Ologrammi di vita reale

 

  By: gianlini on Venerdì 01 Aprile 2005 02:22

certo che se si è a sx (pur alla Blair) non si hanno mai grandi difficoltà a sbarcare il lunario....... ---------------------------------------------------- Meglio premier che ministro delle Finanze: la stampa inglese non si e' fatta sfuggire l'occasione di mettere alla berlina lo scarso senso degli affari di Tony Blair. Il primo ministro, che da mesi cercava di affittare la sua casa, alla fine ha dovuto accontentarsi di 2.000 sterline al mese (quasi 3.000 euro) invece delle 3.900 (5.600 euro) richieste inizialmente. A settembre scorso, i Blair avevano comprato, per oltre cinque milioni di euro, una splendida casa nel centro di Londra: la futura residenza della famiglia una volta fuori da Downing Street. Dopo mesi di costosi lavori di ristrutturazione Tony Blair e la consorte, Cherie, speravano di fare il colpaccio affittando l'immobile per una cifra che potesse coprire il mutuo acceso per l'acquisto. Dopo mesi di ricerche, invece, hanno accettato l'offerta del regista Michael Caton Jones ('Rob Roy' 'The Jackal') che si trasferira' con la famiglia nell'elegante palazzina del XIX secolo. Non e' la prima volta che Blair dimostra il suo scarso fiuto per gli immobili. Appena eletto primo ministro credette di aver fatto un ottimo affare vendendo la sua casa, ma si sbagliava: in pochi anni il valore di quell'immobile si e' triplicato. () (AGI)

 

  By: XTOL on Martedì 29 Marzo 2005 19:24

!? ma il mal di schiena non avrebbe dovuto averlo lei?! :-) benvenuto tra i babbi! xtol

 

  By: gianlini on Martedì 29 Marzo 2005 19:19

sbaglio, o anzichè un segnale di sell, stiamo per avere la notizia di una o un Zibordi jr???? congratulazioni!!!

 

  By: Moderator on Sabato 26 Marzo 2005 10:49

per i sondaggi in Francia il 55% risulta contrario al referendum sulla costituzione europea. Come in Kirghizistan ora anche da noi inizia la sommossa contro i burocrati . (Xtol , è sempre Bush che trama contro i suoi nemici!). L'Italia che è sempre stato il paese più europeista , perchè sperava nell'Europa come antidoto ai nostri burocrati ,inizia a sospettare che quelli europei sono ancora più impuniti e impunibili dei nostri. La vera rivoluzione ai tempi nostri è quella contro gli stati burocratici auto referenti (a meno che nelle rivolte non ci si infilino gli integralisti che allora si va nel senso opposto)

 

  By: GZ on Venerdì 18 Marzo 2005 14:52

a proposito, in Germania Schroeder ha detto ieri che aumenterà le tasse sui dividendi azionari (per "recuperare risorse" al fine di ridurre qualche altra tassa)

 

  By: Moderator on Venerdì 18 Marzo 2005 14:27

Non so se le ricerche in questi campi si fanno così , ma mi sembra ^un pò vago...#http://www.unioncamere.it/Unioncamere_gestione/allegati/com_SISTEMAITALIA2004.pdf^

 

