Il problema con i Keynesiani - Moderatore
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By: Moderatore on Domenica 18 Gennaio 2015 02:31
#b# I keynesiani sono quelli che dicono che aumentando la spesa pubblica, anche se finanziata con debito, l'economia riprende a marciare#/b#. In particolare dicono che questa è la ricetta è necessaria adesso che l'economia è depressa perchè la domanda (cioè la spesa) è troppo bassa e si potrebbe produrre di più se solo si spendesse di più. Per i keynesiani quindi lo stimolo migliore ad un economia debole o in recessione è che lo stato spenda di più.
#i# ("...non basta che il barista prepari “100 caffè all’ora” e li poggi sul banco (con efficienza, produttività...): deve anche venderli. E perché mai la gente non dovrebbe comprarsi un buon caffè caldo, con freddo che fa? Sì, è così: perché ha paura poi di trovarsi in difficoltà economiche. Ma quanti sono i ‘caffè’ (ed altri beni e servizi) potenzialmente sul banco, non acquistati (quindi, neanche prodotti) per mancanza o di denaro o di fiducia? Quant'è il potenziale di offerta in eccesso rispetto alla domanda?...")#/i#
E il deficit ? E il debito ? Niente paura. Con la crescita del PIL anche il rapporto tra debito e PIL si riduce. Se ad es. lo stato aumenta la spesa di 20 il PIL sale di una volta e mezzo circa, diciamo quindi di 30, le tasse aumentano quasi in proporzione, (supponiamo di 1/3) diciamo di 12 e quindi il debito aumenta, ma solo di (20-12 =) 8 mentre il PIL è aumentato di 30.
Morale: il rapporto tra debito e PIL è calato, il debito aumenta di 8 e il PIL di 30. Tutto va bene, tutto funziona. Lo stato spende e si indebita di 20, ma questa spesa ha fatto aumentare il reddito e prodotto nazionale di più, di 30 e quindi tutto è finito bene: più reddito, più produzione (e occupazione) e meno debito (in % del PIL)
Un ottimo esempio di questo discorso è in ^"Deficit e ripresa dei consumi: una domanda semplice ad Alesina e Giavazzi"#http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01/15/deficit-e-ripresa-dei-consumi-una-domanda-semplice-ad-alesina-e-giavazzi/1341282/#^ di PierGiorgio Gawronski | 15 gennaio 2015, il Fatto
dove tutto il discorso è riassunto benissimo in questa bella tabellina
(Nota: nella tabella Gawronski fa il calcolo secondo tre ipotesi: che il "moltiplicatore" cioè l'impatto della spesa pubblica sul PIL, sia di 1, oppure di 1,6 oppure di 2. In tutti e tre i casi i risultati sono un incremento di PIL e una riduzione del rapporto debito/PIL)
#ALLEGATO_1#
Come si vede quindi per un aumento di 20 miliardi, un modesto 1,5% di aumento del deficit pubblico quindi dal 3 al 4,5%, si ottiene un incremento di PIL di 30 miliardi, mentre il debito pubblico in % del PIL cala. Nell'ipotesi "media", di un moltiplicatore del PIL di 1,6 (per ogni euro speso il PIl aumenta di 1,6 euro) il debito pubblico cala di 8 miliardi
Gli economisti di sinistra o keynesiani in senso lato che sono per l'Euro fanno questo discorso ipotizzando che si trovi finalmente un accordo con la Troika e la Germania per aumentare il deficit di anche solo un 1,5% e come mostra Gawronsky tutti staremmo meglio.
Chi sostiene il ritorno alla Lira "tout court" come ad esempio Bagnai fa anche lui questo discorso, tanto è vero che ipotizza che ritornando alla Lira oltre all'effetto positivo che ci si aspetta dalla svalutazione, consenta anche di aumentare la spesa pubblica di circa un 1% del PIL e questo abbia un effetto positivo (mi sembra) di 1,8 sul PIL. Questo perchè come tutti sanno l'effetto della svalutazione non dura sempre, dopo qualche anno si attenua (a meno di non continuare a svalutare) per cui ci si affida anche all'aumento di spesa pubblica
Chi sostiene la soluzione dei Crediti Fiscali come il mio amico Cattaneo e gli altri che hanno firmato il Manifesto a riguardo, fanno anche loro questo discorso keynesiano classico, all'interno dell'Euro, ma sono più radicali perchè vogliono un deficit addizionale di 100 o 150 mld l'anno e non di 20 o 30 mld e tramite emissione di crediti fiscali e non di BTP. Ma ipotizzano che si possano ridurre le tasse e anche aumentare la spesa pubblica e avere un effetto "moltiplicativo" tra il 1,5 e il 2 sul PIL. Quindi emettendo 100 mld di crediti fiscali il PIL aumenta di 150 mld ad esempio
Questi tre discorsi sono ovviamente molto diversi tra loro, perchè se torni alla Lira hai anche degli effetti complessi sul cambio, l'inflazione, i tassi di interesse, i crediti e debiti, le banche.... Se invece, per miracolo, la Troika e la Germania accettano di ampliare i deficit oltre il famoso 3% del PIL oppure, per miracolo, accettano che l'Italia emetta crediti fiscali eviti tutti i problemi di tasso di cambio, deficit estero, inflazione, tassi di interesse,...
Bene. #F_START# size=3 color=blue #F_MID#Cosa c'è di errato nel concetto riassunto nella tabella dell'ottimo Gawronski, cioè nell'idea che aumentando la spesa pubblica finanziata con debito il PIL aumenta di più di quello che lo stato spende per cui tutto va bene, aumenta il reddito, la produzione, l'occupazione e il debito cala rispetto al PIL...?#F_END#
allora ?
nessuno risponde ? Dico nel merito dei numeri della tabella, la rimetto qui.
#ALLEGATO_1#
Si prega di evitare di partire per la tangente parlando di corruzione, casta o politica varia, ma di ragionare su cosa può essere errato nei numeri della tabella
(la risposta alla prossima puntata, se la metto subito è meno interessante. Questa simulazione semplificata di Gawronski è bella perchè riassume il nocciolo del discorso "cheinesiano" classico. Che è non è corretto.)
Un piccolo suggerimento almeno ?
OK....
Una sola parola: "Giappone"