottura, e le conseguenze faranno impallidire quelle del tracollo di LTCM del 1998. Abbiamo avuto solo un primo sentore di quello che sta per accadere davvero nei prossimi mesi. Sam DeRose-Farag, dell'hedge fund Ore Hill Partner aveva previsto proprio giusto quando il 23 febbraio disse ad un pubblico di investitori a New York: “La prossima recessione farà sembrare la Grande Depressione una passeggiatina al parco”. La crisi del mercato dei derivati sul credito La situazione del mercato dei derivati sul credito, che ha un volume di 30 mila miliardi di dollari, è stata definita da LaRouche “in fase di disintegrazione; non è ancora un'esplosione ma una disintegrazione”. Hedge funds e banche che dominano questo settore non fanno che accumulare perdite su tutti i fronti. Il volume degli swaps sull'insolvenza creditizia trattatisi tra il 27 febbraio e 2 marzo si stima tra i 200 ed i 300 miliardi di dollari. “Si tratta di un volume tre volte superiore alla media settimanale”, commenta Marcus Schueler della Deutsche Bank. Analisti e traders riferiscono perdite notevoli nelle trattazioni di junk-bond e derivati. Tutti hanno fatto più o meno le stesse scommesse: “Sia Wall Street che i clienti sono stati sorpresi in posizioni lunghe (avevano scommesso cioè sul rialzo dei prezzi - Ndr) ... e l'intera annata di qualcuno è stata cancellata di colpo martedì” 27 febbraio, ha riferito Schueler. Il colpo più forte è stato subito dalle obbligazioni societarie denominate 'iTraxx Crossover', ad alto rischio ma non junk bond. Il prezzo per assicurare un investimento di 10 milioni di euro dall'insolvenza è passato da 169 a 240 mila euro tra il 1 e il 2 marzo. Questo è l'impatto della frenata dello yen carry trade, il sistema in cui le banche e i fondi da tempo prendono prestiti a tassi ridotti in Giappone, li cambiano e reinvestono in titoli di altre nazioni che offrono dividendi maggiori. I danni della frenata continueranno a moltiplicarsi. Bloomberg riferiva il 2 marzo che i trader di Goldman Sachs, Merrill-Lynch, e Morgan Stanley valutavano il credito delle loro stesse banche uno o due gradini più su dei junk bond! Per assicurare i propri derivati dal rischio di insolvenza li classificano ben cinque gradini al di sotto del rating ufficiale. Queste tre grandi sono anche le principali banche che rastrellano i mutui sub-prime e li impacchettano per emettere titoli magicamente spacciati come “sicuri”. Ma la Merrill ha già subito il fallimento di due sue entità impegnate in queste operazioni ed è impegnata a salvare una terza, la First Franklin Financial Corp, con un esborso di 1,3 miliardi. Goldman e Merrill sono anche i grandi dominatori del mercato dei derivati sul credito. Gli hedge funds subiscono inoltre una tirata di briglie da parte dell'ente di vigilanza SEC che ha avviato una serie di processi civili e penali per insider trading e acquisizioni ostili, compiute esclusivamente a credito, in cui i fondi hanno usufruito della complicità delle banche. Il 1 marzo tredici funzionari delle banche d'investimento USB, Bear Stearns e Morgan Stanley e dei fondi Chelsey Capital, Jasper Capital, and Lyford Cay Capital sono stati accusati dalla SEC di abusare sfacciatamente di informazioni riservate. I banchieri che passavano le informazioni erano essi stessi investitori negli hedge funds e/o percepivano parcelle da essi. Il 3 marzo la SEC ha annunciato un'inchiesta, sempre per “insider trading”, nell'acquisizione dell'impresa elettrica texana TXU. Le iniziative della SEC fanno seguito alle richieste da parte della Commissione Giustizia il cui presidente uscente Arlen Spectre e quello nuovo, il democratico Patrick Leahy, hanno ambedue aspramente criticato Linda Chatam Thomson, funzionaria responsabile della SEC, per aver chiuso tutt'e due gli occhi di fronte alle sfacciate collusioni tra banche e fondi. Sono stati recentemente prodotti due studi che mostrano come gli annunci di acquisizioni siano regolarmente preceduti da una risalita delle azioni dell'impresa in oggetto, dovuta alla corsa agli acquisti degli hedge funds che hanno accesso a informazioni riservate.

