Ritorniamo alla lira?

 

  By: GZ on Giovedì 25 Agosto 2005 21:56

La CNBC che tengo in sottofondo ha messo come notizia du jour il pensionamento anticipato ieri di dozzine di dirigenti UE a 50 anni con pensione di 9 mila euro al mese: forse essendo lo staff inglese gli è antipatica la UE, forse questo tipo di cosa in una TV inglese fa notizia. Oggi si è sposato il figlio di Bossi e come il fratello del leader è stato assunto presso il Parlamento europeo con la qualifica di assistente accreditato e per ognuno di questi attaché ogni deputato riceve 12.750 euro al mese. (^vedi l'elenco UE#www2.europarl.eu.int/assistants^) Un paio di mesi fa la Lega e altri hanno agitato il ritorno alla lira e come al solito passati i titoli dei giornali dopo qualche settimana non ne rimane traccia, così come è stato per la Secessione, il Federalismo, Roma-Ladrona... Se grazie alla UE posso avere mio figlio che guadagna subito 13 mila euro al mese lui si può sposare tranquillo. Così gli evito di fingere di laurearsi, fingere di avere un lavoro da medico, essere sbattuto fuori dalla moglie quando scopre tutto, vendere l'auto alla sorella e tutte le altre vicende che il padre Bossi ha sofferto quando non aveva ancora scoperto di essere tagliato per la politica. Poi magari con il tempo vedo anche il denaro pubblico in una luce diversa ------------------------------------------------------- «In un movimento che si propone di far la rivoluzione non ci può esser posto per gli arrivisti, i corrotti, i poltronari, i leccaculo, "i pentiti" e i lottizzatori. Chi si è proposto di cambiare questo nostro povero Paese non può nello stesso tempo volere un posto al sole per sé o per i suoi amici, non può usufruire dei privilegi di cui hanno goduto i piccoli uomini politici della partitocrazia. Non può insomma parlare bene e razzolare male, prendendosi così gioco della base pulita, dei militanti, e di quei dirigenti onesti che per la causa leghista ^sarebbero disposti a tutto».#http://www.marcellosaponaro.it/home/rassegna_stampa/bossi_parenti^)

 

  By: panarea on Domenica 09 Novembre 2003 19:49

Prezzi, Prodi: vita difficile non è colpa euro - - - - - - l'entrare in europa e prendere l'euro è stato l'acid test del sistema italia che senza più la svalutazione della liretta, a messo a nudo i suoi giganteschi limiti: monopoli + o - ufficiali (basti pensare agli ordini professionali tipo notaio, avvocato ect) che impongono i loro prezzi, poca efficienza sia del sistema burocratico che di quello infrastrutturale (cavolo da noi nelle università sono tutti parenti!!!). Risultati: inflazione +0.8% sopra la media europea. tassi reali negativi, pil fermo. Siamo entrati in un mercato piuttosto grande e quindi piuttosto efficiente dove, mal preparati e armati solo di export di beni di lusso a bassa tecnologia, ci hanno sgretolati. La Germania e la Francia hanno saldi attivi con la Cina, noi no. La colpa non è nè di Prodi ne di Berlusconi o Dini, la colpa è della politica economica dal 1980 al 1995, miope (nel non investire parte dei soldi incassati con i beni di lusso in tecnologia e in uno stato efficiente), allegra (baby pensionamenti ect conun super debito come risultato) e contraria al mercato (costruzione di ordini professionali anche x fare lo spazzino, blindatura di tutto, antitrust latitante che tollera ignobili cartelli RCA auto e petroliferi). Cavolo una mia amica in Francia (di x se non il paradiso del liberismo) è ingegnere senza essere stata valutata da altri ingegneri in un esame di stato illogico in cui i vecchi calmierano i concorrenti, fa benzina da 12 anni nei supermercati a costi + bassi, si muove in città da milioni di abitanti in efficienti metrò e ai treni puntuali. C***o come facciamo a vincere??

 

  By: massimo on Domenica 09 Novembre 2003 18:18

Prodi ha anche detto che il buon andamento dell'economia americana non è sostenibile perchè il disavanzo commerciale non è più bilanciato dall'attivo del bilancio pubblico, cioè fatti senza alcun valore perchè casomai il disavanzo commerciale può essere bilanciato dagli invetimenti finanziari e da quasi un anno le borse USA attirano capitali e BILANCIANO il disavanzo commerciale come pure il deficit statale che favorendo i consumi e il miglioramento economico attira capitali stranieri a compensare il deficit commerciale, QUINDI il contrario di quello che ha detto PRODI, infatti sembra che lui in borsa stia perdendo soldi e non conviene ascoltarlo come economista perchè sarebbe come ascoltare chi l'economia la fa a scuola, posto ben diverso per misurare il valore delle persone da quello nei mercati finanziari dove se non sei bravo perdi soldi come Prodi.