  By: lutrom on Venerdì 18 Marzo 2005 12:51

Soldi in Tasca di Alan Friedman [18/03] - Il volo del calabrone L’economia, molto spesso data in pasto alle gente condita con una serie di numeri e percentuali che possono camuffarla da scienza esatta, ha invece un margine molto esteso in cui le opinioni possono divergere, senza per questo negarsi a vicenda. Da tempo in Italia, ad esempio, si parla di declino, e lo si fa riferendosi ad un’industria sempre più zoppicante ed anche alla percezione diffusa che le cose non vadano troppo bene. Un declino che spesso trova riscontro anche nei numeri, come il calo di competitività del 25% fatto segnare dall’Italia e rilevato dal bollettino della Banca d’Italia. [...] Tuttavia anche partendo dalla fotografia a tinte fosche di Bankitalia, si può cercare un po’ di luce all’orizzonte, magari ampliando l’angolo prospettico, allungando i tempi dell’indagine. Per esempio, i ricercatori di Unioncamere hanno privilegiato uno sguardo che non si ferma al presente, ma azzarda una previsione "sul futuro dell'Italia al 2010". Il lungometraggio che ne esce ha dei colori molto più vivaci: il nuovo rapporto sulle economie e società locali racconta infatti di un Paese che non si arrende alla logica del declino e, come il calabrone, che vola sfidando le leggi fondamentali della fisica, accresce, nonostante tutto, le sue capacità competitive. Nel 2010 - queste le previsioni di Unioncamere - la capacità competitiva dell' Italia si accrescerà grazie al rafforzamento della funzione delle metropoli, che vedrà l'emergere di Genova e Trieste, grazie al rafforzamento dei distretti multispecializzati e soprattutto alla moltiplicazione delle aree a vocazione terziaria moderna, con servizi evoluti alle imprese, ricerca e alta formazione e accoglienza di alta qualità. Nel complesso, il numero delle province che si potranno considerare competitive passera' dal 50% del 2004 al 73% del 2010. Da qua al 2010 la strada da percorrere non è certo in discesa, soprattutto pensando alla fotografia del Paese fatta da Bankitalia, però far ripartire l'economia tricolore è un imperativo condiviso da tutte le parti sociali. Ben venga, quindi, il decreto sulla competitività, ben vengano le misure in favore delle imprese, ben venga anche la volontà di far rispettare le regole sulla concorrenza a paesi, ad esempio la Cina, che a volte se le scordano. Tutte misure necessarie e positive, ma che rischiano di restare lettara morta se non si trovano le persone disposte ad assumersi dei rischi ed a scomettere su se stessi e sull'Italia.

 

  By: cisha on Martedì 08 Marzo 2005 16:02

Mi unisco ai sentimeni ed alle parole giustissime di Norton71 circa la vita reale ed il sogno....anzi il sonno ...in cui stanno vivendo gli italiani di sinistra. Ma la risposta più importante che il popolo italiano ha dato a questi "sognatori" è stata la massiccia partecipazione ai funerali di un eroe. L'ultimo eroe italiano: Nicola Calipari. Che da "lurido sbirro servo degli americani", come lo avrebbero definito fino a mezzo secondo dalla tragedia tutti i comunisti, è diventato il loro eroe da poter sventolare insieme alle bandiere della pace, infischiandosene del buon gusto e del buon senso, per portare avanti le loro idee screanzate sul ritiro dei nostri soldati. Il sonno appunto...Oniride continua a regnare sovrana.

 

