By: lutrom on Mercoledì 01 Gennaio 2014 13:20
Eehhh, Giorgio, tu te ne esci sempre con queste tue storie sui complotti, sul giardiniere bulgaro analfabeta che sarebbe più competente dei plurilaureati (assurdo, è come voler dire che Galileo senza laurea alla Bocconi sia superiore ad un plurilauerato bocconiano!!), ecc. ecc.: il fatto è devi crescere e devi imparare ad apprendere dalla saggezza dei SOMMI dotti accademici che illuminano le menti a noi ignoranti...
Per esempio non so se ti è sfuggita la seguente chicca di fine anno 2013, del sig. Hobi:
"[...] la "pietra filosofale" rappresentata dalla stampa di moneta è un device troppo
potente per essere lasciato alla classe politica. E' preferibile lasciarla al banchiere responsabile per il bene della società".
Il sig. Hobi in queste sue fantastiche idee è appoggiato da altri sommi scienziati di questo forum (anti in testa).
Hai capito?? Quindi per risolvere i nostri problemi dobbiamo affidarci ai banchieri responsabili (!!!!): infatti ora che (Italia e paesi occidentali) non ci stiamo affidando né ai banchieri né all'alta finanza stiamo nella miseria, invece quando nel passato ci siamo affidati ai banchieri ci siamo trovati benissimo, come è stato e come sempre sarà nella storia dell'umanità (ma tu la conosci la storia visto che non sei laureato??...): tutti d'altronde vedono che la crisi odierna è causata dal predominio dell'economia reale sulla finanza e sulle banche, dallo strapotere degli operai dei contadini e dei pizzicagnoli, ecc. ecc.
Per dimostrare inoltre il fatto che i banchieri non hanno avuto mai nessun potere (ed invece sarebbe stato bene il contrario!!) vi metto qui sotto le cifre che i grandi banchieri dell'epoca, SOLO PER IL BENE DEL POPOLO E MAI PER IL BENE LORO, sborsarono per far diventare imperatore Carlo V d'Asburgo che diventò sì signore di uno dei più grandi imperi di tutti i tempi, per certi aspetti il più grande, ma ebbe bisogno dell'appoggio finanziario eccezionale dei banchieri, banchieri che naturalmente non chiesero niente in cambio (i banchieri sono persone altruiste, non avide di denaro, ecc., come la storia dimostra -pensate che Gesù Cristo, quel rincoglionito che visse 2.000 anni fa che si permise pure di prenderli a calci nel cul. nel tempio, lui che si permetteva di non fare lo stesso alla povera gente e di promettere loro il regno dei cieli... Aahhh, non c'è più rispetto per le gerarchie...).
banchieri sostenitori di Carlo V d'Asburgo
Jacob Fugger che diede a Carlo 543.585 fiorini
Bartolomeo Welser che diede 143.333 fiorini
F. Gualterotti (Firenze) che diede 55.000 fiorini
Fornari (Genova) che diede 55.000 fiorini
Vivaldi (Genova) che diede 55.000 fiorini
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[nel seguente pezzo si dimostra anche che i banchieri sono stati sempre, a modo loro eh eh eh, contrari al razzismo]
http://www.incontrostoria.it/Rothschild2.htm
[...]
Un'idea geniale
L'intuizione geniale di papà Amschel Meyer [Rothschild], lasciata in eredità ai suoi cinque figli, era più o meno questa: non limitarsi a prestare soldi a commercianti o nobili privilegiando, invece, le teste coronate. I re avevano sempre bisogno di fondi, per le loro campagne militari, per abbellire le loro capitali, ecc. Gli stessi Fugger, famosissima stirpe di banchieri medievali estintasi già a metà del XVII secolo, avevano dimostrato che il vero potere, così caratteristico della nascente classe borghese, consisteva sempre più nell'accumulo di denaro e sempre meno nei titoli nobiliari. Duchi, Re, Imperatori non contavano nulla, senza finanze. I Fugger, con il loro colossale prestito a Carlo d'Asburgo, avevano ad esempio consentito allo stesso di comprarsi il voto dei Principi elettori riuscendo ad accumulare al titolo di Re di Spagna quello di Imperatore. Carlo V quindi, riconosciuto nei secoli come uno dei più grandi personaggi della storia, era in realtà letteralmente nelle mani di una famiglia di banchieri, a cui doveva gran parte del suo successo, oltre ad un sacco di soldi! Amschel Meyer Bauer questo lo aveva capito. Così come aveva compreso che il prestito ad un Re poteva contare su una garanzia che nessun altro debitore avrebbe mai saputo fornire: l'imposizione fiscale su milioni di sudditi. In pratica, il debito poteva passare dal sovrano al popolo, tartassato a dismisura senza nemmeno immaginare di trovarsi intrappolato nella rete di un usuraio. Ma non bastava. Bisognava mantenersi il più possibile distanti dal "rischio default" delle teste coronate. Evitare, insomma, gli epocali fallimenti che in passato avevano travolto grandi compagnie finanziarie come quelle dei Peruzzi o dei Bardi proprio a causa dell'insolvibilità dei loro "reali" debitori. Per questo motivo, era necessario dar vita ad una fittissima rete di alleanze politiche e, contemporaneamente, concedere prestiti a sovrani disposti a consegnare alla famiglia Rothschild la gestione fiscale del loro stesso Stato.
