TARGET2 (i vantaggi dell'euro...)

 

  By: Roberto964 on Mercoledì 29 Maggio 2013 13:48

ciao caro Defil, innanzitutto grazie della risposta e della stima. Mi è piaciuto particolarmente questo pensiero: <Per questo insistono nell'ignorare che il problema sta nell'eccesso di offerta e nel contemporaneo deficit di domanda, e non prendono in considerazione l'unica soluzione possibile a questo mondo in enorme accelerazione produttiva: lavorare meno per lavorare tutti. Non è uno slogan retrivo della sinistra di vent'anni fa, ma la soluzione.> ...e quest'altro...dell'iniziativa ero a conoscenza tramite il Bagnai ma per quel che riguarda l'acronimo non ci avevo fatto caso....bravissimo per averlo interpretato....e conoscendo l'arguzia del Bagnai non penso che sia frutto di un caso fortuito... <Per intanto fra pochi giorni, e precisamente il 15 giugno, a Parigi, c'è già qualcuno che presenterà in pompa magna Il Manifesto Di Solidarietà Europea Per Avviare La Ricostruzione (notare la perfidia: l'acronimo è ESM!) Le critiche, da parte dei detrattori della moneta unica, convergono sul fatto che si vorrebbe un Manifesto più radicale. Invece a mio avviso l'approccio è ottimo..>

 

  By: guidone on Mercoledì 29 Maggio 2013 09:21

E accadrà mentre il mondo dei bonds continuerà ad emettere sinistri, non fragorosi, ma comunque percettibili scricchiolii Defil Ciao Infatti, botte da orbi sul TREASURY

manifesto di solidarietà europea per avviare la ricostruzione (ma non è l'ESM...) - defilstrok  

  By: defilstrok on Mercoledì 29 Maggio 2013 02:58

Caro Roberto, posso solo dirti che da sempre la vedo nel modo che tu proponi: ovvero che solo con un'inflazione più vicina al 4% si può continuare a crescere, perché parte della crescita nominale si ribalta su (e a sua volta deriva da) la crescita reale. Un'inflazione al 2% è già quasi deflazione (come ho segnalato più volte scritti favorevoli in questo senso a una sana inflazione sono quelli di Trevitick). Poi ovviamente c'è pure il resto: in primis globalizzazione e innovazione che aggravano l'eccesso di offerta di manodopera conseguente all'aumento demografico, schiacciando costantemente la domanda effettiva sotto quella potenziale. C'è poi il fatto che sì: la stragrande degli economisti, a furia di studiare modelli, dimenticano gli uomini e finiscono per ragionare per astratto e secondo fili di pensiero deterministico-meccanicisti. Per questo insistono nell'ignorare che il problema sta nell'eccesso di offerta e nel contemporaneo deficit di domanda, e non prendono in considerazione l'unica soluzione possibile a questo mondo in enorme accelerazione produttiva: lavorare meno per lavorare tutti. Non è uno slogan retrivo della sinistra di vent'anni fa, ma la soluzione. Fortunatamente, però, nel frattempo qualcosa accadrà ineluttabilmente all'euro (in questo condivido al 100% il pensiero di Bagnai secondo cui, comunque vada, si disintegrerà comunque). E accadrà mentre il mondo dei bonds continuerà ad emettere sinistri, non fragorosi, ma comunque percettibili scricchiolii. Per intanto fra pochi giorni, e precisamente ^il 15 giugno, a Parigi,#http://vocidallestero.blogspot.it/2013/05/bagnai-borghi-e-sapir-manifesto-di.html#more^ c'è già qualcuno che presenterà in pompa magna ^Il Manifesto Di Solidarietà Europea Per Avviare La Ricostruzione#http://www.european-solidarity.eu/^ (notare la perfidia: l'acronimo è ESM!) Le critiche, da parte dei detrattori della moneta unica, convergono sul fatto che si vorrebbe un Manifesto più radicale. Invece a mio avviso l'approccio è ottimo: non un urlo di disperazione ma un più composto tentativo di "preservare le conquiste più preziose dell’integrazione europea" sottolineando come l'attuale crisi rischia di mettere a repentaglio tutto il progetto europeo, ancor più ora che pare si stia affermando un nuovo corso sempre più indirizzato a politiche "ognun per sé" e "tagli alla solidarietà". Come diceva Sapelli in altra sede, questa non è una crisi economica, ma una crisi del modello capitalistico, arroccato su modelli ormai superati, e che non ha il coraggio e quindi non si assume la responsabilità di riconoscere i suoi propri errori. Ma, come ho avuto modo di dire già altre volte, io credo invece che la situazione sia talmente critica e drammaticamente pericolosa da risvegliare (e sicuramente nel segreto dei corridoi sta già avvenendo) un ripensamento critico su scala mondiale. Sarà, ahimé, un processo lungo e travagliato.

