I GESTORI....I PF.......

 

  By: GZ on Martedì 15 Novembre 2005 15:30

Forse non vi hai mai fatto caso, ma nel nostro paese non esiste libertà di iniziativa nel settore del risparmio gestito, se uno mette su un sito come questo una pubblicità che dice "gestiamo soldi" il giorno dopo la Consob chiude il sito Legalmente in Italia solo dei soggetti riconosciuti dalla Banca d'Italia e costituiti come Sim o Sicav possono farlo. Creare una Sim o Sicav anche lussemburghese è una cosa che richiede un paio d'anni se va bene e richiede la sponsorizzazione di una banca (e ha dei costi legali notevoli). Ho seguito indirettamente la vicenda di gente ci è riuscita e la chiave è stata che uno di loro conosceva personalmente la famiglia di Sella, ma lo stesso ha speso due anni quasi solo in questo progetto. Infine, anche se trovi tutti i contatti nel mondo bancario e anche se spendi un paio d'anni nel metterlo assieme (smettendo in pratica di operare) poi hai alla fine un veicolo che ha molte limitazioni e vincoli rispetto a un hedge fund anglosassone

 

  By: marco on Martedì 15 Novembre 2005 15:02

La cosa importante non è che sia "la solita ricetta" me che funzioni !!!

 

  By: carlog on Martedì 15 Novembre 2005 13:57

Zì: Sempre la solita ricetta ... ------------------ Ok, allora te la metto giu' in termini espliciti e Pubblici (ne abbiamo parlato un po' in privato qualche tempo fa) Perche' Zibordi & Associate non gestisce direttamente i soldi dei clienti ? (non te la senti? ostacoli istituzionali? e' piu' comodo vendere notizie?)

 

  By: Gozzer on Martedì 15 Novembre 2005 12:06

Per chi cerca o vuole fare consulenza finanziaria indipendente ^Consultique#http://www.consultique.com/^ O esempio, anche solo per ^tenersi informato#http://www.consultique.com/ita/Diconodinoi/clon.jpg^

 

  By: Gozzer on Martedì 15 Novembre 2005 11:12

Gli italiani risparmiano di più... ma non sanno farli fruttare, è quello che traspare da questo articolo: ^Sorpresa, gli italiani risparmiano di più#http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=42953&START=0^ L'annus horribilis era stato il 2001, periodo di grandi incertezze generate dalla tragedia dell'11 settembre, terreno di coltura della recessione su scala mondiale che sarebbe poi venuta. Uno choc complessivo subìto anche dagli italiani, perfino incapaci di assolvere al tradizionale ruolo di “costruttori” di risparmio, con appena l'8,7% del reddito messo da parte. Percentuale assai bassa, più vicina agli standard americani che ai nostri abituali parametri. E infatti, a distanza di quattro anni, il tasso di risparmio italiano è fortemente risalito fino a toccare il 12,8%, con tendenza a ulteriori miglioramenti (a inizio anno veniva accantonato il 12%). ..... l'interesse per la gestione del denaro e degli investimenti è salito nel giugno scorso al 36% dal minimo del 32% di un anno prima. Nonostante migliaia di famiglie siano state rovinate dal default dell'Argentina e dai dissesti di Tanzi e Cragnotti, solo il 50% degli intervistati dichiara di considerare molto importante fornire all'intermediario finanziario le informazioni necessarie per individuare gli obiettivi di finanziamento e il grado di propensione al rischio E, ancor peggio, il grado di conoscenza crolla al 27% quando si tocca il tasto della ripartizione del portafoglio. «È una percentuale bassissima - dice Tofanelli - e preoccupante:

