Il Problema è l'Europa

 

  By: GZ on Mercoledì 06 Luglio 2005 19:31

Londra ha vinto clamorosamente la competizione per ospitare le Olimpiadi battendo Parigi Questo gestore Usa sostiene che è un evento che avrà grosse ripercussioni nel futuro -------------------- Scott Rothbort da TSC ------------ London has narrowly defeated Paris in the last round of IOC voting to be named the host city for the 2012 Summer Olympic Games. While hosting an Olympics has far greater economic impact in a developing economy (Mexico City, Tokyo and now Beijing) this story will have a different ending. For Paris (France) and London (U.K.), that is. It's a tale of two cities. The EU is in economic shambles. The future of its constitution is in doubt. The European Central Bank is weak (at best). French President Jacques Chirac says some of the most stupid things that a civilized nation's chief executive has ever voiced. Doesn't he know that France is even losing its domination in the wine industry? The Paris Olympic bid should have been an EU-wide effort. It was not. Not enough people give the U.K. the credit it deserves for opting out of the euro. Paris spent untold euros building facilities for an Olympics, which will now not happen. Greece will be paying for its Olympic effort for decades. While France's economy is stronger than that of Germany, it is far weaker than that of the U.K. If I had to predict, today's Olympic decision is of monumental proportions for the future. Within the next two decades we can expect countries to withdraw from the euro common currency and the EU in general. While smaller and fragile nations are knocking down the door to get into the EU and have the euro, we should expect one or more of the bigger nations to withdraw in my time frame, making that an even weaker economic section of the world. While the euro and EU will be hurt, the more independent U.K. and Asian nations will benefit. I think there will be some interesting long-term investment opportunities if this all plays out as I see it.....

 

  By: XTOL on Mercoledì 08 Giugno 2005 20:00

arrotondano con lavoretti all'impianto idraulico

 

  By: gianlini on Mercoledì 08 Giugno 2005 19:49

l'unica cosa che non si capisce è come sopravvivano i polacchi a Strasburgo....

 

  By: XTOL on Mercoledì 08 Giugno 2005 19:47

ma gian, cosa hai capito? è la classifica delle donazioni... (a se stessi)

 

  By: gianlini on Mercoledì 08 Giugno 2005 19:44

fra i molti percettori dei 144.000 euri l'anno figurano tra l'altro parecchi strenui difensori della classe operaia .....

 

  By: XTOL on Mercoledì 08 Giugno 2005 19:30

nessuna possibilità che si esca dall'europa. indovinate in quale classifica le suoniamo a tutti: Italia 144.084,36 euro Austria 106.583,40 Olanda 86.125,56 Germania 84.108 Irlanda 82.065,96 Gran Bretagna 81.600 euro Belgio 72.017,52 Danimarca 69.264 Grecia 68.575 Lussemburgo 66.432,60 Francia 62.779,44 euro Finlandia 59.640 Svezia 57.000 Slovenia 50.400 Cipro 48.960 Portogallo 41.387,64 Spagna 35.051,90 Slovacchia 25.920 euro Rep. Ceca 24.180 Estonia 23.064 Malta 15.768 Lituania 14.196 Lettonia 12.900 Ungheria 9.132 Polonia 7.369,70 euro xtol ps: vediamo anche se qcn mi sa dire quale partito voleva che solo il nord adottasse l'euro, lasciando la lira al centrosud...

 

  By: cisha on Mercoledì 08 Giugno 2005 01:32

E' proprio il caso di dirlo, la natura fa il suo corso; il fallimento dei referendum in Francia, in Olanda ed ora in Inghilterra (appuntamento rimandato=falimento assicurato) non fa altro che riportare le bocce al centro del tavolo e cos strana ricompattare le speranze dell'eurogruppo. Intanto abbiamo avuto la caduta dell'euro che bene o male fa bene all'export di ogni singolo paese tanto che viene il dubbio che ci sia un accordo sottobanco dei vari governi per fare abbassare anche il costo del denaro (infatti il TRICHECO è rimasto troppo a lungo imbambolato)data l'evidente stagnazione/recessione delle nostre economie principali. Le pulsioni che si fanno sentire per l'abbandono dell'euro verso il ritorno alle monete nazionali sono delle baggianate clamorose ma se non altro vanno a stuzzicare la BCE che probabilmente potrebbe preferire il taglio dei tassi pittosto di una valanga di rinunce all'euro...costi quel che costi. Si è sentito fin qui a Fiesole il lamento godereccio di Blair (in vacanza in Toscana)non tanto per gli amplessi con la moglie quanto per il gradito pasto caldo servito su piatto d'argento dai francesi e dagli olandesi. Ora abbiamo che il mondo vede l'europa con una crisi sia economica, sia politica, vere e nessuno può bleffare e credere che siano finte per far rialzare l'euro. Oltretutto rimane il fatto che il petrolio ci costerà di più con il dollaro riallineato verso valori di scambio più equilibrati e l'economia ne soffrirà ancora di più. Qundi che dire...fra una impossibile unione politica federata sul modello USA e una più probabile e forse giusta unione ma solo economica di libero scambio (vedi quei furbacchioni degli svizzeri che han detto SI al trattato), credo che la strada sia tracciata. Oltretutto le tensioni sul terrorismo dei fanatici che tendevano ad unire l'europa si sono molto allentate e quindi non resta altro che ripartire disuniti alla riscossa.

