By: gianlini on Lunedì 19 Dicembre 2011 11:27
anche qui, il Gianlini vi aveva avvisato con almeno una settimana di anticipo sul fenomeno di consumo, alla faccia della crisi!
Duomo, Galleria e «Ab»
La coda dei turisti da shopping
Si avanza (e si spende) tutti insieme. Il nuovo rito. Abercrombie and Fitch, tempio della moda giovane. «Veniamo qui in gita»
«Spesi i risparmi di tutto l'anno»MILANO - Ragazze, per cortesia non siate precipitose nella risposta, la domanda potrà sembrar banale però, concorderete, è obbligatoria. Del resto ci siamo appena sudati tre quarti d'ora di coda fuori al gelo e voi pure, guardatevi, avete le mani quasi atrofizzate. Abbiamo mantenuto la posizione respingendo tentativi di sorpasso di chi ci stava dietro il quale, furbetto, adduceva addirittura problemi di tenuta intestinale pur di farci pietà affinché gli cedessimo il posto. Poi finalmente è venuto il nostro turno, siamo entrati nel negozio e abbiamo resistito a quella pazzesca escursione termica con le botte d'aria calda sparate nella schiena, e ancora non ci siamo lasciati intimorire dalla musica da discoteca, tunz tunz tunz martellante, né le luci soffuse ci hanno accecato, né ci hanno stordito le fragranze dei profumi che la gente si spruzzava addosso facendosi in pratica una doccia pur di testarli tutti. Insomma, care ragazze, ora che la prova di resistenza è superata, ci dite perché siete venute qui?
Le amiche sono in gita. Con l'oratorio. Il resto del pullman ha scelto le tradizionali soluzioni turistiche di giornata. Piazza del Duomo, Galleria. Le cinque hanno investito su Abercrombie & Fitch, che per ragioni di spazio d'ora in avanti chiameremo Ab.: hanno investito tutto, ma proprio tutto. «I miei mi danno una paghetta mensile di venticinque euro. Per fortuna ho svoltato coi nonni che m'hanno allungato un centone. "Vai e comprati i regali"». Non se l'è fatto ripetere. I regali, naturalmente, sono per se stessa. Idem le altre.
Ab. è uno di quei posti che unisce oppure frantuma. Specie le famiglie. Lui, lei e due figlie sui dieci anni. Sono sul marciapiede in attesa di decidere. La discussione sale di tono. Oggetto: buttarsi o lasciar perdere? Queste le posizioni. «Voi siete matte, non vedete che casino?» (lui). «Bambine, davvero volete entrare?» (lei). «Mammina, in cinque minuti la fila finisce» (loro). La famiglia si piazzerà in coda. Con le seguenti differenti reazioni. «Una scelta da sceme» (lui, che scuoterà la testa all'infinito in un preoccupante crescendo di ritmo). «Bambine, vediamo di non spendere troppo» (lei, che inviterà il marito ad andare a farsi un giro, piuttosto). «Mammina, insieme ai maglioncini compriamo anche le magliette?» (loro, scalpitanti, indifferenti alla crisi del papà).Rebecca & Andrea, bella e timida, con una diga di gel sui capelli ed educato, sono di Abbiategrasso, in provincia. Scappano che hanno il bus. Van di fretta anche Luca ed Edoardo da Genova. Hanno dieci secondi per noi, parte il treno. «Siamo a Milano apposta per Ab., trecento euro di spesa a testa. Due tornate d'acquisti l'anno. Roba ottima. Ciao».
A mettersi e rimettersi in coda si sentono tante cose. Un pescarese di 23 anni, che studia in Bocconi e gira il mondo, dice: «A New York i prezzi sono più bassi. Non per il dollaro. Qua speculano. Non cambia niente. Voltati». Un minuto prima chiudevamo noi la fila. Ci saranno almeno trenta persone che premono. Si dice che le code siano scientifiche. Cioè, quelli di Ab. le formerebbero apposta, scaglionando gli ingressi, sicuri dei risultati. In effetti c'è chi si mette in fila incuriosito dalla fila. Nella coda non mancano gli infuriati ipercritici che cedono in coerenza. «Ab. è un marchio bollito. In Canada viaggiava alla grande e lo indossano solo i poveracci» dice Marco Bevilacqua, comasco, 37 anni, single, incendiato in viso da una lampada eccessiva, che lascerà giù in felpe almeno almeno metà stipendio da magazziniere, 1.200 euro mensili. «Io entro a guardare e basta» giura Amedeo Pini, bergamasco tecnico di computer classe '56, che pedineremo in diretta venir mangiato dalla frenesia d'un acquisto. «Non prendo niente? Scherzi? Camicie splendide. Hai visto le commesse che bone? Fuori da Ab., in questo gruppone variegato e interamente italico - no giapponesi, no americani, no francesi - di clienti/curiosi, ci sono scolaresche imbizzarrite e signorotte che inchiodano gli occhi sui manzi all'ingresso, quei modelli scolpiti messi lì da Ab. per le fotografie con le mani delle donne che finiranno stese sui pettorali, sai l'invidia delle colleghe. Si lotta, si avanza, si spende tutt'insieme, è il posto giusto, passano un cingalese che vende rose e una vecchia rom che chiede l'elemosina, pioveranno monetine per entrambi, al diavolo la crisi, buon Natale anche a voi.
Andrea Galli
19 dicembre 2011 | 9:21