Cosa fare ? si può riassumere tutto in mezza pagina - gz  

  By: GZ on Lunedì 14 Novembre 2005 23:03

Sempre la solita ricetta, si può riassumere tutto in mezza pagina comprare azioni, ma non le più note, circa 20 titoli per frazionare il rischio, volendo anche qualche ETF per semplificare la vita visto che ci sono ora anche in Italia (cioè i panieri su settori o paesi...) Quali azioni esattamente non ha tanta importanza perchè gli studi mostrano che conta invece nell'ordine: i) Quanto Allochi in Azioni (se il 20 o il 90%) ? ==> 90% nel periodo stagionale favorevole (novembre -marzo) ii) In Quali Settori ? ==> sanitario-medicale-biotech, tecnologia, energia, oro, ciclico pesante (chimica...) iii) Quali Titoli ? ==> ad esempio quello che suggerivo oggi, ^BG Group#^ a Londra che è uno dei pochi nel mondo a fornire il gas naturale liquefatto (LNG), in Italia ad es ^BB Biotech#^ che è un titolo ma funziona come un fondo biotech, ^Eni#^, ^Socotherm#^ come speculativo, ^Fastweb#^, ^S. Paolo#^, ^Italcementi#^... se tutto va bene li vendi a fine gennaio o a marzo Se sembra troppo semplicistico o facile beh... ci sono tanti articoli free che danno altri dettagli ^sulla strategia di portafoglio ad esempio qui#http://www.cobraf.com/forumf/PostsByKeyword.php?keywordid=12^:

 

  By: carlog on Lunedì 14 Novembre 2005 21:32

Zì è inutile che fai l'economista gradasso (tipo Spaventa) Stavo solo cercando di spiegare perche' la gente tiene i soldi sotto al materasso (non li ha, non si fida, gli va bene cosi') Se uno viene da te con un gruzzoletto (guadagnato o ereditato) tu cosa gli consigli ? ... di iscriversi a Cobraf Advisor ?

 

  By: GZ on Domenica 13 Novembre 2005 05:33

Ehi... non c'è niente di male a non volersi porre il problema di come investire i soldi, è un inerzia psicologica comprensibile in termini di evoluzione della specie, visto che negli ultimi duemila anni chi aveva messo assieme un gruzzoletto aveva come problema di non farselo rubare o sottrarre legalmente da parte di qualche autorità e l'idea di farlo aumentare INVESTENDO è sempre stata un esclusiva di qualche amico del principe, del rais o del boss. Molte religioni come la musulmana erano contrarie al concetto di ricevere un interesse sui propri soldi, persino l'ebraica all'inizio lo era (poi elaborò il concetto che era lecito nei confronti dei non ebrei) Il concetto di investimento finanziario per cui senza lavorare in senso proprio ottieni che i tuoi soldi possano accrescersi è controintuivo, presuppone che anche se tu non fai niente il mondo intorno a te progredisca, aumenti la sua ricchezza e tu ne riceva una frazione (la cuccagna ?) Molta gente (sembra anche tu) percepisce il mondo come statico e l'economia come un gioco a somma zero per cui se qualcuno guadagna un altro perde ma non aumenta la torta per tutti. Di conseguenza è sospettosa di chi gli propone di ottenere un aumento del proprio tenore di vita partecipando ad investimenti accessibili a tutti (senza che ci sia il trucco, cioè qualche informazione riservata o amicizia influente o connessione politica ...) Uno dei benefici dell'istruzione universitaria o comunque dell'informazione in campo economico è che aiuta a dissipare questa diffidenza atavica e a comprendere che le cose nel corso degli ultimi decenni sono cambiate

 

  By: carlog on Domenica 13 Novembre 2005 01:22

Zi' - Troppa Avversione al Rischio ... -------------------------- Sembra uno dei tuoi soliti discorsetti per attirare i polli ... In Italia, chi ha i soldi (come te), li ha ottenuti seguendo modalita' protette (eredita', rendite, assistenza, commercio, oligopoli, etc.) Perche' mai costoro dovrebbero allora investire in modo rischioso cio' che hanno guadagnato senza fatica (e non-rischioso) ? Il problema e' a monte, nella mancanza di una mentalita' attiva (leggasi cultura del lavoro e dell'imprendere)

