UKRAINA e SANZIONI

Re: Next is Italy, La Prossima è l'Italia  

  By: Bullfin on Martedì 09 Ottobre 2018 23:48

poi figurati...sti qua fanno una manovra a figa e champagne e Draghi dovrebbe pure "garantirgli"...garantirgli de che!!???....

FULTRA 10 MARZO 2020: Qui sotto la fotocopia dal vero "cialtrone medio italico" : Antitrader. Fatene una copia del pensiero per i posteri e quando tra 50 anni vorranno capire perchè l' talia sia finita miseramente

Re: Next is Italy, La Prossima è l'Italia  

  By: antitrader on Martedì 09 Ottobre 2018 23:33

Ma insomma, a quanto pare Shera non e' l'unico a dovere posare il fiasco.

La banche centrali non han MAI garantito il rimborso dei titoli di stato, l'obbligo di rimborso, come in tutte

le emissioni obbligazionarie, e' in capo all'emittente (nel caso il tesoro), in caso dimancato rimborso sei in default.

Draghi (o chi per lui) non e' obbligato a comprare e/o rimborsare una beata mazza e non presta NESSUNA

garanzia in tal senso nemmeno nei periodi in cui e' operativo il QE.

 

 

 

Re: Next is Italy, La Prossima è l'Italia  

  By: antitrader on Martedì 09 Ottobre 2018 23:15

Se Salvini spera nell'aiuto degli italiani per piazzare il debito (quello col set di pentole),

vuol dire che e' alla frutta.

Il tipo e' sufficientemente energico e spregiudicato, ma anche lui ha fatto un errore, si e'

la sciato infinocchiare da B&B, quei due sanno essere convincenti, e, se non sei ben

attrezzato ( e salvini no lo puo' essere) , ti riducono come han ridotto il Compagno Muschio: un perfetto ignorante

finaziario. Sicuramente pero' Muschio sara' molto acculturato in altre discipline.

 

Re: Next is Italy, La Prossima è l'Italia  

  By: Bullfin on Martedì 09 Ottobre 2018 23:10

piano del governo

Cir, ecco la mossa del governo per spingere gli italiani a investire nei BTp

  • È la novità nel settore dei titoli di Stato. I Cir sono lo strumento progettato dall’esecutivo per iniziare a riportare il risparmio degli italiani, in misura maggiore, sui titoli governativi e rilanciare il settore delle infrastrutture. Una bozza di progetto elaborata dai tecnici della Lega e consegnata nei giorni scorsi al Mef, che sta provvedendo alla stesura finale, svela il ruolo dei nuovi Conti individuali di risparmio. Nel documento, che il Sole 24 Ore ha consultato - sette pagine e otto articoli -, si delinea lo strumento chiamato a ripetere il successo dei fortunati Piani di risparmio (Pir) che dovrà rilanciare l’acquisto dei bond governativi.
  • 02 ottobre 2018

Cir, tetto a 3mila euro pro capite. Il Governo punta a 15 miliardi

In estrema sintesi, l’oggetto dell’investimento in Cir sono i «titoli di Stato e similari emessi, al fine del consolidamento, miglioramento e sviluppo delle infrastrutture» con «vincolo di acquisto all’emissione e possesso fino a scadenza». E le somme investibili in Cir, fino a 3mila euro annui» non possono eccedere i «90mila euro complessivi». A fronte di questo, il regime fiscale prevede la «non imponibilità dei rendimenti», la «deduzione del 23% sul massimo di 3mila euro annui che matura nell’anno dell’acquisto dei titoli» e l’«irrilevanza Irpef delle eventuali plusvalenze e minusvalenze» nonché «l’inapplicabilità dell’imposta di donazione e successione a condizione che le somme non vengano distratte per almeno 18 mesi».

Le incognite però non mancano, a partire dall’effettiva capacità di attirare l’attenzione dei risparmiatori italiani in un periodo turbolento per i BTp. Ma ci sono anche spazi di manovra: «Negli ultimi anni la quota di obbligazioni del Tesoro direttamente in mano alle famiglie italiane si è progressivamente ridotta fino a scendere al 5%», ricorda Enrico Vaccari, responsabile clientela istituzionale di Consultivest, notando anche come in questo campo l’Italia sia rimasta indietro non solo nei confronti di Paesi come Giappone e Stati Uniti, ma anche di gran parte dell’Europa.

