By: Moderatore on Giovedì 05 Febbraio 2015 16:11
la Danimarca ora ha diverse banche che fanno pagare qualcosa se bi depositi e ha tassi negativi sui titoli di stato, così come Finlandia, Svezia, Germania, Austria (credo)... in Europa su circa 6,900 miliardi di titoli di stato sul mercato ^ce ne sono ora qualcosa come 1,700 mld con tassi negativi#http://www.marketwatch.com/story/more-than-25-of-euro-bond-yields-are-negative-but-that-could-change-2015-02-02^ e ^nel mondo ci sono 4,600 mld di dollari#http://www.wallstreetdaily.com/2015/01/28/negative-yielding-bonds/^ (molti giapponesi) che costano invece di rendere qualcosa.
(vedi anche ^"ESPLOSIONE DEFLATTIVA OVUNQUE"#http://icebergfinanza.finanza.com/2015/02/05/machiavelli-2015-esplosione-deflattiva-ovunque/^, Iceberg finanza)
Come si sarà letto ora ci sono dozzine di multinazionali tipo Nestlè, Roche e simili che pagano ZERO, emettono bonds a cinque anni che pagano 0,1% ad esempio. Dato che il debito costa sempre meno ovviamente se ne produce sempre di più, vedi Apple che pur avendo quasi 180 mld di cassa si indebitava ieri per 5,6 mld visto che non paga praticamente niente. Io ho un mutuo di liquidità fatto nel 2006 a tasso variabile con spread del 1,1% sull'Euribor e dato che questo è zero pago appunto 1,1% l'anno. Le banche italiane hanno smesso di remunerare chi gli porta soldi anche se glieli vincola per tre anni, ti offrono solo di metterli ora in polizze che promettono rendimento (ma non garantito). E nessuno capisce come facciano ad avere un rendimento l'anno prossimo visto che appunto tutti i bonds sono arrivati al tetto come prezzo e al fondo come rendimento. Ma dato che l'anno scorso c'è stato ancora un apprezzamento per ora le vendono...
In pratica fuori dai bonds greci e russi il resto del mondo è vicino a zero come rendimenti del reddito fisso. Perchè ? Di solito diresti che è la domanda e offerta, se molti vogliono comprare debito e pochi lo offrono...il prezzo (i tassi) scendono. Il fatto che le Banche Centrali abbiano comprato 11mila mld di bonds nel mondo sicuramente ha avuto un grosso impatto, questa è domanda sul mercato. Poi però c'è l'eccesso di capacità produttiva in Asia che deprime i prezzi delle materie prime e in generale dei prodotti industriali per cui il mondo ha ora il tasso di inflazione globale più basso della storia (o perlomeno del dopoguerra)
Persino Repubblica oggi si accorge dell'esplosione del debito che ha accompagnato l'"austerità" cioè il fatto che il debito totale, pubblico e privato, è salito di 50mila miliardi e rotti dal 2008 e raggiunge ora i 200mila miliardi. Certo che ne è passato di tempo da quando nel medioevo l'usura era vietata e la gente essendo autosufficiente con l'agricoltura e non dovendo pagare rate di ogni genere si dedicava a costruire cattedrali e duomi
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...dall'esplosione della crisi finanziaria globale, nel 2007, ad oggi IL DEBITO TOTALE NEL MONDO è cresciuto di circa 57mila miliardi di dollari, raggiungendo quasi la soglia di 200mila miliardi e superando di gran lunga l'andamento dell'espansione economica. Tanto che - in rapporto al Pil - si è passati a un incidenza del 286 per cento, rispetto al 270 per cento del passato.
Sono i numeri snocciolati in un report di McKinsey di cui dà conto il Financial Times, nel quale si passano in rassegna i conti di 47 Paesi. Per l'Italia, il cambio di passo negli anni della crisi è evidente ma non così devastante come altrove: l'incremento del rapporto tra debito (famiglie, aziende e governo) e Prodotto interno lordo è di 55 punti percentuali tra il 2007 e il 2014. Il boom maggiore è dell'Irlanda, con 172 punti, poi Grecia, Portogallo e Cina (83 punti) seguita dalla Spagna (72 punti). Davanti al Belpaese anche Svezia, Francia, Giappone, Olanda e Belgio. La Germania ha 8 punti in più, l'India gli stessi e l'Argentina 11 in meno, ma la sua storia di haircut è unica.
"Nel complesso, il peso del debito sul Pil è più grande oggi - nella maggior parte delle nazioni - di quanto non lo fosse prima della crisi", dice il report citato dal quotidiano della City. E questi livelli mettono a rischio la stabilità finanziaria. Anche perché "ci sono poche indicazioni circa il fatto che l'attuale curva di crescita dell'indebitamento possa invertirsi". Il rapporto cita alcuni casi in cui a preoccupare è il debito delle famiglie: Olanda, Corea del Sud, Canada, Svezia, Australia, Malesia e Thailandia.
Mentre le banche hanno tagliato molto le loro esposizioni, resta il caso limite della Cina. Il suo indebitamento totale, incluso quello del settore finanziario, è quadruplicato dal 2007 in poi fino all'equivalente del 282% del Pil. Un livello superiore a quello degli Usa, che getta ombre nel settore dell'immobiliare, sulla finanza locale e sulla rapida espansione dello shadow banking, il sistema finanziario che si sviluppa al di fuori dei normali canali regolamentati.