Troppa avversione al rischio può far male - gz  

  By: GZ on Sabato 12 Novembre 2005 17:21

"Un popolo ammalato di avversione al rischio" cioè gli italiani che continuano a comportarsi in modo masochistico quando investono i loro soldi Anche questo rapporto McKinsey conferma che i nostri concitaddini trovano il modo di guadagnare la metà degli inglesi, scandinavi ed americani e tutti gli altri che investono in azioni perchè persistono come pecore a tenere il 75% dei loro soldi in obbligazioni e prodotti strutturati vari (oltre alla quota investita nel mattone) Quando esco quasi sempre per fare conversazione qualche parente o conoscente mi chiede "..se c'è qualche azione che si può comprare.." con il tono con cui chiedi a uno che si occupa di corse di cavalli se c'è da scommettere su un cavallo alle corse Cercando di non essere sgarbato rispondo in genere: "perchè ?... hai messo per caso i tuoi soldi in qualcosa di diverso da delle azioni ... ?" " Hai comprato una polizza assicurativa, un prodotto a "capitale garantito" un "fondo comune bilanciato", un fondo monetario, dei CCT, Bot ?.. come mai visto che o non rendono niente o sono solo come pagare una tassa, a favore di chi te li vende ?" Come ho mostrato infinite volte le azioni, persino in Italia hanno reso più del doppio del reddito fisso su qualunque intervallo temporale superiore ai sette anni. Se prendiamo gli ultimi 20 anni per la precisione ^il 21% nominale contro l'8% nominale (MEDIA ANNUALE) delle obbligazioni#www.cobraf.com/forumf/cool_r_show.asp?topic_id=5639&reply_id=55708^. Anche questo rapporto mcKinsey mostra che mentre le azioni pagano dividendi del 4.5% contro un 2% dei Bot e CCT e salgono per il terzo anno consecutivo ovunque gli italiani ne stanno alla larga e lasciano ad altri popoli l'onere di arricchirsi (con tutte le conseguenza spiacevoli che casi come quelli di Lapo elkann dimostrano) --------------------------------------------------------- ^Troppa avversione al rischio può far male#http://www.milanofinanza.it/giornali/dettaglio_giornali.asp?id=1215234&codiciTestate=14^ Un rapporto mcKinsey evidenzia i comportamenti anomali dei risparmiatori italiani. Un popolo ammalato di avversione al rischio. Quando si tratta di investire gli italiani continuano, indipendentemente dall'andamento dei mercati, a diffidare della borsa. Ben più di quanto non avvenga nel resto d'Europa. E anche il 2004, nonostante un Mib 30 in crescita del 17%, non ha fatto eccezione. Il risultato? Mentre nel Regno Unito o nei paesi scandinavi il patrimonio dei risparmiatori affidato al risparmio gestito si è rivalutato in un anno, solo per effetto della performance dei mercati, del 9-10%, i sottoscrittori di fondi italiani si sono dovuti accontentare, su questo fronte, praticamente della metà, ovvero del 5%. È quanto emerge dalla settima edizione del rapporto McKinsey sul risparmio gestito, cui hanno partecipato 110 società, tra cui 17 operatori italiani rappresentativi dell'85-90% del mercato. Rapporto che sottolinea un'altra anomalia tutta italiana: mentre oltre confine le società di gestione nel 2004 hanno visto crescere i propri patrimoni anche per effetto della nuova raccolta, in Italia sotto questo aspetto si è registrato un calo degli asset dell'1%. Le ragioni? ´La raccolta negativa in Italia', si legge nel rapporto McKinsey, ´è conseguenza del forte sviluppo di nuovi prodotti d'investimento, come gli strutturati'. A dispetto della crisi di raccolta, tuttavia, il risparmio gestito italiano gode di una buona redditività: nel 2004 i margini di profitto rispetto alle masse gestite hanno raggiunto i 18 punti base, un rapporto più alto del resto d'Europa (in Spagna ci si ferma a 17, in Germania e Francia rispettivamente a 15 e 13). Grazie a un contenimento dei costi, decurtati da tutta l'industria europea, ma anche ai ricavi assicurati dai sottoscrittori. Che in termini di commissioni di gestione pagano mediamente l'1,04%. Di cui lo 0,78% finisce nelle mani della distribuzione e solo lo 0,26% in quelle della produzione.

