Re: Next is Italy, La Prossima è l'Italia ¶
By: pana on Venerdì 16 Giugno 2023 13:47
70 miliardi in pochi mesi
negli anni 60 mica erano spiccioli
Berlusconi, il tesoro del Cavaliere sotto la lente dell’Antimafia - la Repubblica
By: pana on Venerdì 16 Giugno 2023 13:47
70 miliardi in pochi mesi
negli anni 60 mica erano spiccioli
Berlusconi, il tesoro del Cavaliere sotto la lente dell’Antimafia - la Repubblica
By: pana on Venerdì 16 Giugno 2023 13:45
certo che e strano ci dicono che dai barconi arrivano solo uomini super forzosi
una invasione militare...
poi invece quando affonda una nave come quelle in grecia...
decine di bimbi e donne morti nella stiva...
By: pana on Venerdì 16 Giugno 2023 07:12
quinruplicato ilsequestro di cocaina
domanda...ma se in italia nesssuno ha soldi?? chi e' compra tutta sta droga??
Roma - È escalation per i sequestri di cocaina in Italia: ben 26,1 tonnellate nel 2022, il 22% in più rispetto all'anno precedente. Si tratta del record assoluto che conferma la tendenza al continuo aumento negli ultimi dieci anni, a partire dalle 4,9 tonnellate del 2013
By: pana on Venerdì 16 Giugno 2023 06:38
maledetti migranti e profughi
maledetti rom e zingari e sinti...
arrestato il tunisino mustafa el balubba...che ha ucciso ill piccolo manuel a 5 anni
By: pana on Giovedì 15 Giugno 2023 12:37
eccoli qua
4 bimbiminkia ipirlettoni che devono fare il video challenge su iutiubb
per aumentare i followers, sorpasso azzardato e uccidono bambino
non oso nemmeno pensare se fossero stati zingari o rom o neri
sai le urla dei "no migrants peopler"
daidai
e poi il problema sarebbe la guida autonoma tesla ???
By: lmwillys1 on Giovedì 15 Giugno 2023 09:43
questa monnezza di paese che siamo illustrata perfettameente da Marco dopo questo trentennio con quella MERDA finalmente crepata è ora in questa situazione riportata dal Mod
e la affrontiamo con la più enorme testa dicazzo del globo sul trono governativo
dopo l'immonda sceneggiata di ieri al duomo (ho sperato inutilmente in un meteorite) e con questo governo magari c'è anche qualche coglione che si domanda come mai i nostri (pochi) ragazzi qui denigrati ed insultati choosy fancazzisti in troppi scelgono di emigrare lasciando le generazioni di MERDA precedenti a godere i loro frutti di quanto da loro fatto
By: lmwillys1 on Giovedì 15 Giugno 2023 09:24
14 GIUGNO 2023
Agli innumerevoli delitti commessi da vivo, B. ne ha aggiunto un ultimo da morto. Il più imperdonabile: averci lasciato questa corte di vedove (non le due vere e quella finta: tutte le altre), prefiche, leccaculi, paraculi, piduisti, terzisti, parassiti, prosseneti, camerieri, servi sciocchi e soprattutto furbi che da due giorni lacrimano per finta (solo lui riusciva a piangere davvero a comando) a reti unificate, devastando quel po’ di informazione e di dignità nazionale che gli erano sopravvissute.
Il giorno di lutto nazionale e i sette di lutto parlamentare, più che a B., sono un omaggio a Fantozzi e ai funerali della madre del megadirettore naturale conte Lamberti, immaturamente scomparsa all’età di 126 anni. Ora mancano solo la Coppa Cobram di ciclismo da Arcore a Pinerolo e la statua del de cuius all’ingresso del fu Parlamento, con inchino forzato e craniata incorporata per i cari inferiori.
Le cascate di saliva che tracimano da ogni canale tv e da ogni giornale regalano perle inimmaginabili persino nei suoi anni d’oro. L’ex conduttore Mediaset intervista su La7 il suo editore ex Mediaset su quanto era buono e democratico l’editore precedente che stipendiava entrambi prima che lo mollassero perché era troppo buono e democratico. L’ex direttore del Corriere Paolo Mieli si pente in diretta dell’unico scoop della sua vita, sull’invito a comparire del ’94 a B. per le mazzette alla Guardia di Finanza, accusa i pm di non averlo torchiato a dovere per estorcergli le sue fonti che lui avrebbe senz’altro spiattellato in barba alla deontologia professionale, e comunque si scusa pubblicamente per aver pubblicato una notizia vera. Renzi, un Berlusconi che non ce l’ha fatta, saltella da una rete all’altra per leccare la bara a distanza, sperando di ereditare qualche briciola dal desco del caro estinto, peraltro invano (a parte i processi). Il rag. Cerasa, un Sallusti che non ce l’ha fatta, dipinge sul Foglio col pennino intinto nella bava il leader più estremista e populista mai visto in Europa come “argine all’estremismo e al populismo” e, siccome era culo e camicia con Putin, pure come “seduttore atlantista”. Attori, registi e soubrette “de sinistra” spendono capitali in necrologi piangenti per l’amico Silvio, sperando che pure gli eredi si ricordino degli amici. Francesco Gaetano Caltagirone svela finalmente chi fa i titoli e gli editoriali del suo Messaggero, firmandone finalmente uno al posto dei soliti nom de plume: “Un uomo che ha lasciato un’orma profonda”. Più che altro, un’impronta digitale. E un vuoto incolmabile nelle casse dell’Erario.
