BONDS

 

  By: Luigi Luccarini on Venerdì 13 Settembre 2002 20:07

A me piacerebbe invece leggere anche un commento di Evangelista, che lascia in sospeso le sue conclusioni. Comunque a me sembra di vedere un possibile bottom alla discesa dei tassi, unito ad una perdita di merito del credito delle obbl. corporate. La prima cosa si associa alla mia idea di possibile avvio di una fase reflattiva, la seconda mi porta a ritenere evitabili (meglio, da liquidare sull'attuale massimo) le obbligazioni e passare - dopo questa fase transitoria - all'equity che potrebbe scontare a suo favore il minimo raggiunto nei tassi a m/l termine. Sono infatti i tassi di mercato che anticipano con i loro minimi l'avvio di una fase toro delle borse e non i tassi di sconto (che in effetti sono scesi senza alcun effetto). Le ultime aste di btp e ctz hanno denotato ribassi nell'ordine di 50/55 tick: un'enormità, troppo, si sta prezzando una pesante recessione mentre altri indicatori - ad esempio il valore dell'aud, oppure il prezzo dei metalli preziosi e lo stesso CRB index nel suo complesso - indicano che quei tassi potrebbero essere un vero minimo. E se i tassi sono ai minimi, è pronta anche l'uscita dalla liquidità: basta che aumentino un poco e a quel punto si tornerebbe ad investire (che non significa "spendere" e basta come pena Greenspan). Il problema è che a quel punto molte aziende falliranno e saranno dolori per chi le ha in portafoglio. Ma il mercato è fatto così prima si ripulisce, poi riparte. Io però insisto: il problema è che la reflazione non può essere creata con strumenti di natura monetaria, ma deriva soltanto dalle decisioni del mercato dei beni fisici. E' reflattiva atttualmente la forbice tra prezzi all'importazione e quelli all'esportazione negli USA che riflette il variare del tasso di cambio - era inevitabile - ma incide alla fine sui prezzi al consumo (prima o poi si scaricherà là) e tende quindi a far aumentare il tasso di interesse. Con la politica della Fed - stampo dollaro senza aggancio ad alcuna unità di misura - le condizioni per una reflazione non si possono creare per i motivi che hai detto tu: e infatti non si creano. Peggio, portano alla trappola della liquidità nei limiti in cui la moneta in eccesso rimane disinvestita (liquida appunto). Da sola non crea inflazione, a meno che - convogliata in titoli del debito pubblico che favoriscono i deficit di bilancio - non tenda ad aumentare l'offerta di materie prime e quindi i prezzi di queste ultime (dando origine a quella ipotesi di reflazione indotta dal mercato). Per conto mio, un fenomeno di questo tipo è possibile (il grafico del CRB sembra segnalarlo). Ed è per questo che i governi europei insistono per potersi svincolare dai limiti indotti dal patto di stabilità

 

  By: GZ on Venerdì 13 Settembre 2002 19:46

non capisco bene se il grafico sotto di evangelista sia quello del rendimento delle obbligaizioni aziendali, comunque se è così allora ovviamente sembra che cali perchè su 40 anni l'inflazione è calata e non indica tanto invece il differenziale con i treasury del governo è quasi sui massimi, di tutto il dopoguerra solo nell'1981 con una recessione da -3% del Pil è stato maggiore a me direbbe che è tempo di comprare obbligazioni aziendali perchè appunto c'è un ciclo e siamo sui massimi del ciclo Modificato da - gz on 9/13/2002 18:50:4

Tassi di interesse dal 1938 ad oggi - Gaetano Evangelista  

  By: Missing4 on Venerdì 13 Settembre 2002 19:01

Stock: ADC Telecom, Datalogic

Il mio contributo alla discussione. Il grafico è quello dei tassi delle obbligazioni con rating BAA di Moody's. In alto, lo spread con i rendimenti del Treasury a 10 anni. Due elementi tecnici: in alto, sul differenziale è applicata la retta di regressione lineare, con +/- 1.5 volte la deviazione standard (una std dev nell'ultimo caso). Sul rendimento delle corporate, un conteggio in termini di onde con due scenari alternativi (il secondo è quello contrassegnato in grigio). Evidentemente, la soglia 7-9% è non poco importante. A voi le conclusioni...

