UKRAINA e SANZIONI

 

  By: antitrader on Domenica 18 Settembre 2016 02:41

"Bull,sei andato fare il tassista anche tu?" No Oscar! Il ragazzo si e' messo a lavorare seriamente. Fare il direttore di stabilimento non e' uno scherzo e, sopratutto, non e' come giocare con i fogli elettronici per dare i numeri. Se resiste gli fa molto bene anche se temo che chi lo ha scelto abbia preso fischi per fiaschi, ma questo non esclude che non possa riuscire, basta che non si mette a leggere i libri. E' anche un'occasione per cambiare idea sui negri, ne avra' a decine nello stabilimento e magari capira' il motivo per cui ci son proprio i negri e perche' una parte dell'industria italiana e' ancora salva. Lui speriamo che se la cava.

 

  By: traderosca on Domenica 18 Settembre 2016 01:59

Bull,sei andato fare il tassista anche tu?

 

  By: traderosca on Domenica 18 Settembre 2016 01:02

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  By: XTOL on Domenica 18 Settembre 2016 00:49

non è che sta succedendo qualcosa? oggi mi raccontano che due clienti, entrambi correntisti bmps, in farmacia non hanno potuto pagare perchè il bancomat on line non funzionava e lo sportello atm non erogava...

 

  By: shera on Sabato 17 Settembre 2016 18:41

Galloni dice che voleva coinvolgere la sinistra per evitare la distruzione del sistema italia: ma ciampi con modalità mafiose ha minacciato di licenziare i figli dei dirigenti della sinistra italiana che erano stati assunti generosamente negli uffici studio delle banche... così la sinistra si è defilata, proprio un figlio di puttana
Il 5 maggio 2023 ho chiesto all'AI il miglior titolo da comprare a Piazza Affari: Banca Profilo, oggi scende dello 0,46% a 0.2180 Euro
Lo sbarco sulla Luna, la più grande truffa della storia del mondo, dopo il Covid.

 

  By: DOTT JOSE on Sabato 17 Settembre 2016 17:27

in paradiso di sicuro ci saranno tutti i proletari e operai morti sul lavoro solo oggi sono morti in due 1.lva, operaio 27enne muore a Taranto schiacciato da un rullo. I sindacati: "Un omicidio" 2.Roma: opeario Atac muore folgorato mentre ripara un pantografo

10 febbraio 1947 MATERIALI DI RESISTENZA STORICA GIORNO DEL RICORDO FOIBE dieci febbraio | MILLENOVECENTOQUARANTASETTE

 

  By: shera on Sabato 17 Settembre 2016 17:02

l'onorevole ciampi è morto, spero che sia andato in paradiso con gli imprenditori che si sono suicidati per l'austerità causata dal debito pubblico Persino Galloni aveva previsto tutto... lo aveva capito quando sono arrivati i sicari del fondo monetario internazionale a preparare tutto VIDEO CHE TI SPIEGA TUTTO!!! https://aurorasito.wordpress.com/2016/09/16/in-memoria-di-carlo-azeglio-ciampi/
Il 5 maggio 2023 ho chiesto all'AI il miglior titolo da comprare a Piazza Affari: Banca Profilo, oggi scende dello 0,46% a 0.2180 Euro
Lo sbarco sulla Luna, la più grande truffa della storia del mondo, dopo il Covid.

 

