Non guardare l'indice S&P500, anche oggi sale il 70% dei titoli - gz

 

  By: banshee on Venerdì 31 Ottobre 2003 16:32

Mi e' venuta un'idea formidabile per rinvigorire l'anemica crescita della spesa....ehm, pardon,.....volevo dire della ricchezza della sclerotica Europa. Decretiamo per legge un aumento generalizzato dei prezzi del 7,5%! Sai il figurone..... Anche l'America in quanto a sussidi alla produzione agricola non scherza, come ho gia' avuto modo di dire. Vedi i mega sussidi concessi ai coltivatori di cotone, ed ai produttori di succo d'arancia, tra gli altri. PENSIERINO DI FINE OTTOBRE Settembre 2002: 1 dollaro compra 1,02 euro! Settembre 2003: PIL + 7,2% a/a (cum grano salis) Ma 1 dollaro compra 0,858 euro! (-18,8%) Se gli americani fossero romani 'de Roma commenterebbero: AHO', MA QUA CE STANNO A COJONA'!!!

 

  By: Luigi Luccarini on Venerdì 31 Ottobre 2003 11:49

Io ho una Honda e appena sarà da rottamare mi compresò una Toyota. Il rapporto prezzo/prestazioni mi sembra ottimo da anni e non ho mai avvertito pesi di sovrapprezzo. Sarà come dice lei, io penso piuttosto che molto fosse dovuto al superyen ed al fatto che si preferivano auto tedesche.

 

  By: GZ on Venerdì 31 Ottobre 2003 11:21

Sta scherzando vero ?. L'Europa impone dazi e di quote all'importazione su tutto, dall'acciaio, all'agricoltura alle auto e soprattutto sui servizi finanziari Questo è il motivo per cui di Toyota, Honda, Mitsubishi, Hyunday, Lexus, Infiniti ne vedi poche in Italia (credo siamo al 5-6% del totale delle auto acquistate ) mentre in California le auto giapponesi sono ormai sul 40% del totale. Senza i dazi anche da noi l'utilitaria standard sarebbe la Toyota come in America dato che costa quasi sempre meno e a pari o migliore qualità delle equivalenti Citroen, Volkswagen, Fiat, GM, Ford In Europa l'agricoltura ha un saldo economico negativo, cioè se costa di più di quello che produce, se la si abolisse il cittadino europeo in media risparmierebbe sia come tasse che paga per sovvenzionarla che come prezzi che scenderebbero importando tutto causa tariffe, quote all'importazione e sussidi Ma basta pensare ai servizi finanziari: se io ho abbastanza soldi da investire APRO DOMANI UNA SOCIETA' DI BROKERAGGIO IN AMERICA e faccio sia intermediazione come Directa o Fineco che gestione di Fondi Comuni, che gestione di Hedge Fund. E se sono una banca tedesca o svizzera mi compro tutte le banche americane che voglio come Credit Suisse o Deutche Bank hanno fatto più volte In italia posso anche essere una multinazionale giapponese o inglese, ma non mi fanno entrare, tutto riservato solo alle banche italiane, intermediazione, gestione di fondi, hedge funds, tutto chiuso agli esteri, protezionismo puro, e i servizi finanziari pesano 10 o 15 volte di più dell'acciaio nell'economia attuale

 

  By: Luigi Luccarini on Venerdì 31 Ottobre 2003 11:02

Se solo l'Europa si decidesse ad imporre qualche dazio (così come hanno fatto senza ritegno gli USA con l'acciaio un paio di anni fa) non sarebbe a questo punto nè il nostro amico del Corriere, nè altra gente. Cmq. non è un problema, appena levano dalle palle Bush un pensierino agli USA lo faccio anche io, giuro

 

  By: Luigi Luccarini on Venerdì 31 Ottobre 2003 10:59

Era ovviamente un'affermazione paradossale. Ovvio che la ricchezza reale si misura non in forza del reddito pro-capite, ma in relazione al saldo con eventuali partite a debito. Altrimenti basterebbe stampar moneta per apparire più ricchi (apparire appunto, non esserlo). Gli USA svalutano per rendere meno gravoso il loro debito con l'estero - così fan tutti, lo ha fatto anche l'Argentina... Noi restiamo al traino perchè ci siamo costretti a finanziare il loro debito e perchè non possiamo rischiare di vederlo stralciato al 75% un giorno. Preferiamo per il momento che avvenga così, con un -20% in termini reali. Fa meno male, ma non cambia molto la sostanza delle cose. Non credo che il mondo sia più ricco di quanto lo fosse un anno fa, tutto qui.

