MERCATI EMERGENTI

 

  By: Gano* on Giovedì 04 Ottobre 2007 02:42

Purtroppo un paese che non ha avuto uno sviluppo capitalistico negli ultimi sessant'anni, per competere con nazioni che sono industrializzate da secoli puo' inizialmente basarsi solo sul cheap labour fino che' non abbia recuperato il gap che lo separa dall' Occidente (*). Sarebbe bello, ma temo anche irrealistico pretendere che la Cina paghi ed offra ORA ai suoi operai benefici come vengono offerti a quelli svedesi o a quelli americani. Che potesse aprire fabbriche che pagano 3000 dollari il mese agli operai e offrono quattro settimane di ferie l' anno, con giornate lavorative di sette ore e quaranta. Ma non potrebbe competere; sarebbe fuori mercato. Le sue imprese fallirebbero ed il paese tornerebbe alla pastorizia e all' agricoltura (**). Il suo ritardo nei confronti dell' Occidente deve -purtroppo- compensarlo in qualche modo. Credo pero' che il benessere e i diritti vengano di pari passo assieme allo sviluppo e alla ricchezza e credo che questi siano nell' interesse stesso dello sviluppo della Cina (ed anche dell' Occidente), anche perche' la Cina adesso non potrebbe fare altrimenti. Considera pero' che in Cina ci sono per es. gia' ora piu' di TRECENTOMILIONI DI CELLULARI. Un cinese su quattro (presto uno su tre) cioe' puo' gia' concedersi il GRAN LUSSO (perche' e' un gran lusso) di essere raggiungibile telefonicamente sempre ed ovunque (***). Probabilmente sarebbe miopia non riuscire a vedere cosa stia dietro questi numeri. Questi numeri infatti parlano da se'. A me preoccupa un' altra cosa piuttosto. Quando la Cina si sara' sviluppata ed avra' garantito il benessere al suo popolo facendo finalmente prodotti di qualita' giapponese, cosa faremo noi occidentali? Avremo avuto la capacita' e la lungimiranza di lavorare duro per sfruttare quel mercato vendendo loro prodotti avanzatissimi o saremo noi invece a spruzzare vernice senza maschera in locali angusti e senza areazione per pochi euro il mese? (*) La Cina produce gia' ora prodotti di qualita' molto piu' elevata rispetto agli altri paesi del BRIK. Tutta l' elettronica di consumo per es. e' made in China. Finora non ho visto niente per es. di made in Brasil. Semmai ho visto qualcosa di simile made in Ireland, e questo dovrebbe suonare gia' come campanello d' allarme... (**) E sicuramente anche alla fame e alla carestia perche la Cina non puo' sfamare 1200 milioni di persone senza importare prodotti alimentari. (***) Nel solo 2006 la Nokia ha venduto in Cina CINQUANTUN MILIONI di cellulari, il 35% dello share del mercato cinese. Evidentemente la Cina consuma dei nostri prodotti quando questi sono di qualita', ed ora i telefonini li vogliono pure di marca.

 

  By: Mr.Fog on Giovedì 04 Ottobre 2007 01:36

OK Gano, accetto il ritiro dell' insomma. Lo scorso mese ho ritrovato un vecchio amico. Lavora per un'azienda elettronica e spesso i suoi viaggi lo portano in Cina dove questa ha diversi stablimenti. In verita' sono dei semplici centri di montaggio e finitura del prodotto. Raccontava che in una delle sue prime visite volle controllare come lavoravano "certe" schede sulle quali occorreva spruzzare una speciale vernice isolante. Gli operai erano senza maschere, in un ambiente tetro, senza finestre, senza impianti di purificazione dell'aria, immersi in una nube pestilenziale che probabilmente stava distruggendo i loro polmoni. Sconcertato si rivolse al direttore chiedendo spiegazioni e questo...imperturbabile...rispose: "non si preoccupi, se si ammalano, li CAMBIAMO" Ribadisco quello che avevo scritto poco piu' sotto: stiamo aspettando, con trepidazione e fiducia, che i cinesi si mettano a consumare e sostituiscano i popoli anglosassoni nel tirare il treno del consumismo e della crescita. Stanno gia' consumando...quelli che possono farlo...gli altri sono piu' che schiavi e le loro priorita' sono pane e acqua; potranno farlo solo dopo aver preso coscienza della loro situazione e non prima di aver causato due o tre crisi colossali.

