inquadrare la "formidabile rivoluzione" portata dal (benemerito) taglio dei parlamentari non è difficile.
si prende il numero delle nomine delle partecipate statali, che sono quelle dove si esercita il potere vero e dove si sperperano montagne di denaro pubblico e ci si rende conto che la cosiddettta rivoluzione è men che microscopica
il potere della partitocrazia rimane tranquillo e sorride accondiscendente davanti allo spettacolo delle vostre baruffe.
considerando lo statalismo cronico della classe politica (in particolar modo di quella al governo oggi, ma vale per tutta), le prospettive sono nere.
Quando i partiti molleranno la presa su quelle "aziende" (cioè MAI), cambierò idea.
Questo grafico, prodotto dall’OECD* (organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) in termini tecnici descrive un rapporto relativo. È il rapporto tra due tipi di stipendi in vari paesi. Da un lato (al numeratore) gli stipendi degli alti funzionari e dei politici dello stato centrale e dall’altro (al denominatore) lo stipendio medio della gente del paese in questione. Il rapporto tra i due stipendi viene confrontato in 21 paesi cosiddetti democratici.
Non solo l’italia è prima in questa imbarazzante classifica dei privilegi di politici e alti funzionari dello stato centrale, ma questo rapporto è doppio rispetto alla seconda classificata, che è la Polonia. Che cosa significa questo secondo voi?