By: giorgiofra on Giovedì 14 Febbraio 2013 13:43
Ciciola, errare è umano. Ma un conto è sbagliare in circostanze in cui l'errore è possibile, un conto è sbagliare per arroganza o per superficialità.
Chi esercita il potere ha l'obbligo della prudenza. Sopratutto quando è in gioca la vita delle persone. Una condanna penale è una cosa grave, sopratutto per una persona per bene. Per cui prima di emettere una sentenza o semplicemente di rinviare a giudizio qualcuno occorre che la colpevolezza sia dimostrata "oltre ogni ragionevole dubbio", così come disposto dal codice di procedura penale.
Cosa si intende per ragionevole dubbio? A questa domanda risponde la corte di cassazione, sostenendo che un fatto dimostra la colpevolezza dell'imputato allorquando tale fatto non possa avere una spiegazione diversa, possibile in natura.
Questa fondamentale norma è regolarmente disattesa dai giudici, i quali normalmente su una serie di labili indizi costruiscono una storia verosimile, considerando ciò che è semplicemente possibile in semplice certezza.
Su una serie di indizi 10 persone diverse possono costruire 10 storie diverse, ognuna delle quali possibile.
Voglio farti un esempio: viene trovato il cadavere di una donna uccisa con delle coltellate in casa sua. Spulciando il computer della vittima si scopre che tu, la sera prima, l'avevi invitata a cena e lei aveva rifiutato perchè innamorata di un altro, e chiedendoti di non vederla più.
Poi, dalle telecamere sparse nella zona, si accorgono che alla presumibile ora del delitto tu passavi nella zona.
Poi vengono in casa tua, aprono i cassetti della cucina e trovano una serie di coltelli, alcuni dei quali "compatibili" con l'arma del delitto.
Ebbene, caro Ciociola, sei spacciato: nessuno ti toglie l'ergastolo. Perchè su questi indizi un pubblico ministero, che raramente cerca il colpevole, ma più spesso un colpevole, costruirà una storia credibile, o meglio ancora possibile.
Esiste il movente, l'arma del delitto, ed il fatto che ti trovi nella zona quando il delitto è stato commesso.
A nulla varrà sostenere che: tu e la ragazza litigavate normalmente, come tutte le coppie del mondo, e non è che ogni litigio si trasforma necessariamente in un omicidio.
Ti trovavi nella zona all'ora del delitto perchè è la strada che percorrevi quotidianamente a quella precisa ora per recarti al lavoro.
Tutti in cucina hanno una serie di coltelli, e sarebbe strano non averli piuttosto che averli.
Il buon senso dovrebbe farci capire che non esiste prova del fatto che tu abbia assassinato la ragazza, dal momento che si tratta di indizi privi di gravità, precisione e concordanza, così come vuole il codice di procedura penale.
Ebbene, caro Ciociola, queste norme vengono regolarmente disattese, così come sostengono fior di magistrati oggi in pensione. Tra le altre cose le cronache abbondano di casi in cui l'ostinazione di giudici e pubblici ministeri rasentano la malattia mentale.
Vorrei ricordarti la storia dei bambini di Gravina, scomparsi nel nulla, ed in cui fu accusato ed arrestato il padre delle vittime. Il tutto senza una prova o un solo indizio importante. Se, per puro caso, non fossero stati scoperti i corpi dei bambini e non si sarebbe capita la vera causa della morte, quel papà starebbe in galera. Ma la cosa più grave è che il magistrato che sosteneva l'accusa, vedendo svanire la possibilità di una condanna, pensò bene di iscrivere il papà nel registro degli indagati per abbandono di minori. Il magistrato, ferito nell'orgoglio, voleva vendicare la propria frustrazione verso colui che, nella sostanza, era una delle vittime della tragedia.
Oppure vogliamo parlare della storia di Yara. Scoperto, secondo gli inquirenti, il DNA dell'assassino, si è risaliti ad una persona che era morta prima della morte di Yara. Allora gli inquirenti si convinsero che l'assassino doveva essere il figlio di quest'uomo, ma anche in questo caso fecero buca, avendo, questo ragazzo, un DNA diverso da quello del padre. Ora devi porti una domanda: cosa sarebbe accaduto se quell'uomo non fosse morto prima del delitto di Yara? Stai certo che starebbe in galera, condannato per un delitto che non avrebbe commesso. Ma ai giudici, la semplice compatibilità del DNA, sarebbe stata una prova sufficiente a dimostrare la colpevolezza dell'imputato.
Le cosiddette prove scientifiche stanno facendo danni enormi, e di scientifico, credimi, hanno ben poco.
Potrei scrivere un libro sulle assurdità della macchina giudiziaria, perchè di casi incredibili ne avvengono troppo di frequente. Principi fondamentali dell'ordinamento giuridico vengono regolarmente disattesi come il principio di innocenza, il "in dubbio pro reo" oppure il ragionevole dubbio. E questo avviene proprio perchè all'interno del corpo giudiziario si è diffuso un virus che ha fatto in modo da far credere a questi signori di essere infallibili, intoccabili, insindacabili, dotati della capacità preclusa ai comuni mortali di sapere sempre quale sia la verità, di essere i salvatori della patria e della giustizia. di essere gli unici detentori della capacità di sapere cosa sia o meno giusto per il bene di tutti.
Il fatto che un giudice possa decidere secondo il suo libero arbitrio dovrebbe essere una cosa da far rabbrividire tutti. E non credere alla fregnaccia che i giudici applicano la legge. I giudici interpretano la legge, e la applicano secondo il loro libero convincimento.