 

  By: giveme5 on Mercoledì 07 Marzo 2007 13:09

Aggiungo legna al fuoco; in realtà poco di nuovo, ma molte conferme. L'impressione è che si stia ballando sul Titanic 10 min. prima di ...... Bolla fianziaria: la minaccia dei “subprime” 26 febbraio 2006 – I “subprime” sono i mutui casa concessi a clienti meno sicuri e di conseguenza rappresentano un mercato ad alto rischio. Una volta concessi tali mutui le società che li emettono li girano rapidamente a banche e finanziarie che a loro volta li usano come base per emettere titoli da offrire ad investiori voraci come i fondi. Si tratta del tallone di Achille della cosiddetta “industria finanziaria”, tanto che dallo scorso novembre sono ben 23 gli istituti del settore “subprime” che sono andati a fondo. La clientela che contrae mutui del genere ha già attraversato insolvenze in passato e sulla carta è disposta ad accollarsi interessi e penali da usura. La percentuale delle sofferenze e insolvenze è notevole e crescente e la crisi del settore si trascina da tempo. Nelle ultime settimane ha contagiato il mercato dei derivati emessi sui mutui subprime. L’indice ABX — derivati creditizi/credit default swaps — è crollato il 22 febbraio come conseguenza di una caduta del subprime. L’agenzia di rating Moody ha fatto sapere che si prospetta una retrocessione di cinque istituti che concedono mutui subprime. Dal 18 gennaio l’ABX ha perso il 30%: un investitore che a gennaio doveva sborsare 389 mila dollari in derivati per assicurare, per un anno, 10 milioni investiti in obbligazioni low-grade, in data 23 febbraio doveva improntare 1,1 milioni nei derivati necessari allo stesso scopo. Questo è un riflesso diretto del crollo dei subprime. Occorre sottolineare che una situazione analoga in cui occorrevano swaps sull’insolvenza dei debiti nell’ordine di 1,1 milioni per ogni 10 milioni investiti si verificò nell’aprile-maggio del 2006 con la crisi dei bond di GM e Ford. A quel punto il mercato dei derivati saltò in aria con perdite nell’ordine delle centinaia di milioni di dollari. Moody ha reso noto il 21 febbraio di considerare una retrocessione delle affiliate alla New Century Financial Corp., secondo astro per grandezza nell’emissione di subprime, e di quattro altre finanziarie: NovaStar Financial, Ameriquest Mortgage, Accredited Home Lenders Holdings, e Winter. 24 ore più tardi la NovaStar ha annunciato una perdita nel quarto trimestre di 14,4 milioni di dollari e di conseguenza le sue azioni hanno perso in giornata il 43%. Un pericolo riguarda in particolare le obbligazioni collaterali di debito (CDO) — un tipo tutto nuovo fiammante di derivato. Nel 2006 sono stati emessi 500 miliardi di CDO sulle obbligazioni subprime. Gli hedge funds affamati di alti rendimenti avrebbero acquistato il grosso di questi CDO emessi sul subprime e adesso alcuni di essi rischiano perdite da fallimento, come riferiva il 22 febbraio Bloomberg. Secondo l’associazione banche ipotecarie Mortgage Bankers Association, i mutui subprime hanno raggiunto il 13,5% del volume totale dei mutui nel 2006, dunque una cifra complessiva superiore ai 1300 miliardi. In questo settore bancario più esposto nei subprime figurano colossi come la Honk Kong Shanghai Bank, storicamente legatissima alla Corona Inglese, che è il numero uno del settore negli USA.

 

  By: GZ on Martedì 06 Marzo 2007 16:08

Per rendere la cosa pratica guardi a cosa succede a Countrywide che è un società da 25 miliardi che fa solo mutui immobiliari (il No.1) e Washington Mutual che fa anche altro ma è piena zeppa di mutui immobiliari di tutti i generi Queste due da sole ne avranno forse 500-700 miliardi di mutui, attualmente il 2.8% dei mutui "normali" non viene pagato e quasi il 20% dei subprime è indietro con le scadenze Se ^WM#^ e ^CFC#^ rimbalzano oggi secondo me tutto il mercato rimbalza

 

  By: hobi on Martedì 06 Marzo 2007 11:13

Trovo che ci sia troppa attenzione sul mercato immobiliare sub prime. E' stata solo una delle piccole droghe di cui ha beneficiato l'economia americana. Ora non ci sarà più ma i danni al sistema bancario che si è in parte disintermediato spreddando il rischio tramite i CDO è tutto sommato molto limitato. 20 anni fa fatti analoghi avrebbero potuto determinare un credit crunch non solo sul settore in questione ma su tutta l'economia. Quindi i tassi non si muoveranno per quanto sta avvenendo nel sub prime. Hobi

 