 

  By: gianlini on Venerdì 31 Ottobre 2003 10:58

Caro Beppe, ti scrivo per avere un tuo parere spassionato e obiettivo su una mia cosa personale. Ho 45 anni, sposato, con un piccolo di 14 mesi. Con mia moglie, una american-italian con cui vivo da quattro anni a Roma, stiamo cercando di prendere una decisione che possa migliorare la nostra vita e quella del piccolo. La nostra situazione lavorativa è a dir poco patetica. Per quanto riguarda me, sono sei anni che non riesco ad avere un contratto stabile; sono passato dal lavoro nero, al co.co.co. all'ultimo «a progetto» (tre mesi + tre mesi). Lei, con tanto di laurea e master conseguiti negli Usa più dodici anni in una posizione da manager, qui in Italia non è riuscita ad andare oltre un posto da segretaria («signora, mi fa questa fotocopia, per favore?»). Viviamo in affitto (750 euro al mese) che a breve, esauriti i risparmi, non potremo più permetterci. Un paio di telefonate ad amici americani, un paio di email con i nostri curriculum e nel giro di pochi giorni due colloqui telefonici (ma pensa) e un'offerta per lei di un lavoro da 85 mila dollari all'anno. Allora che facciamo? Andiamo? E i genitori, fratelli, amici, lattai, pizzicaroli, colleghi, garagisti, vicini di casa, Costanzo, Vespa, il campionatopiùbellodelmondo, labuonacucinaitaliana? Li lasciamo così, indifferentemente? Sì. Per il lavoro e il futuro di un figlio ci si sente pronti a tutto. Ma anche per una questione di orgoglio personale. I miei coetanei sono tutti «sistemati» (casa, remi in barca al lavoro, vacanze estive e invernali, figli al maneggio, baby sitter, ma soprattutto la consapevolezza di aver raggiunto qualcosa nella vita). Ecco, è proprio questo che mi tormenta in questo momento, ancora più della situazione economica, il non aver potuto dare alla mia famiglia una «sicurezza di base». Sono molto stanco e sfiduciato, non per quello che ho fatto, ma per quello che non ho fatto. Ecco perché ti chiedo un parere, da coetaneo e da persona che ha un'apertura diversa e che conosce la realtà di altre situazioni sociali perché le ha vissute di persona: si può lasciare il proprio Paese e il proprio modo di vivere a 45 anni? Grazie per questo spazio, con stima. ----------- Luke, puoi pensare che me la sia inventata, ma è una lettera giunta a Severgnini sulla sua rubrica "italians" del sito del Corriere, oggi pubblicata. Credo che sia esemplare di cosa voglia dire "crescita"

 

  By: gianlini on Venerdì 31 Ottobre 2003 10:38

Il PIL non è mai la misura della ricchezza di un paese, perchè se così fosse allora la Cina starebbe in capo al mondo ................... Spero che questa uscita sia dettata dalla fretta di concludere qualcos'altro.... la misura della ricchezza di un paese e dei suoi abitanti è data dal PIL pro-capite, dalla ricchezza finanziaria pro-capite eventualmente corretti in base al potere di acquisto reale. Per essere raffinati bisognerebbe ulteriormente correggere il valore così ottenuto per la deviazione standard della distribuzione di ricchezza procapite. Questo per non far apparire Grecia e Brasile ugualmente ricchi a parità di ricchezza pro-capite. Da questo punto di vista l'America è ancora un 10 volte o forse 100 volte più ricca della Cina ad occhio e croce, se non altro perchè i cinesi stanno forse ORA producendo molto, ma non hanno ricchezza finanziaria pre-gressa. Inoltre è risaputo che in Cina ad una fascia di molto ricchi (le cifre dicono 60 milioni) si abbina una fascia ampissima di normali (i restanti 1 miliardo e 400), mentre la fascia media in America è molto consistente.

