Sweet Home Bahrain

 

  By: GZ on Martedì 17 Settembre 2002 13:25

c'è solo questa sottile differenza da una parte due o tremila giornalisti che passano il loro tempo a frugare in ogni atto, anche vecchio di 10 anni, che in qualche modo possa essere considerato favoreggiamento o abuso o non etico dall'altra se anche ordini di tagliare a pezzi il marito di tua figlia (cosa accaduta due anni fa quando questi tentò di scappare in giordania) nessuno fiata o lo trova poco corretto secondo alcune fonti i giornalisti irakeni sono un attimo meno attenti nel riportare possibili casi di insider trading da parte del poprio rais in quanto più che altro impegnati a salvare la propria testa

 

  By: Luigi Luccarini on Martedì 17 Settembre 2002 13:09

Perchè al contrario non è vero che da due mesi almeno ogni volta che Bush apre bocca il petrolio aumenta di un dollaro al barile? E, guarda caso, Bush non è figlio di quel Bush che... ed il suo vice (altro falco, sempre pronto ad agitar le spade) non tratta mica formaggi ed i loro amici non sono coltivatori diretti...

 

  By: GZ on Martedì 17 Settembre 2002 12:56

quello che ho detto è abbastanza noto sul mercato del petrolio, negli ultimi 10 anni il regime di saddam si è finanziato con speculazioni sui futures che sono possibili grazie al gioco degli annunci a sorpresa: "ispettori sì / ispettori no, blocco delle forniture sì / blocco no" a singhiozzo ogni volta che l'iraq accetta l'ispezione dell'ONU il petrolio futures scende di colpo di un dolllaro buono ogni volta che rimanda o blocca le ispezioni dell'ONU o minaccia di bloccare le forniture il petrlolio greggio futures il greggio futures sale di colpo di un dollaro almeno E' così da 10 anni e chi ha il potere di "creare la notizia" ovviamente è chi è chi produce circa 1.5 milioni di barili al giorno (l'iraq) e chi è sottoposto a una risoluzione ONU che impone gli ispettori cioè l'iraq. Questa è solo una parentesi, ma è stato notato da molti che gli annunci "distensivi" negli ultimi 10 anni da parte dell'iraq arrivano in momenti critici dei grafici del greggio

 

  By: panarea on Martedì 17 Settembre 2002 12:50

Stock: Home Depot Inc

Alcune considerazioni 1- “è difficile separare i timori della guerra da altri fattori di incertezza già presenti, dall’incognita sulla forza della ripresa, e quindi della crescita degli utili, ai dubbi sui profitti societari generati dai recenti scandali contabili, alla più generale avversione al rischio degli investitori” John Llewellyn, capo economista della Lehman Brothers al Sole24ore di sabato 14. Ossia in un mercato sicuramente allergico ad ogni elemento di instabilità ed incertezza, i fattori che sottintendono i corsi azionari sono difficilmente separabili. Proprio per questo negli anni settanta ha livello teorico inventarono l’APT, Arbitrage Pricing Theory, in cui il rendimento di un asset (azione o portafoglio) non è più interpolato con il solo mercato (il famoso singolo beta del CAPM) ma a varie altre variabili econometriche, quali prezzo petrolio per esempio, proprio per cercare di distinguere gli effetti di “guerre mediorientali” dal resto. 2 - “La Francia preme perché nella UE si possa distinguere tra spese correnti e quelle per investimenti…… La Francia, tramite il suo ministro della Difesa, Michele Alliot-Marie, ha rilanciato nuovamente ieri l’idea ( ) di escludere dai calcoli del Patto di Stabilità le spese militari” Sole24ore di sabato 14. Certo, lo scopo francese è cercare di sfondare il vincolo deficit/pil di Maastricht dove il denominatore non è salito come previsto, però il fatto che il secondo paese europei proponga di contabilizzare le spese militari non in quelle correnti, i.e. negli investimenti, fa riflettere. 3 – L’immagine “(il problema dell’immagina americana all’estero) è iniziato una decina di anni fa quando l’America si è convinta che non servisse più la diplomazia pubblica: quell’armamentario propagandistico che usato con intelligenza aveva contribuito a far vincere la Guerra Fredda. …. Il governo (USA) spende in un anno circa 5mln USD in sondaggi di opinione, meno di un senatore per la propria campagna elettorale … Il Piano Mashall, il mirabile dosaggio fra politica e la sua propaganda, capace di arricchire contemporaneamente i conquistatori e i conquistati, che l’America ha dimenticato”. Sole24ore di domenica 15. In pratica gli USA non sanno più vendere la propria immagine perché non investono più in PR mondiali; la superpotenza non è diventato un mostro unilateralista, è la stessa del 1945 e del piano Mashall, soltanto che ha dimenticato di dircelo. ciao