  By: shabib on Sabato 17 Settembre 2016 15:13

lunedì 12 settembre 2016 Eurosistema: il costo dell’inerzia Joseph Stiglitz, che da anni non risparmia critiche all’Eurosistema, ha di recente – in corrispondenza con la pubblicazione del suo ultimo libro - decisamente rafforzato i toni, affermando tra le altre cose che il costo del mantenimento dell’euro supera ormai in modo evidente quello che sarebbe prodotto da una sua rottura. Qualcuno degli irriducibili difensori del sistema oggi in essere ha contestato questa affermazione. In particolare, si dice, i costi del breakup sono estremamente difficili da stimare. Quest’ultimo punto ha indubbiamente degli elementi di verità, soprattutto in quanto non c’è chiarezza in merito a come questo processo di rottura si potrebbe svolgere e a come sarebbe gestito. Tuttavia, ragionando per ordini di grandezza non si fa fatica a convincersi che l’affermazione di Stiglitz è estremamente plausibile. Si era visto qui come l’”output gap” dell’Eurozona, ovvero il minor PIL oggi generato rispetto a una condizione di normalità (cioè di soddisfacente impiego delle risorse produttive) sia stimabile – con ogni probabilità per difetto - nell’8%. Su un PIL eurozonico di oltre 10.000 miliardi, stiamo parlando di più di 800 miliardi all’anno. La cifra è di per sé enorme, ma il punto da sottolineare è che si tratta di un danno ricorrente: ogni anno l’Eurozona rinuncia a molte centinaia di miliardi di reddito e produzione – con il corollario di disoccupazione di massa, fallimenti aziendali, continuo deterioramento del tessuto sociale – per non saper o voler modificare un assetto economico-monetario che, palesemente, non funziona. Tutto questo è destinato a proseguire – quanto a lungo ? in assenza di interventi, per un periodo indefinito. Se ragioniamo in termini di alternativa secca – rottura o proseguimento dello status quo – mi pare evidente che l’affermazione di Stiglitz non è contestabile. Non riesco a immaginare uno scenario, anche deflagrante o disordinato, di rottura dell’euro che possa generare danni di un ordine di grandezza pari a svariate migliaia di miliardi di euro. Che è il costo del mantenimento dello status quo. La rottura, quindi, costa molto meno dell’inerzia. Detto questo, la rottura non è la soluzione più efficiente, il che riporta a ragionare sulle alternative e sulla loro fattibilità politica. E ricadiamo sempre nelle stesse tre – non credo ne esistano altre, o quantomeno non riesco a immaginarne e non ho visto nessuno formularle: Totale revisione dei vincoli di spesa e deficit dell’Eurozona. Helicopter Money effettuata dalla BCE. Introduzione, paese per paese, di strumenti monetari complementari, in affiancamento all’euro (senza rotture). Politicamente, un consenso interno tra i vari stati dell’Eurozona per percorrere la prima strada mi pare lontanissimo da poter essere raggiunto. La seconda dipende, appunto dalla BCE. La trovo meno inverosimile, ma comunque non ci si può fare affidamento. Resta la terza strada. sabato 17 settembre 2016 Moneta Fiscale, debito pubblico, risparmio privato e soluzione della crisi L’Italia è, da molti anni, caratterizzata dalla presenza di un alto livello di debito pubblico (in rapporto al PIL) e, nello stesso tempo, anche da un alto livello di risparmio privato. In realtà l’elevato livello di entrambi questi aggregati non stupisce in quanto, l’accrescimento dell’uno tende ad andare di pari passo con quello dell’altro. Il debito pubblico è, infatti, alimentato dai deficit annui del settore statale. Se lo stato spende più di quanto incassa, si generano attività finanziarie che finiscono nei portafogli di operatori privati. Nella misura in cui lo stato non è emittente di moneta, le attività finanziarie in questione prendono la forma di titoli emessi dal settore