Sempre a proposito di fondi

 

  By: Moderator on Lunedì 08 Ottobre 2007 17:17

pare che Niederhoffer abbia di nuovo toppato alla grande (con i subprime)

Il fondo comune migliore che esiste oggi - gz  

  By: GZ on Giovedì 04 Ottobre 2007 01:47

Il fondo comune migliore che esiste per quello che ho letto io (considerando la performance storica, i risultati complessivi del gestore, la dimensione, il tipo di orientamento e ovviamente anche la ^classifica rispetto agli altri fondi#http://home.businesswire.com/portal/site/google/index.jsp?ndmViewId=news_view&newsId=20070926005329&newsLang=en^) è il nuovo fondo ^"NAVELLIER FUNDAMENTAL A" di Louis Navellier#http://finance.yahoo.com/q?s=nfmax^, quest'anno a +19% di cui +13% nell'ultimo trimestre (!), che è anche molto piccolo per cui può muoversi meglio dei pachidermi Navellier nel 1980 ha creato una newsletter che dopo 27 anni è la prima delle 300 classificate da Hulbert come performance media (19% medio annuo contro un 12.7% dell'indice generale Wilshire in America) e i suoi fondi stanno andando molto bene da anni Navellier è noto soprattutto per strategie di "crescita" tipo tecnologia o emergenti, ma non solo, in effetti usa un approccio computerizzato che cerca la massima crescita (di fatturato, utili, cash flow) a parità di volatilità, ma guarda anche a cosa è di moda mese per mese Nel suo report mensile fa notare come se uno confronta i titoli "growth" ad esempio il Russell 1000 growth, simbolo IWF, con i titoli "value" ad esempio il Russell 1000 value simbolo IWD, la ^proporzione "growth"/"value" sia come performance di borsa che come denaro allocato è la più squilibrata dal 1977#http://www.navellier.com/downloads/pa_fundamental_a.pdf^ ! In estrema sintesi "growth" sono le società che crescono come fatturato del 20-30% annuo medio e "value" quelle che costano meno della media del mercato come Utile/Prezzo Questo vorrebbe dire che nonostante il gran parlare di "crescita mondiale" in termini di borsa finora il mercato ha premiato troppo i titoli con P/E bassi tipo banche, energia, utilities, telecom e c'è spazio invece sui tecnologici, emergenti aggressivi, biotech, oil service tipo Saipem che sembrano cari (costa 34 volte gli utili) e simili Un esempio è ^Varian Semiconductor (VSEA)#http://seekingalpha.com/article/47618-secular-market-share-gains-juice-up-varian-semiconductor^ che vende per l'80% in asia