 

  By: Luigi Luccarini on Martedì 17 Settembre 2002 12:28

>>Ora, sono 11 anni che l'Iraq fa venire gli ispettori, poi li blocca, poi non gli fa trovare niente, poi dilaziona ecc.>> ... Sono anche 11 anni che gli USA giocano a rimpiattino con il loro buffo nemico Saddam (gli USA hanno sempre bisogno di un nemico e dopo la fine della guerra fredda hanno trovato prima Gheddafi e poi il condiscendente rais). >> è quasi sicuro che gli irakeni siano andati short il petrolio future e con questa manovra abbiano fatto un mucchio di soldi (sono 10 anni che l'iraq è uno dei maggiori operatori sul future del greggio e manovra le notizie per speculare)>> Non sia ancora una volta così retorico. Per quanto riguarda le nostre conoscenze chiunque può aver giocato con il future sul Nymex, così come avvenne prima dell'11 settembre con le opzioni sulle airlines. Fu aperta un'inchiesta (ricorda?) e naturalmente non se ne è saputo niente (saranno stati gli gnomi in Svizzera?). Non dimentichi chi è Bush, chi Cheeney, in cosa commerciano, chi sono i loro amici, eccetera... >>Lo stesso l'S&P 500 schizza (per fortuna) stanotte subito a 908 (era a 885 quando il fib ha chiuso oggi). Questo vuole dire che senza l'Iraq sarebbe più alto e di parecchio>> Lo disse anche dopo Ramallah e non bastò neppure allora. A parte che è chiaro che "se non ci fosse stato questo e quell'altro..." magari gli S&P sarebbero a diecimila, è chiaro che il segnale arrivato dal Giappone indica che questa notte - laggiù - si è liberata finalmente un po' di liquidità ed è rientrata nella borsa più illiquida che c'è. Io penso sempre ad un principio di reflazione, magari alimentata da queste pagliacciate sulla guerra che c'è, parte domani, anzi no, tra due settimane, anzi a gennaio, ma poi fa freddo, allora a giugno, però fa caldo, eccetera... Intanto il mio tabaccaio sotto casa (Autostrade) dimostra che le OPA (quelle vere) si lanciano, non si raccontano in giro per giustificare prezzi che nno stanno nè in cielo nè in terra.

Senza l'Iraq saremmo più in alto - gz  

  By: GZ on Martedì 17 Settembre 2002 03:07

Basta un immagine per capire tutto. Gli S&P hanno sono schizzati su di 18 punti, a mercato chiuso, nel momento in cui è passata su reuters la notizia che l'iraq ha scritto a Kofi Annan per accettare gli ispettori ONU. La domanda è allora : quanti punti (o punti %) varrebbe la soluzione definitiva del problema ? Ovvero di quanto sono giù le borse causa tutto questo ? Ora, sono 11 anni che l'Iraq fa venire gli ispettori, poi li blocca, poi non gli fa trovare niente, poi dilaziona ecc.. Intanto ad es oggi l'ex capo del progetto nucleare irakeno dichiara alla TV che mancano pochi mesi percchè Saddam abbia 3 atomiche (vedi sotto). Quindi il mercato sa che è solo una dilazione e e entro qualche giorno si è da capo. (Ad es è quasi sicuro che gli irakeni siano andati short il petrolio future e con questa manovra abbiano fatto un mucchio di soldi (sono 10 anni che l'iraq è uno dei maggiori operatori sul future del greggio e manovra le notizie per speculare)). Lo stesso l'S&P 500 schizza (per fortuna) stanotte subito a 908 (era a 885 quando il fib ha chiuso oggi). Questo vuole dire che senza l'Iraq sarebbe più alto e di parecchio. Modificato da - gz on 9/17/2002 1:23:18