 

  By: Roberto964 on Martedì 28 Maggio 2013 18:19

caro Defil, mi è venuto questo dubbio amletico... Oggi, riflettendo su tutte le considerazioni fatte in questi giorni sulla possibile DEFLAZIONE CONTEMPORANEA delle economia "mature" (62% del PIL mondiale con appena 1,045 miliardi di popolazione su 7 miliardi ca,) che porterebbero di conseguenza in deflazione l'intero pianeta e che, a quanto pare, NON sono frutto della mia immaginazione, mi è venuto questo dubbio: è possibile che sia stato commesso un errore marchiano sulla politica monetaria di TUTTI i paesi in questione, dettato da chissà quali studi (magari vecchi di quanti anni) che hanno dato per scontato che un'INFLAZIONE entro il 2% potesse bastare per creare sviluppo e occupazione tenendo i prezzi sotto controllo. Non sono in gradi di valutare se in tale errore, semmai fosse così, ci possa essere stato dolo o solo ignoranza o l'aver dato per scontato che fosse così o, magari, degli errori di calcolo dei vari moltiplicatori (o semplici fogli di excell sbagliati)...e se per avere una crescita costante ed equilibrata, l'inflazione dovesse essere intorno al 4/5%? Del resto, i periodi di massimo splendore economico mondiale sono stati sempre caratterizzati da inflazione elevata (nell'analisi NON prendo in considerazione l'inflazione da petrolio che va dal 1973 al 1981 per OVVI motivi) che erano, peraltro, caratterizzati da disoccupazione ai minimi storici...

 