Il Corriere fa rivoltare nelle tombe Montanelli, Biagi e Sartori col titolo cubital-vedovile “L’Italia senza Berlusconi”, presidiato da una schiera di lingue erette sul presentat’arm e seguito dalla doverosa intervista all’editore Cairo, che parla alla sua tv ma anche al suo giornale, casomai qualcuno pensasse che il berlusconismo è morto con B.. La Moratti assicura che la sua Rai del ’94 era liberissima perché B. l’aveva nominata presidente, ma poi non fece mai pressioni (non ce n’era bisogno), così lei poté nominare direttori i berlusconiani Rossella, Mimun e Vigorelli a sua insaputa.
Le Camere Penali smentiscono persino Coppi (“B. perseguitato dai pm? Mai pensato”) e piangono comprensibilmente il cliente più illustre e munifico della categoria, “oggetto di una aggressione politico-giudiziaria che non ha precedenti nella storia della Repubblica”, visto che ha subìto “decine e decine di indagini e processi, con accuse fino alla collusione mafiosa e al ruolo di mandante di stragi, conclusesi con una sola condanna per elusione fiscale”. A parte il fatto che non fu per elusione né per evasione, ma per una frode fiscale pluriaggravata da 368 milioni di dollari, di cui 360 prescritti (come altri nove processi per gravissimi reati accertati, ma rimasti impuniti perché l’imputato aveva dimezzato i termini di decorrenza, senza dimenticare i fedelissimi finiti in galera al posto suo e i soldi alla mafia consacrati dalla sentenza Dell’Utri), le Camere Penose potrebbero vergare una nota identica per Al Capone: perseguitato con accuse di mafia, ma condannato “solo per elusione fiscale”.
Un solo beneficato, Vittorio Feltri, ha il coraggio di dire la verità: “Non posso parlarne male perché mi ha fatto ricco”. Tutti gli altri ammantano le pompe funebri di “rivoluzione liberale” che “ha cambiato l’Italia”, anche se si scordano le 60 leggi ad personam e non riescono a citare uno straccio di sua riforma che abbia migliorato la vita di qualcuno che non fosse lui. Infatti vanno forte le corna a Caceres, il cucù alla Merkel, lo sguardo lubrico alla Obama e la spolverata alla sedia, come se uno statista si misurasse dal numero di guittate. Ma il ridicolo eccesso santificatorio non si deve solo al fatto che B. s’è comprato mezza Italia che conta e l’altra mezza avrebbe pagato per vendersi. Chi ha retto il sacco a un bandito per decenni ora deve dimostrare che era cosa buona e giusta. E chi vorrebbe delinquere anche lui in santa pace, avendo perso il grande alibi, cerca almeno un lasciapassare e un santo patrono. Oscar Wilde diceva che “certi uomini migliorano il mondo soltanto lasciandolo”. Ma, ora che ha raggiunto il paradiso (fiscale), possiamo dire senza tema di smentita che il padrone morto era molto meglio dei servi vivi.
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15 GIUGNO 2023
È un peccato che un giornalista intelligente come Enrico Mentana si associ al racconto demenziale degli “ultimi 30 anni” come “un referendum pro e contro Berlusconi” e dell’“antiberlusconismo” come “il grande male della sinistra italiana”, per concludere che è giunta l’ora della “pacificazione”, specie dopo che la presenza di “Mattarella, fratello di una vittima di Cosa Nostra”, alle esequie avrebbe cancellato le “ombre” di mafiosità dal curriculum di B. Intanto Mattarella può fare ciò che gli pare, ma non siamo noi a dover spiegare perché il fratello di una vittima della mafia celebri un finanziatore della mafia (non in base a “ombre”, ma alla sentenza definitiva della Cassazione su Dell’Utri del 9 maggio 2014): è lui. Se Mentana vuole pacificarsi con qualcuno, faccia pure; noi “antiberlusconiani” non dobbiamo pacificarci con nessuno: stiamo bene dove stiamo e siamo sempre stati. Tantopiù che gli esiti devastanti della carriera politica, finanziaria, imprenditoriale e giudiziaria di B. danno ragione a noi, non a lui.