Chiosando Luke - ebreo errante  

  By: ebreo errante on Venerdì 13 Settembre 2002 16:41

L'intervento di Ebreo Errante, sulla politica monetaria era formalmente corretto ma non teneva conto di un fattore: è vero che la Fed può stampare denaro a suo piacimento, ma è altrettanto vero che i tassi di mercato non li stabilisce la Fed quanto piuttosto il circuito della liquidità. --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Il mio intervento era soprattutto in risposta alle parole di Prechter : lui dice : "ritirate i vostri soldi dalle banche perchè salteranno quasi tutte nel momento in cui i risparmiatori terrorizzati correranno a ritirare i contanti" io ho detto il motivo per cui penso non accadrà . Cmq rileggendomi mi son reso conto di essere stato categorico, la presunzione è un'altra faccia dell'ego . Diciamo che la prospettiva di una stagflazione mi sembra la più probabile . --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Noi siamo abituati ormai a calcolare la liquidità come aggregati che tengono conto (M4 soprattutto) di strumenti di credito sempre più sofisticati e puramente nominali. Ma la liquidità vera, quella rappresentata dalla sola moneta, è in diminuzione senza dubbio e forse ha raggiunto un autentico bottom di periodo. --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Dai dati disponibili non si direbbe . Sull''ultimo report della Fed http://www.federalreserve.gov/boarddocs/hh/2002/july/FullReport.pdf verso le ultime pagine c'è un bel grafico sull' M2 ( in pratica contanti più depositi sui c\c) dove si vede che pur avendo rallentato la sua crescita sta ancora salendo del 4.2% quest'anno, quindi molto più rapidamente dell'economia . Sino a quando la massa monetaria cresce più rapidamente del pil i prezzi non possono che tendere ad aumentare . --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Per uscire dall'impasse - la trappola della liquidità, ovvero la situzione che si viene a creare quando il tasso di interesse è a un livello così basso che la gente preferisce mantenere impieghi liquidi prefigurando un prossimo aumento dei tassi - si deve realizzare un processo reflattivo che determini un VERO aumento dei tassi e quindi costringere la liquidità a liberarsi. Non lo dico io, lo raccontano eminenti personaggi del mondo economico. --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- L'idea di creare inflazione stampando yen per rilanciare l'economia in Giappone l'aveva proposta Krugman, ma dubito che sarebbe applicabile con successo in Usa perchè i contesti sono diversi. In Giappone infatti la gente tende a risparmiare molto, quindi se si riuscisse creando inflazione ad aumentare la propensione al consumo l'economia forse si riprenderebbe . In Usa invece la propensione al consumo è già altissima .

 

  By: gianlini on Venerdì 13 Settembre 2002 14:38

secondo me la migliore allocazione per i prossimi anni è fare trading e non ragionare come asset allocation, politica di portafoglio, ecc...

 

  By: xxxxxx on Venerdì 13 Settembre 2002 14:28

Anche se non salteranno le banche probabilmente quella sarà la migliore allocazione di portafoglio per i prox mesi.

 

  By: GZ on Venerdì 13 Settembre 2002 13:50

la gente come Prechter o (o lo scomparso Usemlab) che porta alle estreme conseguenze il ragionamento sulla bolla speculativa direbbe solo: a) Oro b) Liquidità (ma solo in banche sicure) c) Put sugli indici

 

  By: DOTT JOSE on Venerdì 13 Settembre 2002 13:25

MA SEbonds e azioni vanno giu allora rimangono solo gli immobili..?

10 febbraio 1947 MATERIALI DI RESISTENZA STORICA GIORNO DEL RICORDO FOIBE dieci febbraio | MILLENOVECENTOQUARANTASETTE

