L'economia in sintesi (Keynes, Friedman...)

 

  By: renzo on Giovedì 22 Novembre 2007 12:04

qualsiasi forma societaria (spa, srl ecc), qualsiasi cooperativa d'opera e non, è in fondo assimilabile all'eperienza di Plymouth. Credo che il discorso sia un po' più complesso di quello rappresentato da queste generalizzazioni. I paesi del nord europa e la Cina attuale (con tutti i propri limiti) credo possano darci qualche maggiore elemento di ponderazione

La storia del Ringraziamento, la prima colonia americana e le tasse - gz  

  By: GZ on Giovedì 22 Novembre 2007 11:31

Oggi è il giorno del Ringraziamento in America e diversi siti americani ricordano la storia dei pellegrini arrivati nel 1621 a Plymouth. Tutti gli anni la segnalo anche io, in particolare in riferimento alle tasse. Quando raggiungono il 50% del reddito nazionale come in Italia e in europa occidentale le tasse significano il socialismo, la messa in comune delle risorse economiche. Una persona che lavora e non riesca ad evadere niente in italia "mette in comune con la collettività" il 70% del proprio reddito, se conti tutti i contributi, irpef, iva, ici, tassa sui rifiuti, accise, bolli vari. Diciamo che consegna alla "collettività" (comune, regione, stato, UE) il grosso del suo reddito (dato che ci sono bambini e pensionati la media pro-capite italiana è sul 50%) Esattamente come fecero i Padri Pellegrini quando arrivarono dall'Inghilterra nel 1621 a Plymouth, perchè i mercanti che gli finanziarono il viaggio avevano stabilito che avrebbero dovuto mettere in comune quasi tutto, creando una specie di comunità socialista in cui il lavoro era per il bene della collettività, se coltivavi la terra il prodotto era messo in comune, se cucinavi o lavavi era per tutti ecc.. un esperimento di messa in comune delle risorse per il bene comune. Dopo due anni stavano morendo di fame, il raccolto era insufficiente, c'erano furti continui, liti, violenze e tutti si odiavano. Presi dalla disperazione nel 1623 alla fine decisero di assegnare ad ognuno un pezzo di terra e che ognuno si arrangiasse lavorando solo per se stesso e tenendosi tutto quello che produceva. L'anno dopo il numero di ettari coltivati era triplicato e da allora la colonia prosperò, la notizia del suo successo si sparse in Inghilterra, cominciò ad arrivare gente e da lì nacquero gli Stati Uniti Cioè gli Stati Uniti nessuno lo sa in Italia, ma iniziarono come colonia comunista, come società socialista ugualitaria in cui le risorse appartenevano alla collettività. Come in Russia o Romania o Cina 300 anni si ritrovarono alla fame a dimostrazione del fatto che il socialismo, il consegnare alla collettività buona parte delle risorse economiche, anche in un paese ricco di risorse naturali porta alla rovina. Essendo però anche una comunità democratica e non una dittatura i padri pellegrini fecero un inversione a V e decisero per il capitalismo "selvaggio" (ognuno si tiene il suo reddito e lavora solo per sè) e crearono il più ricco paese del mondo ------------------------------------------ ...after landing at Plymouth in November 1620, the Pilgrims endured a cold, hungry winter during which half of them died. Promised supplies failed to arrive from London. The 1621 harvest wasn't as big as hoped, nor was the 1622 harvest. More famine seemed inevitable. And then the colony began to talk through the problem. The London merchants who financed the Pilgrims' settlement specified "that all such persons as are of this colony are to have their meat, drink, apparel, and all provisions out of the common stock and goods of the said colony." In 1621, the Pilgrims planted 26 acres, according to Judd W. Patton, an economics professor at Bellevue University in Nebraska. In 1622, they planted 60 acres, but that wasn't enough to keep hunger away. People began to steal by night and day, "although many were well whipped," Gov. William Bradford reported. The system made no sense to anyone. The hard-working subsidized the slackers. The young and ambitious didn't want to do work for anyone else and get nothing for their trouble. The wives of some of the men objected to be commanded to wash clothes, dress meat or do other tasks for other men. As Bradford would later write in "Of Plymouth Plantation 1620-1647," "At length, after much debate of things, the Governor (with the advice of the chiefest amongst them) gave way that they should set corn every man for his own particular, and in that regard trust to themselves, in all other things to go on in the general way as before." In what's known today as the Land Division of 1623, each family was allotted land at the rate of one acre per family member and told to go out and produce. More than 184 acres were planted that year. And, Bradford reported, "This had very good success, for it made all hands very industrious, so as much more corn was planted than otherwise would have been by any means the Governor or any other could use, and saved him a great deal of trouble, and gave far better content. The women now went willingly into the field, and took their little ones with them to set corn." What is apparent from this history is what we all know from our experience: When you can benefit from working hard, you work harder. Under the system of common ownership, there was stealing, shirking and malevolence. Under the incentive system, there was good feeling, hard work and benevolence. News of the success at Plymouth and other settlements like it attracted more and more immigrants to the New World. And everyone who lives in America today has a personal story that is part of that great continuing tale. The impulse to improve one's conditions through greater effort and trade is as natural as breathing, and this has been so since the beginning. New York University economist Haim Ofek, in "Second Nature: Economics Origins of Human Evolution, argues that trade helped spur the growth of the brain. .