  By: gianlini on Venerdì 04 Marzo 2005 10:49

potremo mai sperare che per una volta, invece che sentire parlare delle Lecciso o del dibattito sul nome della GAD, alla rai si preoccupino di raccontarci un po' cosa accade nei paesi ex-comunisti a due passi da noi?? ---------------- Yury Kravchenko, gia' ministro dell'Interno ucraino prima dell'avvento alla Presidenza della Reopubblica del filo-occidentale Viktor Yushchenko, e' stato trovato morto nella sua residenza di campagna. Lo ha reso noto l'agenzia di stampa indipendente russa 'Interfax'. Kravchenko avrebbe dovuto testimoniare nell'inchiesta giudiziaria in corso sull'omicidio di un giornalista vicino all'opposizione, nella cui eliminazione da piu' parti e' stato accusato di essere coinvolto il predecessore di Yushchenko, il filo-russo Leonid Kuchma. () (AGI)

 

  By: gianlini on Giovedì 03 Marzo 2005 20:22

GINEVRA - Uno spregiudicato banchiere di fama mondiale, erede di una grande fortuna, noto anche per il suo brutto carattere, assassinato a Ginevra. Ci sono tutti gli elementi per un giallo da classico del genere, e tutti gli ingredienti per fare sudare gli investigatori. Il banchiere francese Edouard Stern è stato trovato morto martedì nella sua casa di Ginevra, ucciso da una pallottola. La polizia ginevrina ha fornito pochi dettagli, ma già questa mattina i quotidiani svizzeri riportavano indiscrezioni da fonti vicine al banchiere. L'uomo è stato assassinato nella sua casa, non ci sono dubbi. Il giudice incaricato delle indagini, Michel Graber, ha pubblicato un breve comunicato che precisa che il banchiere è stato ucciso "da un colpo d'arma da fuoco" e che "la polizia non ha constatato tracce di effrazione nell'appartamento". Il corpo è stato scoperto dai collaboratori di Stern martedì mattina, nel suo appartamento al numero 17 di rue Adrien-Lachenal. "Al momento nessuna pista di indagine viene scartata". Edouard Stern, 50 anni, discendente di una famiglia di banchieri, era il genero di Michel David-Weill, l'uomo che controlla l'importante Banque Lazard e che ne aveva fatto il suo delfino fino al 1997. La stampa ginevrina lo definisce "l'enfant terrible" del mondo bancario, un uomo dal carattere "molto determinato, quasi brutale", uno sportivo che poteva sfoggiare la cintura nera di karate e partecipare senza sfigurare alla Maratona di New York, uno spregiudicato uomo d'affari che nella sua carriera non ha guardato in faccia a niente e nessuno per fare carriera. I primi passi li aveva mossi proprio nella banca di famiglia, la Stern, con l'obiettivo ambizioso di farne un punto di riferimento per i mercati americani. Fino al 1985, quando vende l'azienda a investitori libanesi e ne fonda una nuova. Con la nuova dote in tasca sposa Béatrice David Weill e conquista i favori del suocero, fino al maggio 1997, quando lascia la Banque Lazard e si getta in una nuova avventura finanziaria. Negli ultimi anni Stern ha tentato senza successo la scalata ai vertici di varie società quali il gruppo chimico Rhodia e l'azienda di occhiali GrandVision. Secondo il giornale svizzero "La Tribune", Stern stava cercando di ampliare il suo campo di affari nei paesi dell'Est, soprattutto in campo immobiliare. Secondo il quotidiano, Stern soggiornava spesso a New York, dove andava per vedere i suoi tre figli, e quando era a Ginevra non usciva mai e frequentava pochissime persone.