 

  By: Moderator on Martedì 12 Aprile 2005 11:49

----------- ---------------- --------------- ------------------------ Per Defilstrok :^c'è...#http://www.archives.gov/federal_register/codification/executive_order/12631.html^da prima del 2002 (però non sono stati in grado di evitare la bolla e lo scoppio ;o forse sarebbe andata ancora peggio)

 

  By: Andrea on Lunedì 11 Aprile 2005 10:35

D'altro canto Buffett è stato usato come esempio di public equity ... non di private equity.

 

  By: panarea on Domenica 10 Aprile 2005 21:50

su un libero mercato più soggetti ci sono meglio è. più diversi sono meglio è e quindi ben vengano il private equity. ovvio che se nel creare valore agli azionisti qualcun prende delle buone parcelle niente di male, però: -sono dubbioso sulla reale capacità di certi nuovi operatori di private equity, specie italiani, che ora spuntano come funghi -sono dubbioso sulla reale esistenza di investimenti con rapporto rischio rendimento interessante (anch'io se compravo erg nel 2002 triplicavo...ma ora cosa si compra?) -sono dubbioso che certe super-perfomance passate siano da attribuire alla capacità dell'operatore e non ad opportuni agganci/manovre politico-vari. Seat pagine gialle è una società "pulita e limpida"? non mi sembra viste le innumerevoli cause civili e penali in corso (ricordiamoci il buon vecchio Cecchi Gori), insomma non un esempio di capitalismo all'americana. l'acquisto di saeco ha portato a strascichi legali impugnazioni di bilancio ect. -non concordo nel considerare buffett un private equity tipico, X IL MOTIVO CHE USA PRINCIPALMENTE I PROPRI SOLDI E QUEGLI DEGLI AZIONISTI NON TELEFONA A CLIENTI, NON INVITA, CI METTE I PROPRI. e questo è diverso

 

  By: Andrea on Venerdì 08 Aprile 2005 21:01

Polipolio, siamo sintonizzatissimi. Spesso questa gente compera aziende decotte o quasi e nel giro di un po' di tempo viene creato un enorme valore. Se poi qualcuno riesce a ricavarne delle cospicue parcelle, tanto meglio per lui. In fondo è meglio così che essere gestiti da un management (spesso, comunque, molto ben pagato) incapace di creare valore. Anche il mio unico rammarico (per modo di dire) è non appartenere alla schiera di coloro ai quali squilla il telefono e dall'altra parte c'è Kravis che offre quote ... ma tant'è ...

 

  By: polipolio on Venerdì 08 Aprile 2005 18:40

Andrea, Panarea, io purtroppo non ho (e soprattutto non avevo) i 10-30 m€ cash che mi avanzavano quando i vari BC Partners, KKr, Blackstone, Apax, Carlyle, Permira o in Italia ad esempio Investitori Associati facevano fund raising, ma, soprattutto a posteriori, vorrei averli avuti. (ad esempio uno dei ritorni migliori che furono fatti fu sul primo takeover di Seat, quando l'investimento venne MOLTIPLICATO PER 30 circa in 3-4 anni, vuol dire tra il 100% e il 200% circa all'anno) Se poi guadagna anche il codazzo di avvocati, consulenti ecc. tanto meglio per il codazzo.