I tassi saliranno - Luigi Luccarini  

  By: Luigi Luccarini on Venerdì 13 Settembre 2002 12:34

Sarà un caso che il portafoglio di Greenspan dal 1987 è pieno di Treasuries? Direi di no, così come il suo intervento di ieri mi è apparso sinceramente preoccupato degli effetti di quella che mi sembra ormai essere la dicotomia tra le scelte di politica monetaria e politica fiscale. Greenspan è terrorizzato dalla fine di un possibile ciclo monetario dell'economia: non è disposto ad accettare la sua perdita di potere che deriverebbe da un processo di reflazione del mercato che negli USA mi sembra già in corso - peraltro - vista la forbice tra prezzi all'importazione e quelli all'esportazione (e qui qualcuno mi fucilerà perchè sostiene che siamo in deflazione). L'intervento di Ebreo Errante, sulla politica monetaria era formalmente corretto ma non teneva conto di un fattore: è vero che la Fed può stampare denaro a suo piacimento, ma è altrettanto vero che i tassi di mercato non li stabilisce la Fed quanto piuttosto il circuito della liquidità. E quest'ultima è senz'altro in eccessivo calo per via delle emissioni obbligazionarie dei governi che drenano sempre più risorse (ecco perchè i deficit in aumento fanno male alle economie) per finanziare i disavanzi correnti. Noi siamo abituati ormai a calcolare la liquidità come aggregati che tengono conto (M4 soprattutto) di strumenti di credito sempre più sofisticati e puramente nominali. Ma la liquidità vera, quella rappresentata dalla sola moneta, è in diminuzione senza dubbio e forse ha raggiunto un autentico bottom di periodo. Per uscire dall'impasse - la trappola della liquidità, ovvero la situzione che si viene a creare quando il tasso di interesse è a un livello così basso che la gente preferisce mantenere impieghi liquidi prefigurando un prossimo aumento dei tassi - si deve realizzare un processo reflattivo che determini un VERO aumento dei tassi e quindi costringere la liquidità a liberarsi. Non lo dico io, lo raccontano eminenti personaggi del mondo economico. Io dico che alcuni segnali che arrivano dal mercato delle materie prime sembrano prefigurare un possibile aumento dei prezzi (all'importazione) che ancora non si può scaricare sul prezzo dei prodotti finiti solo perchè quest'ultimo è ancora compresso dall'eccesso di offerta. Ma le scorte in aumento e soprattutto il grafico dei "prices paid" dalle imprese - l'unico in sequenza crescente negli aggiornamenti mensili del PMI segnala che siamo vicini ad un punto di rottura: i tassi potrebbero essere vicini ad un punto di tensione. Come un'eventuale accenno di reflazione possa aiutare il mercato azionario è difficile dire: la mia impressione è che contribuirà ad eliminare le autentiche "mele marce" dal listino - i costi di produzione infatti finiranno per aumentare rendendo impossibile una politica dei prezzi costantemente al ribasso - e alla fine, tra la formazione di un monopolio ed un altro, i players migliori impediranno cadute rovinose dei listini. E Greenspan magari modificherà l'asset allocations del proprio portafoglio. Modificato da - luigi luccarini on 9/13/2002 10:38:13

