Il Problema è l'Europa

 

  By: gianlini on Martedì 25 Marzo 2014 10:09

c'è oggi questa notizia dei cinesi parenti delle vittime che hanno assaltato la ambasciata malese dopo che è stata ufficializzata la scomparsa del Boeing KL-Pechino da noi per la vicenda dei marò non c'è stato un solo episodio di tentativo di rivalsa verso indiani o l'India

Solo la Francia può fare leva sulla patria - GZ  

  By: GZ on Lunedì 24 Marzo 2014 22:58

L'Italia non darà mai per prima il via al crollo della gabbia dell'Eurozona e così la Spagna (e nemmeno la Grecia proverà ad uscirne, nonostante sia stata ridotta in macerie), perchè da noi le forze patriottiche e nazionaliste sono ancora oggi identificate con la sorte del fascismo (damnatio memoriae), come in Germania del resto, ma la differenza ovviamente è che per loro l'Euro è un vantaggio non una disgrazia. La battaglia contro la Troika e l'Euro, che lo si lo voglia o meno, #i# vede necessariamente contrapposte le patrie, le nazioni e le comunità etniche al Mondialismo e alla Globalizzazione#/i# , nelle sue varie denominazioni. Alla fine occorre una forza che metta al centro della sua identità, prima ancora che del suo programma politico, la patria, la nazione o se non ti piace questo termine (per via dell'assonanza delle prima quattro lettere), il semplice fatto di essere un popolo e non una massa di consumatori, di utenti e di contribuenti. #b# Senza un identità collettiva l'esercito avverso al Mondialismo non si forma#/b# , non si sa dove mandare le cartoline precetto, non si ha una base dove raccogliersi, non si trovano le insegne... In Francia la situazione è totalmente diversa perchè la nazione esiste da prima di Carlo Magno, la santa più nota non è S. Maria Goretti o Maria Teresa d'Avila, ma Giovanna D'Arco che combatteva a cavallo per il re e per la Francia e più di mille anni dopo hanno avuto il generale Charles de Gaulle, che non era tanto un militare (veniva da una famiglia di intellettuali e passava il tempo a leggere e leggere quando poteva) o uno di "destra" (in economia era dirigista), ma un patriota, uno che ha salvato il patriottismo e il nazionalismo francesi, identificandolo con la sua persona e portandolo, come una reliquia, nel campo vincente. In questo modo ha resuscitato l'autostima e l'orgoglio della Francia dalla sconfitta e dal collaborazionismo. Anche adesso, decenni dopo la sua morte, De Gaulle consente, con la sua eredità politica e simbolica, la riattivazione del patriottismo e del nazionalismo francesi La Francia, in apparenza è un paese industriale, consumista e globalizzato come gli altri paesi occidentali, ma sotto la superficie è (forse) ancora l'unica nazione europea rilevante in grado di richiamarsi alla sua storia, sentirla come gloriosa, qualcosa da difendere. E' l'unico paese occidentale in cui le forze malefiche del multiculturalismo e del "marxismo culturale" non hanno ancora sradicato il senso della patria, della terra e della propria storia. Se l'Europa e se noi in Italia usciremo dalla dittatura finanziaria dell'Eurozona, sarà perchè Santa Marina farà la grazia. Il nostro problema in Italia è se ci sarà qualcuno in qualche modo sulla stessa lunghezza d'onda quando l'Italia riceverà l'onda d'urto del terremoto francese.

 

