Ultimamente leggendo una bella intervista a Gawronski, mi colpiva questo passaggio:
@@@Questo è Gawronski. «Di quante lingue sei impastato?», gli chiedo. «Oltre l' italiano, francese, inglese, polacco e russo», dice e, quasi per darmi la prova, sbotta perentorio in polacco, alzando la voce. Una signora entra con acqua fresca e caffè. Scambia con Jas due battute slave e scompare.
«Ti ritieni più italiano o polacco? », domando. «Più italiano, ma preferirei ritenermi polacco -risponde -. Ho maggiore stima della Polonia che dell' Italia di oggi. È più civile. I giovani conversano di libri e non solo di calcio. Si alzano per cedermi il posto in autobus, non gettano cicche, l' atteggiamento in chiesa è raccolto, mentre da noi è raccapricciante». «Come spieghi la differenza?», mi informo.
«A migliorarli, è stata la dittatura comunista. La difficoltà li ha temprati, la clandestinità resi riflessivi».@@@
Mi colpiva perché anche io lo ho sempre pensato, stessa cosa per gli inglesi,
il fatto di aver una monarchia, classi sociali, li ha educati ad esser dei soldatini ( proverbiale loro capacità a mettersi in fila ).