ancor meno possono funzionare le piccole comunita' autogestite di Xtol
tra Anti e Willy non so stabilire chi sia più pervicacemente (e stolidamente) capace di negare le evidenze.. è una bella gara.
Senza tapparsi naso ed occhi, forse è giunto il momento di prendere atto – malvolentieri, lo ammetto – dell’inevitabile e progressivo arretramento dello Stato e svolgere un riflessione seria e prospettica su quali siano gli ambiti in cui governo nazionale ed enti locali possano eventualmente abdicare dalla gestione diretta, ponendosi solo come ente regolatore e di garanzia verso iniziative di questo tipo. Giusto per non farsi trovare impreparati all’evenienza.
Fornitura di polizia e di giustizia La polizia e i tribunali sono sempre stati considerati una parte fondamentale del governo. Permettere alle città private di avere le proprie forze di polizia sembra una perversione della giustizia, cioè la vendita della giustizia al miglior offerente. Che cosa succede se i gruppi poveri e le minoranze vengono trattati ingiustamente?
un modello virtuoso che è quello delle città pianificate privatamente. Una è Jamshedpur, una città indiana di 700 mila abitanti, nata a inizio Novecento per opera di Jamshedji Tata, il fondatore del più grande gruppo imprenditoriale indiano. La città è considerata una delle migliori in India per qualità dei servizi e ovviamente non è abitata da 700 mila miliardari che giocano a cricket, ma da operai giunti per lavorare nel gruppo Tata. Il fatto che Tata fosse proprietario del terreno su cui è nata la città ha fatto sì che fosse possibile investire in infrastrutture “pubbliche”, a differenza della città anarchiche in cui nessuno ha interesse a farlo. Altri esempi secondo Tabarrok – che anni fa ha dedicato un libro alle “città volontarie” – sono Reston e Irvine, nate nel Dopoguerra come comunità private un po’ nello stile delle città utopiche socialiste ottocentesche (senza però dimenticare la sostenibilità finanziaria), considerate tra le più vivibili degli Stati Uniti.
Con la crisi dello Stato moderno, sovrano, centralizzato e gerarchizzato, dovuta a tutta una serie di cause ideologiche (il discredito in cui è sprofondato il collettivismo statalista dopo il crollo del Muro di Berlino) ed economiche (la globalizzazione dei mercati, il progresso delle tecnologie, la rivoluzione dell'informatica e delle telecomunicazioni, che rendono ovunque sempre più inutili gli apparati burocratici di grandi dimensioni), s'indeboliscono anche le forme gerarchiche e verticali di obbligazione politica a favore di quelle paritarie e orizzontali (come il patto federale o il contratto privatistico). In questo modo le rivendicazioni di libertà e antogoverno sono diventate non solo legittime, ma anche praticamente realizzabili. Alla fine di questo processo, oggi appena ai suoi inizi, il modello uniformante di Stato che conosciamo potrebbe uscirne completamente modificato, per lasciare il posto a un ordine pluralista in cui i singoli individui potranno scegliere il livello di governo territoriale più idoneo alle proprie esigenze. Le città private e le comunità condominiali descritte in questo articolo possono fornire alcune prime indicazioni su come questo modello di confederalismo integrale potrebbe funzionare.