  By: shabib on Venerdì 21 Marzo 2014 15:00

EUROPA SI , EURO NO ! perche' come straripetuto per l'italia la situazione e divenuta molto piu' insostenibile "Morire per l'euro?"Le misure di Matteo Renzi non bastano a far uscire l'Italia dalla crisi. Il Paese deve affrontare la questione cruciale dell'appartenenza al Sistema monetario europeo “Morire per l’euro?” è questo il tema su cui si concentrerà il dibattito nella maggior parte dei Paesi europei in vista delle elezioni del prossimo 25 maggio per il rinnovo del Parlamento di Strasburgo. Pure in Italia, uno dei Paesi più europeisti, l’amore per la moneta unica sta scemando a vista d’occhio e molti partiti si mostrano sempre più scettici nei confronti dell’euro, come i grillini e i sostenitori di Forza Italia, ed altri arrivano a propugnare l’uscita del Paese dall’Unione monetaria, come la Lega Nord e Fratelli d’Italia. A continuare a difendere l’euro è, come capita anche in altri Paesi, è la sinistra tradizionale. Ed in Italia è oggi proprio il Governo di Matteo Renzi, leader del Partito Democratico, ad essere chiamato a far uscire il Paese dalle secche di una crisi, in buona parte provocata dall’euro, che è costata un milione di posti di lavoro, una caduta del PIL pari al 9%, la diminuzione del 25% della produzione industriale e la riduzione del tenore di vita delle famiglie ai livelli della fine degli Anni Ottanta. Sono dati devastanti che richiedono una terapia choc, come l’uscita dell’euro e la riacquisizione dell’autonomia monetaria che permetterebbe una svalutazione indispensabile per ritornare ad essere competitivi. La strada imboccata da Matteo Renzi è un’altra: tentare con tagli alla pressione fiscale sui lavoratori a basso reddito (circa 80 euro il mese per chi guadagna meno di 1'500 euro) di rilanciare i consumi e con alcuni alleggerimenti fiscali sull’IRAP, sulla bolletta energetica di migliorare la posizione competitiva delle imprese oltre al pagamento degli arretrati della pubblica amministrazione (circa 70 miliardi). Le misure si muovono nella giusta direzione, ma non bastano per provocare una svolta per l’economia del Paese ed inoltre non paiono compatibili con l’obiettivo dello stesso Governo di rimanere con il deficit pubblico al di sotto del limite del 3%. E infatti dalla Commissione europea e dalla Banca centrale sono già arrivati i primi ammonimenti a non sforare gli obiettivi di risanamento delle finanze pubbliche concordati con i partner europei. E’ facile prevedere che, anche se tutte le misure proposte da Matteo Renzi venissero attuate, l’Italia non conoscerebbe quella ripresa, di cui ha forte bisogno, ma conoscerebbe una crescita modesta (inferiore all’1%) che non sarebbe sufficiente a fermare l’emorragia di posti di lavoro, a rilanciare gli investimenti e a lasciarsi alle spalle l’attuale clima di sfiducia (se non addirittura di disperazione). Infatti anche il contesto internazionale non aiuta il Governo italiano. L’euro sta rafforzandosi rispetto al dollaro e, quindi, rende difficile la penetrazione dei prodotti europei sui mercati extraeuropei. Inoltre la crescita europea non pare destinata a subire un’accelerazione, mentre quella di molti Paesi emergenti è in vistoso rallentamento. Anche l’euforia dei mercati finanziari sembra destinata, prima o poi, a lasciare il posto ad un ritorno alla realtà. Se si guarda a lungo termine l’opera appare impossibile. Infatti con il peso dell’attuale debito pubblico (che supera il 130% del PIL) l’Italia è chiamata a risanare i conti e nel contempo a ricreare condizioni di competitività per la propria economia in un contesto di crescita modesta (se non addirittura di recessione) con dei livelli salariali che sono già tra i piu’ bassi dell’Europa. Appare un’impresa possibile solo se si decide di operare quei tagli della spesa pubblica simili a quelli attuati dalla Grecia. Il Paese rischia inoltre di indebolire ulteriormente la propria struttura industriale, ossia la sua vera forza. Quindi, si ripropone la domanda iniziale: vale la pena morire per l’euro? Già nel 1992, l’Italia usci’ dal Sistema monetario europeo, lascio’ svalutare la propria moneta e conobbe una forte ripresa. Indubbiamente, uscire dall’euro è molto piu’ complicato che uscire dal Sistema monetario europeo, ma non è impossibile. I costi iniziali sarebbero maggiori, ma anche i benefici successivi sarebbero probabilmente maggiori. I costi ricadrebbero soprattutto sul valore dei risparmi, i benefici un’economia di nuovo in crescita e con un grande recupero di fiducia, che potrebbe affrontare in un contesto favorevole i problemi strutturali che affliggono il Paese. Il dibattito si è aperto e questo è già un segnale che fa ben sperare. Redazione | 20 mar 2014 07:00 http://www.ticinonews.ch/tuor-blog/195384/morire-per-l-euro

 

  By: foibar on Venerdì 21 Marzo 2014 14:20

Paolo, magari questa ti potrebbe interessare: http://www.astagiudiziaria.com/allegaticlasse/6052531.pdf buona giornata

 

