I moti francesi di queste settimane non han nulla a che vedere con la situazione economica della Francia
che e' infinitamente migliore di quella dell'Italia, ci han staccato di 500 miliardi di pil.
I moti riguardano le disuguaglianze sociali che, guarda caso, in Italia sono ancora piu' acute.
Queste bizzarre e variopinte combriccole che scendono in p.zza non hanno alcuna possibilita' di
cambiare alcunche'. Senza ideologie non si fanno rivoluzioni, e questa e' un'epoca in cui non solo
le ideologie sono morte, ma c'e' un individualismo sfrenato il cui collante e' un'irrefrenabile pretesa
di volersi distinguere. Sotto sotto, anche la mia portinaia si ritiene un'elite dall'alto del suo lavoro
stabile e sicuro e mai sara' disposta a fare alcunche' per gli operai che vengono licenziati.
Mettetevelo bene nella zucca (vuota), se non si torna a una feroce lotta di classe le diseguaglianze
andranno sempre piu' aumentando col risultato che si arrivera' a nuovi fascismi, e in questo
l'Italia fa da apripista. E' sempre la solita storia, le destre si presentano in versione sociale
e poi si arriva al manganello e all'olio di ricino.
L'unica categoria che potrebbe terremotare i paesi occidentali e' quella dei trasportatori, ma, anche li',
a MIlano son 40 anni (prima non lo so) che c'e' lo sciopero dei mezzi pubblici con cadenza
periodica, guarda caso lo fanno sempre di un solo giorno e sempre di venerdi'.
Quando si dice "la voglia di rivoluzione", rivoluzione sta minghia? Quelli vogliono solo
il we lungo.
Quanto ai gilet gialli faranno la fine del popolo viola, manifestazione spontanea e oceanica
di 1,5 miliono di persone, risultato? Durarono quanto un gatto sulla tangenziale.