 

  By: Joseph on Mercoledì 18 Settembre 2002 15:28

Viste le varie preoccupazioni e le interessanti argomentazioni (complimenti a Mr.Luccarini oltre ai molti altri), stamane è uscito l'ennesimo downgrade di Lehman B. su F.T e...prima anche questa view dello sferzante H.Dixon WSJE(9/18) Breakingviews:How Share Fix Eludes France Telecom WSJE(9/18) Breakingviews:How Share Fix Eludes France Telecom Edited by Hugo Dixon Ask France Telecom or its government owner why the company has dithered over selling equity, and the stock response is the market is undervaluing France Telecom shares. The real reason is different. A rights issue is almost undoable while the stock languishes about 10 euros per share. No bank would rationally underwrite France Telecom raising 15 billion euros on a market capitalization of 12 billion euros, even if the government puts up its 9 billion euro share. The standard practice for distressed companies seeking equity capital is to offer rights to shareholders priced at a deep discount. But France Telecom can't. Under French company law, it is unable to sell stock for less than the nominal per-share value of 4 euros. And at 4 euros, France Telecom would have to sell about 3.7 billion new shares to raise 15 billion euros. On top of the 1.2 billion outstanding shares, that would give a theoretical ex-rights price for the stock of only 5.4 euros. In other words, France Telecom would be selling new equity at a mere 26% discount to the theoretical ex-rights price. Looked at from this angle, it would only take a 26% move in shares -- which are highly volatile -- to leave underwriters out of pocket. Consider a wider angle, and it might only take a 4% drop in the enterprise value -- the value of the shares plus the group's net debt of 70 billion euros -- to leave the underwriters horribly on the hook. That, although, depends on any other fixes used to reduce France Telecom's borrowings. What can the French government do to get out of this mess? It might hang on in the hope the share price rises -- but that approach earlier on has helped to get things to their present disastrous pass. Instead, France's banks may have their arms twisted -- hard. Their shareholders should beware. Cordiali saluti joseph

 

  By: Luigi Luccarini on Mercoledì 18 Settembre 2002 15:21

Il problema è anche che il CRB index si sta avvicinando a rompere i 230 e a doppiare il massimo relativo raggiunto a metà del 2000, quando Greenspan aumetntò i tassi per "raffreddare" l'economia. Le materie prime ora sono inflattive e lo è anche la forbice tra prezzi import ed export registrata qulche giorno fa. Oggi esce il CPI, magari lo abbellisono un po' come in Italia, ma alla fine dovrà in qualche modo riflettere l'aumento del 40% in 9 mesi dell'indice delle materie prime? O vogliamo continuare a credere ad ogni manipolazione? La "gente della strada" paga molto più di ieri quasi tutti i generi di necessità, prima o poi questo si scaricherà in borsa. Anche se i commercials continuassero ad ignorarlo per mille anni.

 

  By: rael on Mercoledì 18 Settembre 2002 15:15

Il mio punto di vista è che l'europa NON ESISTE finanziariamente ed economicamente. Negli anni 90 abbiamo letteralmente aggredito tutto ciò che c'era da aggredire in america (m&a, investimenti, asset... basta guardare i flussi di denaro dall'europa agli stati uniti per averne una prova). Siamo saliti col meglio (nasdaq) e siamo scesi col peggio (nasdaq). Siamo cioè saliti e scesi per l'azione di onde emotive (il nasdaq infatti NON rappresenta l'economia americana, forse non rappresenta nemmeno il futuro dell'economia americana). I problemi ora sono il BRASILE (3.27 contro dollaro oggi! che facciamo Greenspan?) e il FINANZIARIO AMERICANO (ieri qualcuno ha notato FNM e FRE?).

 

  By: rael on Mercoledì 18 Settembre 2002 14:59

Poi, visto che a lei piacciono i grafici statistici, non mancherà di notare come la forza relativa negli ultimi 10 anni si muova all'interno di un range ben definito, con massimi e minimi chiari e piuttosto allineati. 10 anni non saranno tanti per una statistica significativa, ma qui sembra ormai quasi più interessante uno spread long dax, short s&p.