  By: gianlini on Venerdì 21 Marzo 2014 11:04

Paolo, non capisco di cosa ti stupisci io ho un cugino austriaco, di Innsbruck, mio coetaneo Da quando aveva 10 anni è sempre stato impressionante il divario di conoscenze e capacità rispetto non solo a me, ma a qualsiasi ragazzo italiano di pari età. Tu non immagini neanche si ha l'impressione errata che gli austriaci valgano meno dei tedeschi quanto a tecnica, tecnologia e capacità, ma è solo perché sono più signorili, riservati e numerosi degli omoglotti di stirpe renana

 

  By: Morphy on Venerdì 21 Marzo 2014 06:32

Bella quella barca. E' da un po' di tempo che penso di prenderne una da mettere in PO. Beh il prezzo penso sia franco fabbrica e motore escluso, vero? morphy

– Ho imparato a non fare lotta con i maiali. Ti sporchi tutto e, soprattutto, ai maiali piace...

 

 

  By: Paolo_B on Venerdì 21 Marzo 2014 00:01

Infatti le Zille qui sotto sono proprio le tradizionali e tipiche barche in legno del Danubio. Però non c'è bisogno di rendere esplicito il confronto con l'Italia che ha acqua tutto intorno a sé e che in questo settore dovrebbe stracciarli, i crauti. Invece no ...

 

  By: gianlini on Giovedì 20 Marzo 2014 22:32

Tanta poca acqua non ce l'hanno, tedeschi e austriaci, Paolo a livello di laghi siamo più o meno simili come estensione e varietà (Bodensee, Chiemsee, i laghi attorno a Berlino, attorno a Salisburgo, il Danubio....)

 

  By: Paolo_B on Giovedì 20 Marzo 2014 22:01

si, organizzazione nella produzione e trasparenza di prezzi. Quello che mi ha colpito è che ogni artigiano che fa le barche in legno (non è mai produzione industriale, dato il tipo di prodotto, per di più fino ad ora fatto per il mercato interno), in Austria e in Germania mette i prezzi. http://www.witti.co.at/Default.aspx?Mode=ShowItem&ItemId=30 Ai prezzi qui sopra in Italia, in legno, non prendi neanche l'usato. Questa settimana giro tutti i cantieri e vi dirò se trovo qualcuno che qui mi fa una barca di 6 metri per 145 a 2800 euro iva inclusa.

 

  By: Morphy on Giovedì 20 Marzo 2014 20:36

Paolo te lo dico io il perché. Mio papà aveva un ditta artigiana (io e lui in pratica). Ad un certo punto mi metto nella testa di crescere un po'. L'unica cosa che ho fatto è stata quella di eliminare i tempi persi dati da disorganizzazione. Essenzialmente l'Italia non brilla per efficienza ed organizzazione e questo costa soldi. Poi devo dire che, fino ad ora, non abbiamo mai brillato per onestà. E cioè se tu vai da un artigiano la mossa più strategica che compie è quella di sparare alto per fare il classico botto. Per cui qui bisogna avere occhio e gambe morphy

– Ho imparato a non fare lotta con i maiali. Ti sporchi tutto e, soprattutto, ai maiali piace...

 

 

  By: Paolo_B on Giovedì 20 Marzo 2014 19:50

Non possiamo andare avanti così. Ci battono gli austriaci e i tedeschi in campi IMPENSABILI. Ho avuto il posto barca. Ho finalmente il posto barca. Un 7 mt. per 2 circa. Quindi sto decidendo per una imbarcazione. Contro ogni consiglio volevo prenderla di legno, tradizionale. Le scelte possibili sono due, entrambe con chiglia piatta che va bene sia in città che in laguna. O prendo un sandolo, bellissimo, solo a remi o con piccolo motore, oppure una un po' più larga dove ci si può mettere fino al max. 40 cv (di più non mi interessa). Allora, una cosa che dovrebbe essere abbondante ed economica sono i cantieri navali. E ci sono, ma mi sparano cifre altissime. Ma per curiosità sono andato a vedere cosa mi costerebbe fare in austria, a poche centinaia di km, la stessa barca, in sostanza. Si tratta infatti di barche da fiume e da lago, che in città e laguna vanno bene, fatte dagli austriaci. Bene, per una barca di legno delle stesse dimensioni, nuova, gli austriaci mi chiedono la metà. La metà ???? Possibile che con la poca acqua che si ritrovano tedeschi e austriaci fanno barche più a buon mercato che da noi ??? Non può andar bene così ...