Senza l'Iraq saremmo più alti - gz  

  By: GZ on Martedì 17 Settembre 2002 03:03

Intanto ad es oggi l'ex capo del progetto nucleare irakeno dichiara alla TV che mancano pochi mesi percchè Saddam abbia 3 atomiche (vedi sotto). ------------------------- Iraqi Nuke Chief: Saddam Has Enough Uranium for 3 Bombs The one-time head of Saddam Hussein's nuclear weapons program said Saturday that the Iraqi dictator now possesses enough uranium to construct three workable nuclear bombs. "[Iraq] already has a stockpile [of uranium], something like ten tons, and some of it's likely enriched uranium," Dr. Khidir Hamza told Fox News Channel's Geraldo Rivera. "The stockpile itself is already enough for three nuclear weapons," Dr. Hamza contended. "What I'm afraid of is the production of the fissile material in Iraq is of more danger than just Iraq getting enough fissile material for one or two bombs, because then Iraq would be a major nuclear power," explained the former Iraqi nuke scientist, who defected to the U.S. in 1994. Although the nuclear weapons expert said he still believed Saddam was still two years away from perfecting a nuclear bomb, others say the capacity to produce enriched uranium could considerably shrink that time frame. "We certainly believe he has the ability to put together a nuclear weapon very quickly, in a matter of months," the International Institute of Strategic Studies' John Chipman told the BBC earlier this week. Chipman is the author of the highly respected think tank's report on Iraq's weapons of mass destruction program. The British weapons expert said that in order for Saddam to perfect the bomb that soon he would have to "obtain fissile material from abroad, steal it or buy it in some way," since he didn't think the Iraqi madman had developed the capacity to produce enriched uranium. But if Dr. Hamza's report to Fox News is accurate, Saddam "likely" already has the key nuclear component. Modificato da - gz on 9/17/2002 1:9:48 Modificato da - gz on 9/17/2002 1:10:20

 

  By: gianlini on Martedì 17 Settembre 2002 01:01

appunto al netto del petrolio estratto in proprio, gli europei ne consumano proporzionalmente molto di più

 

  By: bandy on Martedì 17 Settembre 2002 01:01

Leggendo i post noto un focus intorno al "se" questo conflitto rappresenterà o no un investimento per gli USA, "se" e come ci sarà un ritorno o se rappresenta una spesa, un'uscita di cassa e nient'altro. La mia visione delle cose è la seguente. Secondo me il mercato alle porte del conflitto non sta tanto domandandosi se 200 miliardi di dollari rappresentano o meno un investimento, ma la percezione dei traders è quella che ci possa essere un ulteriore calo di fiducia dei consumatori ma sopratutto di fiducia delle imprese che sono l'anima del mercato. Ovvero l'industria delle armi è una, e il resto? Ho l'impressione che in molti non si aspettino una passeggiata di salute in Irak, le incognite questa volta sono tante e chi deve investire soldi (non in una guerra) o spenderne preferisce attendere l'evolversi degli eventi. Spesso in una fase di incertezza (che comunque perdura da dopo lo shock di 911) le borse preferiscono vendere che comprare ecco perchè stamattina si vendeva. In fin dei conti pensate solo ad immaginare se Saddam preme il tasto su un missile batteriologico con obbiettivo Bahrain o Israele. A quel punto vaglielo raccontare tu a traders e investitori che dopo le guerre c'e' bisogno di ricostruire per cui l'economia riparte. Non so io forse vedo un rischio più grosso di quello che esistente, ma non vedo una spedizione punitiva "vai colpisci e torna" che poi risaliamo a 12000 di Dow jones... E il mercato questo lo percepisce. Voglio dire una cosa è vendere mitra a guerriglie di Meddelin in Colombia che si sparano con altre fazioni per il controllo della coca e per il dominio del narcotraffico e una cosa è contare su uno possibile yield derivante da 200 miliardi di $ investiti per rovesciare Saddam quando non sai neanche cosa cacchio ha sto qui nei sotterranei di Baghdad.

