Cina vs. resto del mondo

Cosa te ne fai dei profitti se il PIL lo generi in Cina ? - gz  

  By: GZ on Martedì 08 Maggio 2007 13:18

L'utile delle aziende è l'8% del PIL quando va bene e l'altro 92% del PIL come lo generi se tutto eccetto il marketing e il design viene spostato in Cina ? Cosa te ne fai dei profitti se ad es. oggi il maggiore azionista di Citigroup è oggi il principe saudita Al Wahleed che fa i miliardi vendendo il petrolio a 65 dollari invece che a 15 dollari grazie alla Cina che ne fa salire il consumo ? La fabbrica in Michigan viene chiusa e spostata in Cina, la quale avendo appunto un miliardo di persone consuma un sacco di petrolio e questo triplica Gli utili della multinazionale aumentano, ma l'azionista diventa l'arabo o russo che ti vende il petrolio triplicato grazie alla Cina

 

  By: gianlini on Martedì 08 Maggio 2007 13:17

ai 100.000 banchieri e top managers non conviene alla struttura della nazione senz'altro una volta che hai delocalizzato e hai perso know-how, è difficilissimo recuperare, non trovi?

 

  By: Gano* on Martedì 08 Maggio 2007 13:10

Gli conviene? Gli USA hanno poco meno di 300 milioni di abitanti e crescono al 2% circa (e probabilmente anche meno), la Cina ne ha un miliardo e trecentomilioni e cresce al 10%. Se gli USA chiudessero davvero i commerci con la Cina (mentre il resto del mondo fa di tutto per aprire sempre di piu' quello che sara' il mercato piu' grande del pianeta), forse i primi a rimetterci sarebbero prorio loro e i profitti delle loro aziende. La Motorola per es. a chi venderebbe i suoi telefonini? Ai canadesi? Quelli mi sembrano infatti solo discorsi pre-elettorali. Se sono preoccupati del trade imbalance l' unica medicina e' consumare di meno (e fare in modo che i cinesi comincino a consumare di piu').

 

  By: GZ on Martedì 08 Maggio 2007 12:54

la campagna presidenziale americana è iniziata, ci sono appena stati i dibattiti iniziali dei candidati democratici e repubbicani in pubblico e la retorica è "..our jobs get shipped to China..." ci sono due proposte di legge per mettere tariffe alla Cina al Congresso e prima o poi passano è solo questione di tempo non puoi continuare ad importare 600 miliardi di merci dalla Cina ed esportarne a loro 80 miliardi e loro non possono continuare ad accumulare 1.000 poi 1.200 poi 1.500 poi 2.000 miliardi di dollari...

 

  By: gianlini on Martedì 08 Maggio 2007 11:35

con il voto elettorale teoricamente sì

 

  By: Gano* on Martedì 08 Maggio 2007 11:25

Gianlini, tanto puoi farci qualcosa?

 

  By: gianlini on Martedì 08 Maggio 2007 11:20

gli allibratori newyorkesi l'avevano già previsto ieri cmq gano, non c'è da stare molto allegri, a meno che tu non abbia dimestichezza con gli ideogrammi!

 

  By: Gano* on Martedì 08 Maggio 2007 11:11

Beh, intanto stamattina la Cina ci ha salutato con un bel + 2,57%... Ma non mi sorprende piu' di tento che la centralita' dell' economia -ora il manifatturiero, domani anche il terziario- stia spostandosi verso Est. E' dagli anni '80 che fior di economisti lo avevano previsto. Oggi finalmente cominciamo ad accorgercene.

 

  By: gianlini on Martedì 08 Maggio 2007 10:56

è di ieri la notizia che i CEO di BP e Royal Dutch Shell stanno pensando di trasferire gli headquarters delle due società in US per risparmiare tasse e poi magari anche fondersi cioè patrimoni considerati tipicamente "nazionali" ormai non hanno quasi più niente di locale temo che ne vedremo delle belle più nelle strade che nei valori di borsa....

 

  By: shabib on Martedì 08 Maggio 2007 10:38

g.z , superfluo che dica che veramente ti stimo immensamente e che sono d'accordissimo sulla chiara e importante analisi che hai fatto. ad majora !