 

  By: Luigi Luccarini on Venerdì 31 Ottobre 2003 09:38

Mi sembra un commento piuttosto povero di contenuti, molto sull'onda della notizia, giusto per farsi belli con quattro battute). Il PIL non è mai la misura della ricchezza di un paese, perchè se così fosse allora la Cina starebbe in capo al mondo. Se poi il PIL viene misurato in maniera aggregata, comprendendo le enormi spese militari dell'ultimo periodo (ricostruzione ed altro) il 7,2% dovrebbe spaventare perchè è un dato costruito sul debito contratto con l'estero dagli USA. Mr. Fed non aumenta i tassi perchè ha verificato che non ci sono spinte inflattive nell'economia del paese: vale a dire che la produzione del settore privato resta sotto il livello di guardia - e infatti mi pare siamo al 75% di utilizzazione degli impianti, livello delle scorte medio basso, ma soprattutto capital equipment ai minimi degli ultimi 20 anni (81,7% secondo il dato ISM di settembre). Non c'è inflazione da domanda, nonostante i consumi siano belli sostenuti. Non c'è inflazione da costi, nonostante l'altissimo indebitamento privato ed l'aumento dei prezzi delle materie prime: segno che l'aumento della massa monetaria (e la conseguente svalutazione) sterilizzano questi fattori. E' un rimbalzo congiunturale, quindi, che è reso possibile dall'acquiescenza dell'Europa che prima ha consentito la svalutazione dello yen e poi quella del dollaro e nel contempo ha finanziato il debito degli Stati Uniti. Ma se quello che dice Noir è vero - e l'impressione che l'ennesimo blocco a 1,2 potrebbe tradursi in un formidabile reversal per l'eurodollaro - allora potrebbe essere pronta la fase due della buffa recovery di questo 2003: l'Europa che svaluta per correre per 2/3 mesi con quel gap temporale di ritardo che ha sempre contraddistinto la nostra economia. Io continuo a vedere gli indici vs/gold intanto e non trovo molto per esaltarmi: anche in questo caso siamo di fronte ad un rimbalzetto. Che poi le plusvalenze nominali diano una sensazione di ricchezza e benessere, è possibile: ma alla fame di rendimenti che c'è in giro, si accompagna ad un desiderio molto più consistente di acquisto di beni reali - leggi: immobili. E la sensazione di ricchezza è destinata per questo motivo prima o poi a scontrarsi con le rigide leggi della contabilità: se pago il mutuo o l'affitto tutto sommato ho gli stessi soldi in tasca, ma se nel frattempo quei prezzi a parità di fattori aumentano del 10/20% i conti non tornano più. Comunque finchè siamo in ballo godiamocela. Ma lasciamo perdere le frasi fatte, tipo le torri di Grosseto..

 