 

  By: gianlini on Mercoledì 18 Settembre 2002 14:56

"mi sfugge come una semplice considerazione obiettiva priva di assunzioni a priori, salvo quella che le borse abbiano un legame con l'economia, possa sovreccitare l'umore maligno di qualcuno" beh, è comprensibile perchè sembra quasi che la sua tesi sia che l'America va avanti anche se a stento mentre l'Europa arretra ...proprio adesso che in Svezia ha vinto la cosiddetta sinistra e che Haider si è ritirato dalla candidatura ....sembra un po' sfacciato farlo notare!

 

  By: rael on Mercoledì 18 Settembre 2002 14:54

Qual'è stato il bottom della forza relativa dell's&p rispetto al dax? Marzo 2000. Il top dell'INDICE di quei tempi, e cioè del nasdaq. La sua tesi è che l's&p fa meglio dell'europa, la mia è che l'europa fa meglio del nasdaq. Non avrà molto senso fare questo confronto, ma è così. Ed è così per la semplice ragione che l'economia americana è rappresentata dall's&p MOLTO MEGLIO di quanto non lo sia il dax per l'economia tedesca (anche per il numero di titoli, mi sembra piuttosto ovvio! - come fa a fare un confronto tra un indice che contiene 500 titoli e uno che ne contiene 30?????).

 

  By: Luigi Luccarini on Mercoledì 18 Settembre 2002 14:50

Avete ragione entrambi, a parer mio. Gli small non comprano più (pare che il pw di JPM sia dovuto all'azzeramento dei margini da trading) e questo perchè il NASDAQ ha perso l'80% dai massimi. I Commercials sono pieni di denaro e tengono su una decina di titoli perchè sperano i questo modo di salvare il mercato. In realtà sperano di salvare il loro posto di lavoro, ma così finiranno per generare danni tombali perchè uccidono il mercato drenando ulteriore liquidità. E l'economia finanziaria sta uccidendo quella reale, come si vede da un paio di anni a questa parte. Non ci credete? Arriva un esempio fresco fresco. Leggo che Vivendi ha ottenuto da 11 banche un prestito a medio termine per tre miliardi di euro, in sostituzione di quello contrattato il 10 luglio scorso per un miliardo (e a breve termine). Questo significa: 1) che Vivendi non poteva restituire a b/t il prestito ricevuto; 2) che aveva bisogno di più soldi rispetto a quelli chiesti in origine; 3) che 11 banche in pool evidenziano il suo in stato prefallimentare e che quindi soltanto un'adeguata ripartizione del rischio ha reso possibile l'iniezione di liquidità; 4) che Vivendi si espone ad un forte rischio sul debito in caso di aumento dei tassi a m/l termine; 5) che il sistema finanziario ormai è ridotto alla difesa delle proprie passività, onde evitare di trasformarle in sofferenze e quindi in perdite contabili. CONSEGUENZE. 1) Vivendi è priva di liquidità, totalmente priva: della serie "non posso pagare neppure gli stipendi in queste condizioni". 2) Ha un business ancora molto sovradimensionato rispetto alle capacità di generare cash flow adeguato; e lo si vede dal fatto che ha dovuto triplicare il fabbisogno a debito (sarà ancora la follia dei diritti TV del calcio?); 3) Il debito complessivo di Vivendi è così poco sostenibile da rendere necessario l'intervento ormai di un numero ipertrofico di banche (tipico della fase di extrema ratio). 4) Si ipotizza una fase di ulteriore abbassamento dei tassi - sbagliato, perchè siamo ormai ad un limite difficilmente comprimibile - e quindi il livello dei tassi attuali deve ritenersi INADEGUATO a fornire un recupero del merito creditizio (il denaro costa così poco che lo si presta a tutti). 5) Le banche drenano liquidità e la utilizzano SOLO per i propri scopi stettamente aziendali, vale a dire per evitare l'aumento delle sofferenze e bilanci in rosso. Ma così nascondono solo il marcio (se Vivendi fallisse a questo punto di sarebbero altri 2 miliardi da registrare a perdita) e fanno venir meno liquidità per attività che potrebbero generare effettivi utili, restringendo le possibilità di ripresa della congiuntura. Insomma, mettiamola così. Un sistema è regolato dai comportamenti umani. Noi siamo abituati a giudicare per principio sbagliati quelli della gente di strada (small) e corretti quelli degli istituzionali. Ma le crisi "vere" di borsa nascono da errori di strategia di questi ultimi, ricordate. E andate a vdere chi ha sottoscritto l'aumento di capitale della Premafin. Siamo all'esproprio della liquidità, ormai. Modificato da - luigi luccarini on 9/18/2002 13:4:15

 

  By: gianlini on Mercoledì 18 Settembre 2002 14:47

Luigi, non capisco PEr commercials intendi il private banker di Unicredito che se vai lì e gli dici che vorresti fare un pt invece del fondo azionario che hai, ti si inginocchia davanti piangendo che gli rovini la carriera?? se intendi questo hai perfettamente ragione se intendi invece quelli che stanno al piano più alto, allora penso proprio che sbagli!