  By: alberta on Martedì 28 Maggio 2013 16:34

Stralcio ad una intervista a Danny Bendit, profeta del maggio francese del 68.. Danny il rosso e Grillo: «Commette gli errori del 68» -------------------------------------------------------- D. L'unica politica forte oggi è quella tedesca. R. La Germania è il Paese con l'economia più dinamica d'Europa, ma la Germania è una società ingiusta e non egualitaria. La Francia e l'Italia, d'altro canto, sono due economie che vanno male e sono anche ingiuste e non egualitarie. D. Di chi è la colpa? R. Né la destra né la sinistra sono riuscite a dare risposta ai problemi della giustizia e dell'uguaglianza. D. Per questo la sinistra è in crisi? R. Tra destra e sinistra esiste ancora una differenza sui modelli di ripartizione delle ricchezze. Ma sulla libertà no. D. Cosa intende? R. Tra una sinistra che sostiene Chavez o Castro e una destra che sostiene Orban e Berlusconi è difficile trovare le differenze. E sull'Europa si agitano nazionalismi di destra tanto quanto di sinistra. Insomma, la sinistra non sa più chi è. D. Sembra di sentir parlare Beppe Grillo. R. Sì, ma Grillo ha un problema: la democrazia. Lui dice: «Tutti a casa». Non c'è nulla di più autoritario che questa concezione: questo è Mussolini. Oltretutto il suo rifiuto, il 'tutti a casa', non è rivolto solo al parlamento, ma anche ai sindacati e alla burocrazia: praticamente a tutti i corpi intermedi della società. D. Grillo predica la rottura dello status quo. R. Oggi le persone esprimono un'indignazione giustificata di fronte all'incapacità dei politici. Ma la storia ci ha insegnato che se in nome della rivolta giustificata si liquida la democrazia, si mettono le premesse di un sistema peggiore. Noi nel '68 abbiamo fatto lo stesso errore. D. Rinnega il valore della protesta? R. La bontà di un movimento non si vede solo dalla presenza di buoni argomenti. Se sei parte di una struttura politica devi chiederti: questi argomenti sono un veicolo per cosa? D. Che risposta vi deste, allora? R. Dicevamo: non bisogna partecipare alle elezioni. Non avevamo, in realtà, nessuna idea di come si cambiano le cose. D. Secondo lei Grillo ce l'ha? R. Se siedi in parlamento con il potere che ha Grillo, hai una responsabilità. Devi dire: «Voglio cinque leggi, chi le fa con me?». E poi le fai. D. Ma anche lei attacca i partiti. Ha qualcosa in comune con Grillo. R. Li critico perché sono più interessati alla cucina interna che a risolvere i problemi. Questa è una critica che condivido con Grillo. La differenza tra noi è che lui, come alternativa al sistema, propone se stesso. D. Lui e la rete, per essere precisi. R. La rete non si sa cosa sia. La sola cosa che i cittadini conoscono e possono toccare è lui. È l'altra faccia della medaglia di Silvio Berlusconi. Lui è solo, lui è Dio (in italiano). __________________________________________ Ottima analisi, e non è certo di parte moderata........

 

  By: Lelik on Lunedì 27 Maggio 2013 15:47

Defil, e "Dio" volesse la fine dell'Euro vicina. Non sarà la panacea di tutti i mali italici, ma qui tra domanda crollata, tassazione alle stelle, e austerity che porta a incrementare in tutti i modi gli incassi (ovvero imprese ancora che sopravvivono = mucche da mungere perchè comunque "evasori" o "sanzionabili" di qualcosa) sta accadendo un disastro. Le aziende o chiudono o emigrano. E come scrissi tanto tempo fa rimarrà terra bruciata. Per i tuoi ottimi argomenti, forse è interessante questo libro: http://press.princeton.edu/titles/10004.html Mi riservo se mai avessi tempo, dubito nei prossimi mesi, da dedicare a qualcosa di diverso dal lavoro, di recuperarlo per leggerlo.

 