 

  By: albgal on Domenica 09 Novembre 2003 17:54

non e' colpa dell'euro se l'italia e' un paese di ladri che hanno approfittato della situazione! gli altri paesi non hanno avuto i nostri problemi,solo da noi ci sono questi problemi perche' manca la serieta'! perche' chi governa non ha vigilato? non e' stato capace o peggio non ha voluto?

 

  By: gianlini on Domenica 09 Novembre 2003 17:51

Prezzi, Prodi: vita difficile non è colpa euro Romano Prodi, intervenendo a margine di un convegno a Tavarnuzze, in provincia di Firenze, ha dichiarato che le difficoltà di vita che gli italiani stanno incontrando dall'avvento dell'euro non possono essere attribuite alla nuova moneta. "Purtroppo anche la gente si è accorta che il reddito è diminuito" ha detto il presidente della Commissione Ue, che poi ha aggiunto: "Le condizioni reali di vita sono più difficili ma questo non si deve imputare all'euro, perché negli altri Paesi europei questo non è successo". (red) Spero solo che le parole di Prodi siano state trascritte male..... certo che l'euro a qualcuno non ha fatto male, ma ad altri?....

 

  By: blizzard on Domenica 09 Novembre 2003 10:49

Lutrom, quando uso il termine "insurrezione popolare" ovviamente il mio è un paradosso, ma questo era sottointeso. Non penso che imbracceremo bastoni e fucili perchè un sacchetto di patatine PAI le puoi arrivare a pagare 7.450 lire... Parli di un paese vecchio che ormai vive sulle rendite di posizione acquisite. Questo argomento è già stato trattato nel forum. Sono cose che sappiamo, vediamo e sperimentiamo quotidianamente. Ma come fai a liquidare un argomento così complesso che ormai è una realtà per alcuni quasi drammatica con: "ma il problema che vedo in giro non è l'euro che la gente porta in tasca, ma la testa che molti portano sulle spalle". La realtà è nei fatti come ho descritto, nel mio precedente intervento: EURO = PREZZI AL CONSUMO MOLTO + ALTI con POTERE D'ACQUISTO DEI SALARI MOLTO + BASSO Io ho posto una questione di merito che vorrei capire e la ribadisco: - per quale dannato motivo l'Euro doveva per forza diventare moneta circolante? la parità era stata fissata, le transazioni finanziare erano già state converite in EURO, i tassi stavano scendendo.... e poi quando inizia a circolare la moneta in poco tempo l'inflazione reale è superiore al 10%!!! Permetterai che qualcosa non ha funzionato nel meccanismo...e nessuno ha il coraggio di recitare il "mea culpa"....Questo è stato il più clamoroso "flop" nella storia recente della finanza mondiale, un tragico errore di sottostima dell'impatto sugli squilibri che il nuovo conio avrebbe portato con sè.. Attenzione, perchè l'unica fonte di reddito che ha beneficiato in questi ultimi anni, ma non per l'Euro, ma grazie al ribasso del costo del denaro, mitigando la sensazione di diminuzione della propria ricchezza è stato il bene immobile. Se per un meccanismo perverso dovessero crollare i prezzi delle case nei prossimi anni, sia per un calo della domanda, e anche a causa di un inversione al rialzo dei tassi nel medio lungo termine, vuoi dirmi come ne veniamo fuori, se non con le ossa rotte?

tutti a difendere rendite di posizione, diritti acquisiti.. non e' colpa della moneta - lutrom (abbonato)  

  By: lutrom on Sabato 08 Novembre 2003 22:36

Il fatto è che purtroppo sono i popoli e le persone che fanno la moneta e non viceversa. Gli imperatori romani della decadenza, disperati, tiravano fuori riforme monetarie e cose simili, ma inutilmente: la riforma ci voleva nelle teste della gente e non nelle loro tasche. Certo, forse oggi senza l'euro ci sarebbe meno inflazione, ma non è questo che conta: quello che conta è la volontà di migliorare, di innovare, di lavorare, è questo che fa prosperare l'economia; e sarebbe poi così importante l'inflazione se questa aumentasse del 6-7% l'anno, mentre i salari reali aumentassero dell' 8-9% e la disoccupazione fosse molto bassa? Noto che blizzard dice: " ...stimare quale impatto devastante potrebbe avere sulla spesa per consumi nei prossimi mesi e come eventualmente possa essere corretto (se ancora possibile), prima di un insurrezione popolare...". Non ricordo chi disse che per fare le rivoluzioni bisogna essere giovani, magri e affamati: invece qui in Italia ormai siamo vecchi e grassi (soprattutto), quindi stento a vedere la rivoluzione. Quello che vedo è solo "vecchiaia", e non mi riferisco tanto alla vecchiaia fisica, ma a quella mentale: tutti a difendere rendite di posizione, diritti acquisiti, dagli industriali agli operai, dai sindacati e dai politici ai commercianti. Invece vedo meno voglia di migliorare, di sperimentare, di rischiare, di cambiare: se non resti al passo coi tempi, se non reggi la "selezione naturle" prima o poi arriverà qualcuno più giovane, più forte, più combattivo a spazzarti via (il nuovo assunto in un'azienda, i barbari per Roma antica, la Cina, forse, oggi; e come non pensare a tutte le culture spazzate via dall'Europa dopo la scoperta dell'America?): non è che io sia un catastrofista, credo che in Italia si continuerà a campicchiare discretamente, tutto sommato, ma il problema che vedo in giro non è l'euro che la gente porta in tasca, ma la testa che molti portano sulle spalle. In finanza si fanno molti discorsi sui massimi sistemi, sulle monete, sulle borse, sull'oro, sulle banche centrali, sull'euro e sulla lira: questo può essere utile a chi fa trading o "gioca" in borsa, ma non credo che poi all'economia reale ciò interessi più di tanto. O crediamo che il "miracolo" economico dell' Italia (un tempo) e della Cina (adesso), per fare solo un esempio, sia dovuto alla moneta in circolazione?