 

  By: Gano* on Giovedì 04 Ottobre 2007 01:04

Mr. Fog, non mi sarei mai permesso. E dai che un po' di analisi e di esposizione di pensieri c'e' stata... Purtroppo sui forum, quando non ci si vede in faccia, succede ogni tanto di prendersi. Capisco che la frase potesse essere infelice. Ma non c'era nessun intento polemico. Mi fa piacere discutere con te, soprattutto per il fatto che mi pare che abbiamo quasi costantemente posizioni diverse. In ogni caso ritiro l' insomma, che voleva significare solamente "come conclusione di questi ragionamenti".

 

  By: Mr.Fog on Giovedì 04 Ottobre 2007 01:02

Insomma, io i miei ETF cinesi me li tengo ancora per gli anni a venire,...Poi staremo a vedere. ------------------------- Insomma? Insomma come: smetti di rompere i cog@ioni... Beh se così fosse, non ti disturbero' piu'. Guarda che nessuno vuole farti cambiare idea...e che ca@@o! IO cerco solo un poco di discussione, capire quali sono i pensieri degli altri, leggere analisi accurate...esporre i miei, venire criticato si certo ma non liquidato con un "INSOMMA"

 

  By: Gano* on Giovedì 04 Ottobre 2007 00:42

Gianlini, ti riferisci alla Russia o alla Cina? Per la Russia magari concordo con te, il grande periodo di crescita e' probabilmente maturo. E' un paese che mi interessava molto al momento del trapasso Eltsin --> Putin perche' ero pronto a scommettere che finita l' era Eltsin le cose per l' economia russa non sarebbero potute che andare meglio, come infatti e' stato, e la borsa di Mosca ce lo ha ampiamente dimostrato con il suo impressionante Bull Market cominciato proprio nell' anno 2000, quando il Moscow Times valeva 1.500 (ora vale 21.000). Avere scommesso su Mosca nei primi anni di questo decennio era quasi banale. Il futuro per la Russia non mi sembra pero' ora piu' cosi' scontato; c'e' l' incognita del dopo Putin e di come potra' essere il suo futuro, come c'e' l' incognita sul fatto se questo paese sapra' gestire il necessario trapasso da un' economia energetica oramai matura ad un economia del manifatturiero e anche del terziario. Infine c'e' l' incognita se la Russia riuscira' a livello geopolitico a tornare una superpotenza o restera' una potenza marginale. Gli effetti sulla sua economia saranno ovviamente molto diversi a seconda di quale dei due scenari si materializzera'. Per la Cina (che fino ad ora non e' invece mai stata una vera superpotenza), il fatto che lo sara' in un futuro relativamente vicino mi sembra quasi scontato. La strada della Cina mi sembra quindi piu' chiara. Sicuramente per la via ci saranno ancora scossoni, sciacquoni, scrolloni... ma sono ottimista in un periodo diciamo di 7 - 15 anni. Invece che mettere nel cassetto ed aspettare, visti i rialzi passati e una probabile fisiologica correzione anche severa, perche' non vendere ora per ricomprare in un crollo? E' una possibilita'.

 

  By: gianlini on Mercoledì 03 Ottobre 2007 23:07

tutto dipende, gano da quanto li hai pagati e quanto valgono ora se ora valgono tipo 5 volte tanto quanto li hai pagati, io venderei tutto o almeno la metà e poi attenderei una bella occasione di acquisto 5 anni di crescita ininterrotta mi fanno propendere per un bello starnuto da qui a due anni tutto sommato si tratta comunque di un regime autoritario, potrebbero sempre "cambiare idea" sul percorso di crescita da seguire

 

  By: Gano* on Mercoledì 03 Ottobre 2007 22:17

Insomma, io i miei ETF cinesi me li tengo ancora per gli anni a venire, cosi' come mi sono tenuti i fondi Russia quando tutti dicevano tre o quattro anni fa che le cose la' sarebbero andate sicuramente male. Poi staremo a vedere.

 