 

  By: lutrom on Giovedì 22 Novembre 2007 11:00

Più tasse meno civiltà ^cliccaqui...#www.legnostorto.com/index.php?option=com_content&task=view&id=19748^

 

  By: Fortunato on Mercoledì 21 Novembre 2007 17:08

Gianlini, le operazioni eseguite in questo anno fiscale avranno ripercussioni ritardate in quanto le vedremo nel bilancio depositato il prossimo anno e relativo all'anno in corso. Ergo non puoi aspettarti il tutto nell'immediato. Fortunato

 

  By: gianlini on Mercoledì 21 Novembre 2007 15:12

si ma a quanto pare uno degli attori è quotato e l'altro no ergo i mercati finanziari ne subiscono i danni

 

  By: GZ on Mercoledì 21 Novembre 2007 15:10

hobi, l'economia finanziaria è quella reale la gente che ha guadagnato di più è nelle banche, brokers, fondi, fondi hedge, private equity, assicurazioni, brokers immobiliari, società del credito al consumo questo settore fornisce un 30% degli utili di borsa e soprattutto fornisce la "liquidità"

 

  By: hobi on Mercoledì 21 Novembre 2007 15:07

"Swiss Re martedì con DUE SOLI DERIVATI PER CONTO DI CLIENTI ha detto di avero perso un miliardo e rotti...)" Attenzione a scrivere queste cose tirando in ballo la difficie situazione dei mercati finanziari ... Nella realtà Swiss Re ha chiuso 2 swap con due clienti ergendosi a controparte e perdendo la scommessa sottostante. Per rendere la cosa menodrammatica possiamo dire che nel derby di Milano Swiss Re ha scommesso sul milan ed invece i suoi clienti sull'inter. Come avviene negli ultimi due anni ha vinto l'inter ed un miliardo di $ sono passati dalle tasche di Swiss Re a quelle dei due clienti. Dal punto di vista dell'economia reale non è successo nulla. E la situazione dei mercati c'entra ancora meno visto che la scommessa poteva essere fatta oltre che sul derby milanese anche sul tempo metereologico .. Hobi

 

  By: shabib on Mercoledì 21 Novembre 2007 15:02

amico caro , ma non vedi che e' diventata tutta una soap opera economico-politico-globale ? quando si spostano per parlare e conferences e' solo per ingannare meglio...guarda al market e vedi dove si va.... neanche i macro sono veritieri....e ZIBO ha molte ragioni logiche da vendere ....e good gain

 

