By: shabib on Venerdì 28 Ottobre 2016 14:06
meditare....
Semplici dati, da aver sempre presenti
Il 2007 è stato lultimo anno prima dellinizio della crisi economica esplosa lanno dopo con il fallimento Lehman, e aggravatasi intorno al 2011 a seguito delle politiche di austerità che avrebbero dovuto risolvere le disfunzioni dellEurosistema. Dal 2007 in poi, le principali variabili macroeconomiche del nostro paese si sono evolute come segue.
2007 2015 Variazione
PIL 1.783 1.642 -141 -7,9%
Consumi 1.385 1.313 -72 -5,2%
Investimenti 386 273 -113 -29,3%
Esportazioni 478 494 +16 +3,3%
Importazioni 475 442 -33 -6,9%
Saldo comm. netto +3 +52
(dati ISTAT a prezzi costanti 2015, miliardi di euro)
Considerazioni:
UNO, a otto anni di distanza il PIL reale italiano è inferiore per 141 miliardi rispetto al massimo raggiunto nel 2007. E una variazione negativa spaventosa, totalmente assurda e completamente impossibile da spiegare con una perdita di potenziale produttivo da parte delleconomia italiana. Solo una guerra o un cataclisma naturale di portata biblica avrebbero potuto generare una contrazione di offerta potenziale di queste dimensioni. E evidente che siamo in presenza di un massiccio sottoutilizzo del potenziale produttivo delleconomia italiana: di un problema di domanda, in altri termini.
DUE, a conferma di quanto sopra, lunica voce che si incrementa è lexport. I consumi sono scesi di 72 miliardi, gli investimenti di 113, lexport è aumentato di 16. Manca domanda interna: nel resto del mondo le aziende italiane vendono più di prima.
TRE, si dice che le aziende italiane devono recuperare produttività. Ma comè possibile farlo se gli investimenti sono inferiori di quasi il 30% rispetto a otto prima ? senza domanda interna le aziende inevitabilmente contraggono gli investimenti, e anche lattività di ricerca, sviluppo e innovazione. Si dimensionano per sopravvivere in un contesto permanentemente depresso. E la produttività non può salire in carenza di investimenti, di ricerca e di innovazione.
QUATTRO, la caduta della domanda interna ha prodotto anche la riduzione delle importazioni. In presenza di un export in aumento, il saldo commerciale estero è quindi passato da un sostanziale pareggio a oltre 50 miliardi di surplus (nel 2016 il dato è previsto in ulteriore aumento, a circa 60). Va notato che, esclusi i paesi forti esportatori di materie prime, solo Germania e Cina hanno un surplus commerciale maggiore di quello italiano.
CINQUE, laffermazione ricorrente che un problema dellItalia è aver vissuto al di sopra delle proprie possibilità è una bugia colossale. 50-60 miliardi di surplus commerciale significano che la spesa interna è nettamente inferiore alla produzione. LItalia quindi spende molto meno di quanto produce: e questo, nonostante produca molto meno di quanto potrebbe (e di quanto produceva nel 2007).
SEI, il problema più importante delleconomia italiana è perciò, di gran lunga, la carenza di domanda interna. I vincoli dellEurosistema che impediscono di incrementarla devono essere superati: ed è possibile farlo con effetto immediato e senza incrementare né il debito pubblico né il (peraltro modesto) debito netto estero.
La crisi italiana si risolve avendo in mente quanto sopra. Non si risolve altrimenti, e non si inverte altrimenti la tendenza che ha portato a quanto segue:
2007 2011 2015
Persone in povertà assoluta (migliaia) 1.789 2.652 4.598
Pubblicato da Marco Cattaneo a 11:02 4 commenti:
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Etichette: Eurosistema