  By: Mr.Fog on Mercoledì 03 Ottobre 2007 21:00

Immaginatevi cosa succedera' quando un cinese consumera' 2 o 5 volte di quello che consuma un italiano ---------------------------------------- Ho idea che per quello passera' ancora un bel po' di tempo. Il consumo a cui accennava Zibo e' alimentato da coloro che abitano le citta' costiere, e, considerando che sono qualche decina di milioni, questi gia' spendono come e forse piu' degli italiani. Tutti gli altri NON SPENDONO! ^Al cancello prima di entrare nella scuola#http://www.villalta.it/index2.php?option=com_content&do_pdf=1&id=55^ ci viene suggerito di non fare foto perché potremmo suscitare sospetti sulla nostra visita. Sembra davvero una normale e ricca scuola cinese, il solito casermone bianco con il campetto da basket, ed uno spazio dove fare attività fisica la mattina. Superato però l’uscio delle aule ci si rende conto di trovarsi di fronte ad una scena quasi medievale: classi affollate, nemmeno una foto od una cartina alla parete ma slogan e striscioni di Mao che inneggiano all’istruzione (viene da pensare che i bambini non sappiano neanche che Mao è morto!), banchi pieni di polvere che per pulire ci vorrebbe una giornata e, cosa che mi ha colpito più di tutto, qualche bambino non aveva neanche la panchetta per sedersi, (perché di panchette si trattava e non di sedie) e due di loro erano costretti ad abbracciarsi per riuscire a restare in bilico sulla panca troppo piccola per due. Gli insegnanti che sono mandati in queste zone, sono a volte studenti universitari che non avevano soldi per mantenersi agli studi. Hanno acceso una sorta di mutuo con lo Stato e per ripagarlo sono mandati in aree abbandonate per trascorrere degli anni della loro vita pagati poco, quasi niente. Nelle scuole dove siamo stati, stanno cercando un insegnante d’inglese straniero per i bambini. Gli insegnanti insegnano l’inglese a livelli basilari, il problema di questi posti è che sono molto poche le opportunità di parlare inglese, per cui i bambini lo studiano a livello grammaticale, ma non possono dialogare e tralasciano la pronuncia, lo chiamano insegnamento muto. All’insegnante straniero è offerto vitto ed alloggio ed addirittura! 500 RMB di stipendio. Abbiamo chiesto al preside della scuola la ragione per cui lo stipendio è così basso per un insegnante straniero. Ci ha risposto che in realtà le autorità municipali avevano predisposto questa cifra per un cinese ma che avrebbero previsto uno stipendio di poco più alto se si fosse trattato di uno straniero. Quando siamo arrivati all’orfanotrofio, mi è sembrato di entrare sul set di un film ambientato durante la rivoluzione Culturale. I bambini erano molto silenziosi e seguivano attentamente quello che il maestro dettava loro senza che noi riuscissimo a strappare loro nemmeno un sorriso. Era evidente che era tutto uno show. Era sabato ed i bambini non vanno a scuola di sabato, certamente qualcuno li aveva avvertiti del nostro arrivo e li aveva preparati come tanti soldatini. Uno di noi ha regalato ad un bambino un pacchetto con delle penne e lui ci ha ringraziati con un saluto militare. Davvero scene d’altri tempi. I bambini erano molto tesi, ma al primo coinvolgimento di uno di noi, il quale finalmente ha mostrato la palla da basket, i bambini hanno cominciato a sorriderci e hanno cominciato a correre felici verso il campetto ( che fossero realmente felici di questo ancora non ne sono sicura!). La cosa assurda è che hanno il campo, hanno le reti, hanno le linee disegnate sul terreno, ma non hanno la palla. Dico, la palla, quella sfera di plastica o di cuoio con la quale siamo stati abituati a giocare da piccoli, che permetterebbe loro di utilizzare tutto quello spazio e di divertirsi. Lì non c’è…

 

  By: Gano* on Mercoledì 03 Ottobre 2007 19:56

Appunto. E' proprio quello. Immaginatevi cosa succedera' quando un cinese consumera' 2 o 5 volte di quello che consuma un italiano.

 

  By: hans on Mercoledì 03 Ottobre 2007 19:11

Greenspan non è un personaggio qualsiasi...ha retto le sorti della più importante banca centrale del mondo per circa vent'anni. Liquidarlo come un tizio qualsiasi che vuole arricchirsi a ottant'anni vendendo i suoi libri tipo un Harry Dent qualsiasi, mi sembra ingeneroso

 

  By: massimo on Mercoledì 03 Ottobre 2007 18:59

Riguardo le previsioni nere del libro di Greespan, faccio notare che nel 2002, dopo WTC e ENRON si parlava di Nasdaq a 500 e partì un favoloso rally fino a metà 2003, che nel 2000 Ralph Acampora scrisse il libro The Fourth Mega-Market, Now Through 2011 e sempre nel 2000 in una libreria Barnes and Noble vidi un espositore con centinaia di copie di un libro intitolato DOW 36.000, come dire più libri che indicano una direzione e più la direzione opposta è forte, infatti il Nasdaq crollò per ben tre anni, quando da 50 anni il peggior calo ne durò solo due nel 1974 e Bill Gross appena disse dow 5000 l'indice volò. Quindi che un grosso personaggio come Greenspan adesso veda nero mi sembra la maggior garanzia di un enorme rialzo + 100% di rialzi nel terzo anno presidenziale dal 33 ad oggi più minimo annuale delle borse da 50 anni che capita in settembre,curva dei tassi passata positiva a giugno dopo quasi un anno a predire sventure, cosa volere di più per essere investiti in azioniusa....com perdonate la battuta, ciao Massimo

