PARIGI - Il romanziere francese Michel Houellebecq ha risposto giovedì sera alle domande della trasmissione Emission Politique di France 2.
Michel Houellebecq, lei ha seguito questa campagna elettorale?
"Sì, con un senso di disagio crescente che pian piano si è trasformato in vergogna".
Ha seguito i dibattiti tv?
"Se non altro ci ho provato, ma non fino alla fine. Quando vado in crisi mi addormento. So che è una reazione strana ma è così. Mi sono reso conto che la seconda Francia di cui si parla, la Francia periferica, che esita tra Marine Le Pen e il nulla, non la capisco, non la vedo, ho perso il contatto con essa. E questo, quando si vogliono scrivere romanzi, trovo che sia un errore professionale piuttosto pesante ".
E perché ha perso il contatto con quella Francia?
"Perché non la vedo più, adesso faccio parte dell'élite globalizzata, esporto anche in Germania, è assurdo. Eppure provengo anch'io da quella Francia".
Anche lei va a fare la spesa...
"Ma quella Francia non abita nel mio quartiere, non abita nemmeno a Parigi. A Parigi Le Pen non esiste. Quella Francia abita nelle zone periferiche, zone poco conosciute. A volte si ha un piccolo scorcio, per esempio qualche mese fa ho visto un documentario sugli artigiani e i piccoli imprenditori che si suicidano, le loro grane con l'Rsi (sistema di previdenza sociale dei lavoratori autonomi dell'artigianato e del commercio, ndr.) ".
Lei capisce il malessere di quella Francia periferica, la violenza, la rabbia?
"Non lo capisco a sufficienza, insomma non potrei scriverci su un libro, ed è questo che mi disturba, per questo sono a disagio ".
Considerata la sua visione del potere politico e di come va il mondo, anche lei potrebbe provare la stessa amarezza?
"Ma la mia situazione è diversa. Io non credo al voto ideologico, di fatto credo più al voto di classe. So bene che è un termine antiquato, ma c'è una classe che vota Le Pen, una classe che vota Mélenchon, una classe che vota Macron e una classe che vota Fillon. Sono facilmente identificabili, si riconoscono subito. Che io lo voglia o no, faccio parte della Francia che vota Macron, perché sono troppo ricco per votare Le Pen o Mélenchon, e non essendo un ereditiero non appartengo alla classe che vota Fillon".