  By: defilstrok on Lunedì 27 Maggio 2013 14:15

La seduta clou di questa ottava dovrebbe essere giovedì. Oltre al dato relativo al PIL USA, qualche ora dopo verranno pubblicate le statistiche giapponesi su disoccupazione e CPI. In merito all'occupazione, la questione è stata messa in luce, nella sua irrisolvibilità, mercoledì scorso quando qualche ora dopo che Bernanke si era prodigato a dire che avrebbe insistito nel QE fino a quando non vedrà il tasso di disoccupazione scendere al 6%, la Microsoft ha annunciato un piano di assunzione di nuovi 50.000 addetti... in Cina! Ma è il CPI su cui focalizzare l'attenzione. Nonostante sette mesi di Abenomics, le stime prevedono che la prossima rilevazione debba passare da -0,5% a -0,4%. Anche se fossero confermate, sai che goduria? L'ho scritto altre dozzine di volte: siamo in stagdeflazione, e la situazione non è momentanea ma quasi strutturale; questo è il problema. Chi mastica un po' di economia sa bene come tra gli economisti, sia keynesiani che monetaristi, sia evidente la correlazione inversa tra disoccupazione e indice dei prezzi (espressa da quella che è nota come curva di Phillips, contro la quale si scagliò la scuola di Chicago nel tentativo di spiegare la stagflazione). Ma oggi siamo in un fenomeno contemplato solo di recente: la stagdeflazione. La quale si spiega in diversi modi (innovazione tecnologica, eccesso di tassazione, aumento demografico che comporta un aumento della domanda "potenziale" e dell'offerta di lavoro "potenziale" ma a fronte di un'offerta che è però crescente grazie all'innovazione tecnica e alla globalizzazione e quindi a prezzi calanti e a una domanda di lavoro a tassi calanti). Ma la questione ultima, indipendentemente dalle cause, è l'effetto: la Trappola della Liquidità. Mai come oggi di liquidità ce n'è stata così in abbondanza (a parte in Italia). Ma la Trappola della Liquidità, fino al decennio scorso confinata al caso giapponese, è stata ormai esportata in tutto l'Occidente con contaminazioni che rifluiscono anche ai paesi emergenti ed emersi. E allora? che possiamo aspettarci? Io credo, con Keynes, che dalla Trappola della Liquidità si possa uscire solo grazie ad uno shock. E che tutto il resto non serva a nulla (né Abe, né Bernanke). Ebbene: ho sentore che questo shock non tarderà a manifestarsi, e saranno dolori. Ma finalmente, ne usciremo. E questo sentore mi viene dal mercato dei bonds che vengono (ancora) sottoscritti ma pian pianino con maggior riluttanza e con una strisciante (per ora) inversione di tendenza dei rendimenti (veramente assurdi: all'ultima asta gli OAT a 3 mesi sono stati collocati a tassi facciali dello 0,001%). Se questa dinamica si svilupperà, gli Stati vedranno salire gli oneri del debito pubblico e questo accentuerà lo shock che - Dio volesse - potrebbe sfociare infine nel dissolvimento dell'euro. E tutto questo dovrebbe accadere in un contesto di ulteriore peggioramento dell'economia lato produzione e occupazione. Un brutto sogno? previsioni apocalittiche? Macché! Personalmente non vedo altre possibilità per dare una "risistemata" ad una situazione lungi dal risolversi continuando su questo sentiero. Se deve essere shock, che shock sia!

 

  By: defilstrok on Lunedì 27 Maggio 2013 13:33

Ottime osservazioni, che sottoscrivo

 

