By: Trucco on Giovedì 07 Luglio 2011 10:32
chiarimenti: come dice appunto Moderatore, nei certificas la probabilità prevalente di vincere era da intendersi in termini di beta, in termini di alfa sono perdenti ovviamente, ma a prescindere da questo, e cioè che il sottoscrittore guadagni o perda, la banca ne esce comunque in profitto, perché semplicemente lei ha assemblato dei titoli e dei derivati pagandoli 96 e li ha rivenduti a 100, prova ne è che il secondo giorno di quotazione il valore dei titoli scende appunto al valore di mercato, che sarà all'incirca 96 (più o meno la variazione del sottostante).
dopo di che di questi certificati ne hanno elaborati varie tipologie, ci sono quelle dove si tende a guadagnare spesso e poco ma si corre il rischio di perdere tantissimo in rari casi, come gli express certificates (equivalgono a comprare un bot e vendere un'opzione incassando il premio), poi ci sono strategie più elaborate come questi bonus certificates (che equivalgono a comprare un bot, vendere un'opzione put out of the money sul sottostante incassando il premio, e acquistare un'opzione call in the money e una out of the money), io però non direi che le strategie realizzate siano necessariamente malvagie, e nemmeno che la banca possa guadagnarci un 15% su un certificato, a meno che parlassimo delle polizze index linked (una versione assicurativa dei certificates) di Mediolanum dove in passato avevo osservato un caricamento implicito del 14%. Il problema è solo che anziché pagare:
il valore del titolo + il valore delle opzioni - il premio incassato dalla vendita di opzioni con eventuale rimborso a valere sul valore del certificato
si deve pagare:
il valore del titolo + il valore delle opzioni - il premio incassato dalla vendita di opzioni con eventuale rimborso a valere sul valore del certificato + UN COSTO INIZIALE SIGNIFICATIVO
morale, chi li compra sul mercato secondario dopo il secdondo giorno di emissione e paga 95 o 96 non sta facendo un pessimo affare, semplicemente direi che è un investimento neutrale sotto il profilo del rischio rispetto al detenere il titolo sottostante, invece chi ha comprato il certificato a 100 parte perdente del 4 o 5% rispetto all'investimento nel sottostante, che è un pò come se praticamente dovesse rinunciare al dividendo di ENI.
Il problema del cliente è dato dall'asimmetria informativa per cui in realtà queste informazioni messe in queste termini non le ascolterà mai da nessuno, anche perché posta in questi termini non ci sarebbero motivi al mondo per cui dovesse accettare di comprare un certificato a 100 anziché acquistarlo il giorno dopo a 95 o 96.