Un'ultima cosa era infine ben chiara al capostipite della dinastia Rothschild: il meccanismo del debito, se ben sfruttato, poteva garantire un recupero del credito praticamente infinito. Bastava trovare il modo di non permettere mai al debitore di saldarlo definitivamente. Si trattava di un trucco in realtà molto vecchio: già nell'antica civiltà babilonese i sacerdoti di Baal, tutte le primavere, erogavano prestiti ai contadini per permettere loro di effettuare le semine. Siccome però, contemporaneamente, regolavano la riserva monetaria totale, i sacerdoti si premuravano di mettere in circolazione una quantità di denaro sufficientemente bassa da non permettere ai loro debitori di saldare completamente i conti. Questo portava ad una moltiplicazione all'infinito del debito tale da costringere i contadini ad asservirsi per tutta la vita ai loro creditori. E, naturalmente, poteva essere realizzato soltanto esercitando un diretto controllo sulle casse statali.
Una serie di intuizioni e di accorgimenti che, sommati a meccanismi come quello della riserva frazionaria potevano davvero garantire alla discendenza di Meyer una ricchezza infinita.
Avendo ben chiaro tutto ciò, i cinque fratelli Rothschild misero a punto la loro incredibile ricetta per un debito infinito. In caso di un'ennesima guerra tra Francia ed Inghilterra, ad esempio, James prestava i soldi per la campagna militare della prima, Nathan finanziava le operazioni belliche della seconda. Poi, a fine guerra, entrambe le Banche Rothschild erogavano prestiti per le relative ricostruzioni e, nel caso dello Stato sconfitto, l'Agenzia territorialmente competente provvedeva al risarcimento dei danni nei confronti di quello vittorioso. Tali prestiti si sommavano a quelli originariamente concessi ad entrambi i sovrani per condurre la guerra, con un risultato più che evidente. Il debito dei re nei confronti dei Rothschild non si estingueva mai; anzi, lievitava sempre più, trasformato in nuove imposte sui sudditi o, usando un termine tristemente attuale, in un debito pubblico in continuo aumento.
Il patrimonio della famiglia, quindi, cresceva a dismisura. Anche perché una clausola, voluta da papà Amschel sul letto di morte, stabiliva che nessuno dei cinque fratelli avrebbe mai potuto ritirarsi dalla società di famiglia portandosi via il proprio capitale. A blindare definitivamente il patrimonio e la dinastia dei Rothschild, come abbiamo visto, la consuetudine di sposarsi spesso fra loro. La inaugurò James, sposando, nel 1834 la nipote Bettina, figlia del fratello Salomon. James aveva trentadue anni, Bettina diciannove. Poco dopo un figlio di Salomon avrebbe sposato la figlia di Nathan e così via. Come sottolinea il Lottman, su diciotto matrimoni contratti dai nipoti di Amschel Meyer ben sedici unirono cugini primi. E lo studioso aggiunge: "i banchieri Rothschild dimostravano con il loro comportamento di non aver bisogno di allearsi ad altre famiglie di banchieri per prosperare."
Oltre al trucco che abbiamo definito del debito infinito, i Rothschild riuscirono presto, nel corso della prima metà dell'Ottocento, a diventare i banchieri di riferimento più importanti per le relative corone, relativamente al sistema dei grandi prestiti pubblici, caratteristici proprio di questo periodo storico. In pratica le cose andavano così. Lo Stato decideva di emettere cartelle di rendita atte a permettergli di ottenere prestiti dai suoi cittadini (portando di fatto gli investimenti economici anche alla portata dei piccoli risparmiatori, proprio perché gestiti con cartelle di piccolo taglio). Emetteva ad esempio cartelle da 100 franchi - nel senso che quella sarebbe stata la cifra rimborsata al cittadino risparmiatore alla scadenza dei titoli - vendendole prima alle banche al costo di 90. Le banche, a loro volta, le rivendevano ai cittadini a 95, incassando subito la loro parte, costituita da 5 franchi per cartella. In questo modo i Rothschild fecero la loro fortuna anche nell'acquisto dei grandi debiti pubblici, soprattutto in Francia.
Per non parlare dell'erogazione di prestiti a dir poco vergognosi. Risale solo a tre anni fa il rinvenimento di un documento comprovante un losco affare che nel 1830 coinvolse James e Nathan Rothschild. Il documento T71/122 (scoperto dal ricercatore Nick Draper nell'Archivio di Stato londinese), si riferisce infatti a un accordo tra i due cugini ed un certo Lord O'Bryen, a cui essi avevano prestato 3000 sterline per comprare una proprietà ad Antigua, nella quale ottantotto schiavi venivano regolarmente sfruttati. I Rothschild su quella proprietà, schiavi inclusi, avevano stabilito un'ipoteca. E alla fine, dato che O'Bryen non era riuscito a restituire il prestito, avevano incassato la somma stabilita a titolo di risarcimento per la garanzia cancellata (procedendo dunque anche alla vendita degli ottantotto malcapitati), nonostante lo schiavismo, nel frattempo, fosse stato abolito dallo Stato inglese.
E ciò negli stessi anni in cui Nathan e James si erano eretti a paladini internazionali nella lotta allo schiavismo. (Cfr. ad esempio Corriere della Sera, 28.06.09)
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http://www.incontrostoria.it/Rothschild2.htm
Qui sotto (colorato) potete vedere lo sterminato impero di Carlo V d'Asburgo (qui però non vedete le estesissime colonie americane, che pure appartenevano a Carlo): per la nascita di quest'impero fu fondamentale l'intervento, altruistico e generoso (!!!), dei maggiori banchieri dell'epoca