By: giveme5 on Mercoledì 28 Marzo 2007 13:00
Fortunato,
la seguo con interesse, perdoni la mia intromissione.
M'interessano i suoi pareri economici e non. Condivido diversi suoi giudizi, come il suo giudizio sul basso livello della classe politica (non solo italiana), del pressapochismo che c'è in giro. Del ricatto energetico di alcuni paesi produttori, dell'ideologia dominante che difende quasi nulla del buono della ns. storia, del suo non comprendere la minaccia islamista, etc.
Ma questa sue (cito)
" ..... quando mi definisco nauseato mi sento ottimista! Il nichilismo è imperante, cosa vogliamo attenderci quindi? "Solo il Nulla assoluto" ovvero la morte intellettuale ...... Possiamo attenderci qualcosa che ci soddisfi? Assolumanete il contrario.
Quindi ecco spiegato l'isolamento dell'uomo....."
se indicano la sua posizione personale, le capisco, ma non posso condividerle.
So niente di lei, che storia ha .... Intuisco che è persona interessante, ci discorrerei volentieri, con un buon vino (e pane & salame). Ma perdoni: non possiamo rassegnarci !
Il potere (ok, è generico) desidera proprio gente scoraggiata ed isolata, o appagata dalle 4 ca...te che ci passano, panem et circenses.
Non possiamo, Fortunato, soffocare ciò che abbiamo di + intimo e vero in noi; quell'urlo dentro, pur soffocato, dice che non siamo fatti per il nichilismo, per il non attenderci nulla di buono ! E non parlo dell'aldilà, ma di ora. Voce che c'inquieta, anche in Vermont (ma so che lo sapete).
Ho passato un periodo dove, non avessi dato retta a quell'impeto, forse mi sarei suicidato; non so se ne avrei avuto poi il coraggio, ma il pensiero era quello. Comunque, avessi deciso di non ascoltare quel "sperare contro ogni speranza", sicuramente sarei rovinato.
Desidero per me, per chi amo (mia moglie, i 3 figli, amici, genitori, fratelli) ma ultimamente per tutti, una speranza certa, una prospettiva dentro il casino che è la vita. Paura e rassegnazione non sono un bel vivere, ma un morire lento. Ho avuto poi la ventura d'imbattermi in un'esperienza che valorizza e sostiene questa "voce dentro", che tutti abbiamo.
Ma mi premeva dirle queste 3 cose: secondo me, se non ci si ferma all'apparenza e si è leali, bisogna riconoscere che
- non siamo fatti per il nichilismo, pur se questo impera ora (almeno in occidente); l'inquietudine che portiamo dentro, che è esigenza profonda di senso, di giustizia, verità, bellezza, amore, ci spinge a ben altro;
- è andare contro l'essere, contro sé decidere di non attendersi qualcosa di meglio e di buono; suprema razionalità (anche nell'ambito della scienza) è la categoria della possibilità, lo "spem contra spem"; se del buono c'è già stato nella storia umana (dove non è che il mondo girasse meglio), perchè non potrebbe esserci anche ora, e domani ?
- è ascoltando questa "voce" che può succedere d'imbattattersi in una speranza, di accrogersi (così m'è successo) che esiste ora una positività, tantissimi fatti e persone utili, buoni; chè è possibile un gusto del vivere, pur dentro l'amarezza per il mondo che pare davvero andare a rotoli. E pur dentro l'amarezza dei miei tanti limiti, del mio sbagliare.
Con stima.
P.S.
trovare le sue riflessioni, di ZG, Esteban e la mia sotto "FINE MERCATO TORO" fa ridere; ma è bello dai.
Ed intanto un'altro squassetto in Asia