 

  By: Andrea on Mercoledì 03 Ottobre 2007 18:57

Consiglio la lettura di "Vele e cannoni" di Carlo M. Cipolla-

 

  By: GZ on Mercoledì 03 Ottobre 2007 18:52

al momento le statistiche ufficiali cinesi del PIL dicono che 1.300 milioni di cinesi consumano ancora un poco meno di 58 milioni di italiani, i cinesi hanno circa 900 miliardi di dollari da spendere e gli italiani quasi 1.000 prova a pensare un attimo cosa signfica, se dividi 1300 (cinesi) / 58 (italiani) = 20 volte circa al cambio attuale un italiano in media ha un potere d'acquisto, è in grado di spendere 20 VOLTE DI PIU' DI UN CINESE, non 2 o 5 volte tu puoi dire che forse il cambio Euro/Yuan è troppo alto del 50%, forse è così, ma se lo rivalutassero, le merci cinesi costerebbero un 50% in più e dato che il loro PIL è al 40% export poi magari vendono la metà...

 

  By: Gano* on Mercoledì 03 Ottobre 2007 18:34

"con questo sistema puoi crescere al 10-11% annuo per 5 anni perchè non hai un "surriscaldamento" della domanda interna e quindi inflazione come nel capitalismo" A quel punto la crescita del PIL cinese sara' data anche dalla crescita dei consumi interni. Gli investimenti di oggi servono a creare le infrastrutture di domani. La Cina ripercorrera', piu' o meno e con le dovute proporzioni ed aggiustamenti, la strada percorsa dal Giappone. Questo e' -secondo me- il quadro di fondo. Ma tutto cio' non toglie niente al fatto che *ORA* la Cina abbia corso tanto e che nel breve possa anche correggere. E' effettivamente una possibilita'. PS. La Cina e' gia' capitalista.

 

  By: Gano* on Mercoledì 03 Ottobre 2007 17:34

"le attitudini dei cinesi sono sempre state quelle attuali, eppure solo da 5-7 anni si vive il "fenomeno cinese"" Beh... insomma. Non e' tutto sempre cosi' semplice come potrebbe sembrare a prima vista. Dalla Lunga Marcia ad oggi le cose sono cambiate e questo cambiamento e' un processo a cascata, quindi ad andamento esponenziale. Sentiamo oggi solo gli ultimi 5-7 anni del fenomeno Cina, ma sentiremo molto piu' intensamente i prossimi 5-7. E' inoltre un errore guardare solo agli ultimi 50 o 60 anni di storia. Nel XVIII secolo, per es. la Cina era il maggior produttore manifatturiero mondiale (*) con un PIL pro capite ed una produttivita' probabilmente molto piu' alti di quelli Europei. Inoltre prova solo a pensare al Giappone che ha una cultura ed un etica di fondo molto simile a quella cinese (confucianista / buddista): fino agli inizi dell' 1800 era in un profondo Medio Evo, e stava li' da piu' o meno 2000 anni, con un' economia praticamente non monetarizzata, senza industrie ma solo con l' agricoltura, le caste ed i samurai in giro. Con la Restaurazione Meiji ha fatto in pochi anni quello che l' Occidente ha impiegato secoli a fare. Nelle seconda meta' del '900 in poci decenni e' diventato LA SECONDA POTENZA ECONOMICA MONDIALE dopo gli Stati Uniti (**) e se diventera' tra poco la terza sara' solo grazie alla Cina che gli passera' davanti. Piu' chiaro di cosi'... Poi vi sono tante altre ragioni che fanno pensare che lo sviluppo economico della Cina sia solo cominciato, e delle quali ne abbiamo gia' discusso insieme ampiamente sul forum. (*) Histoire économique et sociale du monde, P. Bairoch 1997. Cina ed India insieme facevano allora il 57% della produzione manifatturiera mondiale. (**) Ai primi del '900 il Giappone gia' batteva militarmente una potenza occidentale (la Russia) in una serie di battaglie navali. E la sola regione del Kansai (24 milioni di abitanti) ha oggi un PIL paragonabile a quello italiano. Non solo il Giappone: tutte le "piccole Cine", culturalmente ed eticamente affini al Mainland China, cioe' Singapore, Taiwan ed Hong Kong stanno vivendo un miracolo economico, con Singapore che ha gia' battuto Italia e Francia in termini PIL pro capite ed Hong Kong e Taiwan che lo faranno presto.