  By: themaui on Lunedì 27 Maggio 2013 09:31

Pronti al default? Sembra che ci stiamo preparando per un default di qualche stato (a voi le percentuali di chi potrebbe fallire prima) senza che arrivi nessuno a salvarlo (parlo di BCE, EFSF, FMI o altro) Possibile? Probabilmente si. Vediamo perchè. 1. Operazione 1 - Grecia Salvare la Grecia è costato un sacco di soldi agli stati Europei. Dal Sole24Ore: " Al maggio 2013 sono stati sborsati ad Atene prestiti per una cifra astronomica di 200,9 miliardi di euro tra fondi europei (176 miliardi di euro) e dell'Fmi (24,9 miliardi di euro) come somma dei due piani di salvataggio decisi nel maggio 2010 e 2011. La cifra è contenuta nell'ultimo report della commissione europea intitolato: The second Economic adjustment Programme for Greece second review -May 2013 a pag. 53. " Direi che come test di salvataggio è stato piuttosto caro, in relazione alla dimensione dello stato e al fatto che il pil greco è 250 miliardi di euro circa ad oggi. Si tratta di un esperimento che si possa ritenere abbastanza fallimentare, visti i soldi messi in campo e i risultati ottenuti al momento. 2. Operazione 2 - Cipro A fine Marzo 2013 viene deciso un prelievo forzoso del 37.5% dai conti correnti delle banche di Cipro, per conti con deposito sopra i 100.000 euro, come condizioni per il salvataggio di Cipro da parte della UE. In tale modo Cipro riceve dalla Troika un prestito di 10 miliardi di euro (anche qui ottimo affare visto che il pil di Cipro è circa 19 miliardi di euro e visto che i soldi servono a salvare stato e banche). Viene quindi aggiunto uno strumento ulteriore all'arsenale degli strumenti di default e di ristrutturazione del debito forzoso: ora non sono più inviolabili nemmeno i conti correnti e i soldi dei cittadini, che possono essere usati per salvare lo stato e le banche. Inoltre il metodo è piaciuto molto in sede europea. Ricordiamo quanto disse Dijsselbloem a fine Marzo (Presidente Eurogruppo) a Reuters in merito a Cipro : “Se vogliamo un settore finanziario sano, l’unico modo è dire che chi ha assunto dei rischi deve gestirli e se non ci riesce non doveva assumerli. La conseguenza può essere la fine." E fino a qui è più che condivisibile. Peccato che poi gli sfugga un : "Il prelievo forzoso a Cipro è il nuovo modello per i salvataggi." Dichiarazione poi subito smentita. E' noto che se si dice una cosa chiara e vera va smentita entro 24 ore. Un precedente da non dimenticare. 3. Operazione 3 - Italia & CAC Dal 01 Gennaio 2013 i risparmiatori che hanno investito in titoli di Stato potrebbero essere soggetti a una decurtazione di capitale esattamente come è successo in Grecia. Questo è l’effetto del decreto 96717 del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che attua una norma del Trattato di Istituzione del Meccanismo Europeo di Stabilità (ESM) sottoscritto dai 17 paesi dell’Eurozona. Queste Clausole prevedono che i termini e le condizioni dei titoli di Stato possono essere modificati mediante un accordo tra l’Emittente (lo Stato o Ente collegato) e una percentuale di detentori (gli investitori). Le percentuali sono a seconda dei casi 75%, 66 e 2/3%, e in alcune occasioni 50%; una volta raggiunte tali percentuali le modifiche di termini e condizioni si applicano a tutti i detentori. Visto il caso greco, raggiungere tali percentuali non è così difficile davanti alla domanda: preferisci una decurtazione o una perdita del 100%? Quindi gli Stati hanno un altro strumento a disposizione. Alla peggio tale strumento ce l'hanno chi deve forzare gli Stati ad usarlo. 4. Operazione 4 - Inizio delle dichiarazioni preparatorie Che Weidmann non sia un sostenitore dei salvataggi è noto. Ma raramente è arrivato a delle affermazioni così chiare. Il 24.05.2013 Weidmann dice (fonte Repubblica): " Perché il mercato sia tale, una controparte deve poter fallire. E questo deve valere anche per gli Stati ed il loro indebitamento. Il fallimento di uno Stato sul proprio debito sovrano nell'Eurozona deve anzi essere possibile proprio per assicurare una disciplina di mercato. [...] Nel lungo termine - ha detto, intervenendo a un convegno monetario organizzato dalla banca di Francia a Parigi - dobbiamo assicurare che sia possibile il fallimento di uno Stato. La possibilità di un 'default' è un elemento chiave per la disciplina di mercato". E' per questa ragione che l'Eurozona sta lavorando sulla regolamentazione finanziaria e per la creazione dell'unione bancaria che spezzerà il legame tra le banche e il debito sovrano del proprio Paese. " Parole piuttosto condivisibili quelle di Weidmann, che riportano un po' la bussola al senso del rischio e del libero mercato. Quindi ipotizziamo per assurdo di essere uno stato con un elevato rapporto debito/pil (prendiamo un esempio a caso, ovvero l'Italia). Cosa possiamo fare? 1. default 2. chiedere aiuto alla Troika (e fare la fine della Grecia, un affare) 3. arrangiarci da soli (con la politica che ci ritroviamo lo metto come opzione ma lo ritengo improbabile) 4. ristrutturazione del debito usando i soldi dei cittadini presi dai conti correnti e la rinegoziazione dei contratti sui titoli di stato fatta minacciando l'opzione 1. Considerato che il processo per il quale si sta cercando di far acquistare il grosso del debito pubblico degli Stati ai cittadini stessi o comunque alle istituzioni finanziare dello stato stesso è in corso, chi pensate che pagherà anche l'opzione della rinegoziazione? 5. non fare niente e sperare che i mercati ci ignorino per sempre e che Draghi ci difenda con il suo bazooka per sempre, Abe pompi soldi per sempre nella finanza, Bernanke faccia QE ogni 2 mesi e che nessuno si accorga che l'economia reale si sta distruggendo: è quello che stiamo facendo, devo dire anche molto bene. Quindi, se capita un'altra Cipro si potrà fare ancora qualche altro test, ma poi dovremo trovarci pronti a un default o un default selettivo di quelli in grande stile. Ma non il default di un piccolo stato come la Grecia, qui si parla di roba grossa, tanto per riportare la finanza e il mondo dell'investimento sulla terra dall'iperspazio monetario in cui è stato spedito dall'eccesso di liquidità. Chi si offre volontario? http://borsadocchiaperti.blogspot.it/2013/05/pronti-al-default_26.html?spref=tw#.UaLvib9N418