 

  By: ciciola on Martedì 08 Maggio 2007 06:07

Complimenti per la Sua analisi... Credo che ne vedremo delle belle: basta solo saper aspettare...

hanno spinto in su tutto mentre sotto le fondamenta stavano franando - gz  

  By: GZ on Martedì 08 Maggio 2007 02:36

La crisi dei "mutui per i poveri" è la prima avvisaglia che ora il mercato ha completamente rimosso, ma a questa segue ora la contrazione dei consumi e dell'occupazione e poi la recessione. Dato che il mercato invece si aspetta un altro anno grasso ci sarà uno shock. Negli ultimi dieci anni l'America, che sulla Globalizzazione e Delocalizzazoione ha spinto molto più dell'europa, si è letteralmente svuotata di fabbriche, qualcosa come 6-7 milioni di posti di lavoro manifatturieri sono spariti mentre 15-18 milioni di posti di lavoro venivano creati nei servizi. Questo non è un discorso teorico di lungo periodo. Da questa estate gli investimenti delle imprese come componente del PIL in America sono in calo per cui il PIL USA dal +3% ora cresce solo del +1.3%, questo mentre gli utili esplodono e l'S&P arriva ai massimi del 2000. Come mai ? Perchè le società americane investono solo in Cina, India, Messico ! Ma questo sta scavando una voragine sotto le fondamenta dell'economia USA perchè gli utili delle società non bastano, occorre anche il PIL e l'occupazione. Le aziende hanno le casse piene e comprano altre aziende, azioni proprie e investono allì'estero, tutto meno che in America. Ovviamente la riprova di questo è il fatto che l'America importa per 1.500 miliardi ed esporta per 700 miliardi "sovvenzionando" con questo deficit di 800 miliardi l'anno il boom dell'Asia Qui in Emilia siamo circondati da fabbriche e fabbrichette e così intorno a Parigi e specialmente Francoforte o Amsterdam, ma intorno a New York e Los Angeles non ne più vedi molte, grosse case farmaceutiche più che altro e qualche high tech e basta Ovvio che ci sono anche i media, la finanza, banche e servizi finanziari, i campus universitari enormi e bellissimi, gli ospedali giganteschi stile hotel di prima categoria, disney world, holywood, l'high tech, google, ebay, yahoo, intel, apple e microsoft, ma se scavi molti di queste società producono e anche ottengono servizi di programmazione, contabilità, call center e lo stesso design a volte sempre di più in India e Cina o Singapore Ora questo "tarlo" è arrivato nei servizi e leggi oggi che IBM vuole fare fuori decine di migliaia di dipendenti in USA per sostituirli con gente in India ed Asia e non sono più call center e fabbriche di scarpe, ma "servizi" sofisticati Le multinazionali USA fanno sempre più utili, ma creano del reddito e aggiungono al PIL sempre di più della Cina, India, Singapore, Taiwan, Indonesia e sempre meno a quello dei loro 140 milioni di concittadini americani che devono guadagnare per pagare in dollari americani in America per sanità, assicurazioni, educazione, energia e tasse sempre più care Il "lato buono" è che gli utili delle società dell'S&P 500 questo trimestre sono arrivati al 50% di "estero" cioè prodotti all'estero e come noto sono saliti da 400 miliardi a quasi 900 miliardi l'anno dal 2002, 8.5% del PIL il record della storia. Quindi gli analisti dicono: "sì va beh...ma che importa alla borsa ?..". Per diversi anni è stato così, ma non può continuare sempre che il grosso degli americani stia perdendo terreno come reddito mentre le loro multinazionali non hanno mai fatto tanti soldi. Questa perdita di reddito degli "americani medi" beneficia milioni di persone in Messico e Asia e viene compensata con i mutui immobiliari e al consumo che gli consentono di consumare ugualmente. I 6.000 o 7.000 miliardi di dollari di debito al consumatore e immobiliare creati negli ultimi cinque anni sono stati un "tampone finanziario" che ha impedito al problema di esplodere. Gente che guadagnava 11-12 dollari l'ora senza risparmi in banca ha comprato case da 250 mila dollari pagando solo gli interessi e ora però con i tassi al 6.5% e il valore degli immobili che declina gli portano via la casa I governi asiatici assieme a Wall Street hanno trovato un meccanismo che "mascherano" questa devastazione della base industriale dell'America con la politica di comprare il debito americano ecc... questo è ormai stranoto. Quello che non è invece è ammesso dal mercato (e dalla maggioranza dei politici) è che il reddito reale degli americani, consumatore e lavoratori sta DECLINANDO PER LA PRIMA VOLTA DAGLI ANNI '70 E ANNI '30 Questo fa sì che le statistiche che oggi il mercato guarda SIANO FALSE. L'inflazione è più alta, basta pensare al dollaro sceso di un 15% medio e le materie prime, dal mais al gas naturale al petrolio al rame, raddoppiate o triplicate nonchè ai costi legati alla casa e alla sanità che è salita del 8 o 10% per dieci anni. Perchè mai ad esempio la FED tiene i tassi al 5.25% con gli ultimi dati di PIL all'1.3% e l'occupazione che cresce dello 0.8% l'anno ? Perchè l'inflazione reale è più alta e deve tenerla a freno, senza dirlo apertamente altrimenti il dollaro crolla e con lui la montagna di debito immobiliare, corporate e del Tesoro ora in mano agli esteri per il 30% e 55% rispettivamente C'è una sola cosa che va benone, gli utili delle imprese dell'S&P 500 (perchè quelli delle piccole sono stagnanti e infatti ora costano quasi 30 volte gli utili). Le multinazionali americane fanno metà degli utili all'estero e ora hanno come azionisti i principi arabi, i fondi europei ed asiatici, i governi asiatici che comprano azioni mentre il grosso degli americani non ha i soldi in borsa, li ha messi nei mutui per la casa (il 10% più ricco degli americani possiede l'80% delle azioni) Tutto il resto è in crisi, il deficit estero, il debito del consumatore e ora anche quello corporate con questa orgia di fusioni e buyback, l'inflazione, il PIL e l'occupazione Dato però che la borsa sale perchè gli utili salgono (ed è verissimo che salgono) "il mercato" (cioè una massa di banchieri, gestori, traders e altri funzionari di banche e fondi) legge tutti i dati che sono comunque in parte manipolati (vedi quando ho scritto su quelli di occupazione) solo in senso positivo. Ma non è nemmeno malafede, solo che si è abituati a pensare che se gli utili dell'S&P 500 salgono e le borsa sale anche l'economia deve andare per forza anche lei bene Ma con la globalizzazione e delocalizzazione non è più vero. Gli interessi delle multinazionali americane hanno smesso di essere gli interessi degli Stati Uniti intesi come 300 milioni di persone e e 142 milioni di lavoratori e c'è ^un movimento crescente di opposizione anche in politica e nell'establishment#http://www.thenation.com/doc/20070430/greider^. Il risultato è che i consumatori e lavoratori americani stanno cedendo sotto il peso del debito (13.000 mila miliardi sommando tutto) che è ora superiore al loro reddito disponibile e gli ha consentito di compensare finora la perdita di reddito reale Questo non è un discorso teorico, i numeri di consumi, occupazione e PIL stanno peggiorando a vista d'occhio e quando al mercato cadrà la benda dagli occhi si accorgeranno che hanno spinto in su tutto mentre sotto le fondamenta stavano franando