pubblico, che tradizionalmente sono costituiti da titoli statali di debito. Nel caso del nostro paese, dai ben noti BOT, BTP, CCT eccetera. Questi titoli sono passività per il settore pubblico emittente ma nello stesso tempo, per definizione, sono anche attività per gli operatori privati che le detengono. Tali operatori possono essere nazionali o esteri. Per un paese come l’Italia, la cui posizione finanziaria netta sull’estero è passiva ma per livelli contenuti (23% circa al 30 giugno 2016, e tendente attualmente a scendere), i detentori sono prevalentemente soggetti nazionali. Si intuisce e si spiega, quindi, che a fronte di un alto rapporto debito pubblico / PIL, il nostro paese sia caratterizzato anche da alti livelli di risparmio privato interno (sempre in rapporto al PIL). Di tanto in tanto, si sente affermare che la riduzione dei livelli dell’uno dovrebbe passare tramite un contenimento dell’altro, da attuarsi anche mediante forme di prelievo straordinario (imposte patrimoniali) o di riduzione del valore effettivo del debito (ristrutturazioni, consolidamenti, write-offs). Ipotesi di questo genere, tuttavia, non possono essere prese seriamente in considerazione. L’effetto sarebbe un impoverimento effettivo del settore privato italiano, che innescherebbe effetti fortemente negativi su consumi, investimenti, occupazione e PIL. Si avrebbe: un ulteriore, forte peggioramento delle condizioni economiche del paese un abbattimento del PIL, che vanificherebbe il presunto miglioramento del rapporto debito pubblico / PIL una caduta dell’occupazione un grave deterioramento del già precario equilibrio sociale. Se si desidera abbassare il rapporto debito pubblico / PIL, occorre, evidentemente, scegliere un altro percorso. L’attuale assetto dell’Eurosistema prevede, in buona sostanza, che gli stati membri si impegnino (Fiscal Compact) (i) a raggiungere il pareggio di bilancio (equilibrio tra euro incassati ed euro spesi) e (ii) a ridurre gradualmente nel tempo (fino al 60%) il rapporto debito pubblico lordo / PIL. Nello stesso tempo, sussiste un impegno della BCE a garantire illimitatamente i debiti pubblici (OMT) purché gli stati membri dell’Eurozona conseguano gli obiettivi del Fiscal Compact, o si attivino comunque credibilmente e plausibilmente per correggere eventuali “deviazioni di rotta”. In pratica, la BCE si è impegnata a garantire i debiti pubblici degli stati membri, purché non si incrementino in valore facciale (pareggio di bilancio) e si riducano gradualmente in percentuale del PIL, fino (ove eccedenti) al livello-obiettivo del 60%. Il Fiscal Compact sta però risultando impossibile da applicare, sostanzialmente in quanto azioni fiscali restrittive finalizzare a ridurre il rapporto deficit pubblico / PIL, nelle attuali condizioni di domanda depressa, hanno un effetto più che proporzionale sul PIL (moltiplicatore keynesiano superiore a 1). Di conseguenza, buona parte degli sforzi di contenimento del deficit sono erosi dal calo del gettito, e modestissimi miglioramenti vengono conseguiti solo a fronte di pesanti effetti depressivi su PIL e occupazione. La Moneta Fiscale rende possibile superare quest’impasse in quanto: UNO, è possibile effettuare azioni espansive della domanda interna, e di recupero della competitività delle aziende, emettendo titoli fiscali che hanno valore grazie alla loro utilizzabilità per ridurre pagamenti futuri verso lo stato emittente. I titoli fiscali non sono titoli soggetti a rimborso: non c’è quindi bisogno che la BCE li garantisca né implicitamente né esplicitamente, in quanto lo stato emittente non potrà mai essere forzato all’inadempimento dell’impegno assunto (appunto perché si tratta di un impegno di accettazione, non di rimborso). DUE, si fa leva sull’amplissimo livello di capacità produttiva