  By: Esteban on Mercoledì 21 Novembre 2007 14:34

Mah ... ci capisco sempre meno ... Ma Unicredito non diceva che non c'era alcun problema ? ``Everything is signaling that the market may switch to panic mode,'' Philip Gisdakis, a credit analyst at UniCredit SpA in Munich, said in an interview today. ``The news flow is so bad and there is no relief in sight.'' ^Credit-Default Swaps on European Banks Rise to Record on Subprime Concern``#http://www.bloomberg.com/apps/news?pid=20601087&sid=aC1xvzeKq8Oo&refer=home^

i pezzi del puzzle stanno componendosi - gz  

  By: GZ on Mercoledì 21 Novembre 2007 14:24

i pezzi del puzzle stanno componendosi la bolla del debito comincia a sgonfiarsi partendo dall'America e Inghilterra (Northern Rock la maggiore banca inglese specializzata in mutui oggi con oggi perde il -97%...Countrywide maggiore banca americana specializzata in mutui oggi nega di essere in bancarotta e Fannie Mae, la mega società semi-garantita dal governo per fare mutui popolari perde un -20% da martedì dopo che rivela 2 miliardi di perdite, le banche americane hanno ora ammesso 50 miliardi di perdite, Swiss Re martedì con DUE SOLI DERIVATI PER CONTO DI CLIENTI ha detto di avero perso un miliardo e rotti...) il Dollaro rotola in basso senza dare segni di vita e la Sterlina sta toccando i minimi contro tutte le valute eccetto dollaro lo Yen comincia a salire in modo serio (massimo degli ultimi 20 mesi oggi sul dollaro) L'Oro è lanciato sopra 800 dollari e presto 1.000 dollari l'oncia la Cina è sempre più nervosa, l'inflazione ufficiale è al 6.5%, gli alimentari sono saliti del 17%, ieri il premier Wen Bao non-so-come-si-chiama... ha detto a Singapore pubblicamente che avere 1.400 miliardi di dollari sta diventando un "...Problema..." la recessione in America è data ora per certa da molti, vedi Merril Lynch Goldman Sachs ha detto lunedì che la crisi dei derivati dei mutui può costringere le banche occidentali a ridurre i crediti per 2.000 miliardi, DUEMILA MILIARDI in meno di crediti (!), come diceva un mio professore : "è un numero grande o un numero piccolo ?.." ..

 

  By: Fortunato on Mercoledì 21 Novembre 2007 13:58

Caro Zibordi, questo discorso lo abbiamo già fatto lei ed io qualche mese fà e abbiamo convenuto che le strategie USA e UE avranno un'inversione a U di tutto ciò che è accaduto sino ad ora in modo scellerato. Addirittura ritengo che le scelte siano già state fatte. Fortunato

il tempo lavora contro - gz  

  By: GZ on Mercoledì 21 Novembre 2007 13:41

Grazie alla globalizzazione, apertura dei mercati occidentali e delocalizzazione delle multinazionali la Cina e thailandia, vietnam, taiwan (lasciamo state Corea e Giappone) ora vendono circa 1.000 miliardi di merci qui in europa e USA che solo sette anni fa invece venivano prodotte qui. Questo è bene per loro è un disastro per "noi" intesi come europa ed america perchè al mondo ci si arricchisce producendo ed esportando non consumando ed importando La Cina e affini hanno : i) i bassi salari (in Cina gli ultimi dati dicono che il costo del lavoro è sui 3-4 euro al giorno) e qui non ci puoi fare niente ii) la mancanza di regolamentazioni, contributi, vincoli, tasse (in Asia un azienda fa quello che le pare, inquina, paga poche tasse e gli impiegati si arrangiano per pensione e sanità) iii) la svalutazione del cambio che viene tenuto artificialmente legato al dollaro USA da Taiwan, Hong Kong, China, Vietnam... In Europa e America ad un certo punto devi aggiustarti a questa realtà. Il sistema dei vincoli, tasse e regolamentazioni invece viene non solo mantenuto ma resto sempre più pesante in Occidente (solo Sarkozy prova ora un poco e gli hanno bloccato la Francia) Per cui i salari cominciano a scendere in termini reali, il cambio del dollaro a scendere, ma solo verso l'euro e la cosa risulta "addolcita" da tutto questo credito al consumo Ma se non metti tariffe commerciali, se apri il tuo mercato e loro non aprono il loro, se lasci rivalutare il cambio e lasci tutti i vincoli, tasse e regolamentazioni vieni distrutto lentamente. Se lasci che l'Asia progressivamente produca sempre di più sostituendo le aziende europee ed americane (che si trasferiscono in Asia) il tuo reddito reale medio (non quelli dei managers e banchieri) cala. Se il reddito reale medio cala lo puoi mascherare con del debito, ma solo per qualche anno, poi arrivi al dunque, o svaluti come fa l'America ma poi non basta nemmeno quello, devi comincare a tagliare lo stato sociale, risparmiare, lavorare di più e ridurre tutta la burocrazia pazzesca e le tasse Ma nessuno vuole farlo, per cui quando hai una recessione e una crisi poi sei costretto a fare delle scelte che sono: svalutare, mettere tariffe, ridurre il debito e il consumo ed aumentare il risparmio, lavorare di più, andare in pensione più tardi, tagliare la massa di vincoli e regolamentazioni che rendono impossibile competere Fino a quando non fai queste cose la crisi è solo rimandata, ma il tempo lavora contro