I CIR IN SINTESI

L’incentivo fiscale che ha dimostrato di funzionare in modo egregio come leva nel caso dei Pir rischia però di essere meno potente con i BTp, già avvantaggiati da un’aliquota più favorevole sui proventi (12,5%). «Eliminarla del tutto non sarà forse sufficiente», sottolinea Daniele Trivi dello studio Belluzzo International Partners, che nutre inoltre dubbi riguardo la deduzione del 23% sulle somme investite. L’agevolazione «potrebbe infatti incorrere nell’opposizione dell’Unione europea». Maggior interesse, secondo l’esperto, potrebbe suscitare il carattere dell’impignorabilità dei Cir perché «gli italiani potrebbero essere sensibili alla possibilità di mettere i risparmi al riparo dei creditori». Altri elementi utili per attirare l’attenzione del grande pubblico, leggendo la bozza di documento che dovrebbe accompagnare il decreto fiscale collegato alla manovra, si possono rinvenire anche nella prevista possibilità di alimentare i Cir con i bonus erogati dal datore di lavoro (che potrebbe a sua volta dedurre l’intero ammontare maggiorato del 40%) e di conferirvi il Tfr (con lo stesso trattamento fiscale agevolato dei fondi pensione). Da non sottovalutare infine l’appeal derivante dall’inapplicabilità delle imposte di donazione o successione, così come la facoltà di intestare i Cir a un minore.

Su quale ruolo possano avere i nuovi strumenti all’interno dei portafogli delle famiglie le indicazioni non sono univoche. E se Vaccari azzarda una quota fino al 20-25% che ripristinerebbe in qualche modo la situazione di venti anni fa, Giovanni Cuniberti, docente di Finanza, strategie e tecniche di negoziazione di Borsa all’Università di Torino appare invece più scettico. «Sono strumenti - spiega - adatti a chi ha una propensione al rischio medio-bassa, che potrebbe puntare al massimo su una quota fino al 10 per cento». I dubbi principali, secondo Cuniberti, riguardano due aspetti: «la capacità di questi strumenti di mettere al riparo il patrimonio dall’inflazione e il rischio non immediato, ma sempre latente, di divenire oggetto di una potenziale patrimoniale». Non sembrano invece esistere particolari motivi per ritenere che i Cir distraggano risorse da quei Pir che a livello di raccolta hanno superato ogni più rosea previsione.

L’idea è che siano in fondo strumenti nati con funzioni diverse ma «entrambi caratterizzati da una comune logica di incentivare il risparmio a medio-lungo termine attraverso il vantaggio fiscale» sottolinea ancora Vaccari, ricordando a questo proposito «l’importanza della funzione formativa nei confronti di un risparmiatore, come quello italiano, che continua a essere a corto di cultura finanziaria». In tutto questo, le banche sembrano per il momento restare alla finestra in attesa di sviluppi. Un atteggiamento in parte giustificato dalla mancanza di certezze, ma anche dalla sensazione che dietro ai Cir non vi siano opportunità così redditizie come avvenuto invece per i «cugini». «Stavolta per gli istituti di credito si tratterebbe semplicemente di gestire l’attività di custodia dei titoli, che almeno sulla carta non è un elemento in grado di migliorare più di tanto il conto economico», avverte Trivi.

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Re: Next is Italy, La Prossima è l'Italia  

  By: Bullfin on Martedì 09 Ottobre 2018 23:02

Anti, stavo proprio per scrivere di nuovo e vedo il tuo intervento...sono d'accordo...il fatto è che Salvini dice se lo spread cresce gli italiani ci aiutano...troppo tardi...non si avvicinano nemmeno morti...diversamente se le acque fossero calme allora un po' di pollastri li trovi.

Quindi la soluzione è un prelievo coattivo dai conti investito direttamente sui titoli....non so se è fantascienza o meno....

...ma il gatto non ha sette vite?...

ma e l'altro permaloso veliardo...è ancora con il broncino.... :)...

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Re: Next is Italy, La Prossima è l'Italia  

  By: muschio on Martedì 09 Ottobre 2018 23:00

...ancora a paragonare l'Italia col Venezuela! mancano le basi!

Ma il premio della settimana va al buon Hobi che santifica Andreatta!

 

Re: Next is Italy, La Prossima è l'Italia  

  By: antitrader on Martedì 09 Ottobre 2018 23:00

L'idea di appioppare i BTP agli italiani regalandogli un set di pentole incorporato e' semplicemente ridicola.

Negli anni 70/80 c'era il BOT people, chi aveva qualche soldo andava in banca e comprava i BOT.

Adesso, sembra un paradosso, ma la conoscenza finaziaria individuale e' diminuita, e' tutto in mano ai fondi, e il

gestore se ne guarda bene dal mettersi a fare il patriota.

Oggi, chi si avvicina alla borsa dura quanto un gatto sulla tangenziale perche' va subito sui CFD e si mette

a giocare in entrambi i versi che e' il modo piu' sicuro per perdere sia quando sale che quando scende.

 

 

Re: Next is Italy, La Prossima è l'Italia  

  By: Bullfin on Martedì 09 Ottobre 2018 22:54

a societa' era ancora in buona parte agricola e nessuno aveva grilli per la testa, riuscivi a vivere anche con 0 (zero), o quasi

 

 

oggi è la societa' che compra l'acqua Evian della Ferragni a 8 euro...se avessi un figlio o figlia che la comprano, li rinchiuderei dentro in camera con mani e piedi legati completamente a digiuno e senza acqua per 7 gg....