A Proposito Di Fondi - ebreo errante  

  By: ebreo errante on Giovedì 28 Marzo 2002 12:21

Sempre a proposito di fondi, come ti costruisco una performance eccezionale per attirare nuovi clienti... dal Sole di oggi . MILANO - La Consob, secondo quanto risulta a Il Sole-24Ore, è in procinto di avviare una contestazione formale a Sanpaolo-Imi Sgr per irregolarità e mancati controlli, compiuti nel 2000, nella gestione di tre fondi: Azioni Italia, Soluzione 6 e 7 (rispettivamente ex Aldebaran e Azionario Italia). Fondi, gestiti tutti e tre da un unico money manager, e usati come un sistema di vasi comunicanti. Con pacchi di titoli che, secondo quanto ha ricostruito Il Sole-24 Ore, cambiavano con frequenza intestatario, passando dal portafoglio di Azioni Italia agli altri due fondi, trasformati tra dicembre '99 e marzo 2000 in bilanciati azionari. Una procedura che alterava i prezzi di mercato, ma soprattutto finiva per danneggiare i sottoscrittori dei prodotti Soluzione 6 e 7 che si sono visti indebitamente scaricare in portafoglio titoli azionari, destinati, come poi sarebbe accaduto nel grande ribasso della primavera del 2000, ad accumulare rilevanti perdite. Dalla società nessun commento, dato che ancora non si conoscono nel dettaglio gli addebiti formali. Già lo scorso settembre, comunque, Sanpaolo-Imi Sgr ha cambiato guida: è arrivato, come amministratore delegato, Marco Mazzucchelli. Il quale ha subito reimpostato l'intera architettura delle procedure e del sistema di controlli, riallineato i portafogli e rafforzato la funzione di risk management. Un drastico riassetto teso ad evitare il ripetersi delle irregolarità. Consob indaga. L'indagine della Consob, avviata il 5 dicembre 2000 e durata un anno, è partita dalle evidenti anomalie registrate dalle performance dei tre fondi, in particolare a cavallo tra il marzo e maggio-giugno del 2000. Il fondo Azioni Italia, gioiello della scuderia con una performance cumulata dal '96 al '99 del 220%, si presentava all'appuntamento con il primo grande ribasso delle Borse pieno come un uovo di titoli della New Economy. Per un fondo di grandi dimensioni difficile muoversi, liquidando posizioni senza accusare perdite, come è accaduto per tutti gli altri fondi equity che operavano su Piazza Affari. Invece Azioni Italia si è più che difeso con un rendimento nell'intero 2000 del 30,4% contro un indice Comit che ha fatto solo il 6,8%. Addirittura nel trimestre più difficile (marzo-maggio) Azioni Italia ha flettuto solo del 2%, mentre l'indice scendeva del 7%. Pura capacità? Nessun fondo di nessuna Sgr ha avuto tanta forza di reggere l'urto, mentre gli altri due fondi (Soluzione 6 e 7), hanno accusato il colpo. Tra marzo e maggio, Soluzione 6 ha perso il 17%, con il benchmark che invece cresceva del 3%. Ancora più divaricato l'andamento di Soluzione 7: -19,5%, a dispetto di un benchmark che è salito del 3,4. Il «travaso». Il continuo travaso di pacchi di azioni "pesanti", destinate a perdere quota, da Azioni Italia ai portafogli di Soluzione 6 e 7, avrebbe così sostenuto artificiosamente il primo fondo, re incontrastato della scuderia e su cui veniva da anni dirottata buona parte della nuova raccolta della clientela, folgorata dagli eccezionali rendimenti. Un prezzo pagato dai risparmiatori di Soluzione 6 e 7, fondi in teoria più difensivi, che non si sono più ripresi: su base annua Soluzione 6 ha perso il 5,6% (-1,4 il benchmark) e -13,8% ha lasciato sul campo Soluzione 7 (benchmark -4%); mentre Azioni Italia ha portato a casa un rialzo strepitoso di 23 punti percentuali in più dell'indice Comit. Che il gioco dello scaricare le azioni a rischio su altri fondi sia più che plausibile lo dimostra l'evoluzione successiva. Nel 2001, esaurite le munizioni, il fondo non ha avuto più alibi: Azioni Italia ha perso il 25%, la peggior performance tra i grandi fondi azionari italiani, segno che quando il mercato gira all'ingiù per fondi grandi e carichi di azioni sopravvalutate è pressochè impossibile difendersi. Grimaldi si difende. Vittorio Grimaldi, ex gestore dei tre fondi, ora a Gestnord Sim, interpellato dal Sole spiega: «A marzo 2000, quando ho intuito che i listini sarebbero scesi, ho girato velocemente i portafogli dalla New alla Old economy. Altri non l'hanno fatto. E poi Soluzione 6 e 7, dal 21 marzo hanno potuto investire anche fuori Italia e hanno finito per comprare titoli del Nasdaq». Anche se poi, finisce per ammettere: «Ho girato qualche pacco di titoli a Soluzione 6 e 7, pensavo fossero sottovalutati e volevo dare una spinta ai due nuovi fondi. Purtroppo non è andata così». In realtà ci fu più di un episodio di incrocio tra fondi fuori Borsa: «Alcuni passaggi erano fatti a prezzi di favore. Ero in una situazione difficile. I tre fondi erano grandi e gli altri operatori, sapendo di doverne liquidare due, mi aspettavano al varco. Sarebbe stato un bagno di sangue». Pare anche che tra le pratiche irregolari ci fosse la mancata pre-imputazione degli ordini, potendo così, volta per volta, decidere, a seconda della convenienza, a quale dei tre fondi attribuire l'acquisto o la vendita. Ora tutti i protagonisti non sono più lì. Vittorio Grimaldi è uscito da Sanpaolo a metà del 2001; il presidente della Sgr, Giuseppe Passatore non ha al momento alcun incarico operativo nel gruppo. Resta il fatto che qualche decina di migliaia di sottoscrittori dei fondi Soluzione 6 e 7 attendono chiarimenti. Giovedí 28 Marzo 2002