 

  By: hobi on Mercoledì 21 Novembre 2007 12:15

Ci sono molte cose buone nell'articolo di Zibordi,ma io voglio riscriverlo a modo mio. Innanzitutto non bisogna dimenticarsi di alcune cose. Ogni anno in India 10 milioni di persone escono dalla povertà. Se consideriamo il terzo e quarto mondo ( senza parlare della solita Cina e del sud asiatico) non so quante persone entrano nel circuito produttivo contribuendo a far crescere in maniera più rapida che in passato la torta del Pil mondiale. Se poi consideriamo che nell'ambito della divisione di questa torta il commercio estero ne assorbe una fetta sempre maggiore e che ogni 100 $ di scambi ci sono almeno 10 volte tanto di ore lavoro uomo nei prodotti che il ricco occidente importa rispetto a quelli che esporta , allora possiamo dare una spiegazione al fatto che siamo tanto ricchi e ci siano meno recessioni. Semplicemente l'incremento di produttività avutasi negli ultimi anni ed i vantaggi della globalizzazione hanno reso più ricca e resistente l'economia occidentale. Ed adesso le patologie che riguardano soprattutto gli Usa. Gli Usa in parte consumano quello che gli altri producono e risparmiano. Questo va bene e puo andare avanti solo se la loro economia viaggia a ritmi superiori a quella degli altri ( il che finora è sempre avvenuto ma ,anche per i motivi a tutti noti,potrebbe non ripetersi). Se gli Usa possono offrire pezzi di Google a chi vende loro i prodotti ...bene ,ma se comincia ad offrirgli solo il suo debito perchè la sua struttura corporate si indebolisce, allora entra in crisi tutto l'attuale modello di sviluppo. Ed ora la seconda patologia che non riguarda solo gli Usa ma tutto il mondo sviluppato. Per ragioni che sarebbe troppo lungo spiegare,l'appettibilità del corporate occidentale che invogliava i paesi produttori e risparmiatori ad investirvi i loro surplus, è destinata ad affievolirsi. I bassi salari hanno aumentato a dismisura i profitti e certi redditi ,diciamo "manageriali". Ma la base sociale si è indebolita : i poveri hanno debiti ed i ricchi i soldi in banca. L'appeal del nostro sistema economico, nel momento in cui dovesse cambiare l'onda salariale, svanisce. Scordiamoci gli utili stratosferici di questi ultimi anni e cominciamo a considerare la possibilità che il riciclo degli squilibri commerciali cambi. Gli effetti sarebbero devastanti per chi ne ha fino a quel momento goduto. D'altra parte un riequilibrio dei salari è una necessità per ristabilire la base sociale. Quello che sta avvenendo in Francia forse ne è un'avvisaglia. Il debito ,che nei momenti di sviluppo fa bene,nei momenti di crisi fa doppiamente male. Io penso che quello che i mercati temono sia un rallentamnto dell'economia , una stagione salariale non più favorevole all'impresa,la fine di alcuni vantaggi della globalizazione,il tutto in un ambiente in cui c'è molto debito. Se poi a qualcuno piace credere che il mondo crolli perchè ci sono i mutui sub prime e perchè ci sono tanti derivati ,...si accomodi .. Hobi

 

