Sweet Home Bahrain

 

  By: banshee on Venerdì 27 Settembre 2002 12:27

Grazie Michel! Ma che multipli hanno quei covered? Riguardo i pericoli paventati su Dresdner e Commerzbank, ti pare possibile che i teutonici, che non lasciano fallire Mobilcom, lascino saltare per aria due delle più grosse istituzioni finanziarie del Paese? Credo che sia più probabile che conferiscano la cittadinanza onoraria a George junior.

 

  By: michelino di notredame on Venerdì 27 Settembre 2002 03:37

e sinceramente vedo malissimo DELL. se questo e' un tiro al piccione, dell e msft sono i due piccioni piu' grossi. dell ha il supportone a 10$, il che vuol dire dar via il 60% del suo attuale valore. una conferma del crollo prossimo venturo e' l'assenza di cw put su dell, che per le prossime scadenze si sono improvvisamente rarefatti. ce n'e' uno solo mi pare, di commerzbank. per la quale banchetta vale lo stesso ragionamento che si faceva per allianz. almeno credo.

bnl usmsft p45 dc02 (sell microsoft) - michelino di notredame  

  By: michelino di notredame on Venerdì 27 Settembre 2002 03:32

io uso bnl usmsft p45 dc02, che e' molto speculativa, scade la prima settimana di dicembre e non e' nemmeno in the money (oggi, domani sera chissa'). pero' se ti accontenti di guadagnare il 60% prendi dr usmsf p60 dc02, che dovresti pagare con 2 dollari di vola circa, intorno a 1,60. oppure dr usmsf p60 mz03, che pagheresti un po' di piu' ma non molto. il supporto del sottostante e' sempre quello, 30$. quindi rivendi quando il titolo si avvicina, zona 32-33$, prendi e porti a casa. la cosa peggiore che ti possa succedere e' che fallisca allianz, e la controllata dresdner non paghi piu' i cw e ti faccia marameo. ma questo non succedera'. almeno credo.

 

  By: banshee on Giovedì 26 Settembre 2002 23:02

Beh, sai, in ognuno di noi c'è quella punta di masochismo irrinunciabile ........ :-) Nel breve, io continuo a vedere vagonate di titoli che gli insiders sbolognano con gusto. Certo, poi magari succede che l'infame crolli il giorno dopo che la put è scaduta, ma mica ho intenzione di metterci i soldi per l'Università di mio figlio. Un mezzo migliaio di euro si possono pure buttare, no? Una bella put marzo 2.003, e buona notte. Anche solo da tener presente, da controllare ogni tanto, da farci qualche giro. E poi, sono adulto e vaccinato, papà. Dimmi quale put ritieni migliore per la cosa, e al resto penso io. Se vuoi, ti firmo pure una liberatoria. :-)

 

  By: michelino di notredame on Giovedì 26 Settembre 2002 22:48

Nel frattempo, Giove Ottimo Massimo manda tuoni e fulmini su Bassora. Raid accompagnati da gran propaganda ("In Iraq ci sono uomini di Al Qaeda"). No, non hanno idee pacifiche per la testa.

 

  By: michelino di notredame on Giovedì 26 Settembre 2002 22:41

banshee, ma hai visto che consiglio ho dato a observer proprio oggi? gli ho detto ehi tu che mi dai ascolto, vai short qui!, e il mib30 ha fatto 400 punti all'insu... quand'e' la trimestrale MSFT? su wallstreetitalia dicono che sta per arrivare, ma non dicono quando. ormai e' un mercato paranoicissimo, senza SE (tutti sanno che msft deve cadere), ma pieno di QUANDO. come IBM un anno fa. generazioni di shortisti si sono rotti la capa su IBM. come AUTOSTRADE. i titoli marciscono dentro. si svuotano per opera del Magico Baco che mangia i book. e poi, a un bel momento, crollano. enronite dilagante. da fuori non si vede niente, sembra tutto ok, il prezzo regge. per me MSFT e' un sell certissimo di medio-lungo. sul breve amboh...

