L’indice di Affordability
E’ l’analisi effettuata sull’ l’insieme dei fattori che influenzano la possibilità per le famiglie di indebitarsi per comprare casa,quali: reddito disponibile, prezzi delle case, andamento dei tassi, tassi di interesse sui mutui.
Il 2016 si è chiuso con un trend positivo ed ha registrato, nel secondo semestre, un netto miglioramento: le più recenti proiezioni indicano che, a marzo 2017, l’indice si è stabilizzato sugli stessi valori di fine 2016.
La dinamica positiva è principalmente dovuta ad una forte contrazione del costo dei mutui (circa l’80%) cui ha contribuito il miglioramento del prezzo relativo delle case rispetto al reddito imponibile, nonostante la recente crescita delle quotazioni immobiliari.
Il numero di compravendite, nel 2016, è cresciuto del 18,9%, dopo la crescita del 6,5% nel 2015 e del 3,5% nel 2014. In ripresa anche il valore complessivo delle compravendite, che passa dai 76 agli 89 miliardi di euro, mentre sono sostanzialmente stabili i nuovi contratti di affitto di immobili ad uso abitativo, che registrano un lieve aumento dello 0,63% rispetto all’anno passato.
In aumento le abitazioni acquistate tramite mutuo ipotecario (+27,3%), fenomeno colto anche dal miglioramento dell’indice di affordability, che misura la possibilità di accesso delle famiglie italiane all’acquisto delle case.
La quota di famiglie, che nel secondo semestre 2016, disponeva di un reddito sufficiente a coprire il costo annuo del mutuo, per acquistare la prima casa è stato pari al 74% ( nuovo massimo storico) ovvero + 12% rispetto all’inizio del 2004.
L’indice di accessibilità è distribuito in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale, infatti 17 regioni su 19 hanno registrato il massimo storico.
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