VASCO - giorgiofra
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By: giorgiofra on Giovedì 09 Maggio 2013 18:02
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S.S. Lazio
A casa ho un gatto, Vasco. Personalmente non amo avere animali in casa. Mia figlia, qualche anno fa, ebbe la felice idea di adottarlo, appena dopo lo svezzamento. Lo tenne con lei fin quando, per una serie di circostanze, rimase in pianta stabile nella mia casa.
Vasco viene nutrito, curato, coccolato, protetto. Eppure, ogni qualvolta lo vedo, mi procura grande tristezza. Immagino sempre che Vasco, essendo un gatto, avrebbe avuto il desiderio ed il diritto di vivere secondo la sua natura. Essere libero, scoprire il mondo, accoppiarsi, lottare, fuggire, procurarsi il cibo.
Noi che lo accudiamo siamo convinti di fare il suo bene, ma forse Vasco avrebbe semplicemente voluto essere un gatto, nient'altro che un gatto. La cosa più triste è che la sua condizione appare irreversibile. Accudito nella sua prigione dorata, sarebbe incapace di sopravvivere in libertà.
E mentre rifletto su queste sciocchezze mi assale il pensiero che la condizione di Vasco sia, in fondo, la metafora della condizione verso la quale l'umanità sta scivolando.
In cambio di protezione, sicurezza, benessere, comodità, stiamo pian piano cedendo parti della nostra natura di uomini. Affidiamo le nostre vite a coloro che potranno "accudirci", liberandoci dal gravoso esercizio del libero arbitrio. Anche se dorata, la prigione nella quale ci stiamo rinchiudendo, resta sempre una prigione. Ed un uomo che perde la propria libertà non è più un uomo.
Ma di tutto questo la cosa che maggiormente mi sgomenta è il fatto che coloro che accettano questo miserabile destino pretendono che tutti lo condividano, anche coloro che, semplicemente, vorrebbero restate uomini. Forse con meno sicurezze, meno benessere, più responsabilità personale, ma comunque uomini, uomini veri.
Qualunque limitazione alle nostre libertà fondamentali, rappresenta un furto alla nostra vera natura. E così come un ladro usa il piede di porco per appropriarsi di ciò che non gli appartiene, così i governi usano il pretesto dell'interesse generale per appropriarsi pian piano delle nostre vite, ovvero per trasformare la nostra natura.
Se i governi rappresentano i tradizionali nemici della libertà degli uomini, la vastissima schiera di coloro che suffragano le scelte liberticide dei governi, sono nemici ancora peggiori, e molto più pericolosi. Mentre i governi agiscono per un preciso interesse, la massa degli imbecilli agisce per semplice stupidità, la qual cosa, a mio parere, è più grave e nefasta della disonestà.