IL MISTERO DELLA MONETA - giorgiofra
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By: giorgiofra on Giovedì 18 Luglio 2013 23:06
Non ho fatto studi economici, e questo mi porta ad essere prudente nelle mie convinzioni. Spesso la logica mi dice il contrario di quello che affermano comunemente quelli che hanno studiato, e la cosa mi lascia davvero perplesso. E' probabile che sia io a sbagliarmi, ma non riesco ancora a capire dove la mia logica faccia cilecca.
Mi riferisco, in particolare, al problema della moneta. Pur essendo convinto che la moneta, in un sistema fiat, non debba necessariamente nascere come debito, se non per un fatto meramente contabile e non sostanziale, posso ammettere di sbagliarmi, ed accettare la dottrina dominante.
Ma ci sono molte cose che comunque non mi tornano.
Partiamo dal debito pubblico. Lo stato, per pagare i titoli in scadenza, ha la necessità di emettere nuovi titoli, ovvero nuovo debito. Gli acquirenti di questi titoli sono le banche, che non dispongono della moneta necessaria a questi acquisti, se non in minima parte. La moneta necessaria viene creata con semplici scritture contabili. Mentre la moneta creata rappresenta un debito, in contropartita vengono inscritti in bilancio i titoli pubblici, così che le partite si annullano.
A questo punto lo stato dispone della moneta necessaria che, in linea del tutto teorica, dovrebbe restituire alla scadenza dei titoli. A quel punto tanto la moneta quanto i titoli verrebbero distrutti.
Ma a questo punto intervengono due fattori che rendono la moneta non restituibile, ed il debito praticamente impagabile.
Innanzitutto la maturazione degli interessi. Alla scadenza la moneta disponibile è sempre inferiore al debito maturato, con la conseguenza che non tutto il debito sarebbe estinguibile.
Ma vi è un altro fattore ancora più importante: per saldare il debito sarebbe necessario rendere tutta la moneta alle banche. Ma questo produrrebbe il collasso dell'economia, che non potrebbe fare a meno della moneta.
Il debito, praticamente, è impagabile, la qual cosa non sarebbe drammatica se su quel debito non maturassero interessi. In pratica l'esistenza stessa della moneta debito produce un continuo ed inarrestabile trasferimento di ricchezza a favore della rendita.
Sento dire in questi giorni che lo stato vorrebbe disfarsi di circa 400 miliardi di cespiti per abbassare il debito pubblico. La cosa che mi chiedo, da falegname ignorante, è questa: perchè lo stato non crea una banca di sua proprietà, capitalizzandola con il conferimento di questi cespiti? Con un capitale di questa importanza la banca sarebbe in grado di erogare crediti di migliaia di miliardi. In tal modo lo stato, all'atto dell'emissione di nuovi titoli di debito, li farebbe acquistare alla propria banca, al tasso di interesse che lo stato dovesse stabilire, fregandosene alla grande dello spread. Alla fine della fiera lo stato si ritroverebbe con l'intero proprio debito detenuto dalla propria banca, che tra l'altro percepirebbe gli interessi.
In pratica lo stato sarebbe indebitato con se stesso, con le conseguenze che sarebbe facile immaginare.
Se nessuna regola vieta ad uno stato di possedere una banca, se una banca può creare moneta in ragione delle proprie riserve, se qualsiasi banca può essere costituita con un capitale costituito da cespiti immobiliari ed azioni, perchè lo stato rinuncia ad avere una propria banca pur potendolo fare e capitalizzandola con una parte del proprio immenso patrimonio?
E' questa la faccenda che non mi torna. E per quanti sforzi faccia mi riesce impossibile non pensare che siamo tutti vittime di una immensa truffa.
Quelli di voi che hanno studiato, potrebbero, per favore, farmi capire in parole semplici dove sbaglio? Gliene sarei davvero grato.