  By: Fortunato on Martedì 06 Marzo 2007 02:06

Caro Zibordi, se lo facesse allora sì che avremmo un crollo forse ancora maggiore e violento dei precedenti. Lei benevolemnte li ha chiamati tori, io li definisco cretini, idioti, pressapochisti e schematisti nonchè talmente presi dalle proprie scelte sbagliate che on si rendono conto di ciò che stanno affermando. Per fortuna che nele abche centrali ci sono teste pensanti e non i "tori" cui Lei fa riferimento. Fortunato

Prima i mutui per i poveri e poi anche quelli per la classe media - gz  

  By: GZ on Martedì 06 Marzo 2007 00:04

Ma perchè continuano a vendere a NY fino all'ora di chiusura ? Sembra che sui mutui immobiliari "per i poveri" (cosiddettti "sub-prime") ci sia ormai un 20% che sono indietro nei pagamenti e quindi le società che sono in questo business si stanno schiantando (-30% in un giorno). Ma questo settore è meno del 10% del totale dei mutui no e le società coinvolte sono piccole no ? ( parte HSBC che ha stimato 11 miliardi di perdite in America) Sì, però ora si sospettano anche quelle con mutui "prime", perlomeno una metà di questi si calcola possano avere qualche problema e si stanno vendendo le società che li hanno sul gobbo come Countrywide (abbiamo appena chiuso lo short, troppo presto sembra visto il -5% di oggi), Washington Mutual, Friedman Ramsey... e qui ce ne sono da 20 o 30 miliardi di capitalizzazione. I tori dicono che la FED deve tagliare i tassi ORA per calmare le acque, come ai bei tempi nel 1997 quando tagliò i tassi per aiutare con la crisi della Thailandia ed Asia, nel 1998 per la crisi russa e del LTCM, nel 2001 e 2002 per l'11 settembre, gli scandali e la recessone.. Ma non avevamo la crescita globale migliore degli ultimi 25 anni ? ----------------------------------------------------

 

  By: panarea on Mercoledì 20 Novembre 2002 17:25

Ragazzi cash is king. La finanza creativa altro non è che un aspetto della politica di bilancio che anche il legislatore italiano considera come diritto di un CdA di una società di capitali. Caso di scuola: la società mio.srl è proprietaria di un terreno ceh diventa edificabile. Il CdA propone di mettere l'aumentato valore a bilancio, quindi maggiori attività nello SP e un bella sovravvenienza attiva sul CE che aumenta l'utile. Il revisore che fa: 3 opzioni 1 - da l'ok alla sopravvenienza attiva su ce 2 - propone di spalmarla su 5 anni (come da binario fiscale in caso di cessione) - 3 non contabilizza niente finchè il bene non viene "Attivato" costurendoci oppure alienato. Questa è la realtà pratica anche nella vs. stireria di fiducia se è una srl, non solo all UBS. Chiaramente a seconda del metodo adottato cambia il CE. Quindi ragazzi usiamo solo e soltato il cash per valutare.

 

  By: bandy on Mercoledì 20 Novembre 2002 16:28

Quanto ad artifizi contabili su derivati, qualcun'altro ha tradato invece OTC opzioni a 10-15 anni specie su indici, laddove l'avvaloramento mark to market della posizione risulta piu' "nebuloso" (morirei dalla curiosita' di vedere come computano la volatilita' sul Black & S. su opzioni con quella scadenza) hanno nel frattempo registrato una posta attiva nei P&L. Finanza creativa.

 

  By: rael on Mercoledì 20 Novembre 2002 16:02

Non è assolutamente una cosa da niente. Le domande che lei si pone (chi ha in mano questi derivati scambiati con UBS?) è una tra le tante che circondano il sistema bancario/finanziario mondiale (ma probabilmente basta posare lo sguardo su quello americano). Il pezzo di BreakingViews fa solo un velato cenno ai grossi misteri contabili amministrativi delle banche. E come l'indice bancario americano si riuscito a sovraperformare lo s&p fino a pochi mesi fa rimane un mistero altrettanto forte. Sarebbe giusto ammettere anche, o considerare, che Greenspan ha amputato il tasso di sconto soprattutto per aiutare le banche. Per carità, un motivo ragionevole e sensato, ma vista la situazione in cui ci siamo infilati (bolla + terrorismo + guerra + deflazione/inflazione + chiccicapiscepiùniente), l'uomo che presiede la più importante istituzione monetaria mondiale rischia il classico micidiale errore di miopia.