 

  By: blizzard on Sabato 08 Novembre 2003 12:16

ROMA - Gli italiani rivogliono la lira. A quasi due anni dall’introduzione dell’euro il 58,3% del campione intervistato dall’istituto Ricerca-Demoskopea, se potesse, ritornerebbe alla vecchia moneta. Non solo. L’87,9% confessa di sentirsi più povero da quando usa la moneta unica. Dato che è pari al 92,8% al Sud. Mentre il 71% ammette di aver dovuto fare rinunce concrete per il caro-vita, spendendo meno. ANCORA LIRE - Per la quasi totalità del campione (94%) il potere d’acquisto del denaro è diminuito con l’introduzione dell’euro, una sensazione sperimentata personalmente dai più (94,5%). In particolare il 90,8% degli interpellati ritiene che con la nuova moneta i prezzi siano raddoppiati: il 59,9% è «molto d’accordo» con questa affermazione mentre il 30,9% lo è «abbastanza». Solo un 9,2% condivide «poco» o «per niente» questa percezione. Ma non basta. Gli italiani continuano a rimpiangere la vecchia moneta al punto di ragionare ancora in termini di lire: il 54,8% del campione traduce sempre il prezzo da euro in lire; il 20,5% lo fa «talvolta», il 24,7% ormai ragiona in euro. In conclusione il 58,3% vorrebbe tornare alla lira. A desiderarlo sono soprattutto le donne (68,6%) e la gente che abita nel Meridione e nelle isole (66,4%). E’ contento dell’euro il 38,2% degli intervistati, il 3,5% «non sa» cosa pensare. Se è valido il detto «mal comune mezzo gaudio» vada per il mezzo gaudio, perché se si guarda alle retribuzioni degli italiani del 2000-2003, nel poco più di un triennio del passaggio dalla lira all’euro, a perdere sono stati veramente tutti. Dal dirigente (-7,3%) all’operaio (-9,3%) e dal settore iper-tradizionale del tessile alle dotcom , le (tramontate) aziende dell’era tecnologica, nessuno con un reddito fisso può dirsi soddisfatto. Il potere di acquisto è invariabilmente in discesa. Tiene conto, infatti, delle buste paga complessive che comprendono la retribuzione contrattuale (potenzialmente in linea con l’inflazione), più premi, superminimi e via dicendo che se non adeguati determinano appunto la sconfitta contro il carovita. Se si è fortunati, al limite, si può essere contenti di figurare tra coloro che, pur perdendo, si difendono meglio dall’inflazione. corriere.it (Ansa) Un dato medio non c’è anche perché non sarebbe corretto mettere nella stessa pentola manager e operai: comunque per gli impiegati il calo è stato dell’11,1% (-5,1% i quadri, la categoria meno colpita secondo i dati generali). ---------------------------------------------------------------------- Commento laconico: perchè quando hanno fissato i vari concambi non hanno pensato di mantenere l'euro come valuta virtuale? In definitiva, alla prova dei fatti sarebbe stata la scelta migliore.... ...mia moglie l'altro ieri ha fatto la spesa in un negozio di alimentari e gastronomia e tra le altre cose ha comperato un sacchetto di patatine PAI alla modica cifra di euro 3.85 (7.450 lire!!!). Ho voluto immediatamente approfondire.... Le stesse patatine ad un supermercato costano euro 1.60 (3.100 lire), prima dell'introduzione dell'Euro costavano nello stesso supermecato circa 1800 lire. Quindi un aumento del 72% al supermercato e per la gastronomia non lo so quanto costassero prima comunque ipotizziamo un + 30% rispetto al supermercato, quindi approssivamente 2.350 lire... significa un +217%. Mi piacerebbe che venisse approfondito questo argomento e in particolare stimare quale impatto devastante potrebbe avere sulla spesa per consumi nei prossimi mesi e come eventualmente possa essere corretto (se ancora possibile), prima di un insurrezione popolare...