La parola “antiberlusconismo” non avrebbe alcun senso in una vera democrazia, dove se mai un criminale piduista amico della mafia e in conflitto d’interessi riuscisse a governare incontrerebbe l’ostilità di un fronte trasversale che sarebbe chiamato “opposizione”, “libera stampa”, “pensiero critico”, “rispetto delle regole”, “democrazia liberale”, non “antiberlusconismo”. Il nostro guaio non è solo che qui, salvo sparute eccezioni, tutto ciò è avvenuto senza incontrare ostacoli decisivi. Ma anche che il berlusconismo sopravvive a B., come dimostra il Funeral Party da repubblica sudamericana, dove l’arcivescovo celebrante è molto più critico dei “giornalisti” concelebranti a reti unificate (ma anche la possessione berlusconiana della Meloni, che chiama le tasse “pizzo di Stato” e vuole intitolare al de cuius una schiforma della giustizia persino peggiore delle sue). Perciò l’“antiberlusconismo” non è un “male” da archiviare, ma un altissimo valore etico-politico da mantenere ben saldo. E non c’entra nulla con la “sinistra”. Che non è mai stata antiberlusconiana neppure per un giorno, anzi. Nel 1996 D’Alema garantì Mediaset (“un patrimonio per l’Italia”) con una visita a Cologno Monzese, presenti Confalonieri e il Gabibbo. Poi Prodi batté B., andò al governo e l’Ulivo non lo dichiarò ineleggibile, anche se lo era in base alla legge Scelba n. 361/1957; non fece alcuna legge contro il conflitto di interessi e non applicò la sentenza del 1994 della Consulta che imponeva la vendita di una delle tre reti Fininvest o il suo trasloco da terrestre a satellite; e ogni volta che tornò al potere perseverò, riuscendo a non cancellare una sola delle 60 leggi ad personam di B..
Nel ’97 promosse B. a padre costituente nella Bicamerale, mentre fioccavano le prime tre condanne in primo grado. Il ministro Maccanico prorogò sine die le frequenze a Rete4, che aveva perso la concessione su terrestre. Il 28.2.2002 il capogruppo Ds Luciano Violante se ne vantò alla Camera: “L’on. Berlusconi sa per certo che gli è stata data la garanzia piena – non adesso, nel 1994… – che non sarebbero state toccate le televisioni. Lo sa lui e lo sa l’on. Letta… Voi ci avete accusato di regime nonostante non avessimo fatto il conflitto d’interessi, avessimo dichiarato eleggibile Berlusconi nonostante le concessioni… Durante i governi di centrosinistra il fatturato di Mediaset è aumentato di 25 volte!”. Era la parafrasi seria dello sketch di Corrado Guzzanti nei panni di Rutelli: “A Berlusco’, ma perché cell’hai co mme? Ma io sto a lavora’ per te! Mannaggia l’ingrato, ahó! So’ cinque anni che te portamo l’acqua co’ le recchie! … Manco t’avemo toccato le televisioni… D’Alema ’a prima cosa che fa è annà a Mediaset a di’ che è ’na grande industria culturale e che te sei ’n grande statista europeo, e pubblica tutti i libri co la Mondadori… Er Paese nun è de destra e manco de sinistra: er Paese è de Berlusconi!… Berlusco’, se vinci ricordate de l’amici! Ricordate de chi t’ha voluto bbene!”.
Prodi tornò al governo nel 2006 e ancora una volta B. non ebbe nulla da temere sulla giustizia e sulle sue tv, presidiate da Paolo Gentiloni, grande amico di Confalonieri, che alla Ue difese addirittura la legge Gasparri contro Europa7. Poi nacque il Pd di Veltroni, che teorizzò la pacificazione con B., gli propose le “grandi riforme insieme” e in campagna elettorale non lo nominò mai per non disturbare (“il principale esponente dello schieramento avverso”). Infatti vinse B., a colpi di anticomunismo fuori tempo massimo. Nel 2011 il Pd era così antiberlusconiano che entrò con B. nel governo Monti e nel 2013 se lo portò nel governo Letta. Renzi completò l’opera del Caimano col patto del Nazareno sulla schiforma costituzionale ed elettorale, abolì l’articolo 18 e provò pure a depenalizzargli la frode fiscale per cui era stato condannato e cacciato dal Senato. Furono i 5Stelle, nel governo Conte-1, a cancellare le prime leggi vergogna con la Spazzacorrotti e la bloccaprescrizione di Bonafede. Perché l’“antiberlusconismo” è sempre rimasto confinato in una ristretta cerchia di giornalisti e intellettuali (spesso di destra liberale, come Montanelli e Sartori), nei movimenti dei Girotondi, del Popolo Viola, di “Se non ora quando” e infine di Grillo. Se la cosiddetta sinistra ne fosse stata contagiata almeno un po’, in questi tre giorni le tv e i giornali ci avrebbero fatti sentire in Europa, non in Sudamerica.
By: shera on Mercoledì 14 Giugno 2023 22:05
Ma si credono più furbi di te, per questo è cosi facile fotterli, per questo è inutile spiegare le cose.
Se non hanno modo di guadagnarci o rubare spengono il cervello, quei pochi neuroni che hanno sono programmati per scagazzare e mangiare cacca.
Il cerchio si chiude senza contare i morti.
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