I derivati verso i crediti in sofferenza! - gz  

  By: GZ on Mercoledì 20 Novembre 2002 15:19

UBS, la prima o seconda banca svizzera, ha annunciato ieri 475 milioni di franchi di utile in "trading gains" realizzati in una categoria delle sue posizioni in derivati, quelli chiamati "Credit Default Swaps". Per chi fosse digiuno della cosa, le banche da 4 o 5 anni a questa parte in misura crescente comprano (e emettono nel caso delle più sofisticate) dei derivati che non sono quelli soliti che tutti sappiamo (le isoalfa, i cw, i futures, le opzioni), ma sono trattati "over the counter" cioè solo tra banche. E questi derivati NON compaiono obbligatoriamente come perdite e utili nei bilanci, a volte sono relegati a voci fuori bilancio e a volte sono accorpati con altre poste (a norma delle regolamentazioni vigenti). Bene, qui abbiamo UBS che ha come tutte le banche messo in piedi derivati del tipo "credit default swaps" cioè CONTRO la possibilità di default, di bancarotta dei suoi clienti, del fallimento delle aziende a cui ha prestato soldi. E sono posizioni in derivati per il valore di miliardi. Che servono come "assicurazione" nel caso di perdite su questi prestiti a rischio. Dato che questi prestiti peggiorano i derivati messi in piedi e venduti a protezione aumentano di valore. Per spiegarci è come se uno comprasse Fiat e poi una put su Fiat per protezione. Perderebbe su Fiat e guadagnerebbre sulla put. Ora però si vedono (nel caso di UBS) dei guadagni a bilancio di questi derivati che non sono veri guadagni perchè sono compensati dai crediti che vanno in sofferenza (e che vengono anch'essi contabilizzati, ma non alle stesse scadenze). Nel caso di UBS però il mercato sospettava la cosa e ha massacrato il titolo lo stesso. Ed è meritorio che perlomeno UBS li abbia ora evidenziati a bilancio. Domande: E le altre banche ? E questi derivati in mano a chi sono finiti ? A altre banche meno esperte di UBS ? A assicurazioni, a fondi pensione, a fondi di investimento e gestioni patrimoniali ? Se UBS guadagna mezzo miliardo di franchi sui suoi derivati qualcun altro sta perdendo mezzo miliardo di franchi (frazionati magari su 200 soggetti). Mi fermo qui perchè il tempo è poco, ma è una questione FONDAMENTALE PER LA SALUTE DI TUTTE LE BANCHE E DEL SISTEMA FINANZIARIO MONDIALE al momento. Ad es Greenspan ieri ha ripetuto con forza che la diffusione dei derivati "esotici" come questi (sul rischio di credito) ha permesso al sistema finanziario mondiale di assorbire il crac di Enron, Global Crossing, Worldcom, Swissair e le altre con molti meno danni di quanto non sarebbe avvenuto anche solo 7 o 8 anni fa. Perchè i derivati hanno "frazionato" e diffuso il rischio in giro per il mondo. Se ha ragione Greenspan o meno lo si vedrà, ma questo di UBS è un esempio eclatante di cosa voglia dire la questione. ---------------------------------------------------- Stuck on the hedge --- Breakingviews ---- Credit derivatives: Here's another derivatives accounting funny for bank investors to get their teeth into. So far this year, UBS has booked SFr475m in trading gains on credit default swaps it has used to hedge its loan book. The reason is clear: as credit conditions have worsened, the mark-to-market value of these CDSs has soared. What's more, prudent UBS uses bucket loads of these derivatives: almost a third of its loan book is hedged. So far so good. The trouble is, reporting these trading gains as profits is a nonsense - and a big one too that has accounted for more than 13% of group net income this year. The profit on the derivatives merely reflect a deterioration of the underlying loans. In economic terms, any gain in one should offset the loss at the other. The only reason they don't is that loan impairment charges are booked at a later date - a timing mismatch that produces spurious gains. This gives a misleading picture of any bank's profit and loss accounts. Indeed, nearly everyone recognises that this is the case. The problem is there is no obvious way around it. Banks have to mark the value of their derivatives to market under the IAS rules most use. The neatest solution would be if they marked all their assets to market, including loans. Then derivative gains would immediately be netted off against loan losses, and vice-versa. But that is tricky. From a practical point of view, bank loans lack an obvious market to price off. There are also presentational problems. In a recession, it would make banks' loan books look less solid than they do now. Pity prudent UBS, then, which has been somewhat victimised for using more CDSs than most, and for disclosing more information about the CDSs it holds than many of its peers. At least UBS gave a sense of what its credit exposure was by separating gains from derivatives held for trading into one pot, and gains from derivatives held to hedge its loan book into another. Most banks don't even do that. Investors should take this as a case of dammed if you disclose, and doubly dammed if you don't. But at least one thing is sure: sharp CDS gains are just another sign that bad debt levels are on the rise, everywhere. Edited by - GZ on 11/20/2002 14:29:26