 

  By: banshee on Giovedì 26 Settembre 2002 22:20

Che dici, Mich? Ci posso sperare per quella put su Softie?

 

  By: michelino di notredame on Giovedì 26 Settembre 2002 21:51

Oggi diverse notizie interessanti. L'ex capo degli ispettori ONU, Richard Butler, che dice di temere l'uso di armi nucleari da parte di Israele, nel caso venga attaccato dall'Iraq. E aggiunge che, in quel caso, il mondo intero cambierebbe fino a diventare irriconoscibile. E Israele potrebbe cessare di esistere. Interessante per questo, perche' un ispettore ONU non parla neanche con le cannonate, ma un ex-ispettore non vede l'ora di dire come stanno le cose davvero. E' una specie di sindrome del super-pensionato. Fateci caso. I super-pensionati hanno uno score impressionante. E poi la notizia degli sforzi diplomatici arabo-americani per convincere Saddam all'esilio. Questo secondo me e' molto, molto plausibile. Sia che questi sforzi siano reali; sia che, in qualche modo, possano incontrare un successo (il che, ovviamente, scongiurerebbe la guerra). E' il satrapo desautorato che non puo' piu' rimanere dove sta. Due notizie schizofreniche, ma toste.

 

  By: gianlini on Mercoledì 25 Settembre 2002 21:19

anche l'ENI direbbe la stessa cosa!

Royal Dutch dice che il greggio crolla - gz  

  By: GZ on Mercoledì 25 Settembre 2002 17:21

questo è il grafico della maggiore società petrolifera europea, Royal Dutch Shell, su base settimanale. Suggerirebbe che sta per crollare il petrolio, non oggi perchè il grafico è settimanale, diciamo entro un mese o due, ma è impossibile trovare un grafico più pericoloso al ribasso, con 5 tentativi di sfondare la linea di supporto. A volte l'analisi tecnica da indicazioni sui conflitti in corso, ad es questa estate il grafico delle borse indiane e pakistane ha ricominciato a salire nel momento in cui la tensione nel kashmir era al massimo

 

  By: Joseph on Sabato 21 Settembre 2002 21:09

Dal punto di vista macroeconomico il vero interrogativo è "Quanto durerà il possibile conflitto con l'Iraq e relative tensioni?" Diversi economisti qualche mese fa hanno fatto simulazioni e relativi calcoli approssimativi : 1a ipotesi Durata conflitto 2 mesi circa Pil Usa -10%/15% su precedenti stime ad es.da +2,6% a +2,2/+2,4% 2a ipotesi Durata conflitto 6 mesi circa Pil Usa -30%/35% su precedenti stime ad es. da +2,6% a +1,8% aprrossimativamente. Concordo con Zibordi che l'Europa & Co, in caso di un prolungato conflitto o perlomeno di prezzi Oil elevati per tempi medi sarebbero maggiormente penalizzati e a quel punto in recessione, ma anche per gli States le possibilità di double dip sarebbero assai elevate (vedi ultime considerazioni del chief economista S.Roach Msdw) Cordialmente joseph

