Le cause del collasso dell’economia USA

Tuco, in gamba e riprenditi presto!

Tuco, passerà,sei forte!!!

Maurizio! riprenditi presto!

Morphy, salta fuori dalle pannocchie!!

Grazie Will, sto proprio uno schifo, passerà.

gli inglisc hanno appena fatto il record di occupati, 76,2% e disoccupati al 3,8% percentuale quest'ultima superiore al 3,5% di trump, come mai uno si chiede ? facile, gli occupati di trump sono al 63,2%, il 13% in meno degli inglisc, basta spedire 95,6 milioni di yankees (il 36,8%, record mondiale) tra i disinteressati a lavorare (li chiamano inattivi), noi abbiamo il 59,4% di occupati e il 9,7% di disoccupati ma cerchiamo di non essere troppo ridicoli come gli yankees con gli inattivi (34%)

https://www.ons.gov.uk/employmentandlabourmarket/peopleinwork/employmentandemployeetypes/bulletins/uklabourmarket/december2019

https://www.bls.gov/web/empsit/cpseea03.pdf

https://www.istat.it/it/files//2020/01/CS-Occupati-disoccupati-NOVEMBRE-2019.pdf

stammi bene Tuco

Tuco vi legge, ma, avendo ieri subìto un Day Surgery impegnativo, alle vie aeree superiori, non è nel migliore stato d’animo ( e fisico )

per partecipare attivamente... 

Secondo me se ci incontrassimo a cena ci divertiremmo... ;-)

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Secondo me, per funzionare bene, però ognuno dovrebbe portare un amico o amica che non conosciamo. Spesso l'identità reale e quella percepita su internet differiscono parecchio. E un po' di delusione c'è sempre.

Credo che portare degli elementi estranei potrebbe aiutare a tamponare l'effetto di questa distanza.

Tuco, Morphy, Tradeosca... rispondete al richiamo di Gianlini!

Intanto vi racconto un altro episodio.

Pechino, Night Market, dove puoi comprare ogni tipo di cibo e mangiarlo cucinato sul posto. Io e un altro italiano. Si comincia con ottimi spiedini di pollo, poi di manzo, si continua (un po' riluttanti) con gli spiedini di rognone di maiale (effettivamente buoni anche se sapevano un po' di piscio). Ci fermiamo davanti agli spiedini di cicale arrostite. Non osiamo tanto.

Una voce da dietro:

- Le provi, le provi con la birra, e le son di morto bone!

Mi giro e c'è un cinesone dalla faccia simpatica, sui 18 anni, un marcantonio alto forse un metro e ottantacinque. Lo guardo sconvolto.

-Ehm ... e Lei scusi?

-Io? Io e son di Prao!  Bona sera. Sono italiano. Son qui a trova' nonni...

Facemmo amicizia, bevemmo non ricordo quante birre insieme ma NON provammo gli spiedini di cicale arrostite (o glassate ora non ricordo) ;-)

Secondo me se ci incontrassimo a cena ci divertiremmo... ;-)

Come scrivevo, della pastasciutta o della pastiera napoletana non me ne frega una mazza.

Penso che l'intelligenza superi tutte le barriere culturali. Io stesso sono internazionale, ma mi sento anche italianissimo. Poi da buon italiano mi piace la fica.

Ecco, l'Italia che vorrei sarebbe fatta da persone come quella ragazza olandese (cinese) o come me ;-). 

Quello che non vorrei invece è un'Italia con masse enormi di immigrati ignoranti e non impiegabili. In Francia se non si danno una regolata rischiano di andare in quella direzione. Sono stato a Marsiglia qualche mese fa (no scusa, oramai è un anno) e la situazione è un quella. Situazione brutta.

Definizione di cultura Arlecchino.

Una cultura in cui certe elementi non assumono più un carattere quasi assoluto ed estremamente preponderante, ma si mescolano ad altri che vengono vissuti "per curiosità" e per diversificare. Ad esempio chiedere al tassista, dove si può mangiare la più buona pizza di Milano.

"ha sposato un chirurgo olandese. Lei ora è manager in una multinazionale, l'ho riconnessa recentemente attraverso Linkedin."

Direi appunto che si tratta del classico soggetto "globale". Che sta bene, clima atmosferico permettendo, ugualmente bene a NY, ad Amsterdam, a Londra, a HK, Sidney o San Paolo.  E che se si fa fare una casa, se la fa fare più o meno nello stile moderno e più o meno neutro della casa della Ferragni a City Life. 

Su questi temi mi piacerebbe ascoltare il parere di Tuco, ad esempio. O di Morphy

Interessante. Bisogna vedere cosa si intende per cultura arlecchino.

Io per es. mi sento italianissimo. Eppure ho tutte le caratteristiche dell'internazionalità. 