 

  By: shabib on Giovedì 20 Marzo 2014 17:55

HOBY , ecco perche' dico che bisogna che noi italiani riusciamo a cambiare qualche cosa nel gioco NOSTRO ED EUROPEO : Shabib,se è per quello basterebbe che producessimo qualcosa ( oltre quello che già facciamo, ovviamente ) da vendere pure ai cambogiani o agli ..haitiani , e non necessariamente ai paesi core dell' Europa. D'ACCORDO HOBY , MA NON E' SEMPLICE VENDERE MASSICCIAMENTE IN PAESI CHE PRODUCONO RISPETTO A NOI A COSTI RIDOTTISSIMI ,hanno diversi bisogni , VORREBBE DIRE CHE NOI DOVREMMO COMPETERE NON SOLO A QUALITA' PIU' ALTA MA ANCHE A PREZZI COMPETITIVI CON PAESI NO EUROPEAN CORE ... Ma se sei considerato un PIIGS,l'operazione di trasferimento di valuta,che nasce NECESSARIAMENTE con una target liabilities ( e la conseguente perdita di base monetaria ),rimane"smecciata" perché non riesce ad essere sanata successivamente da finanziamenti interbancari esteri e conseguente target claim . Insomma il punto nodale non è l'esistenza di un deficit commerciale tra i paesi dell'unione monetaria ma l'essere considerati PIGGS. E QUI ABBIAMO DETTO TUTTO , ....PURTROPPO ... quanto ci costera' non essere piu' considerati PIIGS ? E QUANDO ci riusciremo ? e le cure che dovremo fare come lasceranno di salute il paziente italia , le famiglie , le PIM ?

 

  By: hobi50 on Giovedì 20 Marzo 2014 17:11

Shabib,se è per quello basterebbe che producessimo qualcosa ( oltre quello che già facciamo, ovviamente ) da vendere pure ai cambogiani o agli ..haitiani , e non necessariamente ai paesi core dell' Europa. Ma se sei considerato un PIIGS,l'operazione di trasferimento di valuta,che nasce NECESSARIAMENTE con una target liabilities ( e la conseguente perdita di base monetaria ),rimane"smecciata" perché non riesce ad essere sanata successivamente da finanziamenti interbancari esteri e conseguente target claim . Insomma il punto nodale non è l'esistenza di un deficit commerciale tra i paesi dell'unione monetaria ma l'essere considerati PIGGS. In altre parole, se fosse la Germania un debitore netto nei confronti dell' Unione ,ci sarebbero dei Target in essere ? Evidentemente no. I Target sono sintomo di un malessere nel sistema finanziario ( meglio bancario ). E la cura è sempre la Banca Centrale: sia per quanto riguarda i movimenti interni che per quanto riguarda i movimenti intrafrontalieri. Ma è denaro di banca centrale quello in gioco ,non crediti/debiti tra paesi dell'unione. Ecco perché da questo punto di vista i paesi core potevano stare tranquilli con i loro target claim. Ed ovviamente l'austerity è stata imposta per tutelare( a torto o a ragione in questo momento non mi interessa) i CREDITI concessi ai vari paesi in difficoltà e non per tutelare i Target claim dei paesi core che sono moneta di Banca Centrale. Hobi

 

  By: shabib on Giovedì 20 Marzo 2014 16:29

Ma è troppo difficile pensare che magari ci si possa mettere a produrre qualcosa che tedeschi, olandesi, finlandesi abbiano voglia di comprarci (e quindi di darci i soldi) invece che stare a produrre inutili carte e parole così come fanno i nostri burocrati? E' troppo difficile pensare che nessuna pensione dovrebbe eccedere i 2000-2500 € al mese? VINCENZO , non credo che gli operai e i piccoli imprenditori/artigiani italiani se potessero non cercherebbero di produrre come tu dici ... se potessero , perche' potrei anche dire che nessuno stipendio dovrebbe essere inferiore ad una cifra che consenta una vita dignitosa indipendente , diciamo almeno 1400 euro mese di minimo ?

 

  By: VincenzoS on Giovedì 20 Marzo 2014 16:01

x Shabib ECCO L'ULTIMO MOSTRO TARGATO UE: IL DEBT REDEMPTION FUND. MILLE EURO ALL'ANNO PER PERSONA PER VENT'ANNI -------- Ma è troppo difficile pensare che magari ci si possa mettere a produrre qualcosa che tedeschi, olandesi, finlandesi abbiano voglia di comprarci (e quindi di darci i soldi) invece che stare a produrre inutili carte e parole così come fanno i nostri burocrati? E' troppo difficile pensare che nessuna pensione dovrebbe eccedere i 2000-2500 € al mese?