Ho avuto sempre dei dubbi sul concetto, tanto amato dai 5S, di reddito di cittadinanza. In un paese dove i vecchi decrepiti sono lasciati a sé stessi con pensioni da fame e servizi nulli, per quale motivo ci potevamo permettere un reddito di cittadinanza di mille euro a persona per ogni disoccupato? Ma chi più avrebbe lavorato ancora (mi chiedevo)? E non sarebbe forse finita, come sempre succede da noi, a tarallucci e vino, cioè che tutti questi RAS (redditi a sbaffo) si sarebbero concentrati, per motivi elettorali, al sud, dove è notorio a tutti che esistono ciechi che guidano le porsche o zoppi che si allenano al salto in alto?
Mi sembrava tanto strana questa cosa al punto che mi si insinuava il dubbio che il RAS poteva essere distribuito a determinate condizioni, del tipo: “ti do l’assegno ma poi fai quello che dico io”. Del tipo pulisci il sedere ai vecchi, vai nelle fogne a togliere le bottiglie di plastica e nelle periferie a pulire le discariche abusive. Fai cioè quello che i nostri dipendenti non faranno mai e fallo in barba alle norme sindacali. Insomma, mi dicevo, una sorta di schiavismo mascherato.
Poi, Gigi Di Maio ci dipana alcuni dubbi dicendo:
«Fino ad oggi domanda ed offerta si incontrano esclusivamente su base provinciale, o al massimo regionale. Non ci sono, se si escludono i Neet, banche dati uniche. Per fare un esempio i centri per l’impiego di Trento non dialogano con quelli di Napoli. Li metteremo tutti in rete. Chi otterrà il sostegno dovrà poi partecipare obbligatoriamente a corsi di formazione e per otto ore settimanali dovrà impegnarsi in lavori socialmente utili nei Comuni di residenza. Una volta trovato, anche su scala nazionale, un lavoro confacente alle caratteristiche del cittadino non si potrà rifiutare la proposta, pena la perdita immediata del sussidio»
A questo punto il progetto 5S comincia a diventare meno fumoso e meno strampalato. Lo Stato entrerà a gamba tesa nel mercato inefficiente con progetti nuovi che però hanno il sapore di vecchio: Centri per l’impiego, corsi di formazione, lavori socialmente utili. Tutta roba buona per chi andrà a dirigerli questi cosi ma non certo per gli sfigati che diventeranno più o meno degli schiavi. O forse è solamente il mercato che presenta il conto?
Caro cittadino (si dovrebbe dire), siamo alla canna del gas, abbiamo finito la pila e non sappiamo più cosa fare. Vi stiamo pelando con le tasse ma i soldi non bastano mai, nemmeno per coprire le buche nelle strade, per il semplice motivo che la politica, in Italia, costa un botto. C’è la casta fatta da qualche milione di persone; privilegiati che vivono alle spalle di voi cialtroni puzzolenti cittadini. Buttatevi in politica (coglioni) fin che c’è posto (noi, fiiiiuu… ce l’abbiamo fatto per fortuna) che è l’unico settore dove avete ancora speranze di riuscire fottere il prossimo in modo legale. Per gli altri che Dio gliela mandi buona…
– Ho imparato a non fare lotta con i maiali. Ti sporchi tutto e, soprattutto, ai maiali piace...