inutilizzata del sistema economico di vari paesi dell’Eurozona. Nel caso italiano, il PIL reale 2016 è inferiore del 9% circa – corrispondenti grosso modo a 150 miliardi di euro – rispetto a quanto raggiunto nel 2007 (nove anni fa !) Il recupero dei livelli produttivi pre-crisi, consentito dalla Moneta Fiscale e dalla sua azione espansiva, genera il gettito fiscale necessario a compensare l’utilizzo dei titoli fiscali (utilizzo che ceteris paribus – cioè in assenza di tale recupero produttivo - diminuirebbe il gettito futuro). DUE BIS, il recupero produttivo e occupazionale consente di rispettare gli impegni di finanza pubblica, ma nello stesso tempo rimette in salute l’economia reale del paese. Quest'ultimo risultato è indispensabile perché l’assetto economico-monetario dell’Italia e dell’Eurosistema sia sostenibile nel tempo. TRE, la Moneta Fiscale consente ulteriori azioni efficaci per normalizzare e stabilizzare il profilo di riduzione del rapporto debito pubblico / PIL, anche superando eventuali problemi prodotti da negatività congiunturali che si potranno presentare in futuro. Ad esempio, rifinanziare parte del debito pubblico mediante titoli fiscali a scadenze medio o lunghe, o offrire ai detentori di Moneta Fiscale la possibilità di posporne l’utilizzo, riconoscendo una maggiorazione di valore facciale (una forma di tasso d’interesse, di fatto). QUATTRO, in casi estremi, che appaiono peraltro fortemente improbabili data la ricchezza, la varietà e la flessibilità degli strumenti sopra descritti, potrebbero rendersi necessarie azioni non proposte (su base volontaria), ma imposte (sulla base di provvedimenti di legge) ai cittadini dei paesi emittenti Moneta Fiscale. Per esempio, maggiorazioni di imposte compensate da erogazioni di Moneta Fiscale, o sostenimento di alcune componenti di spesa pubblica non in euro ma in Moneta Fiscale. Nella remota eventualità che questo avvenga, peraltro, l’effetto prociclico di queste azioni sarebbe molto inferiore rispetto alle tradizionali azioni restrittive con cui si è cercato di ricondurre sotto controllo i saldi di finanza pubblica: questo, perché non si parlerebbe di tagli o tasse “secchi”, bensì compensati dall’erogazione di uno strumento finanziario alternativo (la Moneta Fiscale). CINQUE, un paese come l’Italia, caratterizzato da alti livelli sia di debito pubblico che di risparmio privato, garantisce in tal modo i suoi impegni di finanza pubblica, ove mai il recupero produttivo fosse insufficiente, proprio facendo leva sul risparmio privato. Le azioni TRE e QUATTRO, infatti, producono una sostituzione, nel portafoglio dei risparmiatori, di titoli di debito pubblico con titoli fiscali. Nella misura eventualmente necessaria, il debito pubblico viene garantito, in pratica, dal suo rimpiazzo con titoli che non hanno natura debitoria, e che i risparmiatori vengono a possedere in (eventuale, parziale, marginale) sostituzione dei tradizionali titoli di Stato. SEI, il sistema sopra delineato crea, automaticamente, un disincentivo e una penalizzazione automatica nel caso in cui in paese emettesse Moneta Fiscale in misura eccessiva rispetto a quanto necessario per recuperare corretti livelli di domanda, PIL e occupazione. Si verificherebbe in tal caso un effetto di inflazionamento della Moneta Fiscale nazionale (non dell’euro !) e quindi un suo deprezzamento (svalutazione) rispetto all’euro stesso. Sarebbero toccati i detentori di Moneta Fiscale e di titoli fiscali di quel paese, non i cittadini di altri stati membri dell’Eurozona. Questo previene, o nel caso punisce, fenomeni di moral hazard, senza tuttavia passate tramite eventi deflagranti e fonte di instabilità finanziaria, quali credit events di vario tipo (write-off, ristrutturazioni, insolvenze). http://bastaconleurocrisi.blogspot.it/