La borsa va, il paese un po' di meno - gz  

  By: GZ on Domenica 27 Febbraio 2005 13:45

Gli italiani pagano l'energia il ^47% in più della media europea#http://www.corriere.it/edicola/economia.jsp?path=TUTTI_GLI_ARTICOLI&doc=MUC5^ per cui enel, snam, aem, acsm, hera... hanno i margini di profitto più alti del mondo, i conti e servizi bancari sono anche 3 volte più cari di un conto in olanda e inghilterra, il risparmio gestito costa ai risparmiatori sui 15-20 miliardi l'anno e rende meno dell'acquisto a casaccio di un paniere di titoli, il ^telefono costa sempre cifre ridicole #www.cobraf.com/forumf/topic.asp?topic_id=5373&forum_id=1&Topic_Title=Telecom+Italia^...da e per cellulare In generale quando sommi queste situazoni di monopolio mascherato con la burocrazia, iper-regolamentazioni asfissianti, autostrade e treni scadenti (e bloccati da proteste sudamericane)...hai secondo Micossi che:"....L'Italia...ha contribuito, negli ultimi anni..al 40% della perdita di produttività da parte di Eurolandia. «Nel settore dei servizi, tra il 1995 e il 2001 la produttività americana è cresciuta dall’1,6% al 5,5%, quella europea è calata dall’1,7% all’1,4% - ..." Ma alla fine tutto converge sul fatto demografico: se sei il paese più vecchio del mondo come età media e con la minore natalità di ogni altra nazione sulla terra sei per definizione un paese in declino. E l'opinione pubblica media italiana riflette sempre quindi di più quella del pensionato medio, ^sia per gli investimenti finanziari#www.corriere.it/edicola/economia.jsp?path=TUTTI_GLI_ARTICOLI&doc=TITECI43^ che su tutto il resto --------------------------- Sacrificarsi oggi per vivere meglio domani. L’esortazione è di Stefano Micossi, direttore generale di Assonime, che parla senza peli sulla lingua di pensioni, lavoro e sprechi statali. «I Paesi del Nord, negli anni scorsi, hanno introdotto importanti riforme nel mercato occupazionale e previdenziale - esordisce Micossi - Ora cominciano a goderne i primi benefici. Bisogna avere il coraggio di prendere decisioni impopolari». Ovvero? «Liberalizzare l’ingresso nell’universo del lavoro, soprattutto per gli impieghi meno qualificati - continua - Almeno in Francia c’è un forte dibattito su questi temi, in Italia, dove si lavora poco, vige invece il silenzio più assoluto, è sconfortante». Non a caso, il nostro Paese - stando ai dati in possesso del direttore generale di Assonime - ha contribuito, negli ultimi anni, al 40% della perdita di produttività da parte di Eurolandia. «Nel settore dei servizi, tra il 1995 e il 2001 la produttività americana è cresciuta dall’1,6% al 5,5%, quella europea è calata dall’1,7% all’1,4% - spiega Micossi - Preso atto dello squilibrio bisogna agire in fretta per eliminarlo». Il punto è che non è l’unico. Torniamo all’Italia, che conta una percentuale di laureati preoccupante rispetto agli altri Paesi occidentali: il 10 per cento. Contro il 23% della Francia, il 23,2% della Germania, il 35,6% dell’Irlanda e il 37,3% degli Stati Uniti. Poca istruzione equivale a scarse risorse umane che contribuiscono all’innovazione. Guarda caso il tallone d’Achille della nostra industria, che nell’ultimo trimestre 2004 ha trascinato l’Italia in recessione (il pil è diminuito dello 0,3 per cento). «Di fronte a una situazione simile - attacca Micossi - la riforma Moratti appare acqua fresca. Siamo alle prese con un problema strutturale, che necessita di soluzioni radicali». E le pensioni? Micossi cita statistiche molto eloquenti: in Italia la spesa pubblica previdenziale, nel 2010, arriverà al 13,8% e nel 2050 al 14,1 per cento. Un incremento difficilmente sostenibile per un Paese che ha un debito superiore al pil (il 106%) e un servizio del debito pari al 5% dello stesso pil. Ancora: il tasso d’occupazione totale, nel nostro Paese, è del 56,1% contro il 65% della Germania, il 64,4% di Eurolandia e il 71,2% degli Stati Uniti. Sebbene il dato americano sia costruito attraverso una contabilizzazione differente degli impieghi precari e a termine, si tratta dell’ennesimo confronto imbarazzante, che evidenzia l’arretratezza italiana. Un altro tema particolarmente a cuore del direttore generale di Assonime è quello della spesa pubblica. «Può raggiungere al massimo il 30% delle risorse di un Paese. Il resto è sprecato - avverte Micopssi - Bisogna lasciare sfogare l’economia ed eliminare la burocrazia che frena l’espansione dei servizi e delle attività autonome». Qual è la soluzione, dunque? Una politica anticiclica che rilanci l’occupazione? «Assolutamente no, questa è la soluzione suggerita da coloro che non vogliono rimuovere i veri ostacoli della crescita». Ed eccolo il suggerimento di Micossi: vanno ridefinite le priorià della politica economica, concentrandosi sul miglioramento dell’occupazione, della ricerca e sviluppo e del sistema previdenziale. «Basta confrontare gli indici di riforma strutturale dei mercati europei con quelli degli altri Paesi industrializzati per capire quanto siamo indietro», osserva. A livello europeo, però, il Patto di stabilità impone regole ben precise. E spesso ha frenato piani di sviluppo o riforme ambiziose introdotte da alcuni Paesi. «La disciplina di bilancio non deve essere allentata - risponde Micossi - Ma applicata in maniera più flessibile. Il vincolo del 3% del deficit/pil va reso meno rigido».