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Re: Next is Italy, La Prossima è l'Italia  

  By: Bullfin on Martedì 09 Ottobre 2018 22:52

Lutrom non sono d'accordo con la stampa...nel breve gran vantaggio di sicuro, nel lungo...il Venezuela...mettere la stampa in mano all'uomo politico è come mettere una bella figa in mano ad uno psicopatico killer (insomma mai visto non aprite quella porta??)...

invece sebbene inizialmente vedevo la cosa come la peste, forse se si riesce "VOLONTARIAMENTE" dirottare il risparmio privato sui titoli di Stato allora si che metti in sicurezza il debito....pero' mi consentirai io personalmente non ci metto un euro...non sono convinto del tutto...

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Re: Next is Italy, La Prossima è l'Italia  

  By: antitrader on Martedì 09 Ottobre 2018 22:31

Vedi Hobi?

Quelli sono i danni fatti da Bagnai, mette il grafichetto e infinocchia migliaia di pollastrelli.

Come ha detto Bull (che quando e' esente da squilibri sa ragionare), in quel grafico non c'e'

alcuna relazione tra causa e presunto effetto, se sulla riga rossa del 1981 ci scrivi che in

quegli anni nacquero i paninari ha la stessa valenza.

Come hai ben riportato, gli anni 70 furono anni di crisi feroce, peggio di adesso, la differenza

sta tutto nel fatto che, ai tempi, la societa' era ancora in buona parte agricola e nessuno

aveva grilli per la testa, riuscivi a vivere anche con 0 (zero), o quasi.

 

Re: Next is Italy, La Prossima è l'Italia  

  By: lutrom on Martedì 09 Ottobre 2018 22:29

Bull, al di là dei problemi dell'Italia, è però semplicemente assurdo che gli stati debbano ricorrere solo ed esclusivamente al prestito da parte del mercato per  avere soldi in più: ne è venuta fuori un'economia basata sul debito, che ormai ovunque sta aumentando a livelli assurdi.

E' un sistema che non va, ma che a qualcuno conviene, eccome.

Poi certo, se gli stati avessero totale libertà di stampare moneta,  ci sarebbero altri problemi (ma questo non è l'attuale problema). 


 Last edited by: lutrom on Martedì 09 Ottobre 2018 22:30, edited 1 time in total.

Re: Next is Italy, La Prossima è l'Italia  

  By: Bullfin on Martedì 09 Ottobre 2018 22:20

Gano quel grafico non conta un cazzo...serve solo per i sempliciotti alieni ai numeri...questi sono i numeri... debito REALE PERCENTUALE.......e comunque prima di far saltare l'Italia io credo che Trump e Putin un bel paraccadute ce lo danno...anzi sono capaci anche di darci un aliante.....

 

 

 

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Re: Next is Italy, La Prossima è l'Italia  

  By: hobi50 on Martedì 09 Ottobre 2018 22:04

L’Italia prima del divorzio..io l’ho vissuta operando nel credito

Le cose anche allora non andavano.

Peggio ,in quegli anni ,e nei precedenti,si sono poste le basi per il disastro successivo.

Lo stato spendeva a pie di lista mentre per le aziende non c’era credito in quanto,per contenere l’inflazione,la BdI pose delle limitazioni.

Ovviamente in quel periodo si fece tanto cattivo sviluppo con i soldi dello stato mentre il sistema produttivo non aveva sufficiente ossigeno dal credito.

Andreatta cercò di interrompere questa situazione insostenibile ma non aveva fatto i conti con l’ assessore che arrivò a spendere,successivamente, fino al 22% del bilancio statale in interessi passivi.

Ma svariate situazioni favorevoli (la cosiddetta convergenza verso i parametri dell’Euro,poi i tassi euro strutturalmente più bassi,infine il Qe di Draghi) ci hanno consentito di vivacchiare ( malissimo) negli ultimi 20 anni.

Ora siamo vicini al “ Rien ne va plus ..” ed anche gli eventi più sfarevoli sono possibili.

 

Hobi

Re: Next is Italy, La Prossima è l'Italia  

  By: antitrader on Martedì 09 Ottobre 2018 21:42

Shera, posa il fiasco! Savona si sta cagando addosso.

 

Re: Next is Italy, La Prossima è l'Italia  

  By: shera on Martedì 09 Ottobre 2018 21:28

Germania con Bund negativo, Giappone che fa il 240% di debito/pil, Italia prima del divorzio

 

Savona è un grande stratega, probabilmente vuole mettere ko la bce e far intervenire Borghi con i btp detassati per le famiglie e minibot da usare come denaro contante ovunque nel mondo, tanta robba

 

 

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