I Bonds hanno reso il 13% per 20 anni - gz  

  By: GZ on Venerdì 13 Settembre 2002 12:00

Stock: Note US Treasury 10 Year

c'è un pezzo di Caroline Baum, l'esperto di obbligazioni di Bloomberg : a) la correlazione tra obbligazioni (Bund e Treasury Bond ) e indici di borsa da un anno è del -92% cioè per ogni 100 punti in più dei bond ci sono -92 punti della borsa e viceversa b) le obbligazioni hanno reso dal 1982 al 2002 il 13.1% MEDIO ANNUO TOTALE se si considera ad es i treasury bond a 10 anni e si computa sia il capital gain che il rendimento pagato. Il rendimento medio annuo nei 20 anni precedenti invece era il 2.4%. In pratica c'è stato per 20 anni un mercato toro di proporzioni storiche nel reddito fisso e il rendimento medio è stato 4 VOLTE QUELLO MEDIO STORICO Mentre per la borsa si da per scontato che il mercato toro del 1982-2000 sia finito e che debba per diversi anni rendere poco o negativamente per compensare l'extra-rendimento (o bolla speculativa) degli anni anni precedenti per il reddito fisso, nonostante abbia avuto un mercato toro ventennale analogo, anzi abbia avuto un extra-rendimento maggiore di quello storico rispetto alla borsa, il consenso è che il mercato toro continuerà. Ma perchè ? Ned Davis che è una delle fonti di ricerca sulla borsa più note stima che, su base storica, la probabilità che il reddito fisso (non la liquidità diciamo tutto quello con scadenza maggiore di 1 anno) renda di più delle borse nei prossimi anni è circa zero. Ovvio che in teoria è possibile che ENTRAMBI possano entrare in un mercato orso decennale, se si verifica uno scenario di inflazione mista a recessione ad es tipo anni 70. Ma perlomeno in termini relativi la probabilità che le obbligazioni nei prossimi anni facciano meglio delle azioni è minima (per il semplice fatto che sono le obbligazioni che hanno avuto il mercato toro più "FUORI NORMA" su base storica ---------------------------------------------------- True, the two questions are opposite sides of the same coin. Treasuries have been trading inversely with stocks for several years. The post-9/11 environment just exacerbated the trend. In the last six months, the Standard & Poor's 500 Index has moved in the same direction as the 10-year note yield (opposite direction to prices) more than 92 percent of the time. The correlation between the S&P 500 and two-year note yield is 95 percent. Still, what's unique to this particular cycle is that no one contemplates an end to the Federal Reserve's extended period of low interest rates, which would be curtains for the bull market in Treasuries. Is anyone making a bearish bet on interest rates? ``We're not there yet,'' says Jim Capra, president of Capra Asset Management. ``But you can't make a lot of money from the long side.'' In order to do so, ``you have to believe the U.S. is going into a deflationary spiral like Japan.'' Complacency Plenty of folks do. The best-case scenario is an economy that struggles with sub-par growth for several more quarters. The worst case, as Capra suggests, is a double-dip recession or multiyear depression. In both cases, the Fed is viewed as out of the picture for the short, intermediate and, in some cases, long term. ``When I look at the June '03 eurodollar contract and see it trading at 2 percent, it seems the market is too complacent,'' says Paul DeRosa, a partner at Mt. Lucas Management Co. The implied yield on June eurodollar futures, which reflects expectations for three-month interest rates nine months from now, touched a low of 1.9 percent last week, which suggests the overnight federal funds rate will still be at its current 1.75 in the middle of next year. (Three-month rates key off the funds rate.) The fact that there is such a one-sided bet on interest rates should be a call to arms for contrarians, says Jim Bianco, president of Bianco Research in Chicago. Winning by Hiding ``There's a healthy debate on the stock market bottoming, with powerful evidence on both sides,'' Bianco says. ``There's no debate about the bond market. There's a universal view that there is no inflation, that yields are going down because stocks are going down.'' If the one-sided nature of the market isn't enough to energize contrarians, consider some historical facts. When the bull market in bonds started in October of 1981, with 30-year yields at 15.21 percent, ``the 20-year average rate of return for bonds was 2.4 percent,'' says Paul McCrae Montgomery, a money manager and market analyst at Legg Mason Wood Walker in Newport News, Virginia, citing data from Ned Davis Research. In November 2001, with bond yields at 4.79 percent, ``the 20- year total return was 13.1 percent,'' he says. ``People are used to good returns from a safe place to hide from the stock market. But bonds are going to be a poor investment going forward.'' Risk to Bonds? Economists recognize that interest rates are at levels inconsistent with a healthy, growing economy. It's the ``healthy'' and ``growing'' that are missing. It might not feel like it, but ``the economy is growing at 3 percent,'' says Jim Glassman, senior U.S. economist at J.P. Morgan Chase. ``The economy is much more resilient than anyone thought, given all the shocks. When the shocks fade, interest rates will be found to be too low for a healthy functioning economy.'' Over time, the funds rate has tended to track nominal gross domestic product, DeRosa says. ``Unless inflation is zero, you have to think nominal GDP will be about 4 percent. In due course, the funds rate will gravitate in that direction.'' Nominal GDP rose 3.2 percent in the second quarter from a year earlier. That's up from the year-over-year 2 percent in the fourth quarter but well below the 10-year average of 5.2 percent. The absolute level of interest rates makes a bullish bet a bad idea at this point. ``In a couple of months, stocks could be up 5 percent or down 5 percent, and the bond market could realize that there is no reason to have sub-3 percent five-year notes and sub-4 percent 10- year notes,'' Capra says. The realization will take some catalyst, after which the one- sided bets on lower interest rates will provide the tinder. ``When the historical odds since 1925 are 0 percent that bonds will outperform stocks over the long run, it suggests a considerable risk for someone making a long-term investment in bonds versus stocks,'' says Ned Davis, president of Ned Davis Research in Nokomis, Florida. Edited by - gz on 9/13/2002 11:9:37