non le tasse, non l'euro, non la Cina... è stato il nepotismo degli imprenditori - GZ
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By: GZ on Domenica 08 Febbraio 2015 22:26
Luigi Zingales è probabilmente il professore di economia italiano con il "rating" accademico più alto (ci sono delle classifiche all'università che misurano in base alle pubblicazioni e incarichi formali la posizione dei docenti)
Se guardi cosa dice (vedi ad es ^la lezione magistrale di Luigi Zingales allo Speciale Ravenna Future#https://www.youtube.com/watch?v=kjuLcfMuK0Q^ e altri suoi ^studi di econometria#http://www.haas.berkeley.edu/groups/finance/Diagnosing.pdf^) sembra che la causa del declino dell'industria italiana degli ultimi dieci-quindici anni sia....
#F_START# size=5 color=black #F_MID#il nepotismo dei piccoli imprenditori italiani#F_END#
#/i# "...In this paper, we try to explain why Italian productivity stopped growing twenty years ago. We find no evidence that this slowdown is due to the adoption of the euro or to the impact of Chinese competition. .. ^In other words, familism and cronyism are the ultimate cause of the italian disease...#http://www.haas.berkeley.edu/groups/finance/Diagnosing.pdf^"#/i#
Non l'apertura alla Cina e al resto dei paesi dove il lavoro costa 1 euro all'ora, non la tassazione asfissiante, non il crollo di domanda interna causato dall'austerità, non l'euro che ha sopravvalutato il cambio da quindici anni...
Niente, questi fattori non risultano nei suoi test statistici. Riesce invece a infilare nelle equazioni in modo un tantino astruso il nepotismo atavico dei piccoli imprenditori che mettono il figlio a capo dell'azienda invece di un manager. Questo è il fattore che di colpo si è fatto sentire e ci ha affondato a partire dal 2000
#ALLEGATO_1#
Ehi.. questo è come dicevo il professore di economia italiano più quotato, quello con la cattedra a Chicago, che viene ora giustamente nominato nei consigli di amministrazione non so se di ENI o cosa e citato con rispetto come dire Veronesi in medicina. E Zingales è di scuola liberista. Ti sforna uno studio di cinquanta pagine fitto di numeri sul declino delle imprese italiane e se guardi non mette nelle sue equazioni le tasse, tipo che in Korea (o le multinazionali) pagano il 20% e qui il 60%...Riesce però a sottoporre a test statistico il nepotismo dei piccoli imprenditori veneti e trova che è lì la causa del male dell'Italia.
Dopodichè poi ovviamente dici, supponiamo che sia vero, che mettono i figli in azienda e non dovrebbero, dovrebbero fargli un test e se i parenti non lo passano li mettono fuori e pigliano il manager internazionale e poi si quotano e poi si fondono o si fanno comprare...
Però forse gli italiani lo fanno dai tempi dei comuni, delle signore e del rinascimento no ?
----- ^mio post#http://noisefromamerika.org/node/12617^ in cui sfotto un poco i professori amici di Zingales che ne discutono con grande serietà ----
Questo è molto interessante, specialmente per le decine di migliaia di imprese italiane scomparse in coincidenza e successivamente all'adozione dell'euro e all'apertura alla Cina del 2001. Il bello di fare l'economista è che ti spiega come l'evidenza inganni. Imprenditori, management consultant (e comuni mortali) notano che dopo che il cambio sale da 1 a 1,5 dollari e verso la Germania è bloccato e dopo che si rimuovono le barriere alle importazioni dalla Cina per cui queste salgono da zero a 40 miliardi interi comparti dell'industria italiana scompaiono. E dato che i margini di profitto si riducono anche per quelle che sopravvivono ci sono meno investimenti e poi meno produttività di conseguenza.
Cioè se interi settori industriali vengono decimati dal cambio sopravvalutato e dalla concorrenza a basso costo ne soffre anche la produttività. Senza contare l'aumento costante della tassazione (che non figura nello studio di Zinglaes), tipo che in Cina rimborsano l'IVA a chi esporta e da noi è salita dal 15% al 22% nel periodo.Tutto questo è però un illusione ottica perchè c'è uno studio econometrico che dice che i coefficienti non sono significativi nella regressione... per cui se anche avessimo avuto un cambio più basso del 30% e barriere verso la Cina le imprese sarebbero morte lo stesso, i margini di profitto sarebbero crollati lo stesso...
Beh... se si vuole giocare al gioco della matematica però ci sono anche altri e più cazzuti che hanno dimostrato il contrario, teoricamente ed empiricamente. Ralph Gomory e William Baumol http://people.stern.nyu.edu/rgomory/academic_papers/82_national.pdf o http://mitpress.mit.edu/books/global-trade-and-conflicting-national-inte... (Gomory è un matematico puro che era a capo della ricerca di IBM, Baumol anche lui insomma..). Per fortuna anche in economia c'è chi riconcilia l'evidenza (aprire alla Cina e sopravvalutare il cambio distruggono la tua industria....) con la matematica. Non che sia necessario, perchè nessuno che abbia qualche esperienza pratica di imprese crederebbe che il "familismo" delle piccole e medie imprese italiane sia la causa principale dell'improvviso crollo dal 2000 circa in poi di quasi tutta l'industria italiana come Zingales. "...In other words, familism and cronyism are the ultimate cause of the Italian disease...." (Zingales)
Bisogna anche avere il senso del ridicolo : l'indice della produzione industriale italiana era a 110 nel 2000 e oggi è crollato a 91 (dati FRED...) ed è stato il peso dell'atavico"familismo" degli imprenditori italiani medio piccoli che si è fatto sentire tutto in un colpo...Il cambio agganciato al marco, la tassazione asfissiante, il costo del lavoro cinese... nahhh...quelli nelle equazioni non risultano significativi al test del TFP....
Tra i tanti costi inutili e sprechi che appesantiscono l'economia occidentale non bisogna dimenticare quelli della ricerca universitaria in economia. Per curiosità: ci sono anche dei piccoli imprenditori che leggono questo forum ?
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a cui seguono ^reazioni scomposte di Boldrin sotto pseudonimo, seguiti da altro mio sarcasmo...#http://noisefromamerika.org/node/12617#comment-103452^