Il Greggio e la Recessione - gz  

  By: GZ on Sabato 21 Settembre 2002 16:37

Il costo del petrolio è una tassa e da febbraio è salito da 21-22$ circa a 29-30$, un +30%. Febbraio è quando è iniziata l'ondata degli attacchi suicidi in israele e la decisione americana di puntare a rovesciare Saddam (come ho spiegato le due cose sembrano legate). L'Europa spende il 1.5% del PIL per l'energia, il Giappone l'1.4% e gli USA l'1.0% (questi ultimi producono il 45% circa del loro petrolio contro un 2% ad es del giappone ). Quindi il petrolio che sale del 30% da febbraio taglia uno 0.5% dal PIL europeo. Se raddoppiasse (dai livelli di inizio anno) fino a 40-45$ al barile taglierebbe un 1.5% dal PIL. Specificamente è l'industria in particolare che sente di più l'effetto del caro-petrolio. All'epoca dell'invasione del Kuwait (agosto 1990) il petrolio schizzò su di quasi VENTI DOLLARI e arrivò a 40$ (per poi tornare giù in gennaio 1991) . Le stime sono che al momento dell'attacco a Saddam da 29-30$ possa salire sui 45$. Dato che Giappone e Europa sono in recessione al momento e gli USA appena appena in crescita questo provocherebbe una recessione globale sicura e sta già pesando sulle economie (e arricchendo i produttori di greggio). Le borse sono schiacciate sui minimi degli ultimi 4 anni e non reagiscono ai tassi di interesse bassi soprattutto per questo al momento (una volta assorbiti gli effetti della bolla tecnologica ovviamente). L'america è il paese industrializzato dove il settore manifatturiero pesa di meno, la Germanaia o Giapppone molto di più e così le "tigri asiatiche". Quindi in caso di balzo del petrolio a 40$ l'america è quella che lo sentirà di meno e probabilmente giappone e cina di più. L'Iraq produce circa 1.2-1.3 milioni di barili al giorno (questo da anni, per cui tra l'altro la storia dei bambini irakeni è pura propaganda), ma può arrivare a 2.5-3.0 milioni senza restrizioni e con investimenti. ==> Se Saddam viene attaccato il greggio va a 40$ e le economie occidentali perdono da 1 a 1.5% di PIL. Il mercato sta GIA' PREZZANDO QUESTO EFFETTO al momento. ==> Se Saddam poi viene rovesciato il greggio torna di colpo a 20$. Il mercato NON sta ancora prezzando questo effetto, perchè ovviamente l'esito è incerto. Questi sono i fatti che occorre sapere per il petrolio e la recessione. ------------------ da Stratfor.com ------------------------- The Profits and Pitfalls of War in Iraq 20 September 2002 Though it is too early to predict the exact economic effects of a war against Iraq, it is clear that the ramp-up to hostilities will send oil prices soaring. That, in and of itself, will have a dramatic effect on the global recession. Analysis While the global energy picture has changed much since 1990, one thing is certain: Once it becomes apparent that Washington will settle for nothing less than the ouster of Iraqi leader Saddam Hussein, oil prices will spike. During Desert Shield, Brent crude shot up more than $20 from its levels on Aug. 1, 1990 -- the day before Iraq invaded Kuwait. And in February 2002, just before the Bush administration commenced its warmongering against Iraq and suicide bombings began to surge in the Middle East, Brent prices were clustered around the $20 mark. A return to $40 per barrel is highly likely considering Washington's steady march back toward the Middle East. High energy prices affect different economic players in different ways. OPEC states -- excluding Iraq, of course -- will be among the biggest winners in the near term. Nearly all OPEC members have monochromatic economies that would wither and die without oil. Such economies, like other extraction-based economies, are unstable and inefficient. For example, the Energy Intelligence Group estimates that the bureaucracy of Saudi Arabia is so bloated that the country falls into deficit whenever oil prices dip below $25 per barrel -- even though Saudi oil is among the cheapest in the world to bring to market. In the short term, therefore, a war with Iraq will be a huge boon to OPEC producers. Even the threat of war is serving them well: Without Washington's stream of bellicose statements, prices would be about $5 per barrel cheaper than they are now. Last year's global recession, combined with this year's sluggish growth and a rapid increase in non-OPEC oil supplies, should have left prices relatively flat, but anything that keeps Washington's threats going or actually leads to war will minimize Iraq's presence in the market and maximize oil prices. The situation is even brighter for non-OPEC producers. Though their economies certainly are addicted to oil, most of them do not rely upon it as wholly as those of OPEC states. These non-members rarely face systemic collapse when prices dip, but they certainly enjoy the windfall when prices rise. Examples are Norway and Russia: Norway invests all of its oil proceeds in its national retirement fund; Russia -- despite sustaining a severe economic hit during the 1997-1998 oil crash -- retained both its relative social stability and its government. Venezuela and Indonesia, both OPEC members, were not so lucky. The Gulf states of OPEC have survived only because of their large savings accounts and small populations. Unlike the quota-bound OPEC states, however, non-OPEC producers have little reason to rein in production. Instead of spending their windfall on overhead, most of them will invest in fresh production. For oil importers, the prospect of a war with Iraq is not so positive, but the impact of the ensuing high oil prices varies widely among these states. Those who suffer the most will be states that depend on heavy industry and those whose consumers have low levels of disposable income. Heavy industry is very energy-intensive, and consumer and industrial energy demands tend to be inelastic. Therefore, any increase in energy prices translates into a direct hit on the pocketbooks of industrialists and consumers. The knock-on effect from consumers is particularly sharp, since it reduces the amount of money consumers spend in all areas. The end result is that the non-energy sector is starved of sales and, therefore, funds. In short, high energy prices slam purchasing power across the board, lowering both standards of living and national output. That means that developing states stand to be hurt the most by a war with Iraq. Almost all of the world's poorer states are deeply dependent upon heavy industry or have little to no disposable income -- or, in many cases, both. Within the developed world, the United States will suffer least. It enjoys the highest level of disposable income of all the major developed states, and its dependence on heavy industry withered years before the dot-com boom materialized. The United States also has four other critical buffers. First, it is the fastest-growing of the major economies, having racked up relatively steady -- if modest -- growth since the fourth quarter of 2001. During that time, Europe and Japan have remained in recession. Second, as a proportion of national output, the United States spends less on energy consumption than do other industrialized states. Net imports account for about 1 percent of U.S. GDP, versus 1.5 percent for the European Union and 1.4 percent for Japan. The Organization for Economic Cooperation and Development estimates that the recessionary effect of high oil prices hits the EU approximately one-third harder than the United States. Third, the United States is a major energy producer as well as importer. It produces 41 percent of its own oil; Japan, by comparison, produces 2 percent of its domestic demand. Finally, and perhaps most important, U.S. dollars dominate the oil market. Since the dollar tends to do well in times of international crisis, other countries will suffer disproportionately. For example, while oil prices tripled in dollar terms from the beginning of 1999 to the end of 2000, they quadrupled in euro terms. Modificato da - gz on 9/21/2002 16:58:34