 

  By: Paolo Gavelli on Lunedì 16 Settembre 2002 23:00

un po' più di petrolio a basso prezzo (cosa di cui hanno da guadagnare più gli italiani ed i tedeschi che non gli americani, checchè se ne dica)... ---------------------- alt! notizia utile: "Oggigiorno gli USA sono il principale consumatore di greggio; la popolazione USA, che costituisce il 5% di quella mondiale, consuma il 26% del petrolio prodotto annualmente in tutto il mondo. Gli USA producono autonomamente l'11% del prorpio fabbisogno e, attualmente dispongono del 2% delle riserve mondiali totali." Dati ^EIA#http://www.eia.doe.gov/^ Official Energy Statistics from the U.S. Government 2ali

 

  By: gianlini on Lunedì 16 Settembre 2002 22:47

La spesa pubblica non è di per sè una panacea di tutti i mali o uno stimolo all'economia. Lo è se indirizzata ad infrastrutture "utili" allo sviluppo successivo dell'economia, altrimenti è una semplice distruzione di risorse (prese evidentemente a prestito) Altrimenti il paese più sviluppato al mondo sarebbe l'unione sovietica, il paese dove l'intervento pubblico era totale fino a prova contraria il carburante dei jet e delle portaaerei viene bruciato e quindi consumato, i sergenti potrebbero assistere le vecchiette in Maryland, le bombe sono metallo estratto a fatica da miniera, lavorato a fatica in fonderie e acciaierie, rifinito in carpenterie e laboratori specializzati, e poi distrutto su un obiettivo nemico se ci arrivano con lo stesso metallo, la stessa fatica in miniera, fonderia, acciaieria, carpenteria si potrebbero costruire putrelle per costruire una scuola o un ospedale non so se la guerra contro l'IRAQ sia un investimento nel senso che ci si guadagna un po' più di petrolio a basso prezzo (cosa di cui hanno da guadagnare più gli italiani ed i tedeschi che non gli americani, checchè se ne dica) oppure non sia una semplice mossa di prevenzione per evitare nella migliore delle ipotesi un aereo sulla testa seduti in qualche ufficio, o una bella bombetta atomica su un'intera città ops, quasi quasi ricominciavo a pensare agli arabi come brutti e cattivi mi scuso subito con tutti coloro che ne sono profondamente urtati....

 

  By: michelino di notredame on Lunedì 16 Settembre 2002 22:34

Annibale... porto' la minaccia nel cuore stesso di Roma... (ricorda qualcosa?) questo causo'...un'esplosione di patriottismo... ma fu durissima dovettero...svalutare l'asse...

 