 

  By: Bullfin on Domenica 26 Maggio 2013 13:53

le masse continuavano ad applaudire ed a ragliare felici, salvo poi, dopo la disfatta, trasformarsi in accesi antifascisti ed antinazisti...Come si dice, del senno di poi son pieni i fossi... e infatti secondo me andrà a finire così anche questa volta... Nota bene che siamo l'unica nazione al mondo ad avere almeno un'impresa tra le prime 5 in ogni settore produttivo....altro che Giappone....ma a forza di svendere e di schiacciarci gli attributi non ne avremmo nemmeno piu' una.

FULTRA 10 MARZO 2020: Qui sotto la fotocopia dal vero "cialtrone medio italico" : Antitrader. Fatene una copia del pensiero per i posteri e quando tra 50 anni vorranno capire perchè l' talia sia finita miseramente

 

  By: lutrom on Domenica 26 Maggio 2013 13:47

Bull, è tutto inutile quello che dici, giusto (con qualche aggiustamento, magari, ma sostanzialmente giusto) ma è inutile: i tentativi di convincere le masse sterminate di asini sono come i tentativi che facevano gli oppositori per convincere la gente che Mussolini era un pallone gonfiato che ci avrebbe portato alla rovina o che Hitler era un pazzo esaltato; le masse continuavano ad applaudire ed a ragliare felici, salvo poi, dopo la disfatta, trasformarsi in accesi antifascisti ed antinazisti...Come si dice, del senno di poi son pieni i fossi... E' come convincere certi studenti somari che sono somari: per loro la colpa è sempre degli altri; fai verifiche oggettive (test), e dicono che il test era difficile, fai gli orali, e dicono che il docente ha delle preferenze, fai venire la commissione esterna, e dicono che ci sono i raccomandati... La mamma degli imbecilli è sempre incinta... Poi, cosa che non si vuole ammettere, è che il Giappone è vero che sta probabilmente meglio di noi per vari aspetti, per esempio i giapponesi hanno sicuramente più senso dello stato degli italiani, però è anche vero che, in rapporto al PIL, il loro debito pubblico è quasi il doppio del nostro, se non sbaglio... Quindi... Eppure...

 

  By: Bullfin on Domenica 26 Maggio 2013 13:13

La verità è che lo Stato Italiano è fallito nell’estate del 2011, quando gli interessi del debito nazionale andarono fuori controllo e, come risultato, l’Italia perse l’accesso ai mercati finanziari. Ah si!!!! e allora il Giappone, l'Uk, etc.??? Diciamo che non si fallisce perchè si stampa. L'Italia è stata lasciata senza stampa per dei mesi fino alla caduta di Berlusca. Questo non è fallimento è solo stato un ricatto perchè abbiamo (deficienti) delegato la politica monetaria. Se togliamo la stampa alla banca centrale giapponese e diamo questo diritto alla BC tedesca, in due secondi i giapponesi hanno tassi a due cifre.... Quanta ignoranza vi è in giro.....