  By: Mr.Fog on Mercoledì 21 Novembre 2007 09:38

BELLA RECESSIONE che purga gli eccessi, punisce l'arroganza e l'indolenza, spinge di nuovo la gente a produrre cose utili, a risparmiare, fa fallire molti business superflui, da una stretta al bilancio dello stato, drena la famosa liquidità mandando in crisi le banche, i fondi, i fondi hedge, private equity e compagnia cantante, riduce il prezzo del petrolio e delle materie prime, ferma la corse folle della Cina... ------------------------------------ Verissimo! E ancor di più serve in Italia. Certo dovremo soffrire un poco tutti, ma non vedo altro modo per ridare la scossa al nostro paese, alla nostra classe imprenditoriale ma soprattutto ai nostri politici sempre troppo interessati alle loro belle poltrone. Quella che hai scritto e' una poesia...devo telefonare a Leopardi per "metterla in versi".

IL mondo ha bisogno di una recessione, non di tagli dei tassi di interesse - gz  

  By: GZ on Mercoledì 21 Novembre 2007 01:49

Le borse occidentali e giapponese cominciano a scricchiolare e senti ora parlare di nuovi tagli dei tassi di interesse, anche subito, anche la settimana prossima o al massimo a dicembre ^da parte della FED e BCE per scendere di nuovo a tassi del 3%#http://www.bloomberg.com/apps/news?pid=20601087&sid=apImut5Zg0wc&refer=home^ e se non basta all'1% come nel 2003 e poi allo 0% come il Giappone fino a un anno fa. Questa è la soluzione a cui guarda il mercato di fronte alle rivelazioni che escono ormai ogni due ore di nuovi miliardi di perdite tutte le istituzioni finanziarie maggiori del mondo industriale. La ricetta è di nuovo quella che ha portato a questi guai, spingere di nuovo i tassi in basso per far risalire gli immobili e far indebitare di più i consumatori "..in modo da stabilizzare l'economia.." ed "..evitare la recessione." con tutti gli effetti collaterali di ulteriori cedimenti del dollaro, di inflazione, di speculazione sulle materie prime e magari di ulteriore bolla di borsa in Cina e Brasile Ma siamo matti ? Il mondo ha bisogna disperato di una recessione. I cinque anni (quasi cinque 2003, 2004, 2005, 2006 e parte del 2007) di boom dei mercati finanziari e immobiliari nonchè dell'asia, est europa, sudamerica, medioriente) sono finiti e così i quindici anni di boom ininterrotto del debito del consumatore occidentale (è dal 1992 che il consumatore americano e anglosassone non ha un annata in cui riduce i consumi). Può darsi che mi sbagli ovviamente, ma supponiamo per un momento che questa tesi sia corretta (che sono tanti a sostenere in ogni caso) La storia è questa: dai primi anni '90 i governi dei maggiori paesi industriali con l'aiuto delle banche centrali (che in Giappone, Inghilterra ed USA hanno il governatore nominato direttamente dai politici) e delle banche internazionali hanno (forse inconsapevolmente) usato il Mercato Finanziario globale come Ammortizzatore Sociale, hanno creato un meccanismo che induce le famiglie ad assumere montagne di debito per continuare a spendere in assenza di crescita del reddito reale La crescita del reddito reale si è trasferita nelle elite finanziari e manageriali e nei paesi emergenti dell'Asia, Sudamerica, Medio Oriente ed Est Europa e buon per loro, ma noi abitiamo qui invece dove la burocrazia, le tasse e le regolamentazioni soffocano l'iniziativa economica e complicano la vita e per compensare i governi, le banche centrali e le banche hanno creato una bolla del debito di proporzioni storiche L'unica soluzione è tornare indietro, all'economia di mercato "normale" la quale da quando è stato inventata a inizio '800 prevede ogni cinque, sei massimo sette anni una BELLA RECESSIONE che purga gli eccessi, punisce l'arroganza e l'indolenza, spinge di nuovo la gente a produrre cose utili, a risparmiare, fa fallire molti business superflui, da una stretta al bilancio dello stato, drena la famosa liquidità mandando in crisi le banche, i fondi, i fondi hedge, private equity e compagnia cantante, riduce il prezzo del petrolio e delle materie prime, ferma la corse folle della Cina... Oggi Paul Farrel ricorda perchè la recessione è necessaria ----------------------------- ...everyone persists in the childlike fairy tale that "all growth is good" and "all recessions are bad," a bad hangover of the '90s "new economy" ideology. So for the folks at the Fed, Treasury and Wall Street, "eternal growth" is still America's mantra. Unfortunately, the American investors' brain has also developed this blind obsession with "growth-at-all-costs," coupled with a deadly fear of all recessions, as if