  By: banshee on Lunedì 16 Settembre 2002 21:51

Niente! Proprio non mi si consente di scioperare in santa pace! Allora! 1) Se si vuol parlare di oggi in particolare, le Borse non mi sembrano particolarmente sofferenti. Abbiamo visto di peggio a causa di un raffreddore di Greenspan. 2) Il ritorno dell'investimento è dato in misura marginale dalla ricaduta sull'industria (e non solo) delle spese per gli armamenti, e quelle collegate, che pure sono tutt'altro che trascurabili. Il grosso, la motivazione principale dell'investimento, è data da enormi vantaggi strategici di tipo commerciale e politico (economici in senso lato), che si ritengono non altrimenti conseguibili. 3) Non è detto che vada bene! Solo in rari casi si può conoscere l'esito dell'investimento prima. Ma se anche si rivelasse un investimento fallimentare, sempre di investimento si sarebbe trattato. 4) I costi dell'investimento sono elevati, a volte continuati nel tempo, a volte ti portano allo stremo delle forze e della sopportazione (quello che sta accadendo a me su Ericsson, per esempio). I Romani dovettero guardare Annibale caracollare sotto le proprie mura, prima di schiantare Cartagine. In quel caso, dopo costi immensi, il ritorno fu dato dal dominio sul mondo. Ed i cittadini di Roma non pagarono più tasse per quasi tre secoli. 5) BA prende il 4% oggi, e mi pare un buy.

 

  By: GZ on Lunedì 16 Settembre 2002 20:43

mi sembra che su Stm stanno esagerando, questa settimana (non oggi però) chiude il suo ciclo settimanale... Allora, stamattina le borse sono andate giù, tra le altre cose, perchè la prima pagina del quotidiano finanziario più diffuso conteneva un intervista all'economista capo del paese economicamente più importante che diceva: " la guerra con l'iraq costerà sui 200 miliardi di $..". I traders, esseri superficiali si sono fatti impressionare e hanno venduto un poco più del solito. Se io pensassi invece che questi 200 miliardi di $ che sono già in corso di essere spesi abbiano un ritorno positivo mi aspetterei che anche il resto del mercato se ne sia accorto e salga. Sarebbe una tesi originale: " spendi di più per missili e soldati e l'economia riparte". La maggioranza non è originale: per ora pensa che spendere 200 miliardi per una guerra (in cui ,tra l'altro, l'avversario magari reagisce anche con qualche arma batteriologica o scarica su israele qualche missile di troppo (come nel 1991) o fa saltare i pozzi del kuwait o altro) sia negativo. Anche perchè l'intenzione di rovesciare Saddam è stata dichiarata apertamente 6 mesi fa come minimo e la produzione e le commesse per armamenti sono state avviate già da mesi. L'effetto di spesa pubblica si sarebbe dovuto già sentire. Modificato da - gz on 9/16/2002 18:45:28

 

  By: banshee on Lunedì 16 Settembre 2002 20:12

La CGIL può protestare quanto vuole. Non sono tra i suoi iscritti. Del resto, non è colpa mia se, con la gatta in sciopero, i topi ritengono di poter ballare oltre il lecito. Recupererò con la settimana ulteriore di astensione testè annunciata. Sempre che il rappresentante principe dell'associazione "Maccartismoweloveyou" non esageri, costringendomi a nuovi interventi. L'intervento di Panarea era ampiamente motivato. Certo che la guerra costa! Ma cosa c'entra? Se vuoi investire devi spendere, no? E non è detto che avrai un ritorno; il tuo investimento deve rivelarsi vincente per averlo. E non sempre è così. I conti spesso si sbagliano. E soprattutto è sempre un ritorno a medio-lungo termine, mai immediato. Quello che è immediato è il costo, proprio come nel caso di qualunque investimento. Le Borse scendono perchè il mercato c'è tutti i giorni, ed allora tu le vedi scendere. Ma se le controlli tra qualche anno, la visione e la prospettiva saranno diverse. Quindi, ripeto l'appello a concentrarsi maggiormente sui concetti che gli altri esprimono. E soprattutto, rispetto per il modo di pensare degli altri. P.S. - Michelino, i soldati esistevano già da qualche migliaia di anni prima del 1.300, e non esiste un nesso assoluto tra soldati e mercenari. E non sono mai stati i soldati quelli che si sono realmente arricchiti con le guerre vinte. E le guerre costavano anche in epoca feudale, se non altro per le giornate lavorative perse, le devastazioni e l'incuria dei campi, le malattie, et cetera. Ma anche l'investimento sbagliato non cambia nome: rimane investimento!