Forse l'importante in Italia è avere persone intelligenti e in gamba. Poi che cazzo te ne frega se mangiano la pastasciutta, il maiale, la vacca, kosher o  oppure se ne battono altamente i coglioni come faccio io.

L'intelligenza supera tutte le barriere culturali. 

PS A Roseto d'Abruzzo (a) mi sarei rotto i coglioni (b) non avrei chiavato :)))))

Le vacanze a Santorini e non a Roseto degli Abruzzi non sono appunto da cultura Arlecchino?

Non sono sicuro che cinesi e indiani non assorbano la cultura del paese ospitante. Lo dice Zibordi, ma io non sono d'accordo.

Non l'assorbono quando hanno a che fare con popolazioni ignoranti, stupide e /o sottosviluppate. 

Un amico indiano a New York, scuro di pelle, di casta Brahamina, originario di Mumbai, pluri-laureato, manager di un quantum investing fund mi diceva che una delle sue preoccupazioni per gli USA era che la percentuale di popolazione *bianca* (cioè di origine europea) negli USA stava diminuendo. E che stava diminuendo troppo rapidamente. Davvero, non scherzo.  "Yes the declining percentage of *whites* in US is a real problem", e io lo guardavo mentre lo diceva, lui color testa di moro cera da scarpe. Ma è una persona intelligente, conosceva il vero significato di quello che stava dicendo, al di là delle stupidaggini politically correct.

E a Londra le comunità cinesi e indiane sono ancora meglio che a New York (forse perché sono di più vecchia data, o forse perché l'Impero Britannico nella sua saggezza ha fatto una selezione migliore).

Quando sei una persona intelligente salti tutte le barriere culturali.

Dammi una persona intelligente e colta e ci vado d'accordo qualsiasi sia la sua etnia. 

C'è una grande differenza fra le comunità cinesi in Indonesia o in Malesia e invece in USA, in Canada o in UK. Fra l'altro io (in passato, eh!) mi chiavavo una cinese di Amsterdam (grande innamoramento, la ricordo ancora come fosse ieri) e non mi sembra che si facesse grandi problemi, anche perché poi ha sposato un chirurgo olandese. Lei ora è manager in una multinazionale, l'ho riconnessa recentemente attraverso Linkedin. Avevo 18 o 19 anni, ora non ricordo, e mi fece scoprire lo Stedelijk Museum, Chagall, Dalì, Picasso e tante altre cose che a quell'età manco sapevo cosa fossero.

Dove l'avevo incontrata? A Santorini, in vacanza con gli amici dopo la maturità. Tornai a Firenze in agosto, con un caldo spaventoso e la città vuota. Mi prese male. Allora presi la macchina (una vecchia Reanult) e guidai a diritto fino ad Amsterdam, dormendo in macchina in strada a Colonia. A Colonia una signora la mattina mi bussò al vetro, mi chiese se avevo fame e mi offrì una banana. Ad Amsterdam ci rimasi una settimana. Poi l'ho rivista solo una volta nella vita. Più di dieci anni dopo, quando avevo 30 anni, in transito per il Giappone. Feci scalo apposta ad Amsterdam per rivederla. Era già fidanzata e fini tutto con una birra bevuta insieme in un pub. Quella sera pensavo di morire.

Noto una cosa: è stata attenta a sposarsi bene. Ha sposato un bianco, e non ha sposato il meccanico, il facchino o il magazziniere. 

Gano, non hai certo torto. Però bisogna capire se l'obiettivo, oltre che economico e di evitare problemi di sicurezza, è anche quello di salvaguardare la cultura di un popolo, cioè le sue tradizioni e le sue abitudini.

I cinesi e gli indiani sono onesti e bravissimi, però non assorbono la cultura della nazione in cui stanno. Anzi, conservano in modo molto forte la loro.

Per carità niente di male. Però si va così ovunque verso una cultura multiforme e indistinta, un Arlecchino di cultura, in cui il carattere nazionale via via sfuma, e resta quale elemento di curiosità e folklore estraneo alla gente.

PS i barconi ormai non arrivano più. Ma non tanto perchè qualcuno li abbia fermati. Ma perchè ormai non ci sono più pasticcerie, supermercati o ospedali liberi davanti ai quali mettere l'africano con il berretto.  A differenza delle altre etnie, gli africani non fanno squadra; quelli che arrivavano qui contavano su welfare e elemosina per ripagare il prezzo del transfer. Ora che la situazione è satura, le mafie non li fanno più partire; non potrebbero far loro guadagnare niente. Invece in tutte le altre etnie, è il clan famigliare che sponsorizza i viaggi, e quelli continueranno. Tipico il caso dei bengalesi e dei sudamericani.