FULTRA 10 MARZO 2020: Qui sotto la fotocopia dal vero "cialtrone medio italico" : Antitrader. Fatene una copia del pensiero per i posteri e quando tra 50 anni vorranno capire perchè l' talia sia finita miseramente

 

  By: themaui on Domenica 26 Maggio 2013 12:16

" IL DISCRETTO COLLASSO DELL'ECONOMIA ITALIANA" "Mentre l’attenzione sulla crisi dell’euro è focalizzata principalmente su Grecia e Cipro, non è un mistero che l’Italia - con la Spagna - sia la vera sfida per il futuro della moneta comunitaria. Nel silenzio della stampa internazionale, la condizione della macroeconomia italiana non mostra alcun segno di miglioramento: anzi, numerosi indici ritraggono un’economia nazionale in depressione piuttosto che in severa recessione. Non è esagerato affermare che l’economia italiana sta crollando. L’Italia è la terza economia dell’eurozona, dopo la Germania e la Francia, ed ha contratto il più grande debito pubblico (più di duemila miliardi di euro) che è andato crescendo ad un ritmo sorprendente, persino in tempi recentissimi ed in particolare in rapporto con il PIL (130%), visto che quest’ultimo sta rapidamente contraendosi. Come è possibile che un tale debito sia sostenibile? Infatti non lo è! Per il momento, grazie alla BCE (che ha acquistato 102,8 miliardi di euro di debito italiano tra il 2011 e il 2012) e specialmente al meccanismo LTRO, le finanze italiane hanno potuto essere tenute a galla. Le banche italiane hanno potuto assorbire 268 miliardi di euro di liquidità emessa dalla BCE grazie al programma LTRO, il cui meccanismo è il seguente: "Dato che la BCE non può prestare liquidità agli Stati, eccetto in caso di emergenza estrema e per ragioni di stabilizzazione dei mercati finanziari a breve termine, la presta alle banche che acquistano titoli di credito governativi". E’ interessante notare che LTRO funziona come strumento per permettere il ritiro in buon ordine degli investitori internazionali dall’Italia, specialmente francesi e tedeschi, la cui quota detenuta di debito italiano è passata dal 51% al 35%, facendo sembrare che fossero le banche italiane a ricomprare il debito nazionale. Questo è un segnale importante, che va in senso contrario alla interdipendenza che ci si aspetterebbe nel quadro di un’unione monetaria e di una prossima unione politica dell’eurozona. E’ realistico pensare che molti investitori stiano riducendo sistematicamente la loro esposizione in Europa del Sud, nella speranza che una prossima uscita dall’euro avrà per loro conseguenze meno gravi. Per gli euroscettici significa che, una volta che gli investitori stranieri si saranno ritirati, l’Italia verrà abbandonata al suo destino. La verità è che lo Stato Italiano è fallito nell’estate del 2011, quando gli interessi del debito nazionale andarono fuori controllo e, come risultato, l’Italia perse l’accesso ai mercati finanziari. Ma, a causa dell’importanza dell’Italia come realtà economica e come DEBITRICE, la BCE e le autorità politiche europee hanno acconsentito alla creazione artificiosa di una parvenza di mercato attorno alla finanza pubblica italiana. L’Italia avrebbe dovrebbe rimanere sotto questa tutela fino a quando la situazione economica interna non fosse migliorata migliori insieme alla fiducia dei mercati per tornare ad accedere al mercato del credito. Ma questo purtroppo non avviene e non ci sono segni che lascino sperare che ciò accada nei prossimi anni. La situazione dell’economia italiana è semplicemente drammatica. Recentemente è apparso un rapporto che rivela come la crisi attuale (2007-2013) sia molto peggiore di quella del 1929-1934. Nella presente crisi gli investimenti sono crollati del 27.6% in cinque anni, contro il 12.8% della recessione tra le due guerre. Il PIL è sceso del 6.9% contro il 5.1%. L’Italia, il cui comparto