 

  By: Gilberto on Domenica 27 Febbraio 2005 13:23

Scuole, pensioni, sanità agli italiani piace il pubblico Sì al calo delle tasse, ma non a danno dei servizi ------------------------------------------------------- E poi si dovrebbe competere con US , Cina e Paesi Emergenti ?? Qui in Europa , il declino è strutturale e non congiunturale .... nei prossimi mesi i paesi EU seguiranno a ruota il Giappone nella recessione ... Tanto , basta che lo Stato butti fuori servizi gratuiti che tutti i nonnetti (la maggioranza degli italiani) sono contenti ... Qui in provincia di Modena , leggevo che la percentuale di over 65enni è oltre il 25% ... naturalemente in crescita costante .

 

  By: lutrom on Domenica 27 Febbraio 2005 11:14

Su qualche punto condivido l'opinione della maggior parte degli italiani (ammesso che il sondaggio sia stato ben fatto), ma devo notare che alcune risposte mostrano chiaramente che il popolo italiano (prima ancora dei politici) sta diventando sempre più un popolo di anziani e di fifoni, mammoni fino a tarda età: spesso manca il desiderio di miglorare e di rischiare (desiderio che poi è il motore principale di ogni società). -------------------------------------------------------------------------- Scuole, pensioni, sanità agli italiani piace il pubblico Sì al calo delle tasse, ma non a danno dei servizi Indagine Demos Coop per l´Osservatorio sul capitale sociale Critiche alle prestazioni dello Stato, il suo ruolo nel welfare resta però fondamentale Il taglio fiscale viene considerato "molto influente" solo dal 2% dei cittadini Oltre la metà degli intervistati ritiene opportuno che la tv sia gestita dallo Stato LUIGI CECCARINI (Repubblica 27-02-2005) C´è una forte domanda di pubblico nella società italiana. Sebbene i servizi dello Stato incontrino valutazioni critiche rispetto a quelli gestiti dai privati. Gli italiani attribuiscono all´intervento pubblico un ruolo fondamentale nell´ambito del welfare. Questo giudizio si estende perfino al servizio televisivo. Sull´alternativa meno tasse o più servizi gli italiani si dividono. E la recente riduzione delle imposte, quando effettivamente percepita, viene ritenuta perlopiù ininfluente rispetto al reddito. Questo, in sintesi, emerge dalla 6° indagine dell´Osservatorio sul Capitale sociale degli italiani - curata da Demos per Coop - che si è concentrata sul tema dei servizi come aspetto rilevante dell´integrazione sociale e politica. Il clima sociale generale resta pessimista, ma non più del passato. Nel suo complesso si è stabilizzato; i cittadini sembrano adattarsi alle difficoltà congiunturali. La metà, 49%, continua a vedere il futuro incerto e carico di rischi. E´ una prospettiva che mal si concilia con progetti personali e familiari di lungo periodo. Inoltre, coloro che un anno fa definivano la classe sociale della propria famiglia media o alta erano il 68%, oggi sono il 5-6% in meno. Si tratta di italiani che nel corso di questo periodo ritengono di essere scivolati in basso nella scala sociale. In questa cornice le istituzioni pubbliche con i loro servizi si configurano come un importante fattore di integrazione. Sul piano della soddisfazione le scuole pubbliche superano le corrispettive private (scuole per l´infanzia e asili nido 61% vs. 57%; le restanti scuole 52% vs. 45%). E le poste raccolgono il gradimento di oltre la metà degli italiani (55%). La sanità pubblica, invece, suscita un grado di soddisfazione sensibilmente più basso rispetto alle strutture private (35% vs. 58%). Limitato appare anche il gradimento dei trasporti urbani (35%) e in particolare quello delle ferrovie (23%). Secondo il 28% dei cittadini i servizi dello Stato sono peggiorati nel corso degli ultimi anni. E il personale delle pubbliche amministrazioni viene giudicato meno disponibile e competente rispetto a quello del settore privato. Nonostante questo l´indagine Demos-Coop rileva che gli italiani auspicano la gestione pubblica delle principali istituzioni del welfare: scuola (77%), sanità (69%), pensioni (64%). Il mercato, in questi ambiti, viene guardato con una certa diffidenza. Un sentimento che coinvolge anche la televisione, dove il 54% degli italiani ritiene più opportuna la gestione da parte dello Stato. La domanda di pubblico presenta un profilo sociale netto: è espressa da persone con più di 45 anni, lavoratori del pubblico impiego, pensionati, elettori dello schieramento di centro-sinistra. Questo orientamento si collega probabilmente alle incertezze e alle difficoltà che continuano a caratterizzare la capacità di consumo e di risparmio degli italiani. Un trade-off importante sta nel nesso tasse e servizi. Cosa deve fare lo Stato? Mirare alla riduzione delle imposte oppure al potenziamento dei servizi? L´opinione degli italiani si divide in due. Su 100 cittadini 46 vedono nel calo delle tasse una priorità (ma di questi solo 10 sarebbero disposti a pagare il costo di una limitazione dei servizi). Mentre i restanti 54 riconoscono nel potenziamento dei servizi un obiettivo da perseguire (di questi, 24 si dicono disposti anche a fronteggiare l´incremento del prelievo fiscale). L´aumento del reddito grazie alla recente riduzione delle tasse - nella pensione o nella busta paga di gennaio - è stato riscontrato dal 14% dei lavoratori dipendenti e dei pensionati. Di questa minoranza poco più di uno su dieci (14%) ha trovato tale aumento più alto di quanto si aspettava. La metà uguale alle attese, e uno su tre più basso. E circa il 2% ritiene tale incremento «molto» influente rispetto al proprio reddito.

 

  By: carlog on Giovedì 10 Febbraio 2005 18:57

GZ: le multe per qualunque infrazione sono dagli 80 euro in su ... ---------------- Caro mio (qui un po' in versione leghista), con la dismissione del settore auto, l'economa italiana e locale devono pur trovare il modo di generare reddito (anche se fittizio e di partita di giro) ... L'economia dei servizi dovra' pur basarsi su qualche disservizio creato ad arte no ?

 

  By: Gilberto on Mercoledì 09 Febbraio 2005 23:19

sono dagli 80 euro in su ------------------------------ No GZ , almeno una cosa buona c'è ... se parcheggia nel posto riservato ai portatori di handicap sono 34€ (senza rimozione) ....