recessions are a lethal super-bug more powerful than Iran with a bomb. Our values are distorted: It's OK to be greedy and overshoot the market on the upside -- grab too many assets, take on too much debt, make consumer spending a religion, live beyond our means, ignite hyperinflation along the way. Growth is good, even in excess. And yet, recessions are a no-no that drives politicians, economists and investors ballistic. .... consider some of the benefits of a recession: 1. Purge the excesses of the housing boom No, it's not heartless. Not like wartime calculations of "acceptable collateral damage." Yes, The Economist admits "the economic and social costs of recession are painful: unemployment, lower wages and profits, and bankruptcy." But we can't reverse Greenspan's excessive rate cuts that created the housing/credit crisis. It'll be painful for everyone, especially millions of unlucky, mislead homeowners who must bear the brunt of Wall Street's greed and Washington's policy failures. 2. U.S. dollar wake-up call Reverse the dollar's free fall and revive our global credibility. Warnings from China, France, Iran, Venezuela and supermodel Gisele haven't fazed Washington. Recession will. 3. Write-offs Expose Wall Street's shadow-banking system. They're playing with $300 trillion in derivatives and still hiding over $100 billion of toxic off-balance sheet asset-backed securities, plus another $300 billion hidden worldwide. A lack of transparency is killing our international credibility. Write it all off, now! 4. Budgeting Force fiscal restraint back into government. America has been living way beyond its means for years: A recession will cut back revenues at all levels of government and cutbacks will encourage balanced budgeting. 5. Overconfidence A recession will wake up short-term investors playing the market. In bull markets traders ride the rising tide, gaining false confidence that they're financial geniuses. Downturns bruise egos but encourage rational long-term strategies. 6. Ratings Rating agencies have massive conflicts of interest; they aren't doing their job. They're supposed to represent the investors, but favor Corporate America, which pays for the reports. Shake them up. 7. China Trigger an internal recession in China. Make it realize America's not going into debt forever to finance China's domestic growth and military war machine. A recession will also slow recycling their reserves through sovereign funds to our equities. 8. Oil Force the energy and auto industries to get serious about emission standards and reducing oil dependency. 9. Inflation Expose the "core inflation" farce Washington uses to sugarcoat reality. 10. Moral hazard Slow the Fed from cutting interest rates to bail out speculators. 11. War costs Force Washington to get honest about how it's going to pay for our wars, other than supplemental bills that are worse than Enron-style debt financing. 12. CEO pay Further expose CEO compensation that's now about five hundred times the salaries of workers, compared with about 40 times a generation ago. 13. Privatization Stop the privatization of our federal government to no-bid contractors and high-priced mercenary armies fighting our wars. 14. Entitlements Force Congress to get serious about the coming Social Security/Medicare disaster. With boomers now retiring, this problem can only get worse: A recession now could avoid a depression later. 15. Consumers Yes, we're all living way beyond our means, piling up excessive credit-card debt, encouraged by government leaders who tell us "deficits don't matter." Recessions will pressure individuals to reduce spending and increase savings. 16. Regulation Lobbyists have replaced regulation. Extreme theories of unrestrained free trade plus zero regulation just don't work; proven by our credit crisis, hedge funds' nondisclosures, private-equity taxation, rating agencies failures, junk home mortgages, and more. Get real, folks. 17. Sacrifice "We have not seen a nationwide decline in housing like this since the Great Depression, says Wells Fargo CEO John Stumpf. As individuals and as a nation Americans have always performed best in crises, like the Depression or WWII, times when we're all asked to make sacrifices. Pampering us with interest-rate cuts and tax cuts during the Iraq and Afghan wars may have stimulated the economy temporarily, but they delayed the real damage of the '90s stock bubble while setting the stage for this new subprime/credit crisis. Wake up, the train wrecked. Time to think positive, find solutions, demand sacrifices.