  By: blizzard on Giovedì 30 Ottobre 2003 19:24

Comunque questo è per i nostri ottusi burocrati europei che continuano a fare i discorsi di lana caprina: ECONOMIA: PIL USA; VACIAGO, BUSH HA FATTO LE COSE GIUSTE POLITICA ESPANSIVA HA PREMIATO. ITALIA SI DIA UNA MOSSA (ANSA) - ROMA, 30 OTT - Il balzo del 7,2% del pil Usa nel terzo trimestre ''non deve stupire. L' America cresce, siamo noi che non cresciamo e quando Tremonti dice che se non cresciamo e' colpa delle due Torri, ha evidentemente in mente le torri di Grosseto''. Lo afferma l' economista Giacomo Vaciago, commentando il brillante dato della crescita a stelle e strisce nel terzo trimestre, secondo la prima stima diffusa oggi dal governo Usa. ''L' 11 Settembre negli States e' gia alle spalle - continua Vaciago - perche' c'e' un governo e dei cittadini che funzionano. E' inutile dire che l' Italia non cresce per colpa dei guai del mondo. I guai del mondo fanno male a chi se lo merita. In America hanno subito un shock tremendo, ma hanno reagito nel modo giusto. L' amministrazione Bush ha fatto la politica economica espansiva, ha ridotto le tasse, ha i tassi d' interesse al minimo e per di piu' ha anche il dollaro debole. Non ne ha sbagliata una. Il governo americano, non importa se di destra o di sinistra, fa la politica giusta quando ci sono i problemi. Noi la facciamo invece sbagliata e quindi la crescita non ce l' abbiamo. Sarebbe ora di darci una mossa''. Sui consumi che negli Usa hanno ingranato la marcia nel terzo trimestre (+6,6%), Vaciago osserva: ''Per forza, la gente e' tornata serena, non ha piu' paura, siamo noi che abbiamo paura''. Quando uscira' il dato sul pil del terzo trimestre dell' Europa continentale, aggiunge Vaciago, ''si vedra' che Italia, Francia e Germania fanno pena, ma non e' una novita', da anni va avanti cosi'. Noi la crescita la consideriamo un superfluo e quindi non ce la da' nessuno''. L' Europa comunque puo' trarre vantaggio, osserva l' economista, dalla locomotiva Usa tornata a correre forte: ''se gli Stati Uniti marciano forte, cosi' come fanno Cina e Giappone, anche noi qualche speranza di ripresa la vediamo''. ''Se continua il boom americano - conclude Vaciago - una ripresina in Europa e quindi in Italia non ce la toglie nessuno: per il nostro Paese la crescita del prossimo anno potrebbe essere dell' 1,5%. Consoliamoci, e guai a chi parla male dell' America''. (ANSA).

Non guardare l'indice S&P500, anche oggi sale il 70% dei titoli - gz  

  By: GZ on Giovedì 30 Ottobre 2003 19:01

Se parliamo dell'america oggi sale il 70% dei titoli ANCHE SE L'INDICE S&P 500 è appena positivo ! Ma è quello che sta succedendo da mesi: l'indice S&P o Nasdaq sale, ma molto meno della maggioranza dei titoli. Occorre mettersi in testa che il denaro nel 2003 va tutto sui titoli medio-piccoli, ad es ogni giorno ci sono 4-500 titoli a NY che fanno il massimo dell'anno, anche in giorni in cui l'indice è inviariato Oggi l'indice è sui massimi dell'anno, ma fa solo +0.2%. Se però uno non ha l'obbligo di comprare Microsoft, Intel, General Electric e JP Morgan cosa gliene importa quando comprare dei titoli medio-piccoli quasi a caso significa prenderci quasi sempre perchè salgono tutti ? Per l'investitore medio il 2003 è stato una bazza perchè la probabilità di sbagliarti è bassa visto che quasi tutti salgono. Per il gestore invece che ha 300 milioni da investire e può comprare più che altro titoli a grande capitalizzazione è invece difficile Nella foto: il TICK del NYSE cioè il rapporto tra titoli che salgono e titoli che scendono, come media a 5 giorni e 10 giorni e sotto l's&p 500. Come si vede la maggioranza dei titoli salgono sempre e più dell'indice

 

  By: blizzard on Giovedì 30 Ottobre 2003 18:37

Meno male che il PIL è salito al 7%. Altrimenti cosa avremmo visto oggi....un crash? Non voglio entrare troppo nel merito del dato in sé ..(crescita senza occupazione e maggiore indebitamento individuale) Ancora una volta comunque, le borse sono salite sui rumors ed hanno venduto sulla notizia... A questo punto le buone notizie sono finite e il mercato vuole solo delle ulteriori conferme e queste arriveranno....credo verso fine anno ed è ora più vulnerabile a qualche brutta notizia... Francamente non so se lo S&P riuscirà ad arrivare nelle prossime settimane a 1100, ho qualche dubbio... La borsa tedesca è salita facendo oggi il nuovo massimo annuale, in cinque sedute del 7%. Milano del 4%, lo S&P e il DJ del 3%. Però francamente a parte eventi esogeni o il fattore cambio non vedo motivi seri per scendere, però dovendo scegliere penso più ad una nuova correzione... Io rimango short a 1046, poi vedremo... Gradita replica