 

  By: MMM on Martedì 08 Maggio 2007 01:22

service sector asset based economy from globalisation and currency manipulation by governnments and their central banks. in pratica su wikipedia (quale enciclopedia è più adatta a parlare di globalizzazione?) dicono candidamente quello che ripete Zibordi... currency manipulation... spero che sia una goliardata.....

 

  By: Mr.Fog on Martedì 08 Maggio 2007 00:55

...Ah...la Cina, la cina: Le imprese cinesi sono finanziate per quasi il 98% dal credito bancario, ma spesso non restituiscono le somme. Negli anni scorsi l'economista Weijian Shan ha osservato che ^l’attivo bancario è costituito per quasi il 50% da crediti in sofferenza#http://www.asianews.it/index.php?l=it&art=9132&theme=1&size=A^, ovvero che quasi la metà dei fondi depositati dai risparmiatori cinesi è prestata a ditte che poi non riescono a restituirli. In qualsiasi altro Paese queste banche sarebbero poste in fallimento. Ma lo Stato copre queste voragini, utilizzando le riserve di valuta accumulate con il lavoro e l’esportazione: nel gennaio 2004 circa 45 miliardi di dollari di riserve valutarie sono stati destinati a “salvare” la Banca di Cina e la Banca cinese per le Costruzioni, 2° e 3° maggiori banche del Paese. Nei mesi seguenti altri 100 miliardi di dollari hanno salvato la Banca industriale e commerciale di Cina e la Banca agricola di Cina. Secondo la Standard & Poor’s, azienda leader nel valutare il debito aziendale, per risanare il sistema bancario cinese occorrono oltre 518 miliardi di dollari, circa il 40% del Pil. --------------------- Ah...l'America, l'america The trade numbers, auto sales, retail trends, housing conditions, slowing in corporate capital spending all point directly toward a recession as a very strong possibility based on historical precedent. ^But this real world of the US economy is colliding with really the global financial markets#http://www.contraryinvestor.com/mo.htm^ of the moment.

 

  By: GZ on Lunedì 07 Maggio 2007 23:21

quando le borse costavano 50 volte gli utili nel 2000 si diceva che era la rivoluzione di internet ora la borsa cinese costa 50 volte gli utili e si dice che è la rivoluzione di 1.3 miliardi di cinesi che entrano nel mercato mondiale