 

  By: shabib on Sabato 17 Settembre 2016 15:06

ANTI : non sono napoletano e non trovo giusto colpevolizzare i napoletani per il loro modo di vedere la vita. i miliardi che verranno sugati sono quelli dei depositi bancari , BTP,azioni e bonds degli italioti, e quelli investiti nell'immobiliare.lo so da prima di te gli errori gestionali fatti dai governi precedenti e il disastro del bilancio statale. GANO : CONCORDO : Fra l' altro vedo con piacere che ti è rimasta la fissazione psichiatrica per Berlusconi. Berlusconi politicamente è finito da mo', fa parte del passato ed è mantenuto in vita in rianimazione assistita. Pensare che possa avere ancora un ruolo politico significa non avere capito un gran che di quello che sta succedendo in Italia. Capisco però che da certe cose è difficile guarire, ti perseguitano tutta la vita.

 

  By: traderosca on Sabato 17 Settembre 2016 14:53

Regio, inchiesta archiviata. Pizzarotti,duro attacco al senatore Pd Pagliari che con un esposto aveva dato il via all'indagine.

 

  By: Ganzo il Magnifico on Sabato 17 Settembre 2016 14:30

Antitrader, è da quando c'è l' euro, no?, che stiamo prosciugandoci... Sul referendum tutto farebbe pensare che Renzi lo perda. Fra l' altro quelli che votano "no" al referendum sono l' espressione della stessa identica popolazione che ha votato per il Brexit, per Hofer e che probabilmente (anche se qui il call è più difficile) potrebbe fare vincere Trump. L' onda lunga sta andando in loro favore. Proprio per questo penso che mi divertirò molto alle prossime elezioni, anche se ancora non saprei dire questi "nuovi rivoluzionari" cosa voteranno. Troveranno comunque qualcuno/qualcosa che fungerà da catalizzatore e concentrerà la loro attenzione. Forse non è ancora nemmeno apparso all' orizzonte. E mi dispiace dirvi che non penso che sarà Grillo. Fra l' altro vedo con piacere che ti è rimasta la fissazione psichiatrica per Berlusconi. Berlusconi politicamente è finito da mo', fa parte del passato ed è mantenuto in vita in rianimazione assistita. Pensare che possa avere ancora un ruolo politico significa non avere capito un gran che di quello che sta succedendo in Italia. Capisco però che da certe cose è difficile guarire, ti perseguitano tutta la vita. (L' ultima cosa da cui vorrei essere perseguitato è la fissa per Berlusconi). Tradeosca, "E' venuto il momento di fare fuori Renzi" lo dicevo in senso lato, non che vorrei farlo fuori io. Diciamo che comincia a dare fastidio a qualcuno. Come dicevo prima, Renzi non è il mio ideale, e penso che per il 90% sia solo un pour parler, ma mi sembra il meglio che passa il convento.

Slava Cocaïnii!

 

  By: traderosca on Sabato 17 Settembre 2016 14:23

"Hai ragione Shabib. E' venuto infatti il momento di fare fuori Renzi." Giusto,ma indicare il sostituto.D'Alema,Berlusconi,Salvini,Cirino Pomicino,ecc,ecc.? Il M5S non lo volete,siete condannati alla gogna!!

 

  By: Ganzo il Magnifico on Sabato 17 Settembre 2016 14:21

...

Slava Cocaïnii!

 

  By: antitrader on Sabato 17 Settembre 2016 14:01

"ma ci sono troppi miliardi che vogliono prosciugarci" Solito lagnoso vittimismo italo-napoletano. I miliardi de che? Il saldo italico target2 ha sfondato i massimi (a debito ovviamente), eccesso di importazioni, fuga di capitali e conseguente riaggiustamento della base monetaria da parte delle BCE (a potenziale danno dei tedeschi). La fuga di capitali non la fa la Merkel (e nemmeno le importazioni di mercedes) ma e' l'ennesima prova dell'italica cialtroneria, gli italieni (in particolare i fasciopadanari) vogliono fare i patrioti col cul degli altri. P.S. La partita del referendum e' tutta da giocare, renzi puo' ancora vincere con i voti del cav il quale, fino alla fine, si muove solo in funzione della sua "roba" tra le ovazioni di un residuo di cretini ancora ben consistente.

 

  By: Ganzo il Magnifico on Sabato 17 Settembre 2016 13:50

Hai ragione Shabib. E' venuto infatti il momento di fare fuori Renzi. Io non ho un' estrema simpatia per il rignanese, ma è il meglio che passa il convento.

Slava Cocaïnii!