 

  By: gianlini on Martedì 17 Settembre 2002 13:57

comunque non ho capito e non capisco che cosa ci sia di positivo nell'invito dell'IRAQ agli ispettori dell'ONU Mi sembra che la situazione sia solo peggiorata, il clima di incertezza ulteriormente prolungato e i problemi tutt'altro che risolti! E qualche migliaia di bambini iracheni e di curdi innocenti anche oggi moriranno di fame, inedia o malattia. se a voi sta bene, benvenuti pacifisti di tutto il mondo!

 

  By: lutrom on Martedì 17 Settembre 2002 13:38

Mica solo Berlusconi è in conflitto di interessi. TUTTI quelli che governano in parte lo sono. ------------ Parole sante!!

 

  By: Luigi Luccarini on Martedì 17 Settembre 2002 13:34

Io sono un giornalista Zibordi. E lei, come minimo, è un ingenuo. Davvero crede che l'insider trading si scopra con gli scoop dell carta stampata o della CNN? Faccia un ragionamento di logica politica. Cui prodest la tensione in MO? A chi tratta il petrolio, ovvio? Non le pare un po' strano che sotto l'amministrazione Clinton Arafat prendeva il Nobel per la pace e quasi si baciava in bocca con il nemico mentre da quando è arrivato Bush non si fanno altro che aprire scenari di tensione nelle stesse terre? Dia un'occhiata al prezzo medio del barile prima e a quello in due anni di amministrazione repubblicana. Mica solo Berlusconi è in conflitto di interessi. TUTTI quelli che governano in parte lo sono. Solo che nel caso di Bush c'è un alibi pronto all'uso.