manufatturiero è secondo in Europa dietro la Germania, ha perso il 24% della sua produzione industriale, tornando ai livelli del 1980. Nessun dato mostra segni di ripresa. Dal’inizio dell’anno, il Paese ha perso più di 31.000 aziende ed ogni giorno chiudono 167 punti vendita al dettaglio, un’autentica disintegrazione del settore della distribuzione. Il settore dell’auto, uno dei più importanti, non fa che contrarsi: dai 2,5 milioni di vetture vendute nel 2007 siamo giunti ai 1,4 milioni di oggi, come nel 1979 e continuano a scendere. L’edilizia, altro pilastro dell’economia nazionale, è alla rovina: la caduta del 14% nel 2012 è l’ultima di una lunga serie. Le vendite di alloggi sono scese del 29% nel 2012 rispetto al 2011 che fu una catastrofe, fino al livello del 1985 di 440.000, la metà del 2006. L'impatto di questa tendenza sull’impiego è drammatico: la disoccupazione e’ giunta al 12% e sale rapidamente. Mezzo milione di lavoratori sono in cassa integrazione, e appare certo che a breve termine perderanno il loro impiego invece di essere reintegrati nel ciclo produttivo. Lo Stato Italiano si è finora arrabattato per difendere la propria posizione finanziaria per mezzo di ulteriori tassazioni, piccole riduzioni di spesa e altri prestiti. Come illustrato prima, lo schema di questi nuovi prestiti è stato architettato con la BCE e il settore bancario. La tassazione ha raggiunto livelli record, e con la stretta creditizia sta asfissiando l’economia interna. I tagli di spesa sono stati applicati fino ad un certo punto ma, come l’aumento delle tasse, hanno un effetto deprimente sull’economia per non parlare della loro difficile applicazione in un sistema clientelistico per non dire apertamente cleptocratico come quello Italiano. Sotto la pressione della UE l’Italia si è impegnata a misure rigorose di controllo della spesa pubblica, fino ad introdurre un emendamento costituzionale per farle rispettare. Sembra assurdo ma il bilancio dello Stato appare in attivo se non si considerano gli interessi passivi sul debito, ma questo è dovuto al fatto che lo Stato spesso “dimentica” di pagare i suoi fornitori: lo scoperto nei confronti delle aziende fornitrici ammonta a una cifra oscillante fra 90 e i 130 miliardi di euro. Non è difficile immaginare che, in pochi mesi e malgrado le nuove tasse, il collasso di interi settori dell’economia interna causerà un rapido abbassamento degli incassi di imposte. Visto che non sembra possibile contrarre nuovi prestiti e che in Italia parlare di misure di austerità è una barzelletta, lo Stato italiano si troverà senza vie di uscita possibili e saranno necessarie nuove misure della BCE. Essenzialmente, una forma di fallimento assistito e controllato. Ma, dati gli ordini di grandezza dell’economia e del debito pubblico italiani, ciò è semplicemente impossibile. In assenza di qualsiasi consenso politico riguardo ad una politica monetaria radicalmente diversa della BCE, il solo scenario realistico sarà quello di una rinegoziazione o di una ristrutturazione del debito, come suggerito da Nouriel Roubini in una precisa analisi pubblicata circa 18 mesi fa. Il collasso della finanza pubblica italiana sta avvicinandosi rapidamente ed avrà un enorme impatto sull’Eurozona e sulla UE." ( versione originale in lingua Inglese) http://blogs.lse.ac.uk/eurocrisispress/2013/04/23/the-quiet-collapse-of-the-italian-economy/

 

  By: shabib on Venerdì 19 Aprile 2013 10:32

Da Bce munizione speciale a Francia: licenza di stampare denaro http://www.wallstreetitalia.com/article/1548776/crisi/da-bce-munizione-speciale-a-francia-licenza-di-stampare-denaro.aspx FIGLI E FIGLIASTRI..................

 

  By: Esteban. on Giovedì 18 Aprile 2013 12:13

^Nigel Farage EU Common Criminals#http://www.youtube.com/watch?v=BfK3_kJ4z7k&feature=youtu.be^