By: giorgiofra on Giovedì 31 Ottobre 2013 22:56
Gano, benchè l'ambizione dei grandi usurai sia quella di eliminare completamente il contante, non credo che vi riusciranno. Come stanno le cose in questo momento eliminare il contante comporterebbe non solo un ulteriore crollo del PIL, ma anche l'impossibilità per milioni di italiani che si "arrangiano", di riuscire a sopravvivere.
Ora è vero che siamo un popolo di rincoglioniti, ma se davvero ti dovessero portare alla fame, quella vera, anche i rincoglioniti diventerebbero belve feroci. Salvo il caso in cui il potere decidesse di sopprimere fisicamente milioni di disperati, che in quanto tali non sono utili alla loro causa.
Capita spesso, nella vita, di sbagliare. Succede anche ai migliori imprenditori, pur avvalendosi dei più grandi esperti. L'esempio più lampante è quello dell'invasione americana dell'Afghanistan, dove il più potente esercito al mondo, dopo aver speso somme immense, non è riuscito a controllarne il territorio, uscendone sconfitto ed umiliato.
E' chiaro che tutto quel che sta accadendo fa parte di un preciso progetto delle ben note minoranze che ambiscono al dominio del mondo. Ma le cose non stanno andando secondo le loro previsioni, e la situazione gli è sfuggita di mano. Anche se si ostinano nella loro demoniaca opera, sono oramai agli sgoccioli.
Tutto il sistema finanziario mondiale salterà, come salteranno tutti i governi e gli uomini che per anni hanno lavorato al servizio degli usurai. Molti hanno compreso la truffa di cui siamo tutti vittime, molti altri sono semplicemente disperati, e pur non comprendendo le vere cause di questa situazione, capiscono che le cose vanno male, e che i governi, qualunque sia il loro colore, hanno fallito.
Tutto questo porterà, nel breve periodo, a grandissime turbolenze di ordine sociale, politico ed economico, le cui conseguenze sono imprevedibili. L'euro salterà, e niente potrà salvarlo.
Volevano aumentare le entrate fiscali, ed hanno messo su un sistema fatto di soprusi, illegalità ed ingiustizie: ma il gettito fiscale non aumenta. Volevano combattere l'evasione fiscale, stimata da loro in 250 miliardi, ma non riescono a recuperarne che una miserabile frazione rispetto all'aumento del debito. Nel frattempo l'evasione è aumentata ed è aumentato il lavoro nero, quello praticato da chi non ha nulla da perdere e se ne sbatte totalmente i Koglioni di equitalia e di tutto il corpo della guardia di finanza.
La gente ha perso ogni fiducia nello stato e nella politica, e sa, in modo conscio o inconscio, che tra breve tutto salterà. Quando parlo con questi piccoli imprenditori disperati, che hanno smesso di pagare qualunque imposta, sento sempre la stessa canzone: dopo il patatrak lo stato dovrà azzerare tutte le pendenze dei cittadini attraverso un megacondono tombale. Nessuno stato può permettersi di avere 10 milioni di debitori, protestati, pignorati, impossibilitati ad aprire un semplice conto corrente. Una tale zavorra impedirebbe qualsiasi ripresa.
E se davvero vogliamo che il Paese si riprenda, dobbiamo agire un po come i cinesi: cittadini, fate quel Kazzo che vi pare, ma producete, guadagnate, spendete. Un po' quel che è accaduto nell'Italia del boom. L'Italia, paese agricolo, povero ed arretrato, in 20 anni è diventata la sesta potenza industriale del mondo. Nonostante l'evasione, l'anarchia, l'inflazione, la corruzione. Direi anzi, che forse proprio questi fattori hanno consentito quella eccezionale crescita. In ogni settore l'Italia aveva un'azienda tra le prime cinque al mondo. E mi pare che il debito pubblico fosse abbastanza contenuto.
Viene sventolato lo spauracchio dell'inflazione, minacciando di pagare interessi al 18%. Ebbene, io ricordo quando in banca si pagava anche il 24%. Ma ricordo bene che si rimborsavano i finanziamenti con una certa facilità. Oggi paghiamo il 6% ed andiamo in sofferenza. E poi, cosa cambia tra pagare il 15% con una inflazione al 12, piuttosto che pagare il 6% con una inflazione all'uno?
Tornando comunque al discorso iniziale, vedrai, siamo all'epilogo di un brutto sogno durato 30 anni. Il neoliberismo ha fallito su tutti i fronti. La promessa di una vita migliore per tutti si è rivelata un bluff, e la gente lo sta capendo. Il neoliberismo ha prodotto ovunque lo stesso risultato: una divaricazione sempre più grande tra ricchi e poveri. In nessun paese si è avuto un incremento del benessere della classe media.
Io credo che la storia proceda in modo sinusoidale, con corsi e ricorsi. Sono fermamente convinto che nel futuro le dottrine neoliberiste verranno considerate alla stregua del comunismo sovietico: un totale fallimento. Credo, e spero, che i prossimi anni vedranno un forte cambio di rotta verso delle vere socialdemocrazie, e non, naturalmente, per una scelta delle